Tw: violenza fisica e emotiva, segnata con apposito separatore

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𝑴𝒐𝒎𝒎𝒚, 𝒘𝒉𝒚 𝒅𝒐 𝑰 𝒇𝒆𝒆𝒍 𝒔𝒂𝒅?
𝑺𝒉𝒐𝒖𝒍𝒅 𝑰 𝒈𝒊𝒗𝒆 𝒉𝒊𝒎 𝒂𝒘𝒂𝒚 𝒐𝒓 𝒇𝒆𝒆𝒍 𝒕𝒉𝒊𝒔 𝒃𝒂𝒅?
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18 Novembre 2025
Ore 19:30

“Richard, sono tornata!” disse Camilla con un tono di voce abbastanza forte, in modo che il figlio potesse sentirla, posò l'ombrello, bagnato dalla pioggia davanti l'uscio della porta e chiudendola poi alle sue spalle, poi rimosse la giacca, andando a metterla in lavanderia visto che era zuppa di acqua piovana. Ripose sopra un appendiabiti la sua borsa, l'unico elemento asciutto di quel pomeriggio e si incamminò per casa, a passo svelto.

Tuttavia, non sentendo suo figlio, o quanto meno non vederlo correre da lei si preoccupò, non era da parte sua stare in silenzio quando la donna lo salutava tornata dal lavoro. D'altronde era lei che pagava cibo, affitto e bollette, visto che, beh, il marito non le ha mai detto quanto guadagnasse col suo lavoro, sempre, messo per Camilla e Harold, che Dereck effettivamente lavorasse.

“Richard? Sei in casa?” chiamò di nuovo, marcando la sua preoccupazione e cercando il ragazzino in giro per casa, vedendo dal soggiorno, alla cucina, alla stanza di Richard e perfino bussando in bagno, nessuna risposta.

“Richard! Ti prego non fare scherzi del genere! Vieni qua!” E quando svoltò il corridoio, finalmente lo vide, fissare il muro. Sollievo pervase la donna, andando da Richard. “Richard! Eccoti! Pensavo fossi uscito senza avvisare o peggio! La prossima volta rispondimi quando ti chiamo! Mi hai spaventata.” lo riprese Camilla, ma tuttavia, Richard pareva non aver recepito le parole, continuando a guardare il muro, la sua espressione era confusa.

“Richard, che cosa hai da guardare?” chiese a questo punto, guardando nella direzione del muro, non capendo cosa avesse visto di così interessante il figlio da averla ignorata per tutto il tempo.

Beh ecco...

La cosa che vide fu sufficiente da farle sgranare gli occhi dallo shock e dalla spiacevole sorpresa che si era appena ritrovata.

in quella parete, dove una volta vi era una foto del loro matrimonio, vi era adesso una foto di una donna dai capelli rossi e un abito lungo aranciato estivo con dei gioielli che brillavano alla luce del sole, la donna sorrideva in maniera calorosa e salutava lo spettatore, ma niente di tutto ciò pareva rendere felice Camilla. E a quest'ultima non ci volle molto a capire chi fosse quella donna e dove l'avesse già vista.

Ovvio, perché vi erano tante di quelle sue foto in quella casa. Come non poteva non riconoscerla.

Era solo l'ennesimo, sporco e crudele promemoria da parte sua, di come suo marito stava mettendo al primo posto nel suo cuore una donna morta anziché la loro famiglia.

“Uh... Mamma? Chi è questa signora?” chiese, tra un mix di curiosità e confusione il ragazzo, rivolgendo lo sguardo alla sua mamma, in cerca di una risposta.

Come poteva dirglielo?

Come poteva dire a suo figlio che quella era la donna che veramente era importante per suo padre?

Come poteva dire a suo figlio che a suo padre non importa niente di loro due?

“Richard vai in camera tua, devo parlare di una cosa con tuo padre privatamente. E tu sei ancora troppo piccolo per capire, forza vai, ti chiamo quando è pronta la cena.” disse soltanto, ignorando la domanda del ragazzo, e creando ancora più confusione da parte sua. Ma era una cosa che non si sentiva ancora pronta di dire al ragazzino.

