Capitolo 70
Cami
Ethan era strano. Da giorni sembrava avere la testa tra le nuvole ed era distratto. Dimenticava le cose e per strada guardava altre ragazze. Ogni volta che passava una rossa la fissava come se cercasse qualcuna, finché mi sono stancata.
«Non ti basto più? Perché stai guardando mezza New York come se non avessi mai visto una ragazza rossa. Ti informo che io, la tua ragazza e futura moglie, sono bionda e non credo tu abbia bisogno di guardare altre».
Harry Potter, al guinzaglio, mentre passeggiamo per Manhattan, abbaia come se volesse darmi ragione e non sapesse come esprimersi.
Ethan sembra preso alla sprovvista dal mio rimprovero cerca di arrampicarsi sugli specchi alla bell è meglio. Gliela faccio passare liscia solo perché credo nel suo amore nei miei confronti e non credo mi farà mai del male tradendomi con un'altra simile a me, ma purtroppo un pizzico di dubbio mi rimane, soprattutto dato il suo comportamento degli ultimi giorni.
«Se mai un giorno ti accorgerai che non faccio al tuo caso, preferirei che me lo dicessi» butto fuori.
Ethan ci rimane male quando pronuncio quelle parole e adesso si ferma, mi guarda serio e parla senza esitazioni. «Ti ho scelta come moglie per la seconda volta e sono più che sicuro di amarti. Puoi stare più che tranquilla che fai al mio caso» conclude usando le mie parole.
«Era per dire, ma non mi va sul serio che guardi le altre».
«Da anni guardo solo te, Cami. Andiamo a casa e ti dimostrerò quanto mi piaci» mi dice con il suo sorriso furbo.
A casa, Ethan mantiene la sua promessa e dimentico momentaneamente le mie paronoie. Ma siccome sono una persona diffidente - da qualsiasi punto di vista - faccio una cosa brutta. Aspetto che Ethan si addormenti per prendere il suo cellulare e spulciare all'interno.
Mi sento maledettamente stupida quando, dopo minuti di passare al setaccio messaggi e quant'altro, non trovo nulla. E mi maledico per essere così paranoica e per non avere fiducia nell'uomo che mi ha chiesto di sposarlo di nuovo solo pochi giorni fa.
Ho paura che tra noi possa finire, che arrivi qualcuno da un momento all'altro a rovinare ciò che abbiamo di bello. Ma so che se continuo così a rovinare tutto sarò io, come ho fatto in passato. Non voglio rifare lo stesso errore, adesso sono adulta e devo ragionare come tale. Fidandomi di Ethan come lui si fida di me.
Ethan
New York conta oltre otto milioni di abitanti e mi sembra abbastanza strano incontrare la stessa persona per tre giorni di fila. La cosa più strana è che io la conosco questa ragazza. L'avevo incontrata in un locale a Richmond mesi prima, ma ero ubriaco e ricordo di averci parlato, ma non ricordo altro. Adesso, è strano ritrovarla a New York perché sembra quasi che mi stia seguendo.
Sto bevendo un drink con Drew al Blue Smoke mentre aspettiamo le nostre ragazze e la sconosciuta e là, a qualche tavolo di distanza che ogni tanto mi lancia qualche occhiata, pensando che non me ne accorga. Se non vuole essere smascherata, va bene, ma sono certo che lei abbia a che fare con la chiamata della scorsa settimana. Non ho più ricevuto strane chiamate nel mio cellulare privato, né ho preso appuntamenti con nuovi clienti. Ma tutta questa storia mi puzza di bruciato.
Distolgo l'attenzione dalla sconosciuta quando Cami e Emily ci raggiungono. Solo che la mia ragazza si accorge che c'è qualcosa che non va nella mia espressione.
«Va tutto bene» mi affretto a rassicurarla. «Drew mi stava raccontando che lui e Emily partiranno per le vacanze di Natale».
«L'Europa sarà meravigliosa a Natale» afferma Cami. E poi inizia a fantasticare sui posti che vuole visitare e la ascolto con piacere. Sapevo che intavolando una discussione del genere avrei distolto la sua attenzione da me e ci sono riuscito con successo. Anche se so che non lascerà perdere l'argomento e probabilmente, una volta tornati a casa, dovrò farci i conti.
Nei giorni successivi ho sempre la testa a quella ragazza, non perché mi interessi, ma perché sono certo che lei sia interessata a me. E una mattina ho la fortuna dalla mia parte perché, durante la pausa pranzo, la becco in strada proprio sotto il mio ufficio. Quando mi vede si volta immediatamente ma riesco a fermarla e chiedo: «Hai intenzione di parlarmi prima o poi o continuerai a spiarmi e basta?».
La sconosciuta sembra voler fuggire, ma poi si ferma e si volta nella mia direzione. Sono ancora più convinto di conoscerla con quei suoi capelli rossi e gli occhi chiari. Ma c'è qualcosa che mi sconvolge di più della sua aria familiare quando osservo meglio la sua figura: ha il pancione.
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