XV- L' Esecuzione

Quella notte né io e né lei, riusciamo a prendere sonno. Trattandosi dell' ultimo giorno insieme.
« Bridget? Dormi? »
« No ! Non posso, neanche tu vedo !»
Con un balzo zompa giù dal letto ipotizzando:
« Sai che ho pensato! »
Incuriosita le chiedo:
« Cosa ?»
Afferra qualcosa, una sorta di recipiente in metallo e incomincia a batterlo contro la porta. Questo fa accorrere, ma anche infuriare gli agenti di custodia.
Immediatamente, aprono per intrufolarsi all' interno, chiedendoci:
« Si può sapere cos' è tutto questo baccano? »
Scuotendo Gilda per un braccio.
Mi accorgo del gesto e gli salto addosso ( come una tigre fa con la sua preda) ma ricevo ripetute manganellate in testa e sulla schiena. Stramazzo al suolo, mentre il militare seguita a colpirmi alle spalle.
Nella confusione di voci del momento, riesco a percepire anche quella di Gilda che continua a urlare:
« Lasciatela stare! Fermi che fate!»
L' altro prova a fermare il collega asserendo:
« Lascia perdere, tanto domani dovrà morire»
I due escono dalla cella, subito dopo la mia amica mi si accosta aiutandomi a sollevarmi.
Ancora dolorante mi appoggio alla parete e lei affiancata mi toglie i capelli dal viso. Poi afferma:
«Fortunatamente, il bastardo non ha colpito il tuo bel viso. Devi fargliela pagare !»

Dopo quell' affermazione la fisso negli occhi asserendo:
« Ci penserà il karma»
La mia affermazione la lascia basita.
Ma poi mi propone con una faccia supplichevole:
« Bridget, mi faresti una gentilezza?
Ti faresti dipingere le unghie ?»
La fisso chiedendole:
« E tu? Ne faresti una a me?»
« Certo! Chiedi pure !»
« Si può sapere cosa ti passa per la testa! Andare a battere sulla porta a quel modo. Perché lo hai fatto?!»
Lei chinando la testa risponde:
« Volevo chiedergli se potevano farti fare una cena migliore, visto che è...»
Senza lasciarla finire le affermo:
« Solo perché sono una condannata a morte e tra poche ore cesserà la mia esistenza, credi che possa avere un trattamento speciale ? Magari champagne e caviale ?»
« Beh! Non quello, ma almeno una cena decente con una bella bottiglia di prosecco freddo»
Con un sorriso le annuncio facendole notare:
« Ma Gilda, sono le due di notte!»
« E allora? In altri Stati lo fanno»
« Cosa ? Esaudire l' ultimo desiderio ?»
«Sì »
Le afferro le mani e le dico guardandola negli occhi:
« Il mio ultimo desiderio è chiacchierare con la mia cara amica fino all'alba mentre mi dipinge le unghie»
Mi abbraccia forte ripetendo:
« Ti voglio bene Bridget!»
Nella penombra della cella, illuminata solo dalla luce della luna, vedo i suoi occhi luccicare dalle lacrime.
In quel momento una lacrima solca il mio volto, ma io odio piangere e quindi per sdrammatizzare la situazione le comunico:
« Questa è la mia ultima notte e non voglio passarla a piangere o dormire. Quindi sotto con i racconti e lo smalto per unghie. A proposito come farai con questo buio?!»
« Non preoccuparti, io ho la vista dei gatti e poi stasera la luna è particolarmente luminosa»
Mi rivolge un sorriso e inizia con la nails e nel contempo io le parlo di tutta la mia vita. Dovesse venirle in mente di scrivere la mia biografia, potrebbe divenire famosa e io non verrei gettata nel dimenticatoio.

Mentre stiamo ancora a chiacchierare, non ci accorgiamo che si è fatto giorno.
Un raggio di sole colpisce il mio viso. Lei a un certo punto esclama:
« Bridget sei bellissima con il sole che bacia i tuoi lineamenti, dà ai tuoi occhi una luce che non hai mai avuto e i riflessi nei tuoi capelli sembrano fili d'oro! Sembri ...sembri serena?! »

« Lo sono Gilda, parlare con te mi ha fatto bene e so che almeno ci sarà qualcuno che non mi dimenticherà mai »
Le sfioro la guancia con un bacio.
Ci abbracciamo forte, ma proprio mentre compiamo il gesto, sento girare la grossa chiave nella serratura della porta della cella; allora capisco.
" Ecco ci siamo, sono venuti a prendermi".
L'agente si china per ammanettare le caviglie, subito dopo mi fà cenno di allungare le braccia e ammanetta anche i polsi .
Mi prende per un braccio e camminando piano ci dirigiamo verso la stanza della fine, mentre un prete ci segue recitando delle preghiere, credo per la salvezza della mia anima.
" Ma quale anima... io avrei voluto salvare il mio corpo, me stessa; avrei voluto vivere ancora. Adesso che sono cambiata potevo fare tante cose buone ".
Improvvisamente una voce ;
"Avresti dovuto pensarci prima Bridget, prima di macchiarti le mani del nostro sangue e di quello di tanti altri innocenti"!