“Ma chi è quella donna, mamma?” chiese ancora, sperando in una risposta, che non venne mai. In quanto Camilla lo incitò nuovamente a tornare in camera sua.

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“Richard! È pronta la cena!” sentì la voce della madre, e Richard si diresse a vedere cosa avesse preparato la madre di buono, aveva notato che la sua voce, rispetto alle altre volte che chiamava per mangiare era più spenta, ma non ci fece molto caso, era solo un bambino in fondo.

Quando arrivò, vide una cosa che gli fece sgranare gli occhi.

Sua madre aveva un segno rosso sulla gote, e nel suo braccio, dove più precisamente c'era la fine del gomito, aveva un livido abbastanza visibile. I suoi occhi erano arrossati, così come il naso. Richard a vederla in quello stato sgranò gli occhi per la paura che fosse capitato qualcosa di brutto a sua madre.

“Mamma che cosa-”
“Richard... Prometti di non dire agli zii quanto hai visto, va bene? Altrimenti diventano tristi e si preoccupano, e tu non vuoi questo, vero?” lo interruppe con quella semplice promessa, non voleva che suo fratello e sua cognata si preoccupassero per lei, avevano già i loro problemi e lei non voleva esserne uno aggiunto alla lista.

Richard, non capendo il perché, annuì. Forse lo avrebbe detto lei ai due adulti di quei lividi? Come se li era fatti? Cosa era successo quando lo aveva mandato in camera sua? Centrava forse suo padre? Perché doveva picchiare la sua mamma? Si amavano, no?

Altre domande si accumularono oltre quella del quadro, non aveva ancora avuto risposta su chi fosse quella donna, chi era e che ruolo ricopriva nelle loro vite?

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23 Novembre 2025
Ore 16:00

“COSA SONO QUESTI, CAMILLA?!” Furono le prime parole che Richard sentì ancora prima di annunciare il suo ritorno a casa, quando varcò la soglia della porta una volta tornato da scuola.

Era venuto lo zio Harold e la mamma non gli aveva detto niente?

Perché era arrabbiato con lei? La sua mamma non aveva fatto niente di male! 

Lei era innocente! La sua mamma non aveva fatto niente! Perché lo zio era arrabbiato?

Si sporse più vicino alla porta, per capire il perché di quelle urla.

Si trovavano davanti a un quadro della stessa donna dai capelli rossi, ma stavolta era insieme a suo padre, a quello che pareva essere un viaggio in barca, entrambi sorridevano e si guardavano con uno sguardo pieno di amore e felicità.

Stessi sentimenti che suo padre non aveva nei loro confronti, e probabilmente non li avrebbe avuti mai.

“Ancora fatica a dimenticarla, forse è un suo modo di elaborare il lutto, Harold...” ipotizzo Camilla, con un velo di tristezza nella sua voce.

Richard era molto confuso, e non capiva di cosa i due stessero parlando, e da bambino curioso quale era, decise di origliare la discussione.

“Te l'ho detto un sacco di volte, Camilla, DEVI DIVORZIARE DA QUELL'UOMO! SE NON HA DIMENTICATO LA SUA RELAZIONE PASSATA COSA TI DICE CHE SI VUOLE IMPEGNARE IN QUESTO MATRIMONIO?” urlò, ormai privo di pazienza suo zio, voleva riportare sua sorella a ragionare e smettere di essere affettivamente dipendente da quell'uomo, cavolo, perché si ostinava a stare con lui.

Da parte di Camilla? Nessuna risposta.

Non volendo più saperne nulla, in quanto poi si trasformò in una gara a chi urlava di più, andò in camera sua, intendo a fare i compiti.

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24 Novembre 2025
Ore 20:00

”Richard.” sua madre lo chiamò, disturbandolo dal suo gioco, mise il videogioco in pausa, chiedendosi perché la mamma fosse venuto a parlargli.

Aveva preso un brutto voto? Improbabile, ultimamente aveva voti decenti. Quindi lo escluse, anche note, in quanto non ne prendeva mai.

Qualche disordine? Improbabile anche questo, teneva sempre sistemata la sua camera quando finiva di studiare o giocare.

Aveva ritrovato qualche suo vestito? Forse, siccome perdeva spesso alcuni calzini. E forse la mamma era riuscita a trovarne un paio o due in punti banali che lui non aveva neanche visto bene.

