XVIII- Menzogne
CAMERON
Quando Maison giunge a casa mia, gli consegno la ricetta da portare in farmacia per poter prendere le medicine.
Trascorsa mezz'ora è di ritorno con i farmaci .
Gli comunico, mentre lui mi allunga il sacchetto della farmacia:
« Grazie amico, se non ci fossi tu! Ti va una birra? »
« Volentieri! »
Ci sediamo in cucina sul sedile in vimini accanto alla penisola, gli porgo la bottiglia della birra fredda e dopo aver battuto per brindare, beviamo.
Approfitto del momento per chiedergli:
« Maison, posso sapere perché stavi cenando solo? Puoi scegliere anche di non rispondere se non ti va»
Anche se queste sono cose personali, so per certo che me ne parlerà. Io e lui ci siamo sempre detti tutto, con Maison lo posso fare, ci conosciamo dai tempi della scuola, quindi non si infastidisce.
« Che è successo Maison»
Lui abbassa lo sguardo con un viso incupito e poi dichiara:
« Mia moglie, ho il sospetto che abbia un altro! »
«Ma no che dici, Katrina ti ama non posso credere che ti possa fare una cosa del genere»
« Cameron, una volta mi amava, è da diverso tempo che non facciamo più l'amore; ogni volta che le faccio capire che la desidero trova una scusa.
Una sera ha l'emicrania, un' altra è troppo stanca»
Vedendolo così abbattuto cerco di tirargli un po' su il morale, ma poi mi ricordo che devo dare le medicine alla ragazza... gli chiedo di seguirmi per non lasciarlo da solo, ma lui mi annuncia:
« Preferisco stare qui! Tu vai tranquillo io ti aspetto »
« Ok, arrivo subito»
Entrando in camera da letto vedo con mia sorpresa che la donna è sveglia e che indossa una mia camicia bianca.
Così esclamo:
« Finalmente ti sei svegliata! Come ti senti ...stai un po' meglio? »
« Sì grazie , dove mi trovo e chi sei tu? »
«Sono Cameron, ti ho trovata questa mattina sotto un ponte febbricitante e ferita. Volevo portarti in ospedale ma tu hai aperto di poco gli occhi e hai insistito a non volerci andare, così ti ho portata a casa mia. Ho chiamato un medico del pronto intervento e...»
Non finisco la frase che lei prontamente dichiara:
« Un medico? Perché chi ti ha autorizzato!»
« Rilassati! Non devi reagire in questo modo. Grazie a lui ho scoperto...»
« Cosa? Cosa hai scoperto?»
Successivamente alla domanda, osservo il suo viso contratto e preoccupato. A quel punto la tranquillizzo affermando:
« Solo che hai ricevuto un morso da un topo che stava in quel posto. E quindi si è premurato a iniettarti un farmaco contro il colera e uno contro il tètano! »
« Nient' altro?»
Quella domanda mi lascia alquanto perplesso. Ma subitaneamente alla mia affermazione, la vedo rilassarsi.
« Perché non credi che questo sia abbastanza!»
« Sì certo! Scusa la mia reazione e anche per la camicia, svegliandomi mi sono ritrovata in un luogo sconosciuto e vista nuda, così ho preso la prima cosa che ho trovato...spero non ti dispiaccia»
« Assolutamente no! E poi se vogliamo dirla tutta, sta meglio a te che a me! »
Lei mi sorride.
Quel sorriso scatena in me una forte emozione ...mi riprendo subitaneamente informandola:
« Dimenticavo, devi prendere le medicine che ti ha prescritto il dottore»
Le porgo il bicchiere con due pillole perché le prenda.
Mentre riprendo il bicchiere dalle sue mani le chiedo:
« Posso sapere il tuo nome? »
« Sue Ellen! »
« Cosa ti è capitato Sue Hellen, come mai ti trovavi sotto un ponte? »
« È una lunga storia e comunque adesso non mi và di parlarne»
«Certo capisco scusa la mia invadenza»
« Non preoccuparti e tutto okay, forse un giorno te ne parlerò»
Per cambiare argomento e non renderla cupa e penseriosa le chiedo:
« Hai fame vuoi mangiare qualcosa?»
«No grazie non mi và niente»
« Non voglio sembrarti troppo insistente, ma devi mangiare se vuoi recuperare le forze in fretta»
Lei mi guarda, i suoi occhi sono bellissimi ma tristi allo stesso tempo:
« Vivi qui da solo»
Mi chiede.
« Sì perché ?» Domando.
« Perché prima mi è parso di sentirti parlare con qualcuno»
« Sì, parlavo con Maison, il mio migliore amico che... Cazzo! Mi sono completamente dimenticato di lui! »
Lei ride mentre posa il suo sguardo su di me.
" Cosa fai ridi! Ti diverte il fatto che abbia scordato che il mio amico mi attende in cucina perché parlavo con te!»
Lascio la stanza per recarmi nell' altro vano ma non trovo Maison.
" Sì sarà stancato di aspettare ed è andato via! Lo chiamerò più tardi per scusarmi. Intanto torno dalla mia bella ospite".
Rivado in camera da Sue Ellen lei mi guarda dicendo:
« Se ne è andato vero ...mi dispiace colpa mia ... mi farò... perdonare»
L'ultima frase è stata detta un po' con l'intento di provocarmi.
" Ma chi sei tu, bella sconosciuta, che sei entrata nella mia vita per stravolgerà o renderla migliore".
« Sue ...io vado, ti lascio riposare buonanotte»
« Buonanotte e ...grazie »
Di rimando risponde.
La mattina, dopo essermi accertato che la mia ospite è sveglia, le porto la colazione a letto:
«Grazie, ma così mi vizi»
Afferma con un sorriso.
Si avvicina un po' più a me, mi prende le mani proclamando:
« Grazie Cameron, per avermi salvato la vita e senza conoscermi mi hai accolta in casa tua. Ti sei occupato di me, ti accerti che io prenda le medicine e che mangi; grazie di tutto»
A quelle parole non so che dire.
" Adesso ci guardiamo negli occhi che danzano frenetici. Il tocco delle sue mani sulla mia pelle mi procura brividi caldi per tutto il corpo.
Le nostre bocche si avvicinano pericolosamente. Le nostre lingue seguono lo stesso ritmo di una danza ardente di passione. Il nostro respiro sempre più bollente e ansante, le mie mani senza controllo, carezze audaci scivolano sulla sua pelle vellutata".
All' improvviso mi sollevo di scatto dal letto, trovo un pretesto per allontanarmi.
Recandomi in cucina apro il rubinetto e mentre l'acqua scorre, poso le mani al bordo del lavello in acciaio.
Innanzi a me solo la parete con le piastrelle bianche a stampe alternate di ortaggi e frutta.
Mentre osservo la mia immagine sopra di esse, continuo a ripetermi:
« Idiota... Sei un cretino Cameron, lei ti vuole e anche io la desidero ardentemente e allora? Che diavolo ti prende?! »
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