TREDICI

Canticchio la canzone che mi è stata affidata per la sfida mentre stesa sul letto, fisso il soffitto. Questi ultimi giorni prima della puntata sono molto importanti ed io nom voglio farmi distrarre da altro. La discussione di ieri con Alex si è conclusa in salotto e nonostante io in questo momento non sia arrabbiata, dato che non ne ho le forze, non sento neanche il bisogno di parlargli.
Sapevo che per lui fosse troppo presto sentire quelle parole e proprio per questo motivo avrebbe dovuto fermarmi quando ha capito che non erano rivolte a lui e che sentirle avrebbe portato solamente altri problemi.

«Giulia, mi fai un favore?» domanda Monica, una ragazza della redazione, entrando della mia stanza con una radio.

Io immediatamente annuisco, togliendo le cuffie e mettendomi seduta sul letto.

«Vai a dire ad Alex di venire in camera sua?» mi chiede gentilmente ed io per un secondo, tentenno.

Ci sono anche altre persone in casetta, perché tra tutte ha dovuto scegliere proprio me?
E soprattutto, perché non lo ha detto direttamente a lui?

Forse è opera di Maria che ieri ha sentito la discussione e come sempre, vuole ristabilire la pace.

Allora io annuisco, non potendo rifiutarmi di farle un favore, anche perché passerei per maleducata.

Per quel motivo mi alzo dal letto ed a passo veloce mi dirigo in cucina, quasi come se volessi far finire quell'agonia il più velocemente possibile.

Mi affaccio dalla porta della stanza di Elisabetta e lo vedo, intendo a ridere con Albe, Luigi e Serena. Prendo un respiro profondo e mi faccio coraggio a rivolgergli la parola dopo quel mezzo litigio. «Alex, Monica ha detto che devi andare in camera tua» lo informo, con la voce che trema.

Lui immediatamente alza lo sguardo verso di me, forse perché anche lui è stupito dal fatto che sono andata io a dirglielo.

«Perché?» domanda lui.

Io mi stringo nelle spalle. «Non lo so»

Alex allora annuisce e mi segue senza aggiungere altro. Io non apro bocca e lui fa la stessa identica cosa fino a quando non entriamo nella sua camera.

Entrambi fissiamo il letto ed io noto che sul materasso c'è la stessa radio che Monica aveva in mano poco prima. Nel giro di qualche minuto ci raggiungono anche Albe, Luigi, Serena e Carola, anche loro leggermente confusi.

«Una radio?» domanda Alex.

Poi Albe sembra avere un'illuminazione. «Il tuo inedito!» esclama dandogli una pacca sulla spalle ed infatti, come se qualcuno lo avesse ascoltato, dalla radio iniziamo a sentire parlare.

«Ed adesso abbiamo il piacere di farvi ascoltare un nuovo talento di Amici, un ragazzo che con la sua voce ci ha emozionati subito. Ecco a voi, Sogni al cielo di Alex!» commentano i conduttori radiofonici prima di far partire la base della sua canzone.

Tutti immediatamente applaudono ed io sento un nodo formarsi in gola.
Alex si siede sul suo letto ed inizia a cantarla mentre anche gli altri lo seguono.
Io però mi limito ad osservarlo.
I suoi occhi ogni tanto si posano su di me ed io mi sto trattenendo con tutta me stessa per non scoppiare a piangere.

Potremo litigare, urlarci contro, forse anche smettere di parlare per sempre ma io sarò sempre contenta per i suoi traguardi.
Perché lui non è Alex il cantante di Amici ma è Ale, quel ragazzo con tanta voglia di dimostrare che vale e che ha tanti sogni.
È Alessandro, quello che nella sua cameretta suonava la chitarra e mi chiedeva se mi fosse piaciuto.

«Volano giorni qui davanti a me
ma non sono stanco di urlare
sogni al cielo
aspettando che
ricadano» cantano tutti insieme mentre Serena posa la testa sulla sua spalla e Luigi lo abbraccia.

