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Kageyama era rimasto colpito dal discorso di quella ragazza. Era ormai la vigilia di Natale, ma lui continuava a riflettere sulle parole del giorno prima di Kiyoko.

Era fidanzata con un non match.
Era denunciabile per violazione del sistema di accoppiamento Match Master.

Eppure non sembrava esserne così preoccupata. Per lo meno, riusciva a fingere bene di non esserlo. Kageyama, però, se n'era accorto comunque. Erano quasi identici, perfino nel comportamento. Solo un idiota poteva non notarlo.

Kiyoko sembrava tenerci davvero molto a quel Tanaka. Kageyama provava stima per quella ragazza. Stava andando contro il sistema. Stava facendo ciò che lui non aveva mai avuto il coraggio di fare - e che probabilmente mai avrebbe avuto il coraggio di fare.

Si sentiva un perdente, in confronto.

E, chissà per quale motivo, gli tornò anche alla mente quel fastidioso nanetto dai capelli rossi. Lo odiava a morte. Eppure Kageyama si sentiva sconfitto anche da lui, che era un tappo di bottiglia personificato. Possibile che non ci fosse nulla che lo facesse sentire soddisfatto di sè?

Decise, stanco di pensare, di uscire di casa con il fidato pallone da pallavolo sotto mano. Nonostante facesse freddo e fosse la Vigilia di Natale, aveva deciso di andarsi ad allenare comunque, munito di sciarpa, guanti, giubbotto e cappello.

A causa delle vacanze natalizie, il centro sportivo era chiuso, quindi decise di optare per un parco non troppo distante dal suo quartiere.

Le luci e gli addobbi natalizi riempivano le strade, così come le persone in festa e le tante coppie di innamorati che gli sfilavano davanti, quasi a farlo apposta, per ricordargli che presto la società si sarebbe aspettata un futuro matrimonio da lui.

Sposarsi dopo i vent'anni, infatti, non era visto di buon'occhio. Significava che molti match ti avevano respinto - o viceversa. Sicuramente, non era una buona prima impressione da dare ad un colloquio di lavoro, durante il quale avrebbero sicuramente chiesto al futuro lavoratore l'età anagrafica e il numero di match avuti, insieme alla fiatidica domanda "Lei è sposato?".

A Kageyama sembrava tutto così stupido. Eppure, nessuno sembrava pensarla come lui, se non Kiyoko.

L'aria fredda fece sussultare il corvino, che però non demorse e proseguì per la sua strada, giusto in tempo per notare in lontananza una massa rossastra di capelli fin troppo familiare.

«Hinata-kun! Prova questo, secondo me ti starà bene! Quel cappello non va più bene, non riesce a contenere i tuoi capelli!», la vocina della ragazzina a cui era finito addosso il giorno prima lo fa sobbalzare. Kageyama vide entrambi passeggiare l'uno accanto all'altra, lei in un cappotto rosa intenta a tirar fuori da una busta un cappello strano mentre lui tutto preso a fissare lo schermo del suo cellulare, esultando ogni tanto, quasi stesse guardando una qualche partita in diretta.

Sembravano una delle tante coppie lì presenti. Forse erano un match. A Kageyama, in qualsiasi caso, non interessava. La rabbia del giorno prima tornò a scorrergli nelle vene, ma dovette bloccarsi dall'avvicinarsi.

«Ma guarda chi abbiamo qui. Il re del campo. Sei qui con il tuo match?», il corvino si accigliò all'udire la voce del ragazzo che gli si stava avvicinando con un'espressione beffarda in volto, mentre indicava il pallone che Kageyama teneva ancora in mano.

Oikawa Tooru, ci mancava solo lui per rovinare anche la Vigilia, pensò scoraggiato e infastidito Kageyama nel vederlo comparire di fronte a sè.