“Prepara le tue valigie, da domani staremo dallo zio Harold finché non avremo una situazione stabile per avere una casa nuova.” disse, fredda e stanca. Richard fu sbalordito da quella richiesta.

Voleva andarsene? Senza dire niente a papà? Perché?

“Ma papà?"
“Non verrà, per favore fai le valigie che zio Harold viene a prenderci nel primo pomeriggio. Dai che domani vediamo insieme il tuo cartone preferito quando avremo finito.” disse, cercando di far strappare a Richard un sorriso e rendere meno stressante la situazione.

“Davvero?! Evviva! Non vedo di vedere il cartone con te, mamma!” disse, prendendo una valigia e iniziando a mettere tutto l'indispensabile per partire, e poi avrebbe giocato con Jack e Trevor, il che lo rendeva il doppio entusiasto.

...

Se solo avesse previsto cosa sarebbe accaduto il giorno seguente.

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17 Novembre 2030
Ore 9:00

<<Oh... Fra poco è l'anniversario di morte di mamma, zio Harold, Jack e Trevor...>> Fu il primo pensiero di Richard una volta sveglio e più o meno operativo.

Era passata una settimana dall'ultima volta che vide suo padre ammazzare una povera ragazza innocente, e già era stanco di tutta la storia del Killing Game. E il desiderio di ritornare da sua zia Becky era diventato più forte che mai.

Ma sopportava solo per lxi e Swan.

<<Cavolo, che fame! Quando arriva la colazione?>> Si chiese successivamente il ragazzo dai capelli rosa, sentendo i morsi della fame sempre più forti e più evidenti.

Ma ancora prima che potesse alzarsi dal letto, vide una figura entrare, con una vassoio con un cornetto e del succo di frutta. Tutti per il piccolo Richard, che vedendo quel cibo i suoi occhi brillarono di gioia.

“Buongiorno Ricky! ██████ voleva assicurarsi che avessi la tua colazione, non preoccuparti, non è avvelenata, io e █████ l'abbiamo controllata, quindi puoi mangiare tranquillo.”

Ah sì, e passò una settimana da quando lxi aveva aumentato la sicurezza intorno a lui, volendo essere sicuro a 360 gradi che Richard fosse al sicuro e che non gli capitasse niente di brutto, da una parte era pure inquietante avere le sue talpe seguirti dappertutto, persino in bagno solo per questo.

Ringraziò, addentando la sua colazione, contento e sereno, sentendo finalmente i morsi della fame essere sempre meno forti.

...

Contrariamente a lui, i partecipanti -Remiel particolarmente- avevano l'umore sotto le suole delle scarpe, non vi fu nessun buongiorno, nessun saluto, solo Loiza e Gale che tentarono quantomeno di cucinare qualcosa per tutti, la truccatrice ancora visibilmente scossa dagli eventi della scorsa settimana. Le tremavano le mani in maniera piuttosto visibile, ma in qualche maniera riuscí a cucinare per tutti con l'aiuto dell'altro.

Anche il pasto, fu dominato da un sacro e religioso silenzio.

Ryota bevette un po' del suo succo di frutta, guardando tutti i presenti. E la situazione era più drastica di quanto immaginasse.

Da una parte c'era Remiel, che veniva imboccato da Jude e Delilah, solo per assicurarsi che mangiasse qualcosa, Delilah cercava, invano di consolarlo. Anche i tentativi di Mihkel e Clementina di tirarlo su di morale si mostrarono futili. Il corvino sembrava una specie di bambola alla quale le furono tagliati i fili, mentre i sensi di colpa lo stavano logorando senza sosta da dentro, e la guardia carceraria era in quel momento la sua fonte di supporto, nel mentre avvicinava il cucchiaio con dei cereali alla sua bocca, nel disperato tentativo di farlo mangiare.

Dal un altra c'erano Venera, Dae, Theo e Aoi che non guardavano nessuno, non parlavano con nessuno, e una volta che finirono i pasti uscirono dalla cucina, evidentemente non nell'umore adatto per iniziare una conversazione o avere a che fare col resto del gruppo. Probabilmente spaventati dagli eventi della scorsa settimana, e Ryota non li biasimava, seppur non sembravano persone fifone o che avessero facilmente paura di qualcosa o qualcuno.

