Capitolo 49

Cami
Quando Ethan e io ci allontaniamo, ancora con il respiro affannoso, cerco di sistemami come meglio posso. Lo osservo mentre mi lascia un po' di spazio e improvvisamente sento freddo. Quando realizzo quello che abbiamo fatto, inizio a scuotere la testa. Samantha... Lui sta con un'altra e rabbrividisco per la parte che ho avuto in questa storia.

Ethan rompe il silenzio, guardandomi dritto negli occhi. La sua espressione, da rilassata si fa combattuta e poi dice: «Riesco a vedere quanto ne sei pentita da qui».

Incapace di dire una parola, continuo a guardarlo e poi vengo lasciata da sola in acqua. Lo osservo mentre raggiunge la sua sdraio, si asciuga, si veste e lascia la piscina voltandomi le spalle.

Scoppio a piangere perché mi sento in colpa. Non per ciò che abbiamo fatto, perché tutto quello che facciamo è meraviglioso, ma per le conseguenze che avrà il nostro gesto. La colpa è mia per aver lasciato che accadesse. Lui è fidanzato e Samantha è così dolce che non meriterebbe mai di essere pugnalata alla spalle in questa maniera. Come farò a guardarla? A guardare lui... Come dovrei comportarmi da questo momento in poi?

Tiro su col nasco ed esco dalla piscina. Ancora bagnata, mi infilo nel vestito e, con le scarpe in mano, scendo in camera a piedi nudi. Dopo aver lavato via l'odore di Ethan dal mio corpo, mi infilo a letto e, senza rendermene conto, inizio a singhiozzare. Sento qualcuno entrare nel mio letto e le braccia di Emily mi avvolgono, stringendomi a sé.

«Ho fatto un casino, Emily» singhiozzo sotto voce, cercando di non svegliare le altre. «Con Ethan».

«Shhh. Non piangere, Cami. È tardi, dormi e domani ne parliamo».

Annuisco e lascio che la mia amica mi consoli, stringendomi a sé e piango nuovamente fino ad addormentarmi.

L'indomani, decido di saltare l'escursione, fingendo un dolore allo stomaco. Non ho voglia di passare del tempo con Ethan e non so se riuscirei a guardare Samantha in faccia, dopo la scorsa notte.

Fingo di dormire finché tutti non lasciano la camera e, non appena sono da sola, mi alzo e raggiungo il ristorante dell'hotel per fare colazione. Dal momento che è già tardi, quando arrivo in piscina, fatico a trovare una sdraio libera, ma qualcuno che conosco, richiama la mia attenzione.

Quando raggiungo Dean, chiedo: «Sei rimasto qui anche tu?».

«Sono stato male tutta la notte. Pensavo che un giorno di riposto mi avrebbe fatto bene».

Sono contenta che la mia scusa potrà sembrare credibile adesso. Dean mi fa posto sulla sua sdraio e mi siedo dal lato opposto suo. Mi calo gli occhiali da sole sul naso, sperando che non si sia accorto delle enormi borse che ho sotto gli occhi.

«Tu perché non sei andata con loro?» chiede.

«Non mi sentivo tanto bene» mi limito a dire, cercando di sembrare credibile.

«Sicura?» indaga.

Annuisco e lui mi osserva dubbioso. So che sospetta qualcosa, ma se lo fa non lo dà a vedere. Chiacchero con Dean del più e del meno e quando tocchiamo l'argomento "Jules" il suo viso si illumina. Inizia a parlare della sua ragazza senza sosta e mi incupisco quando mi racconta le cose belle che hanno condiviso insieme.

«Se avessi saputo che avresti fatto quella faccia, certe cose me le sarei tenuto per me».

«Non sei tu, Dean. È che sono...» inizio.

«Ethan ha colpito ancora, eh?».

«Cosa? No! Che vorresti dire?» chiedo allarmata.

«Lui me l'ha detto».

«Cosa ti ha detto?».

Impallidisco per la vergogna, ma non c'è nulla nell'espressione di Dean che mi faccia intuire quanto sia schifato da me. Anzi, non mi giudica e continua a parlare. «Ieri notte, quando è tornato in camera, ero sveglio e stava facendo un gran baccano. Ha iniziato a rovistare nel mini bar e ha tirato fuori una bottiglia di tequila per berla in terrazza, e tu sai che lui odia la tequila. Sono stato fuori con lui per tutta la notte, ma non ha voluto parlare finché non si è sciolto e mi ha raccontato tutto».

Mi copro il volto con le mani e cerco di reprimere l'ondata di pianto che incombe. «Sono una persona orribile».

«Se vogliamo dirla tutta, tu non hai tradito nessuno. E poi, è successo» dice Dean, stringendosi nelle spalle. «Era inevitabile, Cami. Tra voi c'è sempre stato questa sorta di amore impossibile e state facendo solo quello che vi suggerisce il vostro cuore. Non voglio giustificarlo per quello che ha fatto a Samantha. So che sta facendo le cose in maniera disordinata. Insomma... Prima l'anello, poi...».

«Aspetta» lo interrompo. «Quale anello?».

«Ho detto anello? Ho sbagliato» dice nel panico più totale.

Si vede che Dean vorrebbe riparare al suo danno e che quella parte non avrebbe dovuto lasciarsela scappare dalla bocca. Tremo dentro perché non riesco ad immaginare che Ethan voglia sposare Samantha qui, dopo soli sei mesi di relazione. Questa volta, non riesco a trattenere le lacrime e scoppio a piangere.

«Cami, non piangere» mi consola impacciato. «Maledetto! Che cazzo ho fatto? Cami, per favore».

«Tu non hai fatto niente» lo rassicuro, tirando su col naso. «Sono stata io ad andarci a letto insieme, mentre lui già pensava di sposare un'altra che non sono io. Io lo amo, Dean e non gliel'ho mai detto».

«Lo hai fatto, Cami».

«Che dici? Non l'ho fatto, Dean».

«Non lo ricorderai. Ethan mi ha raccontato che nelle scorse settimane è venuto da te, di mattina» spiega. «E evidente che ti sarà sfuggito in dormiveglia, non lo so».

Ricordo quella mattina, quando mi sono addormentata sul divano, sulle sue gambe, e più tardi mi sono ritrovata nel letto. E ricordo ancora più vividamente il sogno che mi mostrava una realtà della mia vita amorosa del tutto opposta a quella attuale e del tutto utopica. Ethan e io insieme che ci amavamo ed eravamo felici.

«Lui mi ha detto di averti chiesto se eri sveglia e poi non gli hai più risposto».

Perfetto! Un'umiliazione dopo l'altra. Guardo Dean, vergognandomi per tutto quello che ho fatto da quando so che Ethan sta con un'altra. Gli ho detto che lo amo, ho passato del tempo con lui dopo che Samantha era tornata a Richmond, ci ho dormito insieme ritrovandomi avvinghiata e lui e ci stavamo quasi per baciare e - ciliegina sulla torta - ci ho fatto l'amore pur sapendo che non era mio. Certo, Ethan non mi ha mai fermata, ma io mi sono comportata da vera idiota. Non so cosa mi è passato per la mente la scorsa notte, so solo che l'ho seguito in piscina perché volevo passare un po' di tempo con lui. Non pensavo che le cose si sarebbero evolute in questa maniera e pensavo di avere un po' più di autocontrollo, ma ho fallito miseramente. Sapevo solo che quello che stavamo facendo era giusto, mentre adesso mi rendo conto che è stata solo una pessima idea.

Scuoto la testa, sconcertata da me stessa e vorrei vomitare, ma riesco solamente a iniziare a singhiozzare di nuovo. Se dopo due giorni di vacanza sono ridotta così, non oso immaginare come riuscirò a sopportare i prossimi otto giorni.

«Non sentirti in colpa se lo ami».

Comunque, Dean riesce a farmi risollevare il morale e, dopo esserci rilassati in piscina, aver pranzato insieme ed esserci riposati nelle nostre camere, decidiamo di vederci nella hall dell'hotel alle sei per raggiungere la strip e fare un giro sulla ruota panoramica. Peccato che i nostri piani vanno a rotoli proprio nel momento in cui vedo i nostri amici e i miei occhi incrociano quelli di Ethan.

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