03
𝕔𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 𝟘𝟛
Una stanza. Dall'altra parte della porta si trovava un'altra stanza. Era buia, l'unica fonte di luce proveniva dalla finestra le cui veneziane antiche erano state lasciate aperte; era sporca, impolverata, una catapecchia. Non potevano crederci. Speravano finalmente di uscire all'aria aperta, speravano di respirare, e invece si erano ritrovati di fronte quella stanza.
«Qui c'è lo zampino di Hoseok» commentò il grigio entrando, stando attento a non tirare i polsi né dell'uno né dell'altro. «Posso scommetterci i capelli» continuò sapendo di avere ragione e ne aveva da vendere. Era stato proprio il rosso a organizzare quell'arrivo in una stanza che, da lì a qualche secondo, avrebbe serrato intrappolando i due dentro di essa.
«Sicuramente. Quello è incapace di farsi i cazzi suoi» replicò Jimin dirigendosi verso un divano mezzo sfondato e sedendosi su di esso. La polvere che si alzò da quella superficie un tempo morbida formò in aria una nuvoletta, ma a nessuno dei due importava. Erano entrambi stanchi per aver camminato tanto e pensato fin troppo, quindi decisero di prendersi una breve pausa. Inoltre Yoongi sapeva, in cuor suo, che non avevano neanche uno stralcio di speranza contro il team dei blu.
«Allora, adesso mi potresti dire che cazzo ti è preso con me?»
«Ho detto che avevo bisogno di aria» rispose lui cercando di incrociare le braccia al petto, ma ricordandosi di non poterlo fare per via di quelle stupide manette color verde.
«Beh, questa è l'unica aria che avremo per un po' di tempo e io voglio sapere perché sei così!» esclamò Yoongi voltandosi completamente verso di lui. Aveva bisogno di guardarlo negli occhi, aveva bisogno di credere che quello fosse Jimin e non un demone che si era impossessato del suo corpo più che perfetto.
«E io vorrei che ieri tu non mi avessi detto quelle cose orribili!» sbottò alzandosi in piedi per essere immediatamente trascinato di nuovo sul divano dal grigio.
«Jimin, ti prego, parliamo» mormorò il ragazzo con calma, con tutta la calma che riuscì a raccogliere dal suo corpo in piena agitazione e dal suo sangue stracolmo di adrenalina.
«Ne abbiamo già parlato ieri. Ti ricordi di quello che mi hai detto? O siccome ti ho strattonato un po' il polso sono passato completamente dalla parte del torto?» sputò con rabbia, ricordando alla perfezione le parole dette la sera prima dal grigio nei suoi confronti.
«M-mi dispiace per averti detto quelle cose orribili, ma non pensavo l'avessi presa così tanto male» si scusò il grigio.
«E come avrei dovuto prenderla? Mi hai praticamente dato dello stronzo e mi hai detto che non ti sarei mancato se avessi lasciato il gruppo. Sono passati otto cazzo di anni, abbiamo condiviso otto anni della nostra breve vita, e non ti sarei mancato? Lo stronzo sei tu!» urlò tutto l'odio che in quel momento provava nei suoi confronti. Il grigio aveva davvero esagerato la sera prima, ma c'era una ragione se aveva detto quelle cose. La giustificazione forse mancava, sicuramente mancava, ma la ragione c'era. Solamente non se la sentiva di enunciarla.
E proprio come se Jimin gli avesse letto del pensiero, gli chiese: «Perché mi hai detto quelle cose?»
«I-io...» annaspò Yoongi improvvisamente incapace di respirare. L'odore di vecchio che si sentiva all'interno di quella catapecchia e la quasi totale mancanza di ossigeno impediva al grigio di inspirare la giusta quantità d'aria per far arrivare un po' di energia al suo cervello. Decise quindi di afferrare un sasso e di lanciarlo contro la finestra, in modo che entrasse più luce e si aprisse un varco per far entrare l'ossigeno.
«Che cazzo fai?» sbottò Jimin, impaurito che quella reazione fosse stata dettata dalla rabbia.
«Cerco di respirare... c'era troppa poca aria» rispose l'altro e l'arancione si tranquillizzò a quella spiegazione. Sapeva che Yoongi non era un violento, ma quando si è arrabbiati non c'è ragione che tenga, non esiste la razionalità: c'è solo azione, azione incontrollata.
«Non è vero che non mi mancheresti se lasciassi la band» mormorò il grigio dopo aver inspirato una sufficiente quantità d'aria per riattivare i suoi neuroni scioperanti.
