𝟰𝟬

Il corvino varcò la soglia di casa in pochi attimi, solo per scoprire l'intero salone ancora immerso nell'ombra. Il petto si muoveva frenetico, rispettando la cadenza irregolare della sua respirazione. Digrignò i denti, sbattendo la porta alle sue spalle.

Si precipitò come una furia verso la solita credenza bianca sistemata nello studio del padre, ma si ricordò solo una volta arrivato davanti alla stanza della serratura chiusa. Suo padre aveva una memoria di ferro, non si sarebbe mai dimenticato di chiuderla, ma ciò non lo fermò dal provare, invano, a smanettare la maniglia.

Sospirò, la rabbia ancora in circolo nel corpo. Sua madre aveva l'abitudine di riporre ogni documento importante proprio lì, ed era certo che ogni cosa riguardante lui e il suo fatidico matrimonio fosse ben custodito in quella credenza. Sapeva che avrebbe scoperto più dettagli in merito se solo avesse avuto la possibilità di entrarvi all'interno.

Cazzo, pensò stringendo i pugni, deciso a non demordere. Di film polizieschi ne aveva visti abbastanza da sapere che con una forcina e una gran dose di pazienza avrebbe potuto benissimo scassinare quella serratura. La forcina l'aveva recuperata nella camera da letto dei suoi, ficcanasando tra i gioielli della madre; per quanto riguardava la pazienza, Kageyama peccava decisamente nell'averne, ma sul momento la cosa gli importò ben poco.

Dopo dieci minuti era ancora lì, inginocchiato a terra, la porta chuisa e una gran voglia di spaccare il muro a testate. Sospirò a fondo prima di gettare con forza la forcina a terra e urlare per la frustrazione.

In pochi attimi le sue mani finirono sul suo volto. Era esausto, nonostante si fosse da poco svegliato. Avrebbe voluto mandare al diavolo ogni cosa, compresa sua madre, e tornare nella casa di quell'idiota. Avrebbe voluto rintanarsi nuovamente in quel letto sfatto, e chiudere gli occhi, fingendo fosse ancora notte. Fingendo fosse davvero casa sua.

Era una sensazione strana.
Sentiva di essersi legato a quel posto solo essendovi stato per una notte. E finì per maledirsi da solo.

Perchè più che sentirsi legato a quella casa, si sentiva legato a quel ragazzo. Anche in quel momento, non riuscì a fare a meno che ripensare alla sua orribile felpa gialla. Ai capelli rossi scompigliati. A quello sguardo strafottente. A quel volto che avrebbe voluto riempire di pugni. In fondo, lo sapeva bene, avrebbe dovuto farlo prima.

Se l'avesse davvero preso a pugni in precedenza, ora forse non si sentirebbe in quel modo. Non si sarebbe fatto coinvolgere in quel casino. Non avrebbe visto quel sorriso sincero sul volto del rosso provocatogli dalla vista della sorella tra le sue braccia. Non ci avrebbe fatto nemmeno conto.

Lo avrebbe odiato in silenzio incrociandolo tra i corridoi di scuola, così come era finita con quel bastardo di Tsukishima. Avrebbe vissuto normalmente, senza quel disastro in testa. Senza nessun rischio.

Al solo pensiero di una vita così piatta, però, si ritrovò a ridere da solo. Perchè lo sapeva. In fondo, non gli dispiaceva essere finito per legarsi davvero a quel ragazzo. Ed era quello che lo terrorizzava più del resto.

Inspirò a pieni polmoni prima di scostarsi i capelli neri dagli occhi e riprendere in mano la forcina. Decise di accatastare quei pensieri, sostituendoli semplicementi con altri. Se si apre, bene; se non si apre, sfondo la cazzo di porta, si ripetè mentalmente, prima di ritentare nell'impresa.

E con uno stupore immenso, la serratura scattò al primo tentativo. La porta si aprì. Il cuore gli salì in gola.

Entrò veloce, senza esitare, già pronto a rovistare in giro. Come da previsione la madre, che era un'organizzatrice compulsiva, aveva già sistemato ogni cosa in diverse cartelle. Kageyama guardò con disgusto ognuna di queste: preparativi per il colore delle tovaglie, la scelta della location, il menu e liste di cuochi noti e premiati. Di fronte a tanta cura per il dettaglio, il ragazzo si chiese da quanto la madre stesse macchinando tutto. Forse, perfino prima l'arrivo della sua lettera.

Decisamente prima.
Una vita programmata.

Era tipico di sua madre, in fondo.

Kiyoko gli aveva assicurato che avrebbe parlato con la sua famiglia per annullare tutto. Gli aveva confidato la sua scelta di estraniarsi da quella società. Di diventare un'esclusa. Era stata sincera.

Dubitò lei c'entrasse qualcosa. Quella ragazza doveva esserne all'oscuro come lo era stato lui fino a un'ora prima. Cercò di mantenere la calma prima di impilare ogni cosa davanti a sè, poggiandosi sulla scrivania dello studio. Più i fogli gli correvano davanti, più si domandava il perchè di quell'assurda farsa. Di quell'assurda vita.

Era davvero l'unico a reputare sbagliato tutto ciò? Si domandò se non fosse pazzo. Se non fosse davvero nel torto. Ma più si sforzava di comprendere, più, semplicemente, non ci riusciva.

Non lo avrebbe mai accettato.
Lo sapeva.

Nella fretta e nella furia del momento, nemmeno si rese conto di aver urtato un porta documenti del padre poggiato su un mobile alle sue spalle. Insieme a mille scartoffie ora riverse a terra, perfino il prezioso porta penne con lo stemma della polizia statale finì per cadere. Kageyama mormorò qualche insulto prima di affrettarsi a rimettere ogni cosa in ordine, a partire dalle biro.

