Capitolo 61
Cami
Non sono per niente rilassata, anzi, sono più tesa di una corda di violino. Sento che questa situazione è sbagliata nei confronti di Caden, ma ancora più sbagliate sono le mie emozioni che provo in questo momento. Sono esattamente nel posto in cui vorrei essere con la persona con cui vorrei stare ed è questo che mi sto rendendo alquanto irrequieta.
Tutto questo è sbagliato perché sto con un altro e quando ho deciso di stare con Caden mi sono ripromessa di non fargli del male. Lui è così dolce con me, mi vizia, mi tratta bene e io non gli ho nemmeno saputo dire che questa sera sarei stata a cena con mio marito. In più, sono terribilmente in imbarazzo. Mi sono vestita da escort per chissà quale motivo e adesso sono nella casa in cui avrei voluto passare la mia vita con Ethan. Quando, però, se stavamo ancora insieme.
«Stai bene, Cami? Sei un po' pallida» mi riscuote Ethan dai miei pensieri. È ai fornelli e sembra avere dimestichezza con la cucina.
«Ho paura che il nostro cibo prenda fuoco» dico per dissimulare.
Ethan scoppia a ridere e mi lancia una di quelle sue occhiate sexy a cui prima non riuscivo a resistere. Evidentemente le cose non sono poi cambiate molto perché ha su di me lo stesso effetto. Ecco, anche questi sono pensieri che non dovrei fare, ma mi è impossibile tutte le volte che penso o sto con lui.
«Se pensi che sia incapace perché non viene a darmi una mano tu?».
Raccolgo subito la sfida e lo raggiungo, poi mi tolgo i tacchi e metto le scarpe da parte per stare più comoda. «Okay, cosa devo fare?».
«Sei una nanetta, Cami» mi prende in giro.
«Cattivo!» esclamo divertita. «Ti arrivo alla spalla senza tacchi».
«Okay, mettiamoci a lavoro» inizia. «Puoi iniziare a tagliare la cipolla e poi la fai rosolare in padella. Poi faccio io, ho paura che sia tu a dare fuoco all'appartamento».
Sorrido nuovamente e inizio a lavorare in silenzio. È così naturale il modo in cui interagiamo. C'è sempre stata dell'intesa tra noi su tutti i fronti. Quando eravamo amici, per esempio. O dopo, quando ci siamo messi insieme e ancora oggi, dopo anni, sono sempre più convinta che il nostro legame è destino. Come la leggenda del filo rosso. Si dice che secondo la tradizione ogni persona porta, fin dalla nascita, un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra che lo lega alla propria anima gemella. In certi casi può essere estremamente lungo e per questo motivo può intrecciarsi, aggrovigliarsi, annodarsi: sono le difficoltà che possono minare un rapporto, renderlo complicato, che possono rischiare di comprometterlo. Due anime che sono destinate a congiungersi, comunque, lo faranno in un modo o nell'altro ed ogni groviglio che sarà sciolto, sarà il superamento di una difficoltà o di un ostacolo frappostosi alla felicità dei due amanti. Il legame diventerà più forte, più vivo, più autentico e durerà per sempre¹.
A volte penso che è questo che ci sta accadendo, che siamo indissolubilmente legati dal destino. Poi però penso a quante volte ho sfiorato la perfezione della felicità e non sono riuscita mai ad afferrarla.
Mi incanto qualche secondo ad osservare Ethan mentre cucina. Lui non sembra accorgersene e se lo fa non lo dà a vedere. Ho sempre pensato che era perfetto per me - attualmente il mio pensiero non è cambiato - che superato l'ostacolo "Elia" la nostra vita sarebbe stata tutta in salita, invece nel nostro cammino si sono intromessi altri impedimenti che mi hanno portato a pensare che Ethan e io non siamo legati dal filo rosso.
Mi riscuoto dai miei pensieri quando l'olio della padella mi schizza sul viso e faccio un salto indietro, andando a finire proprio addosso a Ethan, che non perde tempo ad afferrarmi per evitare che cada per terra. Questa sensazione bellissima che provo, quella di stare tra le sue braccia, mi ricorda che ho sbagliato tutto nella mia vita. Perché Ethan e io non stiamo insieme? Perché ci siamo sempre allontanati se quando passo del tempo con lui ne vorrei sempre di più?
Mi impongo di ragionare lucidamente e - a malincuore - sguscio dalla presa di mio marito. Quando guardo Ethan, ha negli occhi la stessa mia espressione, credo. So come mi guarda quando desidera qualcosa e so che adesso è combattuto sul da farsi. Non dice una parola, si limita a stare zitto e a me non rimane che maledirmi per essermi trovata in questa situazione perché lo voglio. L'ho sempre voluto, ma so che non posso sbagliare perché a New York c'è qualcuno che mi aspetta. Ma Ethan continua a guardami negli occhi, poi fa scorrere lo sguardo sul mio corpo, poi si sofferma sulle labbra e i nostri visi si fanno sempre più vicini.
E poi sento il fiato di Ethan sul volto e le sue labbra morbide che sfiorano le mie, ferme. Posso riuscire a leggere i suoi occhi, so cosa vuole in questo momento e mi lascio andare perché è quello che voglio - che ho sempre voluto - anche io. Bacio Ethan, lasciando che le sue mani vaghino per tutto il mio corpo. Quando mi fa sedere sul bancone della cucina, non perde tempo per insinuarsi tra le mie gambe e quando sto per togliergli la maglietta, scatta in me un campanello d'allarme e mi fermo. Allontano bruscamente Ethan, scendo dal bancone e metto le scarpe.
«Cami, perdonami...» inizia Ethan, ma lo interrompo.
«No, non posso farlo. Ho un ragazzo che mi aspetta e non si aspetta che sono una cattiva persona. Non doveva succedere. Non dovevo essere qui».
«Non andartene per l'ennesima volta, Cami» mi implora.
Ma è troppo tardi perché raccolgo le mie cose e non mi guardo indietro.
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¹ fonte: https://www.elle.com/it/emozioni/amore/news/a166998/la-leggenda-del-filo-rosso-anime-gemelle/
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