Forse è giusto che Alex vada avanti.
Non posso pretende che rimanga legato a me.

Lui è felice e a me va bene così.

«E questo era Alex!» parlano di nuovo i conduttori e immediatamente lui si ritrova sommerso dall'abbraccio dei suoi compagni.

Io accenno un debole sorriso, rendendomi conto di non poter più rimanere lì perché le lacrime stanno iniziando a solcare il mio volto.
Per questo motivo esco dalla sua stanza, passandomi ripetutamente la mano sul volto per non farmi vedere dalle telecamere e con una scusa, entro nel ripostiglio che contiene tutto l'occorrente per pulire. Chiudo la porta, dopodiché mi appoggio alla parete e scivolo lentamente per terra, fino a ritrovarmi seduta e scoppiare a piangere.

Pensavo di essere forte, di reggere questa situazione, ma la verità è che quando si parla di Alessandro sono fottutamente vulnerabile.
Michele me lo diceva sempre ed io sorridevo al tempo, ma forse solo ora capisco le parole di mio fratello. Diceva che con Alex ero un'altra persona e che con lui al mio fianco mi vedeva davvero felice e innamorata. Diceva che lui mi faceva tornare bambina e forse è vero; con Alex sapevo di non dovermi preoccupare perché ci sarebbe stato lui a proteggermi.

La porta del ripostiglio però, non rimane chiusa per molto. Dopo qualche minuto infatti sento che si apre lentamente senza che qualcuno abbia bussato. Io però non alzo lo sguardo neanche per vedere di chi si tratta.
Forse è Luigi che mi ha vista correre via, o forse è qualcosa che ha solamente bisogno di uno straccio. Fatto sta che non importa che qualche mio compagno mi veda così.

«Perché sei venuta qui?»

Io continuo a singhiozzare, non riuscendo a fermarmi anche se vorrei tanto in questo momento.

Lui era l'ultima persona che doveva essere qui.

«Giulia, cosa ti è preso?» chiede ancora Alex entrando e richiudendo la porta alle sue spalle, ma io non rispondo. A quel punto, lui si posiziona davanti a me e si abbassa alla mia altezza. «Perché stai piangendo?»sussurra, mettendo due dita sotto il mio mento per farmi alzare leggermente il volto.

Ha lasciato tutti i suoi compagni in camera per venire da me. Ed è questo che dicevo ieri quando parlavo di gesti da evitare per non causare fraintendimenti.

«Parlami, ti prego...» dice ancora, guardandomi negli occhi.

Io allora prendo un respiro profondo. «Va tutto bene, sono solamente contenta dei traguardi che stai raggiungendo»

«Sei felice e piangi?» mi prende in giro accennando un sorriso. Io però rimango in silenzio, non sapendo quali parole usare. «Giulia...» mi richiama lui «Scusami per quello che ho detto ieri, non lo pensavo davvero» confessa.

«Lo so» annuisco.

«E hai ragione quando mi dici che ti mando segnali contrastanti» continua ed io rimango in silenzio. «Ho paura di starti vicino perché non voglio soffrire di nuovo. Ma quando litighiamo, non ci parliamo e stiamo lontani, soffro lo stesso»

«Anche io Ale» sussurro e questa volta, non mi pento di aver usato il diminutivo del suo nome.

Rispetto all'ultima volta, Alex sorride dolcemente portando una sua mano sulla mia guancia e asciugandomi quelle poche lacrime che ancora bagnano il mio volto.

«Sono incredibilmente fiera di te e sono contenta di poter essere qui a condividere questo momento con te» ammetto, evitando il suo sguardo.

«Prima erano tutti intorno a me...» sussurra, iniziando ad accarezzarmi delicatamente la guancia. «Eppure io cercavo solo una persona con lo sguardo che se ne stava sull'uscio della porta» ridacchia.

«Ora sono qui» sorrido ed i miei occhi cadono sulle sue labbra fin troppo vicine alle mie.

