XLV- Il Sogno si Realizza (parte 2
CAMERON
Dopo aver fatto la proposta di matrimonio a Bridget, lei ha accettato senza remore, stavolta. Sono l' uomo più felice della terra.
Ma improvvisamente, mi chiede di quella mattina!
Quando a portargli Jason in prigione, si è presentato Maison e non io.
" Me lo aspettavo, sapevo che me lo avrebbe chiesto prima o poi, e forse è giusto che sappia!"
Prendo le sue mani nelle mie, invitandola a sedersi e pacatamente le racconto come è andata.
« Vedi Bridget! Quando stavi in prigione, ero moralmente a terra, temevo di non farcela da solo, con Jason. Prima di rifare pace con Maison, ho dovuto assentarmi dal lavoro, e per una settimana ho pensato solo ed esclusivamente al bambino. È stata dura! »
Sospendo per qualche secondo, perché vedo i suoi occhi colmarsi di un mare trasparente e anche se sono rattristati, brillano.
« Per favore, continua!» mi prega.
« La mattina che dovevo venire da te a portarti Jason, proprio davanti al penitenziario, ho avuto un malore improvviso...»
« Che cosa hai avuto? Sei stato in ospedale? » prorompe con apprensione, interrompendomi.
« Un... principio di infarto! [la fisso per constatarne la reazione] Ma non preoccuparti ora sto bene!» mento per tranquillizzarla.
" Qualche giorno fa, ho precisato che tra di noi non ci devono essere più segreti e io che faccio, le nascondo che potrei morire... da un giorno all' altro? Però, non me la sento adesso, di comunicarglielo. Gliene parlerò solamente, dopo la cerimonia. Non voglio rovinarle il giorno più bello! "
« E Maison? Come lo ha saputo? » mi interroga sconvolta.
« L' ho chiamato io! »
« Amore mio! Perché non mi hai detto niente prima?»
« Non volevo ti preoccupassi!»
« Stai bene davvero?»
« Sì, stai tranquilla!»
Poso le mie mani sul suo viso, e con un sorriso - per celare la mia preoccupazione- le ribadisco di stare bene.
La stringo in un abbraccio confortante.
E per non tornare più sull' argomento, cambio volutamente discorso.
« Andiamo a mangiare sto morendo di fame!»
BRIDGET
Cameron, mi ha assicurato di stare bene.
Ma le bugie non le ha mai sapute raccontare, ho capito che mi ha mentito, sicuramente non per cattiveria, ma per non farmi stare in ansia. Spero soltanto che non sia grave.
" Parlerò con Maison, lui mi dovrà dire cosa sta accadendo a Cameron!»
Mentre stiamo a tavola, prorompo chiedendogli:
« Maison, come sta? L' hai sentito in questi giorni? »
« Sì, sta tranquilla! Sta bene, dice che presto verrà a farci visita, gli manca Jason!» sorridiamo teneramente.
« Gli mancano i suoi figli!» aggiungo con malinconia.
« Già! Povero Maison! La moglie è proprio crudele a fargli questo! Nonostante sia stata lei a tradirlo! » esclama Cameron, con tono rabbioso.
« Okay! Adesso calmati! Finisci di mangiare!»
A un tratto odo il pianto del bambino.
« Jason si è svegliato! Il principino reclama la sua pappa!» annuncio ironizzando.
Gli dò un bacio a stampo e mi allontano, ma nel contempo, rimango a fissarlo prima di uscire dalla cucina.
Lui non può vedermi, perché mi sta di spalle. Lo osservo, mentre, seduto a tavola sorseggia il suo vino.
Rimanendo silente ad attendere il mio ritorno.
Nel frattempo, un pensiero cupo mi blocca il respiro, sento la testa leggera e il cuore rimbalzare nel petto.
" E se... dovessi perderlo... Come farei... Cosa farei senza di lui!"
Mi dirigo presso la cameretta di mio figlio. Quando lo vedo, mi rassereno, il suo sorriso serve a scacciare via questi cattivi pensieri.
L
o prendo in braccio, conducendolo da suo padre.
Quando penetriamo all' interno, Cameron, ci accoglie con un sorriso, si eleva dalla sedia per avvicinarsi a noi e prelevarlo, delicatamente, dalle mie braccia. Così che possa apprestarmi a preparargli il biberon.
« Jason, non ha pazienza stasera! » gli faccio notare, prorompendo.
Ma Cameron, lo distrae facendolo giocare.
« Bridget, ne sei consapevole che dovremo trasferirci?! Vero?»
Mi informa, mentre sto allattando il nostro bambino.
«
E dove andremo?» chiedo preoccupata.
« Non lo so ancora! Ma io e Maison, stiamo cercando un' altra casa in un altro stato. Dove non ti conosce nessuno! Anche se mi sembra improbabile, visto che la notizia è apparsa su tutti i quotidiani e media del mondo !» mi ricorda impensierito.