Poi vi erano Yuichi, Leandro e Amanda, che parlacchiavano tra di loro riguardo agli eventi di scorsa settimana. “Mi chiedo chi sia stato...” disse Yuichi, poi nulla, Amanda beveva il tè, lanciando un occhiata al fratello e il rosso quando questi parlavano, giusto per mostrare partecipazione al discorso.

Infine vi erano Loiza e Gale, che quando videro dei piatti, bicchieri e posate vuote li portarono nel lavandino, iniziando così da subito a lavare i piatti. A Loiza in tremore non era ancora passato, anzi, tutto il contrario. Pareva peggiorare ogni volta che pensava a quanto successo negli ultimi giorni.

E Ryota, era solo lo spettatore silenzioso mentre vedeva il gruppo crollare.

Erano già morte tre persone, di cui una con un assassino a loro sconosciuto dentro il gioco, ancora impunito di quanto compiuto.

Erano già morte tre persone, e probabilmente ne sarebbero morte altre, e mentalmente Ryota non era pronto a un altro movente che li avrebbe fatti crollare di nuovo.

E Ryota non sapeva minimamente che cosa fare per risollevare il gruppo, prima che le cose peggiorassero più di quanto non lo fossero già.

“Hey, Loiza, ora ricordi il tuo inseguitore?” chiese in ingenuinamente Ryota, la ragazza si bloccò, come se avesse visto un fantasma.

La sua risposta? Scoppiò a piangere al solo pensiero, facendo sentire in colpa l'altro

“Nonono scusa, non volevo farti piangere! Loiza perdonami!” disse, mortificato, probabilmente la rosa non lo ricordava, o non era ancora pronta a riprendere il discorso. “'Cazzo Ryota, se non si è ripresa in una settimana e persino Aoi ha smesso di chiederglielo.” lo riprese il Fire Performer. Ryota non disse niente sentendosi ancora profondamente in colpa per quanto successo.

Ogni volta che avevano preso l'argomento, la Make Up Artist, o diceva di non avere la minima idea di chi fosse, o, appunto in questo caso, scoppiava a piangere da quanto l'evento l'aveva spaventata.

La rosa eventualmente si calmò, riprendendo a lavare i piatti, non pareva essersi arrabbiata col ragazzo dall'Ultimate Ignoto, il che lo rassicurò, ma poco. Ma comunque Loiza gli sembrava tutto fuorché arrabbiata verso di lui.

“Okay, se avete finito possiamo pure abbandonare la cucina.” disse di punto in bianco Amanda, e così il gruppo fece. I sei camminarono fino ad arrivare alla sala svago, almeno per fare due chiacchiere, finché una specie di porta di fronte la sala, non attirò l'attenzione di Ryota. “Hey, guardate!” disse, indicandola, e i cinque si girarono, vi era una porta che non avevano mai visto prima. Che avessero sbloccato un passaggio segreto? Curiosi decisero di entrare.

Era un lungo corridoio rosa, e alla fine c'erano tre porte, la prima aveva la sagoma di una collana e un'anello con un diamante sopra, la seconda un abito da sera e la terza un rossetto e uno specchietto.

“Sembra abbiamo trovato un Beauty Salon.” borbottò Yuichi, Loiza sorrise ampiamente, più precisamente alla stanza con il rossetto. “Forse è una-una stanza tru-trucco quella! Voglio entrarci!” disse, Ryota, Gale e Amanda furono contenti che almeno questo parve averla tirata su di morale, Leandro ruotò gli occhi al cielo. “Dovremmo chiamare gli altri! Forse scopriamo qualcosa!” incoraggiò Gale, forse potevano trovare una scappatoia, o qualche altra informazione su questo posto. Il pasticcere sembrava fiducioso di questo.

“Mh... Non so, non mi sembrano proprio dell'umore adatto per investigare dopo quanto successo a Aignéis. Soprattutto Remiel.” rispose Yuichi, scuotendo leggermente la testa, Leandro annuì, come per concordare con le parole del Fire Performer, nemmeno Amanda e Loiza erano sicure di chiamare gli altri.