Sperò che l'uomo non si accorgesse della confusione in cui riversavano ora quei documenti - sicuramente se ne sarebbe accorto, lo sapeva -, ma qualcosa lo distolse da quella preoccupazione non appena i suoi occhi blu si posarono su un foglio ben specifico. Gli si mozzò il fiato nel leggere il nome recitato tra quelle righe.

" Verbale
Anno 202X, 1 gennaio
Via xx, civico x
Città di X

Denuncia per tentato omicidio

L'accusato, Hinata Nakoto, attualmente in detenzione per irruzione in casa dell'ex moglie, la notte tra il 31 dicembre 202X e il 1 gennaio 202X.
Nessuna arma in carico.
Il figlio dell'accusato, Hinata Shoyo, sospettato per eccesso di legittima difesa, è in stato di fermo. "

Il corvino si ritrovò gelato sul posto. Non ci mise molto a realizzare di essere stato, seppur in parte, un testimone diretto dell'accaduto, quella notte. Quella che aveva immaginato essere una rapina finita male, si rivelava ora invece un tentato omicidio da parte del padre del rosso.

Kageyama non avrebbe mai potuto immaginare nulla di simile. Eppure, sentì il cuore stringersi in una morsa asfissiante.

Forse aveva parlato troppo presto.
Forse la famiglia di quel ragazzo non era perfetta come aveva immaginato.

"Note aggiuntive:
L'accusato, Hinata Nakoto, possiede status di tutela giuridica, pertanto si esorta all'esenzione dal caso e si invita alla scarcerazione e conseguente liberazione del soggetto.

Il sospettato, Hinata Shoyo, ha precedenti per eccesso di legittima difesa e tentato omicidio. Si richiede la detenzione e il consulto di uno psicoanalista in quanto il soggetto ha maturato la maggiore età e dimostra di essere di indole violenta e irruenta. Status sociale: illegittimo a carico di madre. "

Kageyama quasi rischiò di urtare nuovamente il porta penne in ferro dopo aver riletto più volte le ultime righe riportate sul foglio. Le mani presero a sudare, d'un tratto.

Hinata stava rischiando il carcere per eccesso di legittima difesa? E il padre aveva uno status di tutela giuridica che gli permetteva la possibilità di venir scarcerato?

Che diavolo significava?
E perchè lo status di Hinata era "illegittimo"?

«Che cazzo...», esalò con occhi sgranati, intento a rovistare tra gli altri fogli ancora a terra qualche informazione correlata a quelle appena acquisite.

Fu lo scattare della serratura di casa a farlo rinsavire. Con ancora mille domande in testa e un'inquietudine strana nel petto, raccolse velocemente tutto il resto da terra per poi riporlo al proprio posto. Forse sua madre era tornata prima. Finì di impilare i documenti riguardanti il suo fatidico matrimonio e si catapultò fuori dallo studio, finendo con l'intercettare la figura alta del padre all'inizio del corridoio.

Kageyama trattenne il fiato.
A volte si dimenticava di quanto fossero instabili gli orari lavorativi di quell'uomo. Il tempismo, questa volta, fu pessimo.

E il ragazzo notò come lo sguardo dell'altro si spostò veloce dal plico di cartelle che aveva tra le mani alla porta aperta del suo ufficio.

«Che diavolo stai facendo?», tuonò l'uomo, già in posizione d'attacco. La cravatta slacciata e la giacca in braccio, in poche falcate lo stava già sovrastando in altezza a pochi metri di distanza per scrutare meglio ciò che il figlio teneva stretto al petto. Lo sguardo che gli rivolse lo fulminò.

Kageyama, però, non smosse gli occhi da quelli chiari del padre. «Da quanto lo state organizzando? Eri d'accordo anche tu con la mamma, vero?», la domanda, pur decontestualizzata, arrivò in modo chiaro al padre. Questo sospirò semplicemente, fissando severo il corvino.

«Eri d'accordo anche tu quando hai accettato di sostenere il colloquio. Ne abbiamo già parlato, e sai che non amo riaprire le discussioni già chiuse.», il commento dell'uomo riuscì solo a far digrignare maggiormente i denti al figlio.

«D'accordo? Sono stato obbligato. Da voi. Dallo stato. Sai bene che la discussione non era affatto chiusa.», lo sfidò con lo sguardo, e l'altro non fece altro che riprendere i documenti dalle mani del corvino, lanciandogli un'occhiata storta.

«Sta' attento a ciò che dici e fai, Tobio. Non ho tempo per i capricci di un adolescente anticonformista, in questo momento. Impiega le energie per studiare, la tua media non è tra le migliori, da quello che so. Quest'anno dovrai anche sostenere gli esami per l'ammissione all'università, te lo ricordo. Fossi in te, eviterei di perdere tempo.», Kageyama non potè ribattere, la porta si era già richiusa davanti a lui.

Immobile, in piedi, per quanto non volesse, non riuscì ad impedire agli occhi di inumidirsi. Ma non permise a nessuna lacrima di solcare il suo volto.

Non era decisamente il tipo da piangere per così poco.
Aveva rischiato di morire pur di rimanere fedele ai suoi ideali, certamente non sarebbero bastati i rimproveri di quel padre che tanto detestava a scoraggiarlo.

A convincerlo ad accettare tutto.
Non lo avrebbe permesso.

Mai.

HEY HEY HEEY

HERE I AM AGAIN con un regalo di Natale in anticipo (?) lol fortunatamente sono riuscita a scrivere più del solito ultimamente quindi colgo l'occasione per augurarvi buone feste <33 spero as always stiate tuttx bene e nulla, molto probabilmente ci vedremo al prossimo aggiornamento tra un anno hehe rip ok battuta scadente a parte, me ne vado, enjoy! :"D

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