R
esto in silenzio, non sapendo che dire.
Ma poi le parole escono dalla mia bocca, senza poterle fermare, come le lacrime che sgorgano dai miei occhi.
« Mi sento in colpa! Forse sarebbe stato meglio che tu non mi avessi mai conosciuta! Non è giusto, che ti faccia tutti questi problemi a causa mia»
Mi viene vicino, inginocchiandosi, mentre sto seduta, con il bambino in braccio.
«
Amore, ma che dici?! Ti ho amata sin dal primo istante che ti ho trovata sotto a quel ponte! Tu hai cambiato la mia vita. Tu e Jason, siete la mia vita! »
« E tu la mia, con il tuo amore e il tuo sostegno, mi sento rinata. Solo che non voglio darti questi pensieri!» enuncio rammaricata.
« Non preoccuparti Bridget, andrà tutto bene!»
Dopo la poppata, andiamo tutti a dormire.
Il mattino seguente, dei caldi raggi di sole, accarezzano il mio viso, volto la testa; allungo la mano nel letto notando che Cameron non c'è.
Preoccupata, tiro via il copriletto e celermente, sto per infilare le pantofole per andarlo a cercare.
"Non vorrei che si fosse sentito male!"
Ma mi avvedo nell' immediato, quando accede all' interno della stanza, portando un vassoio in mano.
«
Non azzardarti a muoverti da lì!» mi avvisa.
Mi viene vicino, sedendosi sul letto, posando la guantiera al centro, l' interno contiene, yogurt, pancake con mirtilli, banane e gocce di cioccolato, miele e caffè!
« Altezza, vi ho portato la colazione!»
Afferma, mostrandomi teatralmente, il vassoio. Come fosse un servo a corte.
Successivamente, ci abbandoniamo a farci le coccole e baciarci.
Ma siamo interrotti dal "principino" di casa.
Mi alzo per andarlo a prendere e portarlo nel letto con noi. Mentre lo osserviamo fare, quei piccoli movimenti, udiamo pronunciare le sue prime parole, Cameron prorompente dichiara:
«
Tesoro! Non abbiamo ancora scelto la data per sposarci!?» mi fa notare.
« Vero! Possiamo sposarci, il diciotto del mese prossimo?!» comunico.
« Perfetto!»
« Ma voglio una cerimonia molto semplice! »
« L' avrai, tesoro mio !»
I giorni a seguire, Cameron e Maison si danno da fare per trovare un nuovo appartamento.
Mentre le mie giornate le trascorro tra pappine, cambi di pannolino e coccole.
I
l momento delle nozze, si avvicina ogni giorno che passa, e loro hanno un gran da fare per trovare il posto giusto.
Da qualche mese, ci siamo trasferiti nel Kentuchy, Maison ha venduto la sua casa e ne ha comprata un' altra qui. Questa è una piccola città, e fortunatamente non manca nulla. Per raggiungere gli "store" posso uscire anche a piedi.
"
Sembra che qui, le notizie che mi riguardano, non siano giunte, oppure non hanno prestato molta attenzione".
Già dall' inizio del trasferimento -anche se temevo che qualcuno mi riconoscesse e mi additasse con l' appellativo di assassina- sono andata un po' in giro.
Mi sono tranquillizzata, quando ho notato che nessuno sembra avermi riconosciuta. Fino ad oggi.
A
nche se eravamo dispiaciuti di lasciare le nostre abitazioni, le case che racchiudono i nostri segreti, liti, parole e sospiri d' amore, tutto sommato qui ci non ci troviamo affatto male.
L' appartamento è grande e si respira un' altra aria da queste parti.
In questo lasso di tempo, ho fatto delle conoscenze con alcune donne del posto.
Come anche Cameron, ha dovuto chiedere il trasferimento, nella ditta dove lavora. Quindi, un nuovo ufficio... nuovi collaboratori.
Oggi è giunto il grande giorno, mi sveglio fremente ed emozionata, stirando le braccia sbadigliando, poltrendo un po' di più a letto. Tanto è ancora presto. Cameron, non ha dormito con me stanotte. È andato da Maison, e da buon tradizionalista mi ha esposto il suo pensiero.
« " Tesoro, osserviamo la tradizione!Dormiamo separati per non vederci fino a domani, in chiesa !"» mi ha riferito.
Mi alzo dirigendo i miei passi verso la stanza da bagno.
Sotto il getto dell'acqua mi viene da pensare " Sto per sposarmi! Ancora non credo come sia stato possibile questo miracolo... A me! Che ero diventata una spietata assassina, senza scrupoli di coscienza. Cameron! E grazie a lui se sono così cambiata, se sono tornata la Bridget di una volta. Se sono mamma... lo devo a lui. Che con il suo amore e il suo sostegno mi ha fatta rinascere. E fra poche ore, diventerò sua moglie. Grazie Cameron, per avermi ridato la vita!".
