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Sono davanti allo specchio in sala prove ed Alessandro è alle mie spalle, seduto contro il muro in religioso silenzio. Abbiamo parlato poco negli ultimi due giorni e non posso negare che mi faccia male. Non so bene cosa gli sia preso e perché abbiamo discusso rispondendoci in quel modo, fatto sta che questa volta nom sarò io a scusarmi perché in passato ho fatto sempre io il primo passo indietro con lui.

«Buongiorno ragazzi, pronti ad iniziare?» ci saluta Andreas facendo il suo ingresso.

Io mi limito ad annuire facendogli un cenno con la testa mentre Alessandro si alza in piedi, salutandolo a sua volta.

«Oh raga, avete delle facce che sembra che state andando al patibolo» ci prende in giro Müller mentre un lieve sorriso si fa spazio sul mio volto. «Questa sarà una comparata che però ballerete insieme, insomma serve sintonia tra di voi» spiega, iniziando a togliersi la felpa. Io annuisco di nuovo, poco convinta della situazione. Tra me ed Alessandro nelle ultime 48 ore c'è stato di tutto fuorché della sintonia, quindi mi piacerebbe sapere come faremo oggi a provare questa coreografia.

«Iniziamo dai» batte le mani Andreas «Ale posizionati davanti a lei» inizia ed il ragazzo fa esattamente quello che gli è stato ordinato.

Mi guarda attentamente mentre io trattengo il respiro. «Avvicinati» dice poi Andreas, spingendolo leggermente verso di me.

Siamo troppo vicini, per l'ennesima volta.

«Perfetto. Ora inizia a sfiorarla delicatamente...» sussurra il nostro coreografo ed Alessandro inizia a posare dolcemente la mano sul mio volto, accarezzando la mia guancia fino a scendere lungo il collo dove si sofferma per un tempo che a me sembra infinito. Poi passa alla spalla e al braccio, fermandosi quando la sua mano raggiunge il mio fianco.

Io non smetto di guardarlo neanche per un secondo e sono sicuro che lui possa riuscire a sentire i battiti del mio cuore.

«Bea tu ora dovresti aggrapparti alle sue spalle, lui ti solleva e fate una giravolta» continua Andreas ed io deglutisco a vuoto.

Poso titubante le mie mani sul suo corpo ed immediatamente sento le sue braccia stringe il mio per poi sollevarlo. È una sensazione diversa dalle altre volte in cui ci siamo abbracciati perché percepisco l'insicurezza nei suoi movimenti.

«Ragazzi» ci interrompe Andreas ed immediatamente Alessandro mi mette giù. «State interpretando una coppia che finalmente capisce di amarsi e di voler passare il resto della vita insieme. Questo deve trasparire okay? Perché a me sta arrivando solamente una sensazione di due persone che non vorrebbero essere qui» ci ammonisce senza rabbia, come solo lui sa fare.

Alessandro annuisce, io questa volta no.

Andreas incrocia le braccia al petto. «Non mi sembrate convinti. Quindi proviamo una cosa» asserisce, facendo un passo verso di noi «Bea, dimmi una cosa che ti piace di Ale»

«Eh??» domando incredula, non aspettandomi minimamente questa conversazione.
Andreas però non parla, si limita a guardarmi come ad incitarmi a rispondergli. «Ma non lo so...» gesticolo rendendomi conto che anche Alessandro mi sta osservando attentamente.
Inizio a sentire improvvisamente caldo e capisco di essere sul punto di imbarazzarmi.

«A te Ale cosa piace di lei?» Andreas sposta allora l'attenzione sul ballerino che sorride leggermente.

«Questo» risponde immediatamente, indicandomi. Lo guardo confusa.

«Questo?» ripete Müller.

«Si, questo» bisbiglia «Questo suo modo di essere impacciata, di imbarazzarsi e di gesticolare» sussurra, non guardandomi.

Non so bene cosa mi prenda, ma sento un nodo formarsi in gola. È ovvio che io e lui non siamo in grado di avercela l'uno con l'altro, ma nonostante ciò continuiamo a fare gli orgogliosi.

«Tocca di nuovo a te Bea» mi ricorda Andreas e mi rendo conto di dover dire anche la mia.

La risposta più semplice sarebbe "tutto", perché si, a me piace davvero tutto di lui.
Dalla cosa più insignificante al suo pregio più raro.