“Okay allora, siamo sei, due gruppi da due fanno le stanze, è perfetto!” disse Ryota e ottenne consenso dagli altri: Ryota e Amanda avrebbero investigato sulla stanza coi gioielli, Yuichi e Leandro la stanza dell'abito e Gale e Loiza la stanza del trucco. E fatto quest'ordine, decisero di incamminarsi.

Loiza tuttavia si fermò, vedendo una notifica nel suo E-Tab.
Un messaggio non letto da Leandro Rivera

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Leandro Rivera: Yo, dopo le investigazioni vorrei parlarti di una cosa. Possibilmente in privato.

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Loiza non era molto convinta di volerci parlare, tuttavia decise per educazione di rispondere, perché no, forse le avrebbe fatto delle scuse per il trial o per i giorni passati.

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Loiza Arnaud: certo, va bene.

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Altrove, il gruppetto di Remiel, Jude, Delilah, Clementina e Mihkel si trovavano in giardino, con la guardia carceraria che si era visto costretto a portarsi con sé Remiel, un po' di aria fresca gli avrebbe fatto bene.

Remiel si sentiva ancora profondamente in colpa per quanto successo ad Aignéis.

Poteva evitare che questo accadesse, Aignéis sarebbe ancora viva a quest'ora.

Non poteva prevederlo, era vero. Ma per lui poteva essere facilmente evitato.

Remiel ascoltava in silenzio cosa gli altri stessero dicendo, non prestando minimamente attenzione.

I suoi pensieri si trovavano altrove. E non al discorso cominciato da Clementina sui serpenti e le sue varie specie.

Il taccuino.

Il taccuino.

IL TACCUINO.

Presto al buttafuori venne una illuminazione, alzandosi di scatto, e ottenendo un occhiata perplessa e confusa da parte dei presenti.

“Remiel, dove stai?-” Delilah venne brutalmente interrotta in quanto il corvino corse dentro l'hotel, in direzione biblioteca.

Se Swan era impegnata col migliorare la sicurezza, forse era ancora lì.

Ma con sua immensa delusione, il taccuino non c'era più dall'ultima volta che visitò la biblioteca, ovvero quanto ritrovarono Aignéis... Morta.

Forse poteva ancora trovarlo, doveva solo cercarlo, ma dove poteva averlo messo Swan.

Era il caso chiedere? Non sapeva, visto il temperamento di Swan. E se era passata una settimana sicuramente sarà finito nella pattumiera.

Tornò dal gruppo, ottenendo delle occhiate confuse e preoccupate.

“Dove diavolo sei andato?” gli chiese Delilah, osservando come poi il corvino tornò a sedere al suo posto. “Stavo cercando una cosa, ma credo Swan l'abbia buttata via.” disse semplicemente, e per non stressarlo ulteriormente, non fecero altre domande.

Ma Remiel aveva altre domande, una infinità.

Dov'era il taccuino?

Che fine facevano gli oggetti delle investigazioni dopo i trial?

Remiel doveva scoprirlo. In qualche modo.

Ma per ora decise di stare col gruppo, ascoltando in silenzio quanto loro stessero dicendo.

Forse per il momento poteva pure non pensarci, troppo stanco per farlo.

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“Nel Taekwondo il metodo di vittoria funziona con il Best of 3 system, in genere ci sono tre round, il terzo serve a decretare definitivamente il vincitore, per questo solitamente finisce con due round.” Venera era intenta ad ascoltare e annuire a quanto Dae stava spiegando sul Taekwondo e come funzionava lo sport, ascoltava con interesse quello che l'altro diceva. E fortunatamente, non c'era alcun tipo di rumore, se non da parte della TV, dove Aoi e Theo stavano guardando una specie di serie animata con grande disinteresse, principalmente da parte della Criminologa.