«E allora perché l'hai detto?»
«Perché... perché è proprio l'esatto opposto. Saresti quello che mi mancherebbe di più, insieme a Hobi ovviamente. E l'idea di te che te ne vai semplicemente mi ha fatto uscire di testa e ho detto quelle cose orribili che neanche penso.»
«Lo sai che il discorso riguardava due anni fa? Quando ho pensato di andarmene è stato due anni fa e poi grazie a tutti voi ho ritrovato la forza, il coraggio e la voglia di stare nei BTS. Perché è questo quello che sono, questo è quello che siamo. Ieri stavamo parlando del passato e non capisco come abbia potuto interferire con il presente in questa maniera.»
Il giorno prima era infatti nato un discorso tra i due e Jimin aveva chiesto a Yoongi se avesse mai pensato di lasciare la band. Il grigio rispose che quel pensiero non lo aveva mai sfiorato neanche di striscio e poi rivolse la stessa domanda al minore, che in tutta onestà rispose che sì, ci aveva pensato molto e ne aveva parlato tantissimo con Taehyung. Non voleva dirlo a Hoseok perché sapeva che la notizia si sarebbe diffusa in un batter di ciglia – non tanto perché il rosso fosse un pettegolo; beh, sì, lo era, ma con gli amici era estremamente fedele. Semplicemente era patologicamente incapace di tenere un segreto –, quindi ne parlò con il suo migliore amico. E quando il grigio, solamente poche ore prima, era venuto a scoprire di questa intenzione da parte del minore, andò nel più completo panico.
Provava qualcosa nei confronti di Jimin, il suo affetto per lui era qualcosa di incommensurabile. Ma vedere come l'arancio parlasse tranquillamente della sua, non andata in porto, decisione di lasciare la band continuava a spaventarlo sempre di più, fino a portarlo alla rabbia. La rabbia era il modo in cui trovava sfogo alla sua paura, al suo panico, al suo terrore di perdere qualcuno.
«Semplicemente tengo troppo a te. Dico sul serio, non riuscirei a immaginare i BTS senza di te. Senza nessuno di noi, in realtà, ma tu hai qualcosa di speciale. Hai sempre avuto qualcosa di speciale e ieri ho avuto paura.»
«Di che cosa?» domandò Jimin quasi dispiaciuto. I toni si erano calmati tra i due, adesso stavano parlando normalmente. Era come se un uragano fosse passato in mezzo ai loro cuori tempestandoli di rabbia e poi fosse passato come niente, come se nulla fosse successo.
«Di perderti. Vederti parlare così convinto della tua scelta di andartene mi ha fatto pensare che forse, un giorno, sarebbe potuto succedere davvero...» spiegò il maggiore distogliendo lo sguardo perché sapeva che si stava per mettere a piangere. «E se...» iniziò asciugandosi una lacrima con la mano libera dalle manette. «Se un giorno dovesse accadere io ne morirei» concluse il suo discorso e fu immediatamente abbracciato da Jimin, mentre scoppiava finalmente in un pianto liberatorio.
«Hey, Hyung, no... io sono qui, va bene? Non me ne voglio andare, voi siete la mia famiglia» cercò di consolarlo l'arancione versando a sua volta qualche lacrima che però passò inosservata agli occhi di entrambi.
«Lo so che sei qui...» disse il grigio accarezzando la schiena dell'altro, trovando il suo tocco incredibilmente confortante. «Solo che ha fatto male» continuò, stringendo ancora di più il minore a sé fino a che questo non finì per ritrovarsi a cavalcioni sulla sua vita. Era normale per i membri avere contatti fisici molto ravvicinati, d'altronde si amavano come fratelli quindi abbracci, carezze e coccole erano all'ordine del giorno. Tuttavia quel contatto, tra quei due membri in particolare, aveva un quel non so cosa che andava ben oltre la fratellanza o la semplice amicizia.
«Hyung» lo chiamò piano Jimin, che intanto si beava del tocco delicato dell'altro sulla sua schiena. Yoongi non rispose, troppo concentrato nel momento. «H-Hyung» ripeté Jimin alzando la testa dalla sua spalla per guardarlo negli occhi, rossi e gonfi a causa del pianto che, pian piano, si era finalmente calmato.
L'arancione si perse in quegli occhietti dal taglio felino e scuri come la pece e si incantò ad osservare i lineamenti del maggiore mentre con una mano giocherellava con le ciocche dei suoi capelli grigi. Lo sguardo tra i due era sempre più intenso, nessuno era intenzionato a sciogliere le catene che legavano i loro occhi, incollando la loro vista l'uno sul viso dell'altro.