« Max mi dispiace, mi dispiace tanto. Ora smettila di darmi il tormento anche adesso. Tra poco sarò anima vagante proprio come voi»

Sbircio la guardia di sbieco e noto che non batte ciglio per avermi sentita parlare a voce alta, forse avrà pensato che sono andata fuori di testa data la situazione.
Continuo a parlare convinta che da un momento all'altro Max risponda, ma invece della sua voce odo quella di Nathan, che seguita a ripetere
" Tu non morirai oggi! Questo non è il tuo giorno!
Quello che sento dire da Nathan, mi lascia sorpresa.
A bassa voce gli affermo:
« Nathan, perché mi dici questo?! E un modo per vendicarti di me... per non averti amato e per averti fatto morire?
È per questo? Rispondi Nat ti prego!»
" Tu non morirai qui ora. Fidati di me !
Anche se stiamo avanzando ad andatura lenta ci stiamo già avvicinando alla mèta.
La cosa che mi infastidisce di più in tutta questa storia è sapere che tutti i parenti delle mie vittime saranno lì a godersi lo spettacolo.
Ma io la soddisfazione di mostrarmi terrorizzata non ve la dò e non ve la darò mai.

Purtroppo credo di essere già arrivati.
L' ho capito appena mi accorgo di essere in sosta dietro una grossa porta d'acciaio .
L'agente suona e dopo due rumorosi scatti la porta viene aperta, ci portiamo all' interno solo io e la guardia ( il prete rimane all' esterno).
Due robusti infermieri mi afferrano per posizionarmi sul lettino ricoperto da un lenzuolo bianco ( serve per coprirmi dopo la mia morte).
Mi legano con delle grosse cinghie, una la chiudono sopra il mio torace e le altre sulle braccia, polsi e caviglie.

" Mi sembra di vivere un incubo"!
Adesso che sto sperimentando la paura sulla mia pelle, vorrei scappare, urlare
" IO VOGLIO VIVERE"!
In quell' istante il panico prende possesso del mio corpo.
Volgendo lo sguardo mi accorgo delle tendine grigie prima chiuse, adesso sono tirate e che celavano la stanza
dell' osservatorio. Al suo interno noto delle persone sedute a godersi lo spettacolo " Sono sicuramente i parenti delle mie vittime, sono venuti per avere un orgasmo multiplo vedendomi implorare pietà mentre il terrore mi sovrasta. E per divertirsi vedendo la mia dipartita. Mi dispiace per voi! Ma io non vi dò la soddisfazione di vedermi gridare come una normale donnicciola. Non vedrete paura e né lacrime nei miei occhi!

Per prima cosa dei medici sollevano la manica della mia tuta, poi legano un laccio emostatico al mio braccio per fare fuoriuscire la vena; introducono un piccolo ago fermandolo con un cerotto medico.
Immagino che questo sia il conduttore per le sostanze velenose che mi inietteranno tra non molto"!
Dopo qualche secondo di cupo silenzio ecco arrivare alle mie orecchie un suono assordante, l'abbassare della leva per il primo distributore.
Improvvisamente la mia testa incomincia a girare, sento come avessi il fuoco dentro, un formicolìo mi pervade tutto il corpo.
Abbassando la seconda leva, si passa al secondo contenitore.
In quello stesso istante un freddo glaciale si insidia dentro di me, la vista mi si offusca sento le forze venirmi meno, ansante con difficoltà respiratorie, sento che sto per morire.

Nel contempo succede qualcosa " Mi sembra di udire degli spari e le urla dei presenti. Ma con la mente confusa e il corpo debilitato non capto bene i suoni. Prima di perdere i sensi, sento delle mani toccare il mio corpo. Forse credono che io sia morta e mi stanno per condurre alla cella frigorifera. No! Aspettate non sono ancora morta!
Adesso non sento più gli spari a raffica della mitraglietta...sento solo una pace che riesce a darmi tranquillità.

Una voce che sento lontana mi rassicura;
«Bridget sei al sicuro adesso, non posso stare qui ora, ma ti prometto che tornerò. Ti lascio uno zaino con dentro quello che ti serve per coprirti e mangiare qualcosa, ma prima devi bere il contenuto di questa bottiglietta, ti aiuterà a mandare via la schifezza che ti hanno iniettato in corpo. Sta tranquilla te la caverai»
Dopo aver portato il piccolo recipiente di vetro alle mie labbra, per farmi ingerire il contenuto liquido giallastro, attende che io mi riprenda. Con gli occhi aperti a fessura; gli chiedo:
« Chi ...sei e perché...mi stai aiutando...»
« Sono Alex il fratello di Nathan, quando sono andato a trovarlo in carcere, prima della sua morte, mi disse di aver saputo della tua condanna e di non poterlo permettere. Così chiese a me di aiutarti quando fosse arrivato il giorno della tua esecuzione. Ha studiato tutto nei minimi particolari, mi ha detto anche che se fosse riuscito ti avrebbe raggiunta, ma purtroppo non potrà farlo»

" Nathan! Nathan mi ha salvato... ha chiesto a suo fratello di farlo per lui!
Non credevo di avere più lacrime da versare e invece ecco che sto piangendo... Per te !

«Grazie Nathan !»

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