“Oh, come si decreta in vincitore?”  chiese Venera, sembrava interessata alla cosa, il che rendeva fiero l'altro. “allora, viene decretato col knocked out, ovvero quando uno dei due giocatori finisce a terra, l'arbitro conta fino a dieci, poi in quel caso viene decretato il vincitore, tuttavia ci sono anche il Points Gap Victory, ossia la fine del round se si raggiunge, o supera i dodici, raggiunto questo viene decretato il vincitore, tuttavia questo metodo per le semifinali e le finali dei senior non è prevista. E la penalità, ovvero che se vengono raggiunti i cinque gam-jeom da un atleta, il round viene interrotto e l'avversario viene dichiarato vincitore.” spiegò Dae, con una espressione seria. Venera annuì soltanto, segnando sul suo E-Tab quanto appresso, in modo da rileggerlo in futuro.

“Questo film è una vera noia.” borbottò d'altro canto Aoi, lei e Theo, contrariamente a Venera, erano annoiati e disinteressati alla visione del film. Era specie di film in bianco e nero con una donna dai capelli corti in quella che pareva una scena deprimente di una rottura amorosa e dove lei lo pregava di ripensarci. Theo ad un certo punto sbadigliò, procedendo a cambiare canale, stufo di vedere quel film, il prossimo era una scena con la stessa attrice, ma stavolta in quella che pareva una scena di inseguimento fra lei e un altra donna, dai lunghi capelli neri e una tuta nera con dei dettagli blu. ”Ma è l'attrice di prima?! Ma che palle!” sbottò Aoi, visibilmente infastidita, e il suo lamento attirarono le attenzioni del castano e della viola, non capendo cosa avesse l'azzurra da lamentarsi.

“Scusate...” Dae mozzò il silenzio, non appena realizzò una cosa guardando lo schermo. “Non avete fatto caso che... Tutti i canali hanno tutti la stessa attrice dai capelli rossi corti?” chiese, volendo capire se era l'unico ad aver notato questo particolare, a quelle parole, l'Attrice Teatrale sgranò gli occhi, come se le parole del Taekwondoin avessero risvegliato qualcosa in lei. “É vero! Non importa quale canale mettiamo, c'è sempre questa tizia, ed è la stessa dei vari quadri dell'hotel!”

A quelle parole regno il silenzio.

“Che siano... I film girati da Elizabeth Williams prima che lei venisse a mancare?” si chiese Aoi, collegando tutti gli eventi dei giorni precedenti. “Ha senso. Ci sono vari articoli su di lei e di come la sua morte abbia avuto un forte impatto sul mondo dello spettacolo, vari quadri di lei, i film della sala svago...” elencò Aoi, contando con le dita quanto avesse detto. “E anche i vari riferimenti alla donna angelo! Potrebbero trattarsi di lei.” aggiunse Dae, dando corda alle parole della Criminologa.

“E con i vari giornali della sua morte, ho notato che l'esterno di questo posto ricordano molto la casa dove è stata ritrovata...” mormorò Theo, e a quelle parole, i quattro sgranarono scioccati gli occhi.

“State pensando pure voi quello che sto pensando io, vero?” chiese Theo, e i tre annuirono, sconvolti da quanto avevano trovato.

“Che questo posto...” disse Venera, e Dae annuì, come se sapeva cosa stava per dire. “... Sia la casa di Elizabeth Williams, prima che lei morisse?” concluse Aoi, e tutti i riferimenti che avevano trovato su quella donna dentro il posto aveva finalmente senso.

Erano nella casa di una attrice morta?

Perché portarli qui?

Perché xlx pazzx che ha ideato questo malsano gioco li ha portati qui?

Dare compagnia a una donna morta? Impossibile.

C'era qualcosa di più oscuro e più confuso sotto, che non capivano di cosa si trattasse però. Ma forse lo avrebbero scoperto, presto o poi.

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La porta dei gioielli fu facile da aprire, non avendo alcun tipo di serratura i due riuscirono senza problemi ad entrarci e vederne così il suo contenuto.

La stanza era rosa, con dei dettagli in bianco, il pavimento era composto da varie lastre color panna e un lampadario di diamanti ad illuminare la stanza, e ai lati delle pareti c'erano esposti in delle scatole di vetro -come per proteggerli da eventuali furti- vari gioielli di alto valore, con delle targhette che segnavano il periodo di quei gioielli.

I primi furono degli orecchini a lampadario in argento con delle perline bianche e rosa antico a decorare quel gioiello.