«Chi ti ha detto che parlavo di te?» mi prende in giro ed io lo colpisco delicatamente sul petto. Poi però torno seria ed inizio a giocherellare con la collana che porta al collo, quella che avevamo scelto insieme ad un mercatino dell'usato la prima volta che eravamo usciti insieme.

«È davvero bella» commento guardandola.

«Anche tu» sussurra Alex e quando alzo lo sguardo su di lui, i suoi occhi sono già su di me.

Accenno un lieve sorriso e questa volta è lui a guardarmi le labbra. Improvvisamente, trattengo il respiro forse per paura che lui possa percepire l'agitazione che sto provando.

Nessuno sa che siamo qui e non ci sono neanche telecamere. Inoltre i microfoni sono anche spenti.

«Giu...» sussurra lui.

«Dimmi»

«È il mio o il tuo cuore che batte così velocemente?» domanda Alex ed io non posso far a meno di sorridere di nuovo.

«Forse entrambi» rispondo e a quel punto lo vedo avvicinandosi ancora di più. Effettivamente sembra che stiano battendo quasi in maniera sincronizzata. «Alex» questa volta sono io a richiamarlo.

«Mmh» mugola lui, avvicinando ancora il suo volto al mio.

«Forse dovremmo andare» bisbiglio, con la voce che trema.

«Forse si» si accoda lui, tornando a guardare le mie labbra. «O forse no...» e quel punto, la sua bocca sfiora la mia. «Decidi tu» sussurra ed il suo respiro si confonde con il mio.

Io rimango in silenzio per dei secondi che sembrano eterni e le sue labbra che ormai sono quasi sulle mie sembrano essere una lenta tortura.

Una parte di me vuole baciarlo.
L'altra sa che non cambierebbe nulla perché conosco Alex ed adesso è influenzato dalla situazione.
Ma non mi importa, ne ho estremamente bisogno.
Sarà un errore, lo so, perché questo non cancellerà il male che gli ho fatto ma sento la necessità di sentire nuovamente il suo corpo a contatto con il mio.

«Restiamo qui» è l'ultima cosa che dico prima di sentire finalmente le sue labbra sulle mie.
Ed è in quel momento che il respiro sembra bloccarsi.
Entrambe le sue mani finiscono sul mio volto mentre io afferro delicatamente il tessuto della sua maglietta per spingerlo più vicino a me.
Nel farlo però, sbatto leggermente la testa contro la parete ed entrambi sorridiamo uno sulle labbra dell'altro.

Alex intensifica il bacio ed io non faccio nulla per impedirglielo. Al contrario, mi faccio trasportare dal suo dolce tocco e dalle sue labbra morbide che ricordavo esattamente così. Sorrido nuovamente quando sento le sue dita intrufolarsi nei miei capelli per poi accarezzarmi dolcemente mentre le nostre bocche non accennano a staccarsi.

«Giulia...» sussurra lui, con un leggero fiatone.

«Dimmi» rispondo io, allontanandomi solo di qualche millimetro per permettergli di parlare.

Ho ancora gli occhi chiusi, forse perché so che guardandolo non saprei controllarmi.
La verità però, è che anche senza vederlo sento il bisogno di tenerlo vicino a me.

«Non importa» scuote la testa tornando a baciarmi e questa volta sono io a mettere le dita tra i suoi capelli e dalla sua bocca fuoriesce quello che sembra essere a tutti gli effetti un lieve gemito.

Sorridiamo di nuovo mentre io mi rendo conto di quanto mi fosse mancato Alex.
Averlo lontano faceva male fuori da qui, ma averlo vicino nella stessa casa è un altro tipo di dolore. Eppure lui ora è qui con me e sembra davvero convinto di quello che sta succedendo.

«Non entrerò perché non voglio sapere quello che sta succedendo lì dentro»

Improvvisamente, io e Alex ci allontaniamo di colpo nel sentire la voce di Luigi.

