Capitolo 4: Andrà tutto bene.. Te lo prometto.
BANGCHAN POV
Rimango paralizzato sul posto nel mentre che cerco di fare mente locale. Dopo una breve fase di stallo riporto gli occhi sulla ragazza dall'altra parte dello schermo.
Ha il respiro troppo accelerato per i miei gusti quindi cerco di riportarmi con i piedi per terra.
- Ehi.. - la richiamo dolcemente.
I suoi occhi sono su di me in un battibaleno.
E' completamente nel panico.
- Stai tranquilla, va tutto bene, andrà tutto bene.. Te lo prometto. - tento di rassicurarla.
Inizio a fare dei respiri profondi invogliandola a seguirmi e dopo un po', e non con poca fatica, riesce a regolarizzare il respiro.
- Ottimo. - sorrido leggermente.
Subito il mio sguardo va verso il manager che, da dietro il telefono, non può ne vedere ne sentire Amélie.
Questo non è decisamente il contesto per parlare di questa situazione.
- Ascoltami Amélie.. - richiamo la sua attenzione.
- Questo non è il momento giusto per parlare di questa cosa, mi capisci vero? -
La vedo annuire mentre tenta di asciugarsi le guance con una fazzoletto.
- Facciamo così, ora mi prendo il tuo nickname di KakaoTalk e ne parliamo bene in privato. -
Vedo che il manager, sentendo ciò che ho detto, è pronto a dire qualcosa ma alzo prontamente una mano in chiaro segnale che non deve fiatare.
Gli lancio un breve sguardo che lo fa rimettere composto e riporto gli occhi su Amélie.
- Okay? -
Sembra esitante e a dir poco terrorizzata, non riesce neanche a proferire parole.
- Babe.. Ti giuro che non sono arrabbiato, credimi. - tento nuovamente di rassicurarla.
- Ma ne dobbiamo parlare bene di questa cosa.. Non qui.. Non adesso. -
La vedo annuire portando lo sguardo verso il basso. La trovo estremamente adorabile.
-Brava babygirl.. -
Arrossisce vistosamente al nomignolo e non posso fare altro che ridacchiare divertito.
- Appena finisco il fanmeeting ti chiamo e ne paliamo meglio se sei d'accordo. -
- Si! - dice frettolosamente.
Probabilmente si è resa conto della frenesia con cui mi ha risposto perché si imbarazza nuovamente.
Sorrido e in quel momento suona il timer, segno che il tempo a nostra disposizione è scaduto.
Alzo la mano in segno di saluto con un mezzo sorriso stampato sul volto.
- A dopo. -
Lei, ancora scossa, alza anche lei una mano ricambiando il saluto tremante prima che lo schermo diventi nero.
Prontamente sospiro e guardo il manager che sembra pronto a protestare ma lo blocco sul nascere.
- Non so come e dove ma questo non mi interessa. Devi darmi il suo nickname di KakaoTalk. - dico intransigente.
- Ma.. - sta per parlare.
- Ho detto. Fammi avere il suo nickname. Adesso. - continuo e dal mio tono sono abbastanza risoluto.
Senza pensarci un attimo recupera un post-it e, prendendo in prestito il pennarello che uso per gli autografi, scrive velocemente il nickname.
Me lo passa e senza pensarci un'attimo piego il foglietto mettendolo in tasca, al sicuro.
Mi ricompongo velocemente giusto in tempo perché lo schermo mostra un'altra fan.
Converso tranquillamente con lei e con altre cinque di loro prima che ci diano il via libera per tornare ai nostri dormitori.
Per tutto il tragitto sono rimasto abbastanza per le mie e, stranamente, nell'abitacolo regna il silenzio. Tutti sono senza dubbio stanchi e ne approfitto per godermi questo momento di quiete.
Nel momento in cui mettiamo piede in casa vedo Hyunjin che si butta dritto in bagno chiudendosi velocemente la porta alle spalle, sicuramente lo monopolizzerà per una buona mezz'ora.
Han si butta a peso morto sul divano stravaccandosi e Changbin si dirige in cucina probabilmente per farsi uno spuntino.
Faccio un sospiro mentre sposto le scarpe lateralmente all'ingresso in modo che non siano d'intralcio con il piede per poi appoggiare il giubbotto sull'appendiabiti.
- Hyung? Vuoi un pezzo? - rantola Changbin con la bocca piena e sporca di maionese mentre tiene in mano un panino.
Faccio una faccia schifata che dura poco meno di due secondi.
- No grazie, come ricevuto. -
Rifletto un secondo e rimango fermo sul posto un attimo e questo Binnie lo nota.
- Chan-hyung? Che hai? - mi chiede per poi riprendere a masticare.
Mi avvicino a lui e con il pollice gli pulisco la guancia.
- Oh? Grazie. - dice per poi tentare di pulirsi alla meno peggio con le dita.
Vedo il fazzoletto che tiene in mano e ne approfitto per pulirmi.
