Capitolo 21
Cami
1° giorno di convivenza con Ethan.
Ethan ha preso momentaneamente la camera di Elia e Haley e si sveglia tutte le mattine dopo di me. Utilizza il bagno e poi mi raggiunge in cucina - rigorosamente il boxer - e facciamo colazione insieme. Mi passa il tempo a reprimere la mia curiosità di ammirarlo e lui non fa altro che sorridermi e io divento scema. Poi si veste, esce di casa per andare in palestra e quando rientra lo fa sudato e luccicante e più bello che mai. Ancora, faccio di tutto per non guardarlo e lui sorride. La sera non esce, si limita a farmi compagnia mentre guardo la TV e lui è nuovamente a petto nudo.
2° giorno di convivenza con Ethan.
Ethan mi raggiunge nuovamente in cucina in mutande e facciamo colazione insieme mentre parliamo dei nostri progetti per l'estate. Questa volta non esce, rimane a casa e fa ricerche al computer sempre mezzo nudo. Sta cercando un appartamento e di tanto in tanto mi rende partecipe delle sue cose, per cui sono costretta ad avvicinarmici. Stufa di tutta quella pelle scoperta, mi rintano in camera mia per poi, a ora di cena, evadere e scoprirlo ai fornelli con il solo grebiule addosso.
3° giorno di convivenza con Ethan.
Ethan non capisce che non è una buona abitudine stare in casa in mutande, ma questa volta glielo dirò, sì. Solo che questa mattina fa colazione in un secondo ed esce per andare in palestra. Di nuovo, al suo rientro è bagnato dal sudore, ma non si ferma molto perché, dopo essersi fatto la doccia, esce di casa. Al suo rientro, intorno alle nove di sera, mi fa una sorpresa, presentandosi a casa con una deliziosa torta alle fragole. Non mi dà nemmeno il tempo di prendere i piatti che la sua maglia sparisce ed eccolo nuovamente a torso nudo.
Ed eccomi al 4° giorno di convivenza con Ethan. Questa mattina la cosa è più che evidente perché nel momento esatto in cui sento i suoi passi in corridoio, e dopo aver alzato lo sguardo, gli occhi mi cadono involontariamente sulla sua sporgenza e questa mattina la situazione è davvero insostenibile.
«Ethan» inizio categoria. «Se vogliamo andare d'accordo, ci servono delle regole».
Ethan
1° giorno di convivenza con Cami.
Cami si fa trovare tutte le mattine in cucina a fare colazione, immancabilmente con il suo pigiamino striminzito e i suoi capelli scompigliati. Tutte le volte che posso esco per evitare di sconfinare, ma quando non ne posso fare a meno sono costretto guardare le sue gambe che girano nude per casa.
2° giorno di convivenza con Cami.
Cami si fa trovare nuovamente con il suo pigiamino, ma questa volta la trovo piegata, che si tocca le punte dei piedi per il suo abituale stretching mattutino. Tra un po' le si vedranno le mutandine se continuerà così. Per non parlare del fatto che, non appena si alza, per mettersi dritta e voltarsi nella mia direzione, è palesemente senza reggiseno. Per fortuna, poi, rimane in camera sua per il resto della giornata.
3° giorno di convivenza con Cami.
Cami il terzo giorno è completamente vestita - anche se ha addosso un prendi sole che le copre a malapena le cosce - e vorrei restare un po' con lei, ma ho delle faccende da sbrigare riguardante il tirocinio che svolgerò ad ottobre. Rimango tutto il giorno fuori, ma la sera, quando rientro in casa con una torta alle fragole solo per lei, mi salta addosso, avvingghiando le gambe intorno ai miei fianchi. Purtroppo - anzi, per fortuna - mi è impossibile non metterle le mani sulle cosce, altrimenti la farei cadere per terra, ma sto molto attento a non farle sfiorare il mio bacino quando la metto giù.
Al 4° giorno di convivenza con Cami, la becco a fissarmi i boxer bianchi e quando i nostri occhi si incontrano le faccio l'occhiolino. La vedo mentre sbuffa e poi dice: «Ethan, se vogliamo andare d'accordo, ci servono regole».
«Mi leggi nel pensiero? Lo stavo pensando anche io» concordo sincero.
«Regola numero uno: tu non girerai in boxer per casa» afferma decisa.
«E tu ti coprirai le gambe e indosserai il reggiseno» ribatto.
Al mio commento, Cami sbarra gli occhi e spalanca la bocca, poi incrocia le braccia al petto per coprirsi. Anche questa mattina non ce l'ha, anzi, ha reso il tutto molto più interessante perché ha indossato una canottiera bianca. Non che mi dispiaccia vederla così, ma tenere le mani a posto si sta rivelando abbastanza difficile e lei mette a dura prova il mio autocontrollo.
«Hai altre regole?» chiedo.
«Sì. Devi anche indossare la maglietta».
Sorrido divertito e compiaciuto e, dal momento che Cami si sta divertendo così tanto a imporre regole, anche io imporrò le mie.
«Okay. E tu non ti farai trovare tutte le mattine col sedere in aria».
«Sei un pervertito, Ethan» dice, guardandomi di traverso.
«Perchè tu hai un bel sedere».
Non faccio in tempo a scansarmi che Cami mi lancia una manciata di cereali addosso che mi arrivano dritti sul petto. La guardo con un ghigno malvagio stampato sul volto, mi avvicino a lei che nel frattempo indietreggia.
«Qualunque cosa tu stia pensando, Ethan, sappi che è una pessima idea».
«Secondo me ti piacerà». E in due grandi falcate la raggiungo e la afferro da sotto le cosce, per poi caricarmela sulla spalla.
Cami si dimena, urla e mi colpisce alla schiena e quando capisce le mie intenzioni inizia ad urlare ancora più forte. Raggiungo così il bagno e scosto la tenda della doccia per poi entrarci dentro. Metto giù Cami, tenendola ben stretta contro il mio petto e con una mano afferro il soffione e apro l'acqua. Una piaggia fredda ci investe e urlo anche io per la sorpresa. Cami cerca di sfuggirmi e facendo così non fa altro che sfregare il suo corpo sul mio e di conseguenza mi fa eccitare. E poi sbatte la testa contro le piastrelle e calma la sua folle protesta. Le sue urla cessano e, mentre chiudo l'acqua, le chiedo: «Ti sei fatta male?».
Lei scuote la testa in silenzio. Mi guarda intensamente e anche io faccio lo stesso. È interamente bagnata, con goccioline d'acqua che le percorrono tutto il corpo. E poi faccio la cosa più sbagliata che avessi mai potuto fare. Sposto il mio sguardo sul suo petto, dove quella sottilissima canottiera bianca le si è appiccicata addosso, mostrandomela senza barriere. «Cami... Sei...» inizio. Poi le parole mi muoiono in gola.
Vorrei dirle quando è bella e quanto vorrei averla, ma la sola cosa che riesco a fare è buttarmi a capofitto sulle sue labbra.
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