Era un suo vecchio rivale delle medie. Quando le loro squadre di pallavolo si scontravano in qualche amichevole, era sempre la squadra di quello più grande, che si faceva chiamare il Grande re, a vincere. Un'altra persona che il corvino odiava a morte, tanto per cambiare.

Accanto a lui, un altro ragazzo un po' più alto dai capelli neri e lo sguardo truce rivolto al primo sembrava sull'orlo di una crisi isterica. «Oikawa non farmi incazzare e rispondi alla domanda! Non mi ignorare, bastardo!», sibilava pronto a prenderlo dalla sciarpa per poterlo strozzare.

Kageyama si ricordava di lui, faceva parte della squadra di Oikawa. «Hey, Iwa-chan! Non vorrai fare una scenata di gelosia proprio qui! Ti assicuro che lui è solo una vecchia conoscenza, vero Tobio-chan?», il ragazzo dai capelli castani e il sorriso da idiota si rivolse a Kageyama, che in rimando sbuffò semplicemente. Non è cambiato affatto, pensò rassegnato.

Quello che il corvino aveva appena ricordato chiamarsi Iwaizumi arrivò quasi a soffocare l'altro, nel mentre. «Geloso un cazzo di niente! Rispondi alla domanda e non fare il pirla!», continua a minacciarlo, sul punto di prenderlo a pugni. «E va bene, risponderò, ma lasciami andare. Sei troppo appiccicoso, sai? Dovresti essere più indipendente da me, Iwa-chan.»

Poveretto, pensò Kageyama di quello incazzato dei due, pronto a prendere a calci Oikawa.

«Chiudi quella fogna! Hai o non hai venduto la mia chitarra? Giuro che se l'hai fatto sei morto. Oh se sei morto. Ti strozzo a mani nude, deficiente.», il corvino li fissò seccato. Non era la prima volta che vedeva questo duo confrontarsi in questo modo e sperava non dovesse più succedere. Non voleva avere niente a che fare con Oikawa.

Non più, per lo meno.

«Andiamo a discuterne in qualche tavola calda, che ne dici, Iwa-chan? Ho un po' di fame. Paghi tu, vero?», Oikawa ghignò nel vedere l'espressione esasperata dell'altro.

«Fottiti! Me ne torno a casa, rischio di spaccarti seriamente la faccia oggi se resto qui, Tooru!», Iwaizumi, con passo spazientito e rosso di rabbia si allontanò a pugni stretti, seguito dall'amico che, dopo un breve saluto al corvino, iniziò a rincorrere l'altro.

«Andiamo, Iwa-chan! Stai con me ancora un po', non è ancora l'ora dell'appuntamento con il mio match!», al solo sentire nuovamente quel termine, Kageyama provò un'ennesima ondata di rabbia. Questa volta niente l'avrebbe fermato dallo staccare la testa dal corpo di quel nanetto.

Se lo prendo è finito, si ripetè continuando a cercarlo tra la folla, rendendosi conto però di averlo ormai perso di vista definitivamente.

Dannato Oikawa, che tu sia maledetto!

Alla fine il corvino si decise a lasciar perdere e a dirigersi verso il parco come da programma, rimanendo quasi di stucco nel vedere una figura familiare intenta a palleggiare con concentrazione.

«Brutto bastardo! Sei morto!», esclamò Kageyama, ignorando il resto dei bambini e dai ragazzini presenti, puntando solo ed esclusivamente a quella massa arancione scomposta in lontananza, accanto ad un albero, tutta presa a palleggiare contro il tronco di questo.

Hinata si stupì di non riuscire ad evitare in tempo il movimento del primo che, in pochi istanti, lo assalì e lo bloccò a terra con entrambi i polsi stretti nelle sue mani, sovrastandolo dall'alto.

Un sorriso diabolico comparve sul volto di Kageyama.

Ora ti farò pentire anche di essere nato.

HEY HEY HEEY
giuro che non sono morta anzi skskx gestire due storie è complicato but i can do it rip vi auguro una splendida giornata as always <3

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