Capitolo 64
Un mese dopo
Ethan
Ero a New York da due settimane e ancora non avevo visto Cami. Ero stato talmente impegnato con la realizzazione del mio studio che mi era persino stato difficile ritagliarmi un momento per stare con i miei amici. O meglio, frequentavo spesso casa di Elia e Haley ed ero grato di non non aver incontrato Cami con il suo ragazzo. Anche se avrei voluto tanto vedere lei. Avrei voluto renderla partecipe dei miei piani futuri e non vedevo l'ora di farle sapere che finalmente poteva essere il nostro momento, ma non potevo farlo adesso. Ora mi sarei limitato a dirle che mi ero finalmente trasferimento definitivamente a New York.
Raggiungo l'ufficio di mio padre e, prima di passare da Cami, mi assicuro che non abbia trattative importanti sotto mano. So che avrei dovuto avvertire prima, ma mi è sempre piaciuto l'effetto sorpresa. Quindi, dico alla segretaria che non è necessario che annunci a Cami la mia presenza, e busso alla porta del suo ufficio. Senza aspettare una sua risposta, entro e sorrido, felice di vederla. È sempre una visione. La cosa che mi rallegra di più è la sua espressione contenta e, non appena raggiungo la sua scrivania, Cami fa il giro e mi accoglie nel suo abbraccio. La stringo a me e ne approfitto per darle un bacio sulla guancia.
«Ce l'hai fatta, finalmente» mi saluta, sciogliendo l'abbraccio.
«Sono qui da qualche giorno» inizio. «Ho avuto un po' da fare e questo è il primo momento libero che ho da quando sono arrivato».
Ci tengo a sottolineare che lei è sempre stata - e sempre sarà - il mio primo pensiero. Spero che Cami lo capisca e soprattutto lo apprezzi anche se adesso non siamo più sposati. Già, perché ho formato quelle maledette carte del divorzio l'indomani della sua ennesima fuga.
«Mi fa piacere che sia tutto okay» inizia un po' impacciata. «Insomma, dopo il divorzio e tutto».
«Cami, oltre ad essere stata mia moglie e il mio unico amore, sei anche stata la mia migliore amica. È normale che sarei passato a salutare».
L'espressione di Cami alla mia affermazione è leggermente scioccata, ma non mi importa tenere nascosti i miei sentimenti. So che sta con un altro e so che non posso spingermi oltre, ma con la bocca posso dire ciò che voglio e non terrò i miei sentimenti repressi. Non finché avrò la possibilità di farli conoscere alla persona che amo. Caden non ne sarà contento, ma non è necessario che lo sappia. Però voglio che Cami sappia che io per lei ci sarò sempre, anche se sarò costretto ad aspettarla per tutta la vita.
«Sono qui perché ho delle novità, comunque» continuo. Tiro fuori dalla tasca posteriore dei miei jeans una busta color argento e gliela porgo. «È l'invito per l'inaugurazione del mio nuovo studio di assistenza sociale. Sabato, a Brooklyn. All'interno troverai l'indirizzo esatto».
«Qui a New York?» chiede incredula, prendendo la busta con mano tremante.
«Sì, Cami. Conosci per caso altri quartieri con questo nome nei dintorni?» chiedo divertito.
Al contrario, Cami non sembra essere molto contenta. Anzi, adesso sembra aver perso del tutto l'uso della parola. Si limita a fissare me e la busta e a deglutire. Poi, scossa dallo squillo del suo cellulare, si riprende immediatamente. Non risponde, ma chiede: «Ti trasferisci qui per sempre?».
Annuisco.
«Perchè proprio adesso?».
«Perchè mi mancava casa mia». E tu. E perché avevo paura che standoti ancora lontano ti avrei persa per sempre.
«Elia non me lo ha detto. Non lo ha fatto nessuno. Okay, non dovevano farlo per forza, ma avrei voluto saperlo prima».
«Se ti può fare sentire meglio non lo sa ancora nessuno. Solo papà. Tu sei la seconda persona a cui l'ho detto».
«Oh».
Cami sembra davvero preoccupata. Forse non le avevo mai visto in faccia questa espressione, ma sembra qualcosa che assomiglia molto al panico. La conosco e posso giurare che la sua mente sta partorendo un pensiero dopo l'altro. Magari non è contenta di avermi di nuovo tra i piedi quotidianamente o semplicemente si starà chiedendo perché è stata la seconda persona a cui ho deciso di comunicare la bella notizia. Invece, non mi chiede niente di tutto ciò, ma trova il modo di far scomparire la mia felicità nel rivederla.
