𝟭𝟱
Kageyama rischiò di allentare la presa sulle gambe minute del rosso che aveva ancora in groppa per la sorpresa non appena riconobbe il volto del ragazzo che gli si parò davanti.
Il biondo quasi rimase più scioccato di lui, aprendo la porta per far entrare i nuovi arrivati. «Tu!», esclamarono all'unisono, scioccati. «Che cazzo ci fai tu qui?», fu Tsukishima a parlare per primo, così atterrito da riuscire a percepire il cuore in gola. Se c'era una cosa che sapeva, era che quel tipo lì non ci doveva essere. Assolutamente. Eppure, gli occhi blu e ancora confusi di Kageyama li aveva proprio di fronte a sè.
Per qualche attimo, tremò anche.
Non andava affatto bene.
«Questo dovrei chiederlo io a te!», replicò incazzato il corvino, e Hinata si propense in avanti, facendo quasi sbilanciare il più alto, mettendosi in mezzo ai due.
«Aspettate, vi conoscete già?!», esclamò sorpreso, non aspettandosi che il corvino conoscesse, oltre a Kiyoko, anche qualcun'altro della loro cerchia. Era certo che Kageyama non avesse amici stretti, e lo aveva osservato per qualche giorno, imparando a riconoscere i suoi compagni di classe, gli unici con cui a volte sembrava intrattenere qualche conversazione.
Come fa il quattrocchi a conoscerlo, allora?, si domandò.
«Diamine, stai fermo! Mi fai cadere, coglione!», gli grugnò contro Kageyama, e il rosso ghignò, aggrappandosi meglio alle sue spalle. «Scusa, scusa. Quindi, quattrocchi? Perchè lo conosci?», Tsukishima lanciò uno sguardo furioso al minuto, riuscendo a farlo raggelare.
«Vieni con me. Adesso.», gli ordinò severo, e il rosso deglutì. Beh, d'altronde, me lo aspettavo, si disse, sospirando. Eppure la reazione di Tsukishima gli pareva fin troppo esagerata.
Che stava succedendo?
Hinata si decise a scendere dalle spalle dell'altro e a seguire quello biondo all'interno, lasciando Kageyama nello spiazzo esterno dell'abitazione. Il biondo non esitò a sbattergli la porta in faccia. Kageyama sbattè gli occhi per qualche secondo, per poi massaggiarsi la nuca in uno sbuffo.
Non ci stava capendo più nulla.
Tsukishima non attese molto prima di accanirsi contro il rosso non appena entrambi giunsero in salone, dove erano ormai arrivati quasi tutti.
«Sei un fottuto idiota, per caso?! Perchè quel tizio è qui?», Hinata strinse istintivamente gli occhi alle urla dell'altro, parandosi appena con le braccia. Ormai era qualcosa che faceva senza nemmeno rendersene conto, ogni volta, seppur sapesse che non c'era pericolo. Non lo controllava. Ci era quasi abituato, con tutti gli schiaffi e i pugni che aveva già ricevuto da lui.
Un altro ragazzo dai capelli grigi e la faccia pulita, che era a conoscenza della situazione del biù basso, si mise in mezzo ai due prontamente. «Hey, calma Tsukishima, respira. Basta cosí. Che sta succedendo? Puoi spiegarcelo, per lo meno?», domandò preoccupato mentre il biondo si passava una mano sulla faccia, esausto. Hinata inspirò a fondo, tranquillizzandosi solo una volta riaperti gli occhietti color caramello.
«Se posso spiegarvelo? Certamente! Questo cretino ci ha appena rovinato!», indicò il rosso, quasi ridendo istericamente.
«Che intendi dire?», domandò Akaashi dalla sua poltrona, e solo Bokuto, seduto come al solito sul tappeto accanto a lui, riuscì a captare nella sua voce un filo di allarmismo. Kiyoko, seduta sul divano accanto a Tanaka e Nishinoya, continuava a fissare il biondo, non riuscendo a comprendere il motivo dietro la sua affermazione.
Rovinati?
Tsukishima era sempre stato un ragazzo bilanciato nelle sue reazioni e nelle sue decisioni. Ponderava a fondo prima di agire e di parlare. Era una delle menti di quel gruppo che si era creato con gli anni. Se era lui a dire una cosa del genere, probabilmente non si trattava di qualcosa di poco conto.
Un ennesimo ragazzo dai capelli corti e neri come la pece e la giacca di pelle ancora addosso si accigliò, seduto sul davanzale di una delle due finestre del salone quasi completamente vuoto. L'aria gelida di quella sera gli colpiva le spalle, ma a Iwaizumi era sempre piaciuta quella sensazione sulla schiena. Ciò che lo preoccupava - oltre al ritardo eccessivo di Oikawa, che ancora non era arrivato - era la reazione atipica di quel biondo con gli occhiali con cui non aveva mai parlato troppo, ma che aveva imparato a conoscere.
Non l'aveva mai visto in quello stato.
Sembrava sul punto di spaccare qualcosa.
E Tsukishima era davvero pronto a farlo.
Hinata, ancora dietro le spalle del ragazzo che era intervenuto, poggiò una mano sul braccio di questo, per farlo arretrare. «Suga-san, è tutto ok.», lo rassicurò, e Suga non riuscì a fare altro che sospirare, lanciando un'occhiata al ragazzo dal maglione scuro che sedeva accanto a Nishinoya. Daichi sembrò comprendere al volo le preoccupazioni dell'altro, e gli fece segno di tornare a sedersi accanto a lui e lasciar parlare il biondo.
«Allora? Vuoi spiegarci di che diavolo parli? Perchè saremmo rovinati? Conosci qualcosa che riguarda Kageyama?», Hinata lanciò un'occhiata al ragazzo che aveva di fronte a sè, riacquisendo il controllo, ricevendo in cambio un sorriso storpiato e uno sguardo di fuoco.
«Conosco suo padre, ecco cosa conosco. E lavora nel sistema. È un fottuto sbirro. Quel tizio era l'ultima persona su questo cazzo di pianeta che doveva presentarsi qui. Siamo tutti fottuti, grazie a te.», un silenzio tetro calò sui presenti all'udire le parole del biondo.
Neppure Tanaka e Nishinoya, che solitamente erano i più chiassosi, riuscirono a pronunciare qualcosa a riguardo. Inermi, di fronte a quella notizia, sentirono il sangue raggelarsi nelle vene.
Bokuto scattò d'istinto in avanti col busto; la bocca spalancata quanto gli occhi, ma nessun suono ne usciva. Akaashi, invece, fissava attonito il quattrocchi.
Iwaizumi si immobilizzò completamente. Kiyoko abbassò gli occhi chiari a terra; la paura le stava divorando le viscere e continuava a stringere la mano del suo ragazzo, cercando in questa una qualche sorta di sostegno.
«Che...cosa?», il rosso sbarrò gli occhi, incredulo. Forse era proprio lui ad esserlo maggiormente. E un piccolo fremito di puro terrore gli salì lungo la spina dorsale. Gli sembrò quasi che un macigno gli fosse ricaduto addosso.
Il padre di Kageyama lavorava nel sistema?
Hinata non riusciva a crederci, così come il resto dei presenti.
Forse fottuti lo erano veramente.
HEY HEY HEEY
SONO VIVAAA and here i am again! spero tuttx voi stiate bene!! so che è periodo di maturità per alcunx quindi, nel caso, vi auguro buona fortuna già da ora! per farmi perdonare dell'attesa triplo aggiornamento lol vi ringrazio per essere arrivatx fino a qui! mi fa davvero piacere! :D
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