«Lui e Tommy sono sempre in mezzo alle palle» commenta scherzosamente il ragazzo davanti a me ed io non posso far a meno di ridere. A quel punto Alex si alza in piedi tendendomi una mano per aiutare anche me.
Io l'afferro decisa e nel momento in cui mi trovo davanti a lui, ammetto che vorrei baciarlo di nuovo.

Ma Alex immediatamente apre la porta e come immaginato, la figura di Luigi ci compare davanti mentre ci guarda in maniera maliziosa facendo saettare lo sguardo da me al ragazzo al mio fianco.

«Avevi bisogno?» domando io, sbuffando dopo aver visto la sua espressione.

«Io no, ma tu tra 10 minuti hai lezione con Lorella» si stringe nelle spalle Luigi, parlando con Alex. Lui rimane a guardarci ed io alzo un sopracciglio in attesa che dica altro ma lui fa per andarsene ma dopo pochi passi si ferma. «Ah se vuoi un consiglio» asserisce sempre parlando con il suo amico, prima di continuare però mette una mano sul microfono «Prima di andare in saletta mi pulirei la bocca, ti è rimasto un po' di rossetto di Giulia sulle labbra» ridacchia e poi si allontana davvero.

È uno stronzo.
Ma gli voglio bene e senza di lui questo mio percorso non sarebbe lo stesso.

Alzo dunque gli occhi al cielo e poi guardo Alex che effettivamente, ha la mia tinta rossa sulla bocca.

«Aspetta ti aiuto» dico io, afferrando un fazzoletto dalla tasca ma Alex si scosta dal mio tocco e solo dopo capisco perché.
Noto che il suo sguardo cade sulle telecamere della cucina, dato che siamo proprio sull'uscio della porta. Lui è una persona riservata, dunque capisco il suo comportamento anche se dopo quello che è successo mi aspettavo una reazione diversa.

Poi però, lo vedo sorridere leggermente forse perché si è reso conto che ci sono rimasta male.

Afferra infatti la mano dove avevo il fazzoletto e se la porta sulla bocca. «Dov'è che sono sporco?» dice poi facendomi cenno di pulirlo.

Io allora delicatamente tampono con il fazzoletto mentre lo guardo negli occhi. Quella sua adorabile fossetta compare nuovamente sul volto ed io arrossisco, come se fosse la prima volta che ci troviamo così vicini e che stiamo bene.

«Come nuovo» scherzo, dopo avergli tolto tutto il rossetto che gli avevo lasciato.

«Grazie» sorride lui «Ci vediamo dopo?» mi dice, dandomi un piccolo pizzicotto sulla guancia.

Io annuisco e lo osservo allontanarsi mentre sento il cuore battere ancora all'impazzata.
Poi i miei occhi si posano su una figura ben precisa ovvero quella di Serena che sta già guardando nella mia direzione.

Ha un'espressione strana dipinta sul volto ma nonostante ciò fa qualche passo verso di me.

«Tu conosci bene Alex...» inizia ed io annuisco, anche se non capisco dove voglia arrivare con il suo discorso. «Credo che sia abbastanza confuso in questo momento, se davvero ci tieni a lui lasciagli i suoi spazi» è l'ultima cosa che dice prima di andarsene.

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E finalmente è arrivato questo momento! Ma sarà veramente stato qualcosa di positivo oppure sarà la goccia che farà traboccare il vaso?

Fatemi sapere cosa ne pensate❤️

Detto questo, volevo parlare dell'esibizione di Alex di oggi quando ha cantato "Ancora".
È stato davvero un colpo al cuore perché mentre cantava mi è arrivato tantissimo e ho sentito una morsa nello stomaco ed è stato davvero molto strano.
Per questo motivo metterò la sua esibizione in un capitolo futuro perché l'ho trovato magnifico, spettacolare e soprattutto...vero (dunque non sono d'accordo con quello che ha detto Rudy, nonostante spesso io la pensi come lui).

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