«Posso posso portare Caden con me?».
Cami
Perché sono nata idiota? Perché ho tirato in ballo Caden proprio adesso?
Il sorriso di Ethan muore sulle sue labbra. È stato così entusiasta nel comunicarmi la notizia che ce l'ho messa tutta per rovinare anche questo. Forse è la cosa migliore che poteva dirmi è questa e io sto reagendo come se mi fosse morto il gatto. Aspettavo da sempre questo momento, con la differenza che adesso non posso passare il resto della mia vita con lui, perché ho un ragazzo, Caden, che mi ha chiamato pochi minuti fa e ho puntualmente ignorato. E continua a chiamare. Chiudo nuovamente la chiamata e mi scuso con Ethan, ormai con l'espressione neutra. E ancora una volta mi congratulo con me stessa per essere stata così idiota.
«Caden è il benvenuto» dice Ethan educato.
Certo che lo è! Ethan non farebbe mai qualcosa che non starebbe bene anche a me. Però adesso le cose sono un po' più complicate del previsto. È palese - e anche i muri lo hanno capito - che per noi è impossibile stare lontani. Facendo due calcoli veloci, quello che è successo negli ultimi anni tra noi è chiaro. Ethan e io ci siamo baciati fino a due settimane prima. Come posso pretendere che non succederà ancora avendolo con me tutti i giorni? Mi sarà impossibile! E mi odio per la mia debolezza e per fare determinati pensieri nonostante nella mia vita ci sia Caden. Ma Ethan... Lui è stato per me quello che io sono stata per lui. Mio marito, il mio migliore amico e il mio unico amore. Come farò adesso?
Vedendo ancora la mia espressione di panico, Ethan si affretta a salutarmi e va via dal mio ufficio lasciandomi da sola con i miei pensieri a tormentarmi.
Dal momento che ho un immediato bisogno di un consiglio, scatto una foto all'invito e la mando immediatamente a Emily. Non appena legge il messaggio, la sua chiamata non tarda ad arrivare.
«Cosa devo fare?» esordisco, sedendomi sulla mia sedia, rivolta contro il muro.
«Ci vai, ovviamente» ribatte la mia amica con fare ovvio.
«Questo lo so, Emily. Intendevo con Ethan che si trasferirà qui per sempre e con Caden che già vive qui».
«Cami, tu sai in cuor tuo cosa fare. Quello tuo non è un vero problema. Diciamo che al momento ci sono due persone a cui tieni che non vuoi ferire, ma hai già la tua scelta, ne sono certa».
Quando parlo con Emily è sempre peggio di quando non l'ho fatto. A volte vorrei che qualcuno mi dicesse le cose per come stanno. Penso che la mia mente annebbiata non sia in grado di ragionare lucidamente quando c'è di mezzo Ethan, per questo non condivido l'affermazione di Emily, perché io non ho una scelta. So che Caden è il mio porto sicuro e che Ethan e la mia porta rossa in mezzo a tante porte bianche. Lui è l'ignoto, il mio grandissimo punto interrogativo, ma so che quando aprirò quella porta non rimarrò mai delusa. Come è sempre stato, dopotutto. Io me lo sono spostato Ethan e anche se è stato un gesto dettato dall'impulsività e dalla nostra momentanea incapacità di intendere, è stata una cosa del tutto genuina e voluta. Conservo ancora quel video e a volte lo rivedo e penso a quanto avrei potuto avere se solo fossi stata più forte da sopportare la distanza.
«Non è così, lo sai. Cioè, non c'è nessuna scelta da fare. Ethan è il mio ex marito e Caden è il mio attuale ragazzo».
«Caden non lo ami, Ethan sì» ribatte.
Emily ha pure la capacità di dare voce ai miei pensieri e vorrei sbattermi la testa al muro per la situazione in cui mi sono cacciata. Come ho fatto ad arrivare fino a questo punto?
«Il fatto che non lo ami non significa nulla. Sono convinta che con il tempo le cose saranno diverse» dico, forse per convincere anche me stessa.
«Diverse come? Con sua madre che cerca in continuazione di mettervi i bastoni tra le ruote?! Cami, tu sai quanto ti voglio bene e vorrei che tu fossi felice, anche con Caden, ma il tuo cuore è di Ethan. Lo è sempre stato».
È vero. La prova è che in tutti questi anni non sono mai riuscita a dimenticarlo. È sempre stato parte della mia vita e non se n'è mai andato semplicemente perché non ho mai voluto lasciarlo andare. Non lo farei. Mai.
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