- Vado in camera, devo fare una chiamata importante. - rispondo tranquillamente.
- Ma è successo qualcosa? - domanda nuovamente.
Anche Ji, che sembrava collassato, punta lo sguardo su di noi incuriosito dalla strana atmosfera.
Mi limito a sorridere prima di rivolgergli uno sguardo.
- Si, è successo qualcosa e prometto che ve ne parlerò appena avrò ben chiara la situazione. -
Changbin si limita ad annuire senza fare ulteriori domande. In un gesto di puro affetto gli scompiglio leggermente i capelli e questo gli fa uscire un versetto stizzito che mi fa ridacchiare per poi andare nella mia stanza.
Decido di mettermi comodo recuperando un pantaloncino e una canotta smanicata, entrambi rigorosamente neri.
Dalla tasca del jeans che indossavo tolgo il foglietto che si è leggermente stropicciato e senza esitazione recupero il telefono ed entro nell'applicazione.
Digito il nickname e la trovo subito, sorriso beffardamente quando noto che come foto profilo c'è lo screen di una delle Chan's Room.
Chat
Amélie, sono Chris, quando puoi parliamo di quello che mi hai detto durante la videocall..
Fammi sapere.
19:32
Appoggio il telefono sulla scrivania e non so se aspettarmi una risposta immediata ma mi ricredo immediatamente quando sento, poco dopo, una notifica proprio da quell'applicazione.
Ehi Chris..
Se vuoi anche adesso.
19:34
Digito velocemente una risposta.
Posso chiamarti?
19:34
Certo.
19:34
Senza pensarci un'attimo faccio partire la video chiamata e attendo solo un paio di squilli prima di vederla nuovamente.
Indossa un maglia a maniche lunghe rossa che probabilmente usa come pigiama e ha sciolto i capelli ma non li ha spazzolati dato che sono leggermente crespi. E' anche struccata e, se possibile, la fa sembrare più giovane.
Lei si copre il viso con le mani imbarazzata e ridacchio divertito a questa sua reazione.
- Ciao. - la saluto cercando di rompere il ghiaccio.
- Ciao. - mi risponde lei esitante dopo un po'.
Cerco di sorridere il più possibile per rassicurarla notando la sua voce tremante e il suo evidente nervosismo.
- Amélie.. Credo che il bambino sia mio.. - inizio a parlare anche perché non so bene come iniziare il discorso.
-Quando siamo usciti dallo stanzino e ho buttato il preservativo ho notato che era semivuoto.. Probabilmente si è rotto. -
La vedo annuire facendomi intuire che mi sta ascoltando.
- Però.. -
Nei suoi occhi vedo chiaramente l'ansia e mi precipito a proseguire.
- Io ho bisogno di una prova per poter essere sicuro che il bambino che aspetti è mio. Non sto mettendo in discussione niente di quello che mi hai detto.. E' che voglio una certezza in più.. Mi capisci vero? -
Non dice nulla ma si limita semplicemente ad annuire.
- Di quanti mesi sei? - le domando.
- Sto per entrare nel quarto. - guarda in basso mettendosi a giocare con la manica della maglia.
Coincide con la data in cui abbiamo consumato.
- Quanti anni hai? Dove vivi? - chiedo ancora.
Lei fa un respiro tremante per poi riportare per un breve istanti gli occhi su di me per poi voltarsi imbarazzata.
- Abbiamo la stessa età e.. Vivo a Parigi. -
Parigi.
Cazzo.
Questo è un problema.
Noi non andremo in Francia prima di Aprile dell'anno prossimo per il Music Bank quindi devo trovare un'altra soluzione. In quel preciso istante si insinua nella mia mente un'idea che potrebbe essere una soluzione. Il mio cervello inizia inevitabilmente a mettere in scena tutti i possibili scenari che questa decisione comporterebbe.
- Voglio fare il test di paternità il prima possibile.. -
Lei mi guarda sorpresa e a occhi sgranati ma dalla sua bocca non esce alcun suono.
- Devo essere sincero con te.. mi è venuta un'idea ma prima di proportela devo parlare con l'agenzia e soprattutto con i ragazzi. -
Lei ascolta il tutto minuziosamente per poi annuire di nuovo in accordo.
- Ehi.. - la richiamo nuovamente.
- Si? - mi risponde
- Andrà tutto bene.. In ogni caso non sarai sola.. Te lo prometto.. -
Amélie senza volerlo si lascia scappare un singhiozzo per poi scoppiare i un pianto che mi fa rinchiudere il cuore in una dolorosa morsa.
- Noo non piangere.. Vorrei tanto poterti abbracciare adesso.. Avvicinati che ti do un "Big Hug" -dico allargando istintivamente le braccia.
Lei ridacchia asciugandosi il volto alla meno peggio e non posso fare a meno di sorridere.
Se sono veramente io il padre e tutto quello che ho in mente si concretizzerà, cambieranno tante cose nella vita degli Stray Kids.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top