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Sono appoggiata sul petto di Alessandro, mentre lui delicatamente mi accarezza i capelli, senza pronunciare neanche una parola.
La Maestra Celentano ha lanciato un guanto di sfida contro Martina ma Lorella, rendendosi conto che la ballerina non sarebbe stata in grado di affrontarlo, lo ha ceduto ad Alessandro e lui è ad un passo dallo scoppiare.
Questa settimana ha tante coreografie da preparare ed il fatto che debba anche affibbiarsi quelle degli altri lo altera, nonostante, educato com'è, non si è rifiutato, continuando a lavorare a testa bassa.
Io nel frattempo gli lascio dei leggeri baci sull'addome coperto dalla canottiera ma lo vedo completamente assorto nei suoi pensieri.
Anche Giulia, sdraiata nel letto accanto, si è accorta che qualcosa non va e dopo avermi lanciato un rapido sguardo, decide di alzarsi per lasciarci da soli. La ringrazio abbozzando un sorriso e lei mi fa l'occhiolino, capendo quanto il ballerino abbiamo bisogno del mio conforto in questo momento.
«Ale...» sussurro e lui mugola qualcosa di incomprensibile in risposta. «Tu sai vero che farai tutte le coreografie in maniera impeccabile?» domando, alzando leggermente la testa per poterlo guardare negli occhi.
Questa volta però lui rimane zitto.
«Ehi...» lo richiamo, mettendomi seduta con le gambe incrociate sul letto. «Mi fa male vederti così» dico, accarezzandogli una guancia mentre lui si mette entrambe le mani sul volto, sospirando rumorosamente.
Poi dopo qualche secondo, capisco perché si è coperto gli occhi ed un nodo mi si forma in gola. «Vieni qui» bisbiglio, sporgendomi verso di lui il quale immediatamente stringe il mio corpo tra le sue braccia, mentre le sue lacrime bagnano leggermente il mio collo. «Ale tu vali tantissimo, mettitelo in testa» aggiungo, dandogli un bacio sulla spalla. Poi mi allontano leggermente, prendendo il suo volto tra le mani. «Credimi quando te lo dico, perché non posso vederti stare così male quando sei uno di quelli che spacca di più qui dentro» ammetto, posando la mia fronte contro la sua.
Lui finalmente mi guarda e non credo di averlo mai visto così distrutto.
È un ragazzo che merita tanto e non vedo l'ora che venga ripagato di ogni sacrificio.
Ammetto che se vedessi lui alzare la coppa, per me sarebbe comunque una grandissima vittoria.
«Bea...» parla finalmente, attirando la mia attenzione «Tu ci sarai vero?» domanda ed io lo guardo leggermente confusa.
«Dove?» replico, ingenuamente, ancora a pochi millimetri dal suo volto.
«Fuori da qui» mi spiazza, facendomi fermare il cuore per qualche secondo.
«Perché non dovrei esserci?» rispondo, con la voce che trema leggermente.
Fa paura la vita fuori da qui, è naturale.
Ma di una cosa sono sicura, voglio avere Alessandro nella mia quotidianità per più tempo possibile.
«Perché ho visto tante persone qui dentro promettersi di esserci a vicenda per poi diventare degli sconosciuti» abbassa lo sguardo ed io immediatamente scuoto la testa, obbligandolo ad instaurare nuovamente un contatto visivo con me.
«Ale...io voglio viverti. Non voglio andarmene, non potrei mai, non con dei sentimenti così grandi» gli sorrido ma lui rimane serio.
«Io non ho mai detto ti amo» confessa «E se l'ho detto a te perché è qualcosa che non potevo controllare e ho paura che tutto questo si riveli essere un'illusione» sospira, cercando in tutti i modi di evitare il mio sguardo.
Abbiamo parlato spesso di noi singolarmente, ma mai di noi come un'ipotetica coppia, dato che fino a qualche settimana fa non immaginavo minimamente che lui provasse le mie stesse sensazioni.
«Illusione?» ripeto, con un velo di tristezza della voce.
Lui si mette seduto, esattamente davanti a me. «Siamo qui dentro da mesi, con le telecamere è tutto amplificato. Io sono sicuro di quello che provo ma tu...» si blocca, posando poi una mano sulla mia coscia «Tu magari fuori da qui ti renderai conto che era una semplice infatuazione e che magari non-»
Senza neanche fargli finire di parlare, unisco le mie labbra alle sue in un gesto semplice, solamente per zittirlo e fargli smettere di dire cazzate unite a mille paranoie.
Mi stacco leggermente, non smettendo di passare il mio sguardo dai suoi occhi alla sua bocca. «Non mi sarei mai sbilanciata così tanto se avessi avuto anche un minimo dubbio su quello che provo per te» sussurro, per poi dargli un altro veloce bacio.
«Io non so cosa succederà fuori, non so cosa mi aspetta o cosa ci aspetta» inizio «Ma vorrei affrontarlo con te, perché non mento quando dico che era da tempo che non stavo così bene e non ho nessuna intenzione di precludermi questa felicità Ale» gli sorrido.
A quel punto lui ricambia, quasi sollevato dopo questa conversazione. Sembra decisamente piu tranquillo e non credevo bastasse così poco per fargli riacquistare quella magnifica luce negli occhi.
Senza dire nulla posa la sua mano sulla mia nuca e delicatamente mi spinge verso di lui, facendo scontrare le nostre labbra nuovamente. Prima con un ritmo lento, quasi torturante, fino a quando non decide di approfondire il bacio in maniera passionale, ringraziandomi un certo senso con le sue labbra per quello che gli ho detto.
Mi morde dolcemente il labbro inferiore mentre la sua mano libera, che non si trova tra i miei capelli, si va a posizionare nel mio interno coscia.
Un gemito fuoriesce dalla mia bocca e lui sorride compiaciuto, continuando a far sfiorare le sue dita sulla parte superiore dei miei pantaloni del pigiama.
«Ale...» sussurro, nel momento in cui mi rendo conto che l'atmosfera si sta surriscaldando.
Lui però non mi ascolta. Mentre continua a baciarmi si limita ad afferrare una coperta posata poco prima da Sangio sul letto e a mettermela sulle gambe, in modo che siano coperte e che non si veda la sua mano.
Lo sento giocherellare con l'elastico dei miei pantaloni e per quanto vorrei che continuasse, sono obbligata a fermarlo. «Ale, non possiamo» dico staccandomi di colpo da lui con il fiato corto.
Lui lancia un rapido sguardo alle telecamere, poi sbuffa. «Lo so, lo so» si arrende, buttandosi all'indietro per sdraiarsi e nel farlo afferra anche me per portarmi giù con lui, facendomi ritrovare esattamente sopra il suo corpo. Mi guarda e scoppia a ridere. «Okay forse così ho solo peggiorato la situazione» mi fa notare, afferrando il mio volto tra le mani.
Anche io scoppio a ridere mentre Luca entra in camera, ignaro di tutto.
«State diventando insopportabili» scherza, lanciandoci un cuscino «Abbiate pietà per i poveri single come me» finge di lamentarsi.
A quel punto io allora spalanco le braccia invitandolo ad avvicinarsi e lui immediatamente accoglie la mia proposta, mentre lo stringo tra le mie braccia.
«Il triangolo no! Non lo avevo considerato» canticchia Alessandro, stringendo anche lui Luca in un abbraccio.
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Il nostro Ale monello😏
Cosa succederà ora? Sarà tutto rose e fiori?
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