𝟑/𝟔
«I mostri nel vetro sembriamo noi
A cosa pensi quando tiri
Poco prima che mi chiami
Sento tutti i tuoi respiri
Li sfioro con le mani
Ma stasera- Marco Mengoni»
Sbuffo sonoramente, non riuscendo a concentrarmi sui libri dato che ogni minuto il cognome Chiesa rimbomba in questo salotto.
Picchietto nervosamente la penna sul quaderno, cercando in tutti i modi di isolare il rumore ma più mi costringo a non guardare la televisione, più lei sembra richiamarmi. E come se non bastasse, oltre alla voce del telecronista devo anche sorbirmi le urla di mia sorella e di Lorenzo, fratello di Federico.
Perché si, se io sono innamorata del figlio maggiore dei Chiesa, mia sorella è cotta del secondo genito. Sembra quasi una maledizione questa e non posso che rivivere un déjà vu ogni volta che li guardo insieme. Si comportano esattamente come facevamo noi a sedici anni, il che è inquietante.
Ogni tanto vorrei mettere in guardia mia sorella, dirle di allontanarsi prima che sia troppo tardi ma nello stesso tempo voglio che si viva a pieno questo rapporto, in fondo sono la prima che sa cosa significa essere così tanto legati ad una persona da non poter vivere senza.
«Deborah, spegni quella televisione e andate a vederla in camera!» sbotto, al limite della sopportazione. So che tanto ormai la partita è finita, dato che mancano pochi minuti ma non poter essere lì al fianco del mio amico ogni volta mi fa male, soprattutto perché Benedetta invece è ancora lì. Vorrei supportarlo ed invece devo studiare.
«Ma sta giocando Fede» mi spiega lei «Dai vieni a vederla anche tu!» mi incita mentre io sospiro, chiudendo i libri una volta per tutte.
Oggi lo studio potrà aspettare.
Federico ha la priorità.
«A quanto stanno?» chiedo alzandomi dalla sedia per poi andarmi a buttare sul divano, al fianco di Lorenzo. Lui è esattamente la copia perfetta del fratello sia dal punto di vista estetico che da quello caratteriale. Ogni volta che il biondino si trova in questa casa è come se io rivedessi un Federico Junior: hanno gli stessi atteggiamenti, lo stesso modo di ridere e lo stesso sguardo quando ci parlano.
Dunque non posso biasimare Deborah se si è innamorata di Lorenzo.
«Due a uno per l'Italia, al Belgio hanno concesso un rigore per fallo di Di Lorenzo» risponde lui, girandosi per guardarmi, poi mi sorride. «Certo che non te lo togli più ormai» mi fa notare, sfiorando con il dito l'anello di suo nonno. Sorrido leggermente, per poi portare la attenzione nuovamente sullo schermo del televisore.
Ma Lorenzo mi conosce bene e si accorge di tutto. È come un fratello minore per me e non esagero nel dire che casa mia ormai è casa sua e viceversa. «Sapevo che lo avrebbe regalato a te prima o poi» continua, mentre noto che la partita è finita. Deborah esulta mentre anche io e il piccolo Chiesa facciamo la stessa cosa, nonostante le sue parole mi rimbombino nella testa.
«In realtà io non me lo aspettavo» ammetto, stringendomi nelle spalle mentre rubo dei pop corn dalla ciotola gialla che mia sorella ha lasciato sul divano per andare in cucina a prendersi da bere.
«Conosco Fede» sussurra «E conosco te» aggiunge mentre io rimango confusa «Ora che sta con Benni è l'unico modo che ha per sapere che sei legata a lui» mi spiega «Finché avrai il suo anello lui sarà al tuo fianco» conclude, fissando la televisione. Rimaniamo per qualche secondo in silenzio mentre io lo osservo attentamente.
Poi però scoppio a ridere, non riuscendo più a trattenermi. «Lorenzino ci siamo svegliati filosofici oggi?» lo prendo in giro, scompigliandogli i capelli.
