𝘀𝗵𝗼𝘄𝗰𝗮𝘀𝗲

Oggi era il fatidico giorno. Il giorno dello Showcase. Dire che i ragazzi erano nervosi era poco. Erano un fascio di nervi. Avevano lavorato tanto e duramente. Si erano allenati fino a tarda notte e volevano mostrare a tutti di potercela fare. Erano ad un passo dal realizzare il loro sogno. Sembrava tutto così irreale. Chan era il più nervoso. Anche se aveva partecipato più volte allo Showcase. In quel momento era in veste di leader e la sua responsabilità era maggiore. Cercava di tranquillizzare gli altri anche se quello che doveva essere tranquillizzato era lui. Anche lui aveva bisogno di qualcuno che lo aiutasse a calmarsi. Eden lo aveva notato e aveva deciso di essere lei quella persona. Chan era sempre stato presente per lei, nei momenti tristi e in quelli felici. Si meritava l'universo e Eden voleva farglielo capire. Lentamente si avvicinò al ragazzo e gli prese la mano. A quel tocco il maggiore si girò a guardarla confuso. Lei non disse niente e si limitò a portarlo in un angolo della stanza. Il ragazzo era ancora più confuso di prima. Eden gli sorrise e gli disse sottovoce: «Puoi farcela, credo in te!» lo strinse in un leggero abbraccio per poi essere chiamata da una delle stiliste. Sorrise ai ragazzi per poi sparire seguendo la stilista. Le ragazze avevano preparato il suo outfit, che consisteva in un paio di jeans neri a gamba larga, una camicia bianca oversize e un top a fascia nero da mettere sotto la maglia. Appena finì di vestirsi e le truccatrici la truccarono, tornò dai ragazzi. I ragazzi si girarono e le sorrisero. «N-noona stai veramente bene!» le disse Jisung con gli occhi spalancati. Eden ridacchiò per poi ringraziarlo, anche se sotto sotto non era molto convinta di quello che le aveva detto il ragazzo. «Pronti a sfondare?» Gli altri annuirono, alcuni di loro poco convinti. Dopo un abbraccio di gruppo e un "fighting" gridato a pieni polmoni salirono sul palco. Si misero in posizione e aspettarono che la canzone partisse. Changbin si sarebbe messo in un punto rialzato, dato che avrebbe iniziato lui con la sua parte. Erano pronti per impressionare tutti. Però allo stesso tempo erano spaventati. Durante le prove erano stati commessi diversi errori e fra i ragazzi aleggiava la paura di sbagliare qualcosa. 

La canzone partì e tutti entrarono nella propria parte. I ragazzi fecero la loro acrobazia per poi lasciare posto a Changbin e il suo rap. Poi di nuovo tutti in posizione pronti per il ritornello. Durante la canzone, proprio prima della sua parte, Chan era caduto. Eden era super preoccupata. Che il ragazzo si fosse fatto male? Questa sua preoccupazione fece si che durante le sue poche lines, poco prima della fine della performance, stonò leggermente.
L'ansia la stava divorando dentro. E se i ragazzi non fossero stati scelti per colpa sua perché aveva stonato? Non poteva capitare una cosa simile. Non ai suoi amici. Se non fossero stati scelti, non se lo sarebbe mai perdonato, sarebbe stata tutta colpa sua.

Appena i ragazzi scesero dal palco, la ragazza con una scusa si allontanò il più in fretta possibile. Si chiuse nel primo bagno che trovò e solo in quel momento lasciò scendere le lacrime. Aveva sbagliato, era tutta colpa sua. Come poteva aver fatto questo ai suoi amici? I singhiozzi si fecero più forti, tanto da rimbombare nel piccolo cubicolo in cui si trovava. Il fiato era corto e le sembrava di non riuscire a respirare. Tutto quello che si trovava all'esterno era ovattato, l'unica cosa che si ripeteva erano i mille scenari nei quali i ragazzi non venivano scelti per colpa sua. Poco dopo si sentì qualcuno bussare alla porta del bagno. «Nari-noona, tutto bene?» si sentì dall'altro lato della porta. «Min n-non riesco a-a...» tentò di dire la più grande, fallendo miseramente. «Che succede? Vuoi che chiami Chan-hyung? » «N-no f-fra un a-attimo arrivo» disse tirando su con il naso. «Sicura? » La ragazza si limitò a dare un verso di affermazione.
Seungmin si allontanò raggiungendo gli altri. «Dov'è Eden?» chiese Minho alla vista di Seungmin da solo. «Beh...ecco, era in bagno. Stava piangendo » sussurrò abbassando la testa. Senza dire niente Chan si mise a correre verso il bagno delle ragazze più vicino, superando cameramen, stilisti e truccatori.

Arrivato inizio a bussare la porta, mentre dall'altro lato della porta si sentivano dei leggeri singhiozzi. «Ri, vieni fuori per favore» le chiese gentilmente. «N-no. Probabilmente gli altri mi odieranno perché ho sbagliato la mia parte. Non dovevi chiedermi di entrare nel gruppo. A-a cosa serve una ragazza in un gruppo di soli maschi?» cercò di farfugliare. Eden li aveva visti gli sguardi sorpresi di tutti. Aveva visto le facce gelose e arrabbiate delle ragazze, le aveva viste bene. E lo sguardo finiva sempre su di lei. Anche gli altri giudici sembravano spaesati. Probabilmente non capivano cosa stava succedendo. «Eden vieni fuori e parliamone per favore.» la pregò il maggiore dall'altra parte della porta. Dopo qualche secondo si sentì la chiave della porta girare ed essa si aprì lentamente rivelando la ragazza: il suo viso era pallido, gli occhi rossi e gonfi. Il ragazzo la strinse fra le sue braccia. I due non si dissero niente per diversi minuti. «S-stai bene? » gli chiese la ragazza alzando lo sguardo. «Dovrei essere io quello che ti chiede se stai bene» le sorrise mostrando le sue fossette, per poi asciugarle le guance con i pollici. «Mh, ora sto meglio. Mi dispiace di aver sbagliato la mia parte » sussurrò abbassando lo sguardo. «Mi prendi in giro? A tutti capita di sbagliare, guarda me. Sono stato proprio uno stupido a cadere in quel modo.» si rimproverò da solo il maggiore passandosi una mano sul mento che era leggermente rosso. «Ti fa male?» le chiese preoccupata mentre accarezzava leggermente il mento arrossato del maggiore. «Un pochino ma stai tranquilla, passerà » le rispose scrollando le spalle. In tutta risposta la ragazza si  alzò in punta di piedi e appoggiò dolcemente le labbra sul mento del ragazzo, lasciandoci un bacio. Le gote del più alto si colorarono di un lieve rosso, mentre la ragazza lo guardava sorridente. «Meglio adesso? » gli chiese. «Molto...» sussurrò l'altro. «Mh?» Eden lo guardò con la testa inclinata di lato, cosa aveva detto? «Huh? Niente» La ragazza fece passare le braccia attorno al torace del maggiore per poi stringerlo in un altro abbraccio. «Ti voglio bene Christopher» Il maggiore le sorrise: «Anche io Ri» 

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