<<Questi furono gli orecchini che Elisabeth Williams indossò nel suo primo film di successo.>>

“Ah, quindi sono tutti i gioielli che sono stati indossati da Elizabeth.” disse Amanda, mentre Ryota era intento ad osservare dei semplici orecchini a bottone in argento, senza alcun tipo di decorazione.

<<Questi furono gli orecchini indossati da Elizabeth Williams nella sua adolescenza.>>

“Segnano pure il periodo storico di quando erano di appartenenza a Elizabeth!” disse invece Ryota, analizzando quella targhetta.

La prossima ad attirare l'attenzione dei due fu una collana con una lunga catenella oro, con un pendente di diamante al centro, che catturava l'attenzione dei due.

<<Questa è stata la prima collana indossata da Elizabeth Williams alla sua prima cerimonia di premiazione.>>

E tutti i gioielli esposti conducevano a un evento importante della vita o della carriera di Elizabeth, lasciando perplessi e affascinati la Professional Mermaid e il ragazzo dall'Ultimate Ignoto, tuttavia le sorprese non erano finite per loro.

Al centro della stanza, vi erano una collana di perle bianche e blu pastello con un zaffiro al centro che faceva da pendente, degli orecchini con dei diamanti ad addobbarli e un'anello che aveva un diamante al centro, che da subito catturavano all'occhio dei due, in particolar modo la didascalia di questi tre gioielli spiccarono all'occhio in particolar modo, riportando una semplice descrizione.

<<Questi tre gioielli furono indossati da Elizabeth Williams il giorno del suo fidanzamento con Dereck Campbell.>>

“Okay, decisamente Leandro non aveva torto quando diceva che chiunque abbia progettato questo posto fosse un ossesso...” mormorò Ryota, portandosi le dita a massaggiarsi il mento, mentre Amanda sembrava star riflettendo su qualcosa. “Secondo me le altre due stanze sono uguali, ovvero delle esposizioni stile museo delle superiori che mostrano i vari momenti della vita di Elizabeth, tramite degli oggetti di importante valore della sua vita personale o della sua carriera.” ipotizzò Amanda, convinta di quanto avesse detto. Che ascoltandola, anche per Ryota quelle parole avevano senso.

Quindi, in un modo o in un altro, avevano tre oggetti diversi, ma potevano, fra di loro, essere simili.

“Direi che non c'è molto da vedere qui, possiamo andarcene.” borbottò Amanda, incamminandosi verso l'uscita, tuttavia, Ryota non la seguì, in quanto qualcos'altro aveva catturato la sua attenzione.

Una porta in acciaio.

Senza avvisare, entrò, volendo capire cosa vi era al suo interno. E, piano piano aprì la porta, pronto a scoprire cosa avesse in serbo per lui quella stanza misteriosa.

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Leandro e Yuichi, varcarono la soglia della porta degli abiti, e, come la prima, aveva uno stile a mostra, dove i vari abiti erano messi in esposizione dentro delle vetrine. Ognuna con una didascalia.

Il primo completo che catturò i due fu una tutina da neonata, con apposita cuffietta e bavaglino, di color bianco con dei dettagli in rosa.

<<Il completino indossato da Elizabeth Williams nel momento della sua nascita.>>

“Ma che cazzo? Sta roba è veramente inquietante!” disse Yuichi, trovando disturbante la cosa, e Leandro annuì, come per dare corda all'amico, il prossimo fu un grembiule scolastico a scacchi rosa e bianco, con un colletto bianco e una gonna lunga giallo pastello, con delle scarpine rosa e dei calzini bianchi.

<<Il completo indossato da Elizabeth Williams il primo giorno di scuola elementare.>>

“Damn, confermo, ossessionati da sta Elizabeth!” borbottò Leandro, come se i mila quadri che avessero visto non fossero abbastanza per loro, pure i vestiti di quella donna esposti era solo un altra conferma di quanto strano il modo di elaborare un lutto per quella persona fosse.