Lui mi spinge a sua volta, facendomi cadere sul divano ed io gli tiro un leggero calcio sulla spalla, mentre lui afferra il mio piede per farmi il solletico. Mi dimeno cercando di liberarmi dalla sua presa e ci riesco solamente quando Deborah compare nella nostra visuale.
«C'è Federico» dice passandomi il suo telefono. Aggrotto le sopracciglia ed in un rapido scatto mi alzo dal divano, afferrando il suo telefono e portandomelo all'orecchio.
«Fede!» lo saluto, iniziando a camminare avanti ed indietro per la casa.
«Ehi Emma, ti ho chiamato al tuo cellulare ma risulta spento» mi informa, facendomi ricordare di aver lasciato accesa la modalità aereo.
«Si scusami, stavo studiando» spiego «Felice per questa vittoria?» chiedo appoggiandomi alla parete.
Dall'altra parte della chiamata sento parecchio rumore, dunque deduco che sia negli spogliatoi a festeggiare.
«Si molto, anche se mi dispiace che tu non sia qui» dice e percepisco la sua tristezza.
Abbasso lo sguardo, anche se so che lui non può vedermi. «Dai, almeno c'è Benni» provo a sdrammatizzare ridacchiando ma dall'altra parte ricevo solo silenzio.
«Già...» risponde dopo un po' «Io ora devo andare, questa sera facciamo una videochiamata?» propone ed il mio cuore inizia a battere più velocemente.
Forse sono ancora una sua priorità.
«Certo!» esclamo contenta e sono sicura che lo sia anche lui.
«Allora a questa sera, ti voglio bene scricciolo»
E la chiamata si chiude, prima ancora che io possa dire qualcosa.
Fisso lo schermo del telefono con un sorriso stupido stampato sul volto che non riesco a fare andare via.
Accidenti a te Federico.
«Patetici!» commenta Lorenzo mentre io mi metto una mano sul cuore per lo spavento, non avendo notato che mi avesse raggiunto in corridoio.
«Smettila» gli lancio un'occhiataccia.
«Dai, almeno c'è Benni» scimmiotta poi la mia voce, volendo prendermi in giro «Dovrebbero darti l'Oscar per la migliore interpretazione» constata mentre io alzo gli occhi al cielo. «Ho a che fare con te da diciassettenne anni e a volte mi sembri una rincoglionita» asserisce, passandosi una mano tra i capelli biondi.
«Quanti complimenti, ne hai altri?» ribatto ironica, dandogli il telefono di mia sorella.
«Ci penso e ti faccio sapere» mi fa la linguaccia mentre io alzo il terzo dito.
«Guarda Lorenzino che tu non sei migliore di me» concludo, prima di entrare in camera sotto il suo sguardo sorpreso.
In fondo, sa di cosa parlo.
*******
Rimango in attesa davanti al computer mentre la faccia di Federico, ovvero la sua foto profilo, è al centro dello schermo. Finalmente dopo una decina di squilli risponde, comparendo completamente a petto nudo e con i capelli bagnati. Quando eravamo piccoli i nostri genitori ci facevano la doccia insieme dopo esserci sporcati nel fango ma ora naturalmente le cose sono cambiate ed io devo fingere di essere totalmente indifferente al suo corpo scolpito.
«Scusami ero sotto la doccia» mi spiega, passandosi una mano tra i capelli mentre alcune goccioline d'acqua ricadono sul suo volto.
«Tranquillo, io ho appena finito di vedere un film con Lore e Debby, ero la loro candela praticamente» scherzo e lui scoppia a ridere, cullandomi con quel dolce suono.
«Quindi mio fratello ancora non le ha detto nulla?» chiede ed io scuoto la testa «Di questo passo se lo terrà dentro per sempre. Quanto è passato?»
