Capitolo 28

Ethan
Ho fatto di tutto in quest'ultimo anno per riuscire ad avere un momento con Cami, ma ero più che sicuro che le escogitava tutte per evitarmi. Tra tutte le volte che sono tornato a New York, sono riuscito a vederla una sola volta, ma solamente da lontano. Quel giorno, il mio stomaco si contorse tutto perché non immaginavo che dopo sei mesi dalla nostra rottura lei avesse già trovato qualcuno. Parlando con Elia ho saputo che si sarebbe recata al Blue Smoke quella sera e il mio pensiero era solo quello di farle una sorpresa. Solo che quando sono arrivato al locale la prima cosa che vidi fu lei che parlava in maniera molto intima con quel cazzone di Kevin. Sì, proprio quel coglione che le ha rovinato il primo appuntamento. Non avevo fatto altro che pensare tutto il giorno a quel momento, a quando l'avrei rivista e avrei fatto di tutto per convincerla a darci un'altra possibilità... Invece, le mie aspettative andarono in fumo perché non fui nemmeno capace di farmi vedere. Ero talmente incazzato e deluso che sono ritornato a casa e poi sono ripartito per Charlotte il prima possibile.
Non riuscivo a pensare ad altro. Poi, parlando con Elia mi sono tranquillizzato. Mi ha assicurato che Cami non si vedeva con nessuno e che non glielo avrebbe permesso. Da quel giorno in poi, le cose andarono un po' meglio per me. Non bene, però, perché Cami era il mio pensiero fisso.
Vederla oggi invece è stata prima una gioia e poi una delusione. Quando mi ha aperto la porta e vedere il suo sorriso e poi sentire il suo abbraccio, mi ha fatto tirare un sospiro di sollievo. Non pensavo che mi si sarebbe letteralmente buttata addosso, così dopo un anno ho sperimentato di nuovo cosa significa avere un contatto fisico con una donna. Poi le cose sono cambiate. Mi è sembrato di rivivere la nostra ultima conversazione dove lei mi lasciava ed è quello che ha fatto in questo preciso istante: è uscita dal suo appartamento, lasciandomi impalato davanti l'ingresso. Per un momento però ho creduto che mi avrebbe baciato.
Questa volta però, non avrò rimpianti, non me ne andrò solamente perché lei decide che sarà così. Voglio lottare per lei, con le unghie e con i denti e se davvero crede che per noi non c'è speranza, lascerò perdere, ma non prima di essermi accertato che è davvero ciò che vuole.

Per questo non perdo tempo e la seguo, chiudendomi la porta alle spalle. Quando la raggiungo in strada, sta sistemando i lacci del casco per indossarlo.

«Cami, aspetta» la chiamo col fiatone.

«Devo andare a lezione, Ethan. Sono in ritardo».

«No» insisto. «Devo parlarti».

«Lo capisco. Non ci vediamo da parecchio e abbiamo tante cose da raccontarci, ma devo proprio scappare. Per quanto tempo resterai? Avremo sicuramente tempo».

A quel suo commento superficiale, le strappo il casco dalle mani e le sottraggo anche la chiave. La sua espressione scioccata parla da sola, ma la interrompo prima ancora che inizi a protestare.

«Infatti, non ci vediamo da un anno e mi tratti con sufficienza».

A quel punto Cami sembra rendersi conto di aver sbagliato e si scusa. Scende dalla moto e mi invita a seguirla nuovamente nel suo appartamento. Sono felice che non ci sia Elia, altrimenti avremmo destato parecchi sospetti.

Quando siamo al sicuro dal mondo esterno, mi avvicino a Cami e provo a baciarla e, dal momento che lei non sembra volersi scansare, vado fino in fondo. Ci baciamo come se non lo facessimo da tanto - il che è vero - con urgenza, come se non aspettassimo altro che questo. Lo sapevo che avevamo delle cose in sospeso che non si sarebbero dissolte facilmente.
Cami mugugna tra le mie labbra e mi passa le mani lungo la schiena e poi si ferma mi colpo.

«Cazzo!» impreca a bassa voce.

È così bella con le labbra gonfie e arrossate dei miei baci. Si limita a scuotere la testa e guardarmi con gli occhi sbarrati. Dal canto mio sono più che tranquillo. Era inevitabile che succedesse - anche se ho iniziato io e lei non si è tirata indietro - e forse è un po' sconvolta per aver risposto con lo stesso impeto.

«Cosa stiamo facendo?» chiede poi.

«Quello che abbiamo sempre voluto» dico con tranquillità.

Quello che c'è tra noi è autentico e ci viene talmente naturale che sembra che non ci siamo mai allontanati. Questo Cami non l'ha ancora capito e se ha bisogno di dimostrazioni glielo dimostrerò. Fosse l'ultima cosa che farò prima di trasferirmi a Richmond.

Sto per avvicinarmi nuovamente a lei quando alza una mano e arresta la mia corsa. «Aspetta, Ethan» inizia. «Ho bisogno di capire cosa sta succedendo. Non puoi piombare qui all'improvviso e poi baciarmi come se l'ultimo anno non fosse mai esistito».

«L'ultimo anno per me è come se non fosse mai esistito. Come se non ci fossimo mai separati». Poi però mi sorge un dubbio. Per me è esistita solo lei in quest'ultimo anno, ma per lei? «Hai un ragazzo? Per questo sei così frenata?» chiedo, avendo  paura della sua risposta.

«Cosa? No! Certo che no!» ribatte come se l'avessi offesa.

«E allora che diavolo ti prende?!» chiedo esasperato.

«Non lo so» dice, portandosi le mani al volto.

Così la abbraccio e la tengo stretta. Cami, inizialmente rigida, si rilassa e mi abbraccia a sua volta.

«Per quanto tempo rimarrai questa volta?» chiede contro il mio collo, provocandomi solletico.

«Starò qui fino a Gennaio».

«Tre mesi interi».

«Tre mesi interi a nostra disposizione» azzardo.

A quell'affermazione Cami scioglie l'abbraccio e mi osserva, combattuta sul da farsi. Poi, mi sorride forzata così le accarezzo la guancia. Lei si abbandona al mio tocco, chiudendo gli occhi, così ne approfitto per baciarla nuovamente. E poi ci ritroviamo senza vestiti addosso.

© TUTTI I DIRITTI RISERVATI


Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top