XLIX- Dialogo con Te

BRIDGET

Da quel maledetto giorno, sono passati diciotto anni.
Io come d'abitudine, mi sto recando al cimitero, a trovare il mio Cameron.
Prendo la macchina, quella che guidava lui e mi avvio.
Quando sono arrivata,
mi siedo sull'erba di fronte alla sua tomba e inizio a parlarci.

DIALOGO CON CAMERON

« Ciao Cameron, questa notte, come tutte le notti ti ho sognato.
Eravamo in una spiaggia soli tu e io, eravamo nudi e in procinto di fare l'amore, improvvisamente apparvero dal nulla uomini e donne vestiti di bianco con degli strumenti musicali.
Emanavano sensazione di gioia e allegria.
Ridevano, suonavano cantavano e danzavano.
Noi stupiti e confusi, per quanto ci stava accadendo ci siamo guardati e improvvisamente ci accorgiamo di non essere più nudi, bensì vestiti.
Tu indossavi una camicia, dal tessuto leggero quasi impercettibile e pantaloni bianchi, io un abito lungo con spalline sottili e voilànt sulla scollatura anch'esso bianco; una coroncina di fiori mi circondava il capo, eravamo entrambi scalzi.
A piedi nudi ci siamo messi a ballare sulla sabbia davanti a un falò, nel frattempo si è fatta sera e abbiamo ballato un lento.
Tu mi tenevi stretta a te,
con un braccio mi cingevi i fianchi e con l'altra mano tenevi la mia e la appoggiavi sul tuo torace ripetendo " ti amo

Poi mi sono svegliata.
Sentivo un vuoto dentro di me i miei occhi si sono bagnati di lacrime.
"Oh Cameron, mi manchi ogni giorno, il mio cuore non si è rassegnato a perderti e mai lo farà! "
Jason è cresciuto, nostro figlio è un uomo ormai.
Pensa che ha già la ragazza e parla di matrimonio.
Maison, mi è stato molto vicino, in tutti questi anni abbiamo condiviso il dolore che ci accomuna e mi ha aiutato tanto.
Entrambi avevamo bisogno l'una dell'altro.
Si è sempre comportato da vero amico» .

Per la distrazione e la poca voglia di allontanarmi dal mio Cameron, non faccio caso che il cielo è nell'imbrunire.
A malincuore devo lasciare questo posto. Così bacio l'immagine del mio amore, affermando:
«Ci vediamo domani, amore mio, ti amo. »
Mi sollevo dal suolo e dopo essermi scrollata la terra dai pantaloni neri, mando un ultimo bacio con la mano alla lapide di Cameron e mi dirigo verso l'uscita.

MAISON

Bridget non è ancora rincasata,
si è diretta al cimitero come fa ogni giorno, ma di solito rientra prima che faccia buio.
Sento girare la chiave nella toppa, credendo che sia lei percorro il lungo corridoio per avvicinarmi alla porta, invece rimango deluso quando vedo che a rientrare è Jason.
Il ragazzo, mi vede sorpreso ma allo stesso tempo preoccupato, così mi chiede:
« Che succede Maison ?»
« Jason, non vorrei che ti allarmassi, ma tua madre non è ancora rincasata da questo pomeriggio»
« Ok la vado a cercare! »
« Aspetta, quando è uscita, verso le tre, non ha detto dove sarebbe andata; ma senza ombra di dubbio si è recata al cimitero, da tuo padre. Si è fatta sera non penso che sia ancora lì ! »
«Ci vado lo stesso, se non è lì spero di incontrarla strada facendo »
Fa per girarsi e uscire, quando udiamo da dietro la porta il tintinnìo di chiavi, Bridget sta aprendo per entrare.
Jason gira il pomello e si ritrova davanti sua madre:
« Mamma? Come mai a quest'ora ?
Eravamo preoccupati, abbiamo pensato ti fosse capitato qualcosa»

JASON

Dopo essere rincasato, vengo a sapere da Maison che mia madre (nonostante l'ora tarda) non è ancora rientrata.
Mi appresto, preoccupato e in ansia, ad uscire per cercarla.
Ma proprio mentre sto per aprire la porta ecco apparire mia madre.
Pallida in viso, con gli occhi sempre gonfi dal pianto e con l'espressione di chi non ha più voglia di vivere.
Maison mi ha raccontato che quando stava con mio padre era bellissima, raggiante e sempre allegra. Purtroppo io non posso ricordarlo, ero troppo piccolo. E non ricordo neanche mio padre, solo attraverso le foto immagino il suo viso.