«Eh un mese ormai» rispondo, legandomi i capelli in una coda disordinata «Però un po' lo capisco...» continuo, schierandomi dalla parte di Lorenzo. «Insomma, non è facile dire alla tua migliore amica che l'hai baciata mentre lei era ubriaca» ridacchio e Federico annuisce convinto.
«Si rovinerebbe il loro rapporto» mi fa notare «A meno che anche lei non provi qualcosa» mi guarda malizioso, al che io alzo le mani in segno di resa, facendogli intuire che la mia bocca è cucita. Non tradirei mai la confessione di Deborah e so che non sarebbe giusto intromettersi nelle loro vite, devono essere in grado di viversi il loro rapporto da soli.
Magari sbagliando, ma è giusto così.
«Sarebbe bello però vedere almeno loro due stare insieme» commenta Federico in modo naturale mentre io però mi focalizzo su una parola ben precisa.
So che molto probabilmente dovrei stare zitta senza farglielo notare ma quando c'è uno schermo a separarci, tutto diventa decisamente più semplice.
«In che senso almeno loro due?» chiedo marcando bene su una parola e lui alza di scatto lo sguardo verso di me.
Passano interminabili minuti e Federico sembra diventare improvvisamente nervoso.
«Lo sai cosa intendo» bisbiglia, come se avesse paura di farsi sentire da me.
«In realtà no...» dico sincera, mentre aggrotto le sopracciglia.
Lui si mette più comodo sulla sedia, aggiustando poi l'angolazione del computer e so che quando improvvisa alcuni movimenti, è perché è in imbarazzo. «Si insomma, parlo della cotta che avevo per te a diciotto anni. Se anche tu avessi ricambiato magari ci saremmo messi insieme al tempo» ride sinceramente.
«Tu avevi una cotta per me?!» domando immediatamente, sorpresa dalla sua rivelazione.
«Davvero non lo avevi capito?» chiede come se davvero fosse stato ovvio. Lui si è sempre comportato con me nello stesso modo, di conseguenza non era di certo facile poter anche solo immaginare una cosa del genere.
Scuoto la testa, ancora destabilizzata.
«Altrimenti perché avrei fatto quella cazzata?» domanda, sorridendo.
Mi inumidisco le labbra per poi prendere un respiro profondo dato che so a cosa ci porterà questo discorso. «Intendi al tuo diciottesimo?» domando, anche se so già la risposta infatti lui annuisce. «Quindi mi stai dicendo che il fatto che tu abbia perso la verginità con quella ragazza bionda di cui non sapevi neanche il nome e che poi tu abbia iniziato ad ignorarmi per stare con lei fosse programmato?» rido al solo pensiero, nonostante a quel tempo mi fossi arrabbiata più del dovuto ma a lui non avevo mai detto niente per non compromettere il rapporto.
«Credevo fosse un buon modo per farti ingelosire» confessa, appoggiandosi allo schienale della sedia «Ma poi ho capito che tu mi vedevi solo come un amico e che quello che facevo con le altre ragazze non ti infastidiva minimamente. E niente, con il tempo mi sono fatto passare quella cotta che avevo per te» si stringe nelle spalle mentre io rimango in religioso silenzio.
Fisso lo schermo senza riuscire a dire nulla.
Riesco solamente a pensare al fatto che se io avessi manifestato la mia gelosia, forse ad oggi le cose sarebbero diverse.
Nello stesso tempo però, so che una relazione a quell'età prima o poi sarebbe finita ed avrebbe distrutto quello che siamo ora.
Quindi forse...è andata meglio così.
«Emma non volevo scioccarti così tanto» si lascia andare in una sonora risata mentre sento qualcuno bussare alla sua porta. Lui si volta ed in quell'esatto istante, entra Benedetta. La sua espressione appena mi vede attraverso il computer cambia e fa comparire immediatamente un sorriso contento sul volto.
Quella ragazza mi vuole bene ed io ne voglio a lei. Se non fosse infatti la fidanzata di Federico, forse potremmo essere addirittura migliori amiche.
Lui si toglie una cuffia nel momento in cui lei si avvicina per parlargli.
«Amore, i ragazzi ti stanno aspettando nella hall» gli dice all'orecchio, per poi lasciargli un bacio sulla guancia. Subito dopo lui le dà la sua cuffietta, in modo che possa parlarmi.
«Emma, tu come stai?» chiede lei.
«Tutto bene grazie» rispondo con naturalezza, come se Federico non mi avesse appena detto di aver avuto una cotta per me mentre io ero innamorata di lui. «Tu Benni?» domando a mia volta mentre noto il mio amico osservarmi attentamente.
«Tutto bene anche io. Sai, il tuo amico qui presente in questi ultimi giorni si è comportato proprio da fidanzato perfetto» mi informa, passando una mano tra i capelli di Federico «Mi riempie di sorprese, di attenzioni...era da tanto che non lo faceva»
I due poi si guardano ed anche attraverso un schermo percepisco quando lei sia innamorata di lui. Federico si limita a sorriderle per poi riportare lo sguardo su di me.
«Sono davvero contenta» mento, anche se dal mio tono di voce sono sicura di essere risultata credibile. Lei posa le mani sulle sue spalle, per poi abbracciarlo da dietro ed io mi rendo conto che è arrivato il momento di lasciarli da soli. «Io ora vado che è tardi, ci sentiamo ragazzi» dico ed entrambi annuiscono salutandomi, dopodiché abbasso lo schermo del computer chiudendo la chiamata.
Sospiro frustrata sdraiandomi sul letto ma un vociferare proveniente dal corridoio attira la mia attenzione. Alzo gli occhi al cielo ma poi ridacchio, dato che Deborah ha ereditato la curiosità dalla sottoscritta.
«Potete anche smetterla di origliare ora!» urlo e nel giro di pochi secondi, la porta della mia camera si apre rilevando la figura di mia sorella e di Lorenzo.
«Aveva una cotta per te!» esclama il biondo, forse più entusiasta di me.
«Aveva, hai detto bene» preciso guardando il soffitto.
«Questo perché non gli hai mai detto quello che provavi e che provi tutt'ora» interviene Deborah, appoggiandosi alla mia scrivania. Spalanco gli occhi e se potessi, la colpirei con qualche oggetto.
«Mostriciattolo, stai zitta» la rimprovero sentendomi improvvisamente in imbarazzo.
Parlarne davanti al fratello non è proprio l'idea migliore che lei abbia avuto.
«Tranquilla, Lorenzo sa tutto» si stringe lei nelle spalle «Da due anni ormai» constata guardando il ragazzo al suo fianco.
Sul mio volto immediatamente si dipinge un'espressione sconvolta. Questi due adolescenti sanno tutto della mia vita ma se io provo a intromettermi nella loro, mi etichettano come quella che non capisce i loro problemi.
«Hai visto? Non ho mai detto nulla» si pavoneggia il biondo mentre io vorrei sbattermi una mano sulla fronte. «Certo che essere innamorata di mio fratello fin da quando eri piccola è praticamente un record, brava Emma» mi prende in giro mentre io cerco in tutti modi di non mandarlo a quel paese e di mantenere la calma.
Poi improvvisamente, la notifica del mio cellulare distoglie la mia attenzione dai due ragazzini. Svogliatamente afferro il telefono dal comodino ma appena vedo il mittente ed il testo del messaggio sbianco, mettendomi di scatto seduta sul letto.
Cazzo.
Da Fede🦑:
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Angolo autrice: fatto realmente accaduto quello della videochiamata AHAHA quindi un consiglio, mai farle con il computer perché sono degli infami.
Spero davvero con il cuore che questa storia vi stia piacendo, fatemi sapere cosa ne pensate❤️
Inoltre ho già nella testa una storia breve su Nicolò Barella e non so se pubblicarla o meno, che ne pensate?
Ultima cosa ma non meno importante...SIAMO IN FINALEEEEEE💙 🇮🇹
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