Jimin ringraziò mentalmente Yoongi per aver rotto quella stramaledetta finestra perché in quel momento aveva un così gran bisogno di respirare. Yoongi invece ringraziava mentalmente il suo migliore amico per aver scelto di far finire i due in squadra insieme e per averli rinchiusi in quella stanza. Ovviamente il grigio non sapeva nulla del piano dell'altro, ma era profondamente grato nei suoi confronti.
«Jimin» disse il grigio ad un palmo di naso dal suo viso. Ancora oggi i due non sono a conoscenza del modo in cui i loro nasi si avvicinarono sempre di più fino a sfiorarsi e ancora oggi Jimin non sa dire cosa lo spinse a sporgersi in avanti per premere le sue labbra contro quelle morbide di Yoongi, in un bacio casto che durò il tempo di rendersene conto.
«Oddio, Yoongi, io-» balbettò Jimin lasciando stare per un attimo gli onorifici. «Scusami» aggiunse poi muovendosi per scendere dalla vita dell'altro, cosa che però gli fu impedita dal grigio stesso che sporse nuovamente il suo viso verso quello del minore, catturando le sue labbra in un bacio molto più passionale del primo, un bacio che durò finché i loro polmoni non finirono l'ossigeno che era rimasto come scorta.
«È questo il motivo per cui mi sono arrabbiato così tanto ieri» spiegò Yoongi guadagnandosi uno sguardo interrogativo da parte dell'arancione. «Mi piaci. E odio l'idea di perderti tanto quanto amo l'idea di stare con te.»
Sul volto di Jimin si formò uno di quei sorrisi che vanno da un orecchio all'altro, uno di quei sorrisi che mostrano gioia anche negli occhi, i quali non mentono mai. Essi infatti brillavano, accesi da una scintilla chiamata amore, desiderio, passione. Sì, quella scintilla aveva tanti nomi, tutti belli, uno più dell'altro.
«Anche io me la sono presa per lo stesso motivo» replicò Jimin. «Sentirmi dire da te che non ti sarei mancato mi ha letteralmente ucciso» disse a fior di labbra dalle sue, per poi dargli un altro bacio veloce.
«Scusami» sussurrò Yoongi facendo sentire il suo respiro caldo sulla pelle del minore, la quale tremò al contatto. «Scusami se ho fatto lo stronzo, avevo solamente paura» continuò portando la mano ammanettata sulla guancia morbida dell'altro, mentre la mano di Jimin si posava sulla sua. Il minore chiuse gli occhi, beandosi del contatto, e sorrise.
Yoongi gli volle baciare quel sorriso, volle farlo perché credeva che fosse un'opera d'arte. Le labbra gonfie già di loro e anche un po' a causa del bacio di prima, i denti perfettamente dritti tranne che per quel piccolo difetto tra gli incisivi che lo rendeva ancora più bello. Il grigio si stava ritrovando davanti alla perfezione e improvvisamente si sentì bene, libero; anziché non sentirsi all'altezza di cotanta bellezza, decise di provarci e di dare una possibilità a se stesso, decise di continuare a baciare quel sorriso perché la cosa rendeva felici entrambi, decise di scusarsi nuovamente con quelle labbra che per colpa sua erano rimaste tristi per ore e ore. E decise di fare tutto questo perché si rese conto che forse il "Mi piaci" che aveva detto a Jimin era ancora fin troppo poco, forse c'era qualcosa di più sotto quel leggero "Mi piaci", qualcosa che aveva avuto la possibilità di crescere in quegli otto anni assieme.
«Credo di essermi innamorato di te» sussurrò il maggiore tra un bacio e l'altro, grugnendo a causa del contatto che Jimin stava instaurando tra i loro bacini. Tra un gemito e l'altro anche l'arancione rispose: «Lo credo anche io» e per Yoongi quello – misto ai leggeri gemiti di piacere del più piccolo – fu il suono più dolce che potesse udire. Sentire quelle parole abbandonare le sue labbra, sentirle dire dalla sua voce angelica. Per il grigio non esisteva niente di più bello.
❧ 𝓈𝓅𝒶𝓏𝒾𝑜 𝒶𝓊𝓉𝓇𝒾𝒸𝑒 ☙
E qui siamo al terzo e ultimo capitolo di questa short story. Spero che questa storia scritta di fretta e d'impulso vi sia piaciuta. Quanto è bella la YoonMin? 🥺
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