Esco dalla doccia dirigendo i miei passi
nello stanzino dove ho riposto il mio abito da sposa, chiuso a chiave, per non far aprire, accidentalmente; la porta a Cameron, rischiando di vederlo.
Tolgo l'involucro che lo avvolge, stendendolo sul letto, faccio scivolare la mano sulla stoffa. Sotto i polpastrelli avverto la sensazione di liscio, a tratti il ruvido della lavorazione, sulla parte alta del vestito.
Il corpetto ricamato, è cosparso di perline e piccoli strass, come pure alle maniche in pizzo, color avorio, che esplodono di colori scintillanti sotto i raggi solari. Non ho voluto un abito sfarzoso, preferisco le cose più semplici.
Vado a mettermi davanti allo specchio, per cominciare a truccarmi, nel mentre osservo la mia immagine riflessa.
Anche se sono al settimo cielo, la mia mente è attraversata dai ricordi del passato. Alla donna che ero prima della violenza, all' indifferenza del mio ex, e a quella crudele che ero diventata.
L' incontro con Cameron non mi ha solo cambiata; ma mi ha fatto rinascere, regalandomi una vita migliore.
"Non posso ancora crederci, oggi io e Cameron suggelleremo il nostro amore, ci sposiamo!"
«Abbiamo dovuto superare moltissimi ostacoli, ma il nostro è stato un amore forte, insieme ci siamo supportati, anche quando eravamo distanti.
Cameron, è la mia forza... il mio sostegno! L' amore che ci lega ha prevalso su tutto e tutti!»
Quando ho finito di truccarmi, sento bussare alla porta, è Daphne, una delle donne di questo luogo, che avendo studiato estetica; quando ha sentito che mi sarei sposata, si è offerta di provvedere lei all' acconciatura.
Subito dopo, il ' trucco e parrucco', indosso la guépierre, corredata da reggicalze e autoreggenti.
Le scarpe, il velo e per ultimo, infilo gli orecchini, due pendenti con incastonati piccoli zirconi e una perla a finire e sono pronta.
Cameron sarà già uscito? La casa di Maison, dista di poco dalla nostra, ma altre abitazioni impediscono la visuale.
Supportata dalle mie nuove amiche, che si sono occupate anche di vestire Jason.
Mi conducono fino all' auto che mi attende già da un po', l' autista provvede ad aprirmi la portiera.
Quando sono dentro l' abitacolo, un profumo di rose tee, appena sbocciate, e deposte sulla mensola dietro; mi inebria l' olfatto.
Un' altra delle mie amiche, afferma con mio figlio in braccio:
« Ci vediamo in chiesa, Bridget! Fai ciao alla mamma Jason!»
Ma voltandomi a fissare Erica, con mio figlio in braccio, mentre la macchina si allontana, mi accorgo di Maison.
Lei, non appena lo vede, gli porge Jason. Non che non mi fidi di lei, ma
Maison lo conosce e Jason, conosce lui.
Per fortuna è un bimbo buono e tranquillo.
Mentre siamo per strada, vedo tutte le persone che osservano l'auto della sposa passare, qualcuno grida "Auguri e figli maschi".
" Da oggi sarò una donna nuova... da oggi inizia la mia nuova vita. Spero che nessuno si ricordi più di Bridget Fonda, la criminale. È vero che ho pagato il mio debito con la giustizia, ma non l' ho fatto con la mia coscienza. E questo non accadrà mai!"
Improvvisamente, la voce dell' autista, che mi avvisa di essere arrivati, mi allontana dai miei pensieri distraendomi.
Mi aiuta a scendere dall'auto, noto che alla fine della scalinata della chiesa, ad attendermi si trova Maison; mi accompagnerà all' altare, inoltre farà da testimone allo sposo.
La mia, sarà Daphne.
Maison mi porge il suo braccio e insieme ci avviamo ascendendo le scale.
Gradino dopo gradino, sento il fruscìo della coda del mio vestito sfregare sulla superficie in marmo.
Finalmente dopo venti o forse più gradini, giungiamo all' ingresso
dell' immenso portone.
D' acchito, mi arresto senza proseguire, il panico mi pervade. Mi tranquillizza la voce di Maison.
« Sta tranquilla! Non vorrai fare attendere, ulteriormente, Cameron! Lui ti aspetta!»
Le sue parole e il suo tono di voce, mi rassicurano.
Man mano che lo sto per raggiungere, la vista mette più a fuoco il suo viso.
Nel momento in cui, Maison porge la mia mano a Cameron. Avverto il cuore battere così forte, come se mi volesse uscire fuori dal petto.
Prima dei successivi eventi, ho sempre sognato di sposarmi, e oggi quel sogno si
avvera.
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