XVII- Nuove Identità
CAMERON
Prima di metterla sotto le coperte la dovrò spogliare".
Inizio a liberarla dal trapuntino nel quale è avvolta rimanendo sorpreso quando noto che indossa una tuta molto simile a quella che portano i detenuti. Nell' immediato la mente mi si affolla di pensieri.
" E se fosse un' evasa da chissà quale carcere e se ne stava nascosta perché è ricercata dalle forze dell' ordine? E se Maison avesse ragione? Mi sarò messo in casa una criminale o sarà solo la vittima di qualche psicopatico che magari l' ha fatta abbigliare in quel modo per un qualche motivo. Che poi lei gli sia sfuggita rifugiandosi sotto a quel ponte. In tutti i casi, credo sia inutile pormi delle domande, mi illuminerà la mente lei stessa quando si sveglierà".
La denudo completamente, la depongo sotto le coperte e poi chiamo il medico per farla visitare.
Quando il dottore giunge vedo che è un tipo tarchiato con i baffetti bianchi come i capelli, la sua faccia mi ispira fiducia. Apre la sua valigetta tira fuori lo stetoscopio per sentire il cuore della donna, io messo in un angolo osservo i suoi movimenti e noto che si sta accingendo a riempire una siringa. In quel momento gli esclamo interrogativo:
« Scusi dottore! A che serve
quella iniezione ? »
Lui mi risponde prontamente:
« Questa serve per scongiurare il tètano!»
" Cosa? Il tètano? Ha ricevuto il morso di un ratto dunque! Povera ragazza chissà cosa avrà dovuto passare".
Mi vengono in mente le parole di Maison " Sarà stato qualche topo, questo posto ne è pieno".
Il medico rivolgendosi a me mi fà distogliere dai pensieri e mi consegna il foglio bianco del ricettario dove vi sono prescritte le medicine. Mi suggerisce anche che la donna le deve assolutamente prendere.
Dopo averlo ringraziato ci salutiamo e lo accompagno alla porta .
Rientro in camera da letto e vedo la mia ospite dormire serena.
Mi siedo sul letto accanto a lei e scostandole delicatamente i capelli rossi dal viso, le dico sottovoce:
« Chissà cosa ti sarà capitato cosa avrai dovuto affrontare, ma da oggi se vorrai rimanere, io ti proteggerò. Niente e nessuno potrà farti più del male mia bella e dolce sconosciuta »
Inaspettatamente sento il vibrare insistente del mio cellulare che ho lasciato sul comò entrando, l'ho messo in modalità vibrazione per non disturbarla.
Mi alzo dal letto prendo il cellulare in mano ed esco dalla stanza, rispondo mentre mi dirigo in cucina uscendo in veranda:
« Ciao, Maison, dimmi tutto»
« Come và con la rossa che hai avuto la brillante idea di portarti a casa senza sapere chi fosse. Sei ancora vivo?
Strano che non ti abbia sgozzato, legato e torturato ?»
Mi asserisce con tono di scherno.
Io divertito rispondo ironicamente:
«No, come vedi sono vivo, magari sta fingendo di dormire e aspetta la notte per agire.
Ma smettila Maison, quella povera ragazza ha rischiato di morire per il morso di un topo, chissà da quanto stava lì e per quale motivo. Non si giudica mai un libro dalla copertina, lo sai? »
« Okay, forse esagero ma devi ammettere che i dubbi sono leciti fino a che non sarà lei stessa a dirti come stanno le cose. E a quanto mi dici ancora non si è svegliata »
« Sì, infatti non l'ha ancora fatto, comunque sono sicuro che sarà lei stessa a raccontarmi come sono andate le cose al suo risveglio »
Subito dopo, aver chiuso la conversazione, torno in camera da letto do ve lei dorme.
Mentre oltrepasso lo stipite della porta, la scorgo muoversi e rigirarsi nel letto, ma ancora non si è svegliata.
Mi viene in mente che stando sotto a quel ponte, sicuramente non avrà neanche mangiato.
Mi dirigo in cucina per prepararle un buon brodo.
Di colpo mi viene in mente che deve assumere le medicine, per guarire.
Ma non posso allontanarmi, voglio lasciarla da sola.
Potrebbe svegliarsi mentre sono via, e ritrovandosi in un luogo sconosciuto; potrebbe avere paura e andarsene.
Darò questo incarico a Maison, lo farà lui per me.
Afferro il telefono e lo chiamo.
Dopo il primo squillo risponde con voce affranta:
« Cameron! Che succede, come mai mi richiami dacchè ci eravamo salutati? Sei in pericolo? »
« Ma piantala Maison. Mi spiace disturbarti, so che è ora di cena e sei a tavola con la tua famiglia ma mi... »
Mi interrompe affermando per chiarirmi il concetto:
« Sta tranquillo, non hai interrotto nulla. Dimmi che ti serve ! »
«Dovresti passare in farmacia. Lo farei io ma non posso lasciarla da sola. Ma prima devi venire qui per prendere la ricetta con i farmaci prescritti. Il medico mi ha raccomandato che la ragazza le assuma ogni ora»
«Ok, arrivo! »
«Grazie»
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