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Deddy ha la testa appoggiata sulla mia spalla, mentre alcune lacrime scendono lungo il suo volto. Io nel frattempo gli accarezzo i capelli, cercando di tranquillizzarlo. Rosa è stata la seconda eliminata della serata e lui ancora non è riuscito a realizzare il tutto.
Ognuno di noi è intorno a lui, pronto a confortarlo mentre la sua ragazza chiude l'ultima valigia. Tra me e Rosa non c'è mai stato un buon rapporto ma sicuramente vedere Deddy in questo stato mi spezza il cuore.
Anche Alessandro è davanti a noi, pronto a supportare il suo amico. Ogni tanto ci lanciamo qualche sguardo ed io sono sicura che lui abbia perfettamente capito la necessità che go di restare al fianco del cantante, perché è a conoscenza dell'amicizia che ci unisce. Non sembra arrabbiato con me in questo momento, forse è deluso e lo capisco perfettamente.
Avrei dovuto dire qualsiasi cosa, qualsiasi, tranne restare in silenzio...quello non avrei proprio dovuto farlo.
«Ragazzi sto bene...» singhiozza Deddy, facendoci sorridere tutti perché sicuramente non è la verità. Si vede che sta male ed in questo momento sembra un bambino indifeso.
Rosa a quel punto entra nella stanza ed io rispettosamente mi faccio da parte, lasciandoli abbracciare.
«È il momento di levarci dalle palle» commenta sarcasticamente Luca, mentre tutti annuiamo d'accordo.
Infatti pian piano, uno per volta, usciamo dalla camera lasciando i due fidanzati da soli, intenti a baciarsi per dirsi addio almeno per qualche settimana.
Tutti iniziano a commentare la puntata ed anche Tancredi al mio fianco parla della sua esibizione, del punto perso, ma io sinceramente non lo sto ascoltando perché i miei occhi sono fissi su Alessandro intento a parlare con Sangio e Raffaele.
Sospiro, passandomi una mano sul volto.
Mi scuso con il cantante di Las Vegas e mi allontano da lui, per poi avvicinarmi al ballerino che appena mi vede, smette immediatamente di ridere. «Possiamo parlare?» domando a bassa voce, quasi con timore. Sangio lo guarda e gli fa cenno di accettare, dunque Alessandro annuisce quasi come se si sentisse obbligato.
A passo svelto usciamo dalla casetta per poi fermarci in giardino, in piedi, solamente noi due.
Mi torturo le dita, non sapendo come iniziare il discorso ma poi mi rendo conto che forse non c'è proprio nulla da dire. Eravamo davanti a milioni di spettatori, dopo aver improvvisato una coreografia nel bel mezzo di una sfida a squadre che avrebbe decretato un probabile secondo eliminato, non poteva pretendere che io ragionassi lucidamente.
Sospiro nuovamente, poi mi volto verso di lui, guardandolo finalmente negli occhi. È vestito completamente di nero e ha le mani in tasca, quasi come se stesse creando uno scudo dietro il quale ripararsi.
Io sorriso dolcemente. È così bello.
«Beatrice ascolta, io-»
Alessandro prova a parlare, ma io non glielo permetto perché in uno slancio veloce mi butto addosso al suo corpo, circondando il suo collo con le mie braccia e senza dire nulla poso le mie labbra sulle sue. Per qualche secondo il suo corpo rimane rigido e sorpreso, non aspettandosi minimamente il mio gesto.
Poi, molto lentamente, le sue mani si posano sui miei fianchi, attirandomi più vicina a sé.
Il bacio diventa più intenso mentre le nostre lingue si uniscono in una danza delicata.
Lui sorride sulle mie labbra ed io faccio la stessa cosa. «Ti amo anche io Ale» biascico.
A quel punto le sue mani scendono sempre più in basso, fino a trovarsi sulle tasche posteriori dei miei pantaloni. Le mie dita invece si insinuano delicatamente tra i suoi capelli nel momento in cui le sue labbra dalla mia bocca si postano sulla guancia, poi sulla mandibola ed infine sul collo.
«Sei» mi lascia un bacio sul collo «Bellissima» un altro bacio. Io ridacchio. «In questo momento vorrei non ci fossero telecamera» scherza, facendo aderire maggiormente il mio corpo al suo per farmi capire il perché della sua affermazione.
Arrossisco leggermente. «Ale!» sorrido, colpendolo leggermente sulla spalla.
«Che c'è?» si difende lui, lasciandomi un bacio sul naso «Sono in questa scuola da gennaio, non è mica colpa mia!» ride, sollevandomi leggermente per poi far agganciare le mie gambe intorno al suo bacino. Poi ad un certo punto, mentre con una mano mi tiene saldamente ancorata a sé, utilizza l'altra per posarla sul microfono ed occluderlo, invitando me a fare la stessa cosa.
«In bagno non ci sono telecamere però» commenta, sempre a bassa voce.
Scoppio a ridere, appoggiando il mio volto nell'incavo del suo collo.
«Ragazzi i microfoni!» ci richiama la produzione, quasi divertita quanto noi.
«Scusateci, era una comunicazione importante!» risponde Alessandro, mentre io non riesco a trattenere le risate.
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Ed eccoci qui! Ora secondo voi cosa succederà?
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