Il resto erano dei vestiti o completi indossati nei vari film di Elizabeth, al centro, ve ne era uno in particolare che inquietò i due, che passavano a guardarsi a vicenda e poi a guardare il vestito. Era un abito a tuta nero, con una cintura in argento e dei brillantini nella parte superiore della tuta

<<I vestiti indossati da Elizabeth Williams il giorno della sua morte.>>

“Okay questa cosa non è fottutamente normale. Chi è il pazzo che metterebbe così tranquillamente in esposizione gli abiti di una donna morta?!” sbottò Yuichi, stanco di tutto quello a cui i due avessero assistito, e uscì fuori, venendo seguito dallo Sharper. Fuori da lì incontrarono la ragazza dagli occhi eterocromatici, la quale si chiedeva dove il biondo fosse finito.

“Fatemi indovinare, avete visto qualcosa esposto collegato ad Elizabeth Williams?” chiese e i due annuirono. “Ottimo, allora non siamo stati gli unici, io e Ryota abbiamo visto i gioielli indossati da lei.” spiegò con fare tranquillo ai due. “Davvero? Noi abbiamo visto il suo guardaroba esposto, era disturbante cazzo. Chi cazzo espone la roba di una persona morta per elaborare un lutto ripeto.” disse invece il rosso, mentre Leandro si accorse dell'assenza del biondo, si rivolse poi più confuso della sorella, con una sola domanda: “hey sis, dove è andato Ryota?” le chiese, alzando un sopracciglio. Amanda, in tutta risposta alzò le spalle. “Credo starà guardando qualcosa e ritornerà più tardi, non saprei.” rispose incerta, mentre il fratello annuì.

I tre si chiedevano che fine il biondo avesse fatto.

Sarebbe in caso tornato da loro?

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La situazione per Gale e Loiza non era differente dagli altri.

Stesso pattern della stanza, stessi oggetti esposti, ma erano cosmetici di vari tipi: prodotti per la base, ombretti, mascara, rossetti. Tutti dentro le vetrine com delle didascalie.

<<Il fondotinta preferito di Elizabeth Williams, indossato per uno dei suoi primi film.>>

<<La palette usata da Elizabeth Williams per il suo primo premio.>>

<<Il primo mascara usato da Elizabeth Williams per il suo primo film giallo.>>

“Sono tutti i trucchi usati da Elizabeth? Tutti tutti? Woh, deve essere davvero ricca per potersi permettere tutto questo!” esclamò sorpresa Gale, vedendo tutti quei trucchi esposti. “Per forza.” rispose Loiza, affascinata da quanti prodotti vi erano, che lei poteva solo sognare di poter provare sulla sua pelle. “A primo imp-impatto, sembrano molto costo-costosi...” aggiunse, ammirando da vicino una palette sui toni dorati, con fare curioso e ammaliato da quanto bella quella palette fosse. “Questa palette, ad esempio, è di un brand mo-molto noto. Il che ha senso siccome ha lavorato nel-nel mondo dello spettacolo.” spiegò, mentre Gale sgranò gli occhi a quanto disse la rosa.

Non solo era famosa, ma era pure benestante per potersi permettere tutto questi brand costosi e di lusso.

“Davvero?! Quindi tutti questi, tutti tutti, sono di brand famosi?!” chiese sbigottita la pasticcera, attendendo un si con la testa da parte dell'altra. “Credo si sarà guada-guadagnata una fortuna col-col suo lavoro, Gale.” rispose calma, focalizzandosi a guardare prima i prodotti davanti a sé, poi il biondo. “Secondo me...” iniziò, avvicinandosi a una palette sui toni del nude e poi a una palette dove predominava il blu. “Questa palette sui-sui toni naturali, con una pu-punta di blu potrebbe abbinarsi ai tuoi oc-occhi, e quel blush, che è leggermente rosato in piccola do-dose al tuo incarnato, poi questo gloss rosato per-per completare il tutto insieme a quel-quel mascara, che allunga le ciglia senza dare quell'effetto fi-finto!” disse battendo le mani alle sue teorie, Gale non disse niente, ma quelle parole le fecero strappare un piccolo sorriso.

Poi al centro della stanza, vi era una palette da quattro colori, un marroncino, un borgogna, un nero e uno shimmer bianco, un mascara dal packaging nero col logo della casa di fabbrica in oro, e un rossetto rosso scuro.

<<I trucchi usati da Elizabeth Williams il giorno della sua morte.>>

“Uