𝟲𝟴

Si svegliò di soprassalto; era buio. Il sudore gli imperlava la fronte pallida, e il cuore gli rimbombava in testa. Il volto esanime di Kageyama, stretto tra le sue mani sporche di sangue, aveva infestato ancora una volta i suoi sogni. Le lacrime della madre. Le grida di sua sorella.

Perdonatemi.

Lo aveva ripetuto più e più volte in quell'incubo, sperando di poter essere assolto dalle sue colpe anche nei suoi ricordi inconsci. Percepì la gola secca, e le mani tremare appena. Aprendo maggiormente gli occhi, abituandoli alla penombra, notò di essere nel letto dell'appartamento di Bokuto, accanto al corpicino dormiente della sorella.

Un peso gli ricadde sulle spalle.

Avrebbe dato tutto pur di potersi svegliare nuovamente nel suo letto. Sperava sempre, ogni volta che riapriva gli occhi, di poter tornare alla sua vita. Quella che non sentiva più di star vivendo. Quella che stava andando avanti, senza di lui. Spettatore nel suo stesso corpo; incapace di cambiare il corso degli eventi. Incapace di prendere in mano le redini, per l'ennesima volta.

E, improvvisamente, si sentì di nuovo quel bambino indifeso, immobile, nascosto dietro la porta della sua camera, che fissava impietrito attraverso la fessura della serratura suo padre che sbraitava e picchiava sua madre.
Gelato sul posto.

Percepí gli occhi pizzicare.

Avvicinò le mani al volto, quasi inconsciamente, pronto a scacciare quelle lacrime ancora acerbe, ma scoprì indossare dei guanti.

Raggelò.

E tutto tornò alla mente.
Tutto riaffiorò.

Di colpo, senza preavviso.

Ricordò che quella notte Kageyama era tornato.
Che lo aveva accolto tra le sue braccia.
Che non lo odiava.

E il cuore gli salì in gola.

«Hey. Stai bene?», Hinata sobbalzò all'udire quella voce ancora impastata dal sonno. Quasi sbiancò, voltandosi, scoprendo il corvino accovacciato a terra, proprio di fianco al letto.

Provò a parlare, ma non riuscì a dire nulla. Kageyama era lì, e ancora non riusciva a concepirlo. Ancora non ci credeva.
Lo sguardo del più alto sembrò farsi più apprensivo, nonostante fosse ancora in parte assonnato.

«È tutto ok. È ancora presto, puoi tornare a dormire.», lo rassicurò, incrociando le braccia sul materasso. E il rosso trattenne il fiato, insieme alle lacrime. Si sentì uno stupido, per l'ennesima volta.

Lo fissò, in silenzio.

«Perchè?», chiese con un sussurro, ma il corvino non comprese. Si accigliò.

«Perchè sei ancora qui, dopo tutto quello che ti ho fatto?», Hinata non lo aveva mai capito. Aveva provato a cercare un motivo, uno qualsiasi, per il quale quel ragazzo potesse rischiare così tanto per una persona come lui. Anche dopo essere stato sul punto di perdere tutto, Kageyama era rimasto. Lo aveva sempre fatto, e continuava a farlo.

Da quando lo aveva conosciuto, non si era mai tirato indietro. Nonostante lo avesse continuamente manipolato e sfruttato. Nonostante tutte le bugie e le omissioni. Kageyama non se n'era andato, pur avendo tutti i motivi per poterlo fare.

Hinata continuava a non comprendere.
Forse non lo avrebbe mai fatto.

Lo faceva quasi infuriare.

Il corvino rimase in parte sorpreso a quella domanda. Schiuse le labbra, ma le richiuse poco dopo. E si rese conto di non saper rispondere.

Non sapeva perchè quel ragazzo lo spingesse a fare azioni che non parevano avere giustificazioni logiche. Non sapeva perchè gli piacesse così tanto guardarlo mentre dormiva. Non sapeva perchè era ancora seduto accanto a lui, nonostante il freddo che stava provando a star per terra e il male atroce alla schiena.

Rimase ad osservare con attenzione, nonostante il sonno da poco bruscamente interrotto, il volto del minuto, che lo guardava dall'alto del letto.
Ogni più piccolo dettaglio, ogni più minimo movimento. Ne era quasi assorto. Non riusciva a spiegarlo a parole. Non riusciva a controllarlo.

Il cuore gli batteva nel petto ogni volta, e lui si sentiva semplicemente vivo.

Forse era per quello.
Forse non aveva mai vissuto davvero, prima di incontrarlo.
Forse poteva farlo solo se era al suo fianco.

Non riuscì a dirglielo.

Poggiò semplicemente la testa tra le braccia, ancora troppo stanco per reggerla sulle spalle, e allungò una mano verso la sua. La strinse con cautela, felice del fatto che l'altro non si tirò indietro al suo tocco. Le dita del rosso, anche se nascoste dal guanto, erano così sottili. Ci giocherellò appena, intrecciandole tra le sue.
Gli piaceva.

Hinata spostò lo sguardo sulle loro mani, e Kageyama si perse a guardarlo mentre i suoi occhi color caramello sembrarono illuminarsi appena, ancora ricolmi di lacrime.
Gli piaceva.

Il minuto tornò a guardarlo, e il corvino sentì le orecchie così calde da pensare di starsi ammalando. Da dimenticarsi del freddo di gennaio che filtrava dagli spifferi delle finestre.
Gli piaceva.

Forse era anche per questo.
Forse era solo per questo.

Affondò la testa tra le braccia, chiudendo gli occhi, cercando di rallentare il moto accelerato del suo cuore. Deglutì a vuoto. «Perchè sei diverso...Sei un'eccezione alle regole che mi hanno sempre imposto.», fu un sussurro, qualcosa che il corvino sperò che l'altro non sentisse per davvero. Un piccolo segreto confessato quasi a se stesso, ancora in parte addormentato. Un semplice pensiero sfuggito di bocca prima di poterlo fermare.

Ma il rosso lo sentì.

E ringraziò la penombra di quella stanza. Ringraziò che fosse ancora notte. Ringraziò che il corvino non lo stesse più guardando.

Perchè il volto gli andò a fuoco, ora invaso da lacrime calde. Ma era diverso. Era tutto diverso. Il petto era così leggero che gli sembrava di essere sospeso per aria. Le sue dita ancora intrecciate con quelle dell'altro bruciavano.

Era felice.
Così felice da sentirsi quasi in colpa.
Ma Kageyama era lì, e lo teneva ancora per mano.
Era stato lui a dirgli che non se ne sarebbe andato. Che gli avrebbe sempre dato altri guanti.

Il rosso finì per boccheggiare a corto d'aria. Perchè la felicità che stava sperimentando era incontenibile. Lo stava sopraffando. Non ci era più abituato. Il cuore in gola, l'adrenalina nel sangue. La voglia di pedalare fino a non avere più forze, la voglia di stringere la mano di quel ragazzo per sempre.

Deglutì a vuoto, percependo il cuore rimbombargli in testa.

Non riuscì a pensare ad altro, se non a quanto fosse incontenibilmente, irrefrenabilmente e disdicevolmente felice.



HEY HEY HEEEY

SONO VIVAAahsj ANCHE SE NON AGGIORNO DA MESI RIP mi dispiace davvero un sacco (come sempre sighhh) ma il tempo a disposizione è sempre poco e mai tanto quanto vorrei :( spero comunque abbiate passato delle splendide feste nel mentre, così come spero che stiate tuttx bene <333 E BUON 2023!!!!!!!!!

vi lascio due chapters per iniziare al meglio l'anno lol e vi ringrazio di cuore, davvero tantissimo, per essere ancora qui, per la pazienza e per la fiducia in questa piccola storia <3

see you soon!

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top