Adesso lei è sempre triste.
Risponde alla mia domanda con la voce stanca:
« Sono qui adesso, non preoccupatevi. Scusatemi ma mi sento stanca, vado a letto »
« Ma non mangi qualcosa prima ?»
Le chiedo, ma lei senza rispondere fa scivolare una carezza sulla mia guancia, mentre versa in camera da letto con lo sguardo perso nel vuoto, entra e lentamente richiude la porta alle sue spalle.
Maison a quel punto mi comunica:
«Jason, io me ne torno a casa, ci vediamo domani. Buonanotte !»
«Notte Maison, a domani »

Chiudo la porta a chiave, mi sto dirigendo in camera mia quando qualcosa mi dice che dovrei andare a controllare mia madre.
Apro la porta della sua camera,
subitaneamente gli occhi si soffermano sul poster appeso alla parete di fronte, accarezzata da un raggio di luce lunare, che entra prepotente dalla finestra e va a posarsi proprio sopra il ritratto.
Una foto bellissima che ritrae i miei genitori il giorno del loro matrimonio con me in mezzo a loro.
Erano felici e innamorati.
Ho sempre guardato questa bellissima foto, da piccolo mi fermavo a fissarla. Ogni qualvolta che entro qui la vedo sempre accarezzata dalla luna; ma stasera mi sembra più illuminata che mai.
A voce bassa dico:
« Buonanotte mamma»
Volgo lo sguardo verso il ritratto e dico a mio padre:
« Notte... papà »
Chiudo la porta e vado a dormire.

Bridget

Sento la porta aprirsi, so che Jason controlla che vada tutto bene.
So che è preoccupato per me e vorrei tanto dargli serenità, affermando che sto bene. Ma non riesco a dirlo, perché non è la verità.
"Sento troppo la mancanza di tuo padre.
Amore mio perdonami, vorresti vedermi reagire, trovare qualche espediente che mi dia la forza necessaria per andare avanti.
Ma purtroppo non ci riesco, sono troppo stanca, sento le forze venirmi meno e... abbandonarmi".

Credo di essermi addormentata, ma quando mi sveglio, la prima cosa che faccio e toccarmi gli occhi e stranamente li sento asciutti e non umidi come tutte le volte al risveglio.
«Strano?! »
Affermo stupita.
Ma la cosa strana e che quando osservo l' ambiente circostante, invece della mia camera da letto, tutt'intorno a me una distesa di prato e fiori colorati dal rosa al bianco e giallo mi circondano.
E cosa ancora più strana noto che non indosso il pigiama che avevo ieri sera quando sono andata a dormire; ma un abito da sposa, e non uno qualsiasi ma proprio il mio.
A quel punto capisco di stare sognando.
Dico a me stessa:
« Se questo è un sogno dov'è Cameron? Lui ci deve stare per forza, l'ho sempre sognato quindi ci deve essere! ».
Vado alla ricerca di lui, attraversando freschi ruscelli, distese verdi pianeggianti, superando colline.

Mentre sto correndo, non posso fare a meno di notare che il luogo di questo mio sogno è favoloso.
Osservo il cielo è di un azzurro acceso, non ci sono nuvole e i raggi del sole sono tiepidi.
Una dolce brezza di vento mi accarezza le guance e scompiglia i capelli.
Improvvisamente una figura mi fa rallentare, sembra un uomo, di colpo i miei occhi mettono a fuoco l'immagine e riconosco in lui Cameron... il mio Cameron.
A quel punto urlo il suo nome, ma stranamente la voce non esce. Allora grido più forte con quanto fiato ho in gola:
« Cameron ! »
Lui che prima stava seduto immobile tra i fiori, sembra aspetti qualcosa o... qualcuno. Quando si sente chiamare si volta alzandosi dal terreno e venire verso di me gridando a sua volta il mio nome:
« Bridget ! »
Adesso corriamo l' uno incontro all'altra.
Nella corsa improvvisamente ho come la sensazione di non sentire più la terra sotto i piedi, come se stessi volando.
Infatti di colpo ci ritroviamo uno di fronte all'altra.
Cameron mi sorride, si avvicina piano dichiarando:
« Ti stavo aspettando amore mio»
Finalmente ci diamo il bacio che ho atteso da tanto... da troppo tempo.
Mi prende per i fianchi e mi solleva, facendomi girare:
«Sono felice, non posso credere che tu sia qui con me »
Grida facendomi girare tra le sue braccia.
«Anch'io sono felice anche se so che è solo un sogno»
Cameron si arresta portandomi giù, posa il suo dolce sguardo su di me annunciandomi, prendendo le mie mani:
«Davvero, non hai ancora capito?»
« Capito cosa ?»
Di rimando gli chiedo.
« Di essere veramente qui, con me! »
« Vuoi dire che... Non mi importa ho cresciuto nostro figlio fino a che fosse abbastanza maturo da essere in grado di cavarsela da solo.
Ho atteso troppo a lungo questo momento. Ero tanto triste laggiù senza di te, adesso voglio essere felice. Per sempre insieme a te Cameron! »
« Per sempre Bridget! »

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