𝟭𝟮

Kageyama si sentiva fuori posto seduto sul vecchio divano di uno sconosciuto, in un appartamento nel quale non era mai entrato e con accanto ragazzi che non aveva mai visto.

Eppure, la sua curiosità aveva prevalso sul buon senso che continuava a ripetergli di andarsene da lì e di non farsi più trovare. Voleva sapere quale fosse il motivo per il quale quei tizi si trovavano lì. Voleva capire cosa ci faceva Kiyoko lì. Voleva comprendere perchè Hinata lo avesse portato lì.

Anche loro falsificano lettere?

Il corvino ci aveva riflettuto molto. Hinata da solo non avrebbe mai potuto farlo. Era troppo stupido, anche se abbastanza furbo. Forse loro erano lì con lo stesso obiettivo.

«Beh, credo sia giunto il momento delle spiegazioni.», esordì Hinata, quasi leggendogli nella mente, facendo ricadere l'attenzione dei presenti su di sè e Kageyama. Si voltò a guardarlo, e il corvino per qualche frazione di secondo.

«Se sei venuto fino a qui e scegli di rimanere qui, sappi che non potrai più andartene. O lo fai adesso, o non potrai ripensarci.», lo avvisò senza battere ciglio, e il corvino quasi si sentì messo alle strette. Si ricordò istintivamente della pistola di quello muscoloso, che lo squadrava in attesa di una risposta.

Questi non scherzano.

Kageyama, però, in fondo, sapeva che si stava mettendo nei casini. Sapeva che non doveva fidarsi. Sapeva che lui lì non ci doveva stare.

Ma, invece che alzarsi e andarsene, come avrebbe dovuto fare, rimase lì, seduto, a sfidare con lo sguardo quello dalla chioma rossa. Era orgoglioso, così tanto da mettere addirittura in pericolo se stesso. Hinata lo aveva notato subito, ed era certo che l'altro non se ne sarebbe andato. Per quello lo aveva portato lì. Era sicuro che lui non si sarebbe opposto.

«Se sono venuto fino a qui, di certo non me ne torno indietro adesso. Parla.», rispose il corvino, come previsto dall'altro, guardando male il più basso. Questo sorrise con uno dei suoi soliti ghigni.

«Bene. È una storia un po' lunga, ma te la spiegheremo in breve.», Kageyama quasi fremette per l'eccitazione a quelle parole. Finalmente, stava per comprendere tutto.

Fu Kiyoko, però, a intervenire. «Aspetta, Hinata-kun. Kageyama non sa ancora nulla, quindi?», sembrava sorpresa. Nishinoya lanciò un'occhiata al corvino. Lo sospettavo, pensò. Del resto, era bravo a capire tra le righe e Kageyama non gli aveva affatto dato l'impressione di essere informato a riguardo.

«Aspetta un attimo, Shoyo. L'hai portato qui senza dirgli niente? Perchè cavolo l'hai fatto?!», era visibilmente confuso, e con lui Tanaka, sedutogli di fianco.

Il rosso sospirò.

«Tranquilli. Se avesse voluto denunciarmi lo avrebbe già fatto.», li rassicurò e fu Akaashi a lanciargli uno sguardo affilato. «Perchè avrebbe dovuto denunciarti? Cosa hai fatto?», il suo tono severo fece venire i brividi al rosso - e pure al corvino -, che istintivamente sobbalzò. Sapevo si sarebbe infuriato, si disse Hinata mentalmente. Sono un idiota, ma se riesco a risolvere la situazione, posso considerare la faccenda risolta, no?

«Niente di così grave, in fondo...», rise leggermente Hinata, ma Akaashi continuava a inchiodarlo con gli occhi e rabbrividì appena. «Hinata.», sentenziò il più grande, e la minaccia velata fece zittire l'altro, che deglutì, messo alle strette. Per un attimo, perfino Bokuto sussultò. Quel ragazzo lo spaventava abbastanza quando si alterava.

«Ok, va bene, potrei aver accidentalmente detto qualcosa di compromettente in sua presenza, ma-», iniziò Hinata, facendo girare gli occhi per aria in modo tale da non incrociare quelli dell'altro. Lo faceva spesso quando sapeva di essere nel torto, e tutti quanti se ne erano resi conto. Anche Kageyama se ne accorse, guardandolo male.

«Che cosa, nello specifico?», lo interruppe severo Akaashi, e il rosso rise nervosamente. «Ah beh, ecco-»

«So che falsificate lettere.», esordì Kageyama, che ne aveva abbastanza di attendere.

Gli occhi dei presenti si fissarono sul corvino, che era intento a guardare con sfida il ragazzo più grande seduto sulla poltrona. Akaashi lo notò.

Kageyama stava fremendo per l'impazienza.
Bramava ogni spiegazione.

Sei venuto fino a qui per conoscere nel dettaglio la situazione, senza curarti delle conseguenze?, pensò Akaashi e quasi gli si dipinse un sorriso velato sul volto chiaro. Ingenuo e innocente. Forse fin troppo.

Aveva previsto bene.

«Ora parlate. Ne ho abbastanza di chiacchierare.», Kageyama era serio, ma Akaashi sorrise appena.

Hinata l'ha scelto bene, pensò.
Gli piaceva già.

HEY HEY HEEY
doppio aggiornamento perchè ormai è prassi lol

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