«Mi piacciono i suoi occhi» dico, sembrando inizialmente superficiale. «Ma non il colore o la forma» aggiungo immediatamente attirando l'attenzione di entrambi i ballerini. «Mi piace quello che riesco a vedere attraverso i suoi occhi» la voce inizia a tremare, quasi come se avessi paura di esprimere le mie emozioni. «Ogni volta che lo guardo, mi vedo diversa» prendo un respiro profondo «Mi vedo bella»

«Forse perché lo sei davvero» replica Alessandro «Ed io ti vedo esattamente così» mi sorride. In quel momento capisco che essere arrabbiata con lui è impossibile e che basta un suo semplice sguardo per farmi capire il perché dal primo giorno ho scelto lui.

Andreas sorride soddisfatto mentre la sala cala nel silenzio più assoluto, mentre io ed Alessandro non riusciamo a smettere di guardarci.

«È proprio questa la complicità che voglio vedere» interviene poi Muller, indicandoci entrambi. «Lavorate bene sul primo pezzo, io tornerò domani» ci informa, prima di uscire e lasciarci da soli.

«Mi dispiace per l'altro giorno» si scusa immediatamente Alessandro.

Io abbasso lo sguardo. «Dispiace anche a me» ammetto.

«È che ultimamente è tutto complicato. Non solo devo pensare al serale, ma anche alla storia di Enula» sospira.

«Enula?» chiedo confusa.

Lui annuisce, poi su blocca. «Giulia non ti ha detto nulla?» domanda titubante.

Scuoto la testa. «Enula ieri ha ammesso di provare qualcosa per me» dice e sento qualcosa spezzarsi dentro di me.

«E tu?» ribatto immediatamente.

Lui mi guarda. «Io cosa?» sorride.

«Tu provi qualcosa per lei?» azzardo e per poco Alessandro non scoppia a ridere.

«Perché se fosse?» mi provoca, facendo un passo verso di me.

«Non ci sarebbe nulla di male» mento, cercando di non fargli capire quanto io in realtà ci stia male.

«Quindi ti andrebbe bene» asserisce facendo un altro passo verso di me.

«Certo» rispondo senza neanche riflettere.

Alessandro mi osserva attentamente, come se mi stesse studiando, poi porta una ciocca dei miei capelli dietro l'orecchio. «Perfetto» sussurra, in maniera quasi sensuale ed io non capisco se lo stia facendo apposta. «Quindi mi appoggeresti in pieno se ci provassi con lei?» azzarda ed io d'istinto mi stringo nelle spalle.

«È una tua scelta Alessandro, non mia» mi difendo, cercando di recuperare le distanze.

Lui scoppia a ridere. «Mi hai davvero chiamato con il nome completo?» domanda retorico «Se mi chiami Alessandro e non Ale vuol dire che non sei proprio d'accordo» mi fa notare, toccandomi la punta del naso con il suo indice.

Mi sporgo in avanti per mordergli il dito ma i suoi riflessi da ballerino gli consentono di schivare il mio morso.

«Beh non posso decidere chi farti piacere» mi difendo.

«E se potessi decidere?» si morde il labbro «Chi secondo te starebbe bene con me?»

Rimango in silenzio, non capendo bene se tutto ciò sia una presa in giro per scherzare con me o se si aspetta davvero che io gli dica cosa frulla nella mia testa.

«Qualcuna che ti sappia capire» inizio, andando a recuperare il mio borsone, dato che ho solo voglia di tornare in casetta. «Qualcuna che veda in te altro, non solo un bel ragazzo» continuo, schiarendomi la voce mentre mi dirigo verso la porta. «Qualcuna che ami i tuoi difetti più dei tuoi pregi, qualcuna che voglia aiutarti a sconfiggere ogni tua debolezza» lo guardo «Qualcuna che abbia il cuore a mille ogni volta che ti sta accanto» concludo accennando un piccolo sorriso, per poi uscire.

La porta si richiude lentamente ed io vorrei davvero essermi immaginata tutto, ma la sua voce mi raggiunge forte e chiara.

«Qualcuna come te quindi» asserisce Alessandro, convinto che io non l'abbia sentito. Ed infatti fingo che sia così, fingo di non aver mai udito quella frase e continuo a camminare, con un nodo in gola.

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Nella realtà vi piacevano Enula ed Alessandro?

Ed invece, cosa ne pensate per adesso della storia?

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