Capitolo 44

Cami
Mi sentivo in paradiso, finché non ho aperto gli occhi e mi sono trovata tra le braccia di Ethan. Mi spiego meglio, quando mi sono accorta del suo viso a pochi centimetri dal mio, mi sono sentita catapultata a due anni indietro, quando ci svegliamo abbracciati insieme quasi tutte le mattine. Adesso, questo non avrebbe dovuto succedere e mi pento di non aver creato tra noi una barriera di cuscini. Ethan mi aveva detto che non mi avrebbe toccata, ma lo sta facendo con tutto se stesso. Sento tutto il suo corpo che aderisce al mio e per tutto intendo proprio tutto. Comunque, dal momento che quest'occasione non si ripresenterà più, mi prendo qualche minuto in più per godermi il suo abbraccio. So che mi sto comportando da "sfascia famiglie", ma sto troppo bene qui adesso.
Purtroppo però, il momento magico  viene spezzato dal mio deficiente compagno di letto che se la sta ridendo e apre gli occhi, sveglio già da un po' presumo.

«Certo. Sei sveglio».

«Solo da qualche minuto» dice la sua voce sexy assonnata.

«Lasciami andare».

Ethan alza le mani per farmi notate che qualcos'altro ci tiene incollati.

«Guarda che sei tu che mi hai arpionato con le tue gambe».

Certo. Idiota, Cami! Mi sono avvinghiata a Ethan come una specie di cozza. Sciolgo il nostro contatto e sfioro Ethan per sbaglio. Di colpo, la sua espressione si fa immediatamente seria e i suoi occhi non lasciano mai i miei.

Mi scuso, ma Ethan fa qualcosa che non dovrebbe fare, perché lui ha una ragazza e, anche se tra di noi non è successo nulla questa notte, questa situazione è una palese mancanza di rispetto per Samantha.

«Cami...» sussurra, accarezzandomi una guancia. Il viso di Ethan si avvicina pericolosamente sempre di più al mio, tant'è che riesco a sentire il suo fiato sulle mie labbra.
Dovrei scansarmi, ma qualcosa mi impedisce di muovermi. E quel qualcosa è la smania di sentire le labbra di Ethan sulle mie. Poi, la sua bocca mi sfiora solamente le labbra e poi vira sulla mia guancia e finalmente posso iniziare a respirare di nuovo.

Mi maledico perché sono talmente debole che mi sarei fatta baciare. Perciò, in collera con me stessa, mi allontano da lui, esco dal letto e dico: «Hai una ragazza».

«Già. Ho una ragazza» concorda con me, passandosi le mani sul volto.

Si vede che anche Ethan è del tutto spiazzato dal suo stesso gesto, quindi, dopo essersi rivestito, non si ferma per la colazione, ma raggiunge subito l'uscita. Lo guardo dalla finestra finché non risolve il suo problema e poi posso iniziare a respirare regolarmente.

Nei giorni successivi, cerco di stare più lontana possibile da Ethan. Lui sembra fare lo stesso, tranne nei momenti in cui non ne possiamo fare a meno. Per esempio quando le nostre famiglie si ritrovano a mangiare insieme.

La settimana seguente, invece, rientro a lavoro a tempo pieno. Sto in ufficio più che posso e cerco di recuperare il tempo perduto. A volte, con qualche difficoltà, ma posso sempre contare sull'aiuto di mio padre.

Venerdì, invece, mi preparo a rivedere Aaron che, come un orologio svizzero, è puntuale all'appuntamento. Discutiamo delle migliori opzioni di investimento e concludiamo l'accordo con un pranzo al ristorante.

«Strano che una donna brillante come te sia ancora single» dice sicuro di sé, allentando il nodo alla sua cravatta.

«Cosa te lo fa pensare?» chiedo, sorseggiando il mio vino rosso.

«È abbastanza evidente, no? Sei bella, sei brillante... Nessuno con un po' di intelligenza si lascerebbe sfuggire una come te».

Nessuno tranne Ethan. Be', tra noi gli eventi hanno preso una brutta piega per causa mia, ma adesso sarei pronta a riaverlo. Peccato che lui abbia un'altra.

«Evidentemente non sono poi così brillante, altrimenti avrei già qualcuno» mi commisero a voce alta, maledicendomi per averlo fatto davanti a Aaron.

«Se questa situazione ti dà così tanto fastidio, possiamo rimediare subito. Mi offro volontario».

Aaron flirta e quando lo fa mi abbaglia con il suo sorriso. È carino, con i suoi dolci occhi marroni e non smette mai di guardarmi. Non gli do modo di continuare quella conversazione e ci salutiamo promettendoci che ci vedremo. Inoltre, mi lascia il suo numero di cellulare e poi aggiunge: «Chiamami quando vorrai uscire con qualcuno».

Nelle sere successive ci incontriamo per caso, una volta e Blue Smoke - sotto gli occhi curiosi di Ethan - e qualche giorno dopo da Angelina's. Rifiuto il suo invito di rimanere a pranzo perché ho un appuntamento con Alex per fissare l'orario per il giorno del matrimonio e il fato vuole che incontro Ethan proprio davanti il ristorante.

Dal momento che sono di fretta, lo saluto senza fermarmi a parlare, ma la sua mano forte ferma la mia corsa.

«Sempre di fretta, eh, Cami?».

«Già, Alex mi sta aspettando e sono in ritardissimo!» esclamo.

«Alex il fotografo?» chiede curioso.

Sorrido tra me e me perché mi sembra di notare uno scorcio di gelosia nella sua voce e contemplo l'idea di fargli credere che Alex sia un maschio, ma opto per la verità perché probabilmente la mia è solamente immaginazione.

«No, Alex è una ragazza e se non mi sbrigo a raggiungere il suo studio rovinerò il giorno più bello della vita di Elia» ribatto, sottraendo mi dalla sua presa. «Ci vediamo stasera, Ethan».

«Stasera non ci sarò» dice.

«Perchè?» chiedo, soffermandomi per un momento.

«Samantha ha anticipato la sua partenza e arriverà questa sera. Magari faremo un salto al Blue Smoke dopo, se non sarà troppo stanca».

Grande! Samantha arriva una settimana prima del previsto e io mi dovrò sorbire la coppia felice una settimana in più prima della nostra partenza per Las Vegas. Perfetto.

«Okay» annuisco con il sorriso tirato. «Ci vediamo, in caso».

E scappo via. Ma questa sera, nel caso Ethan dovesse presentarsi al locale con "Sammy", non mi farò trovare impreparata. No, perché ho intenzione di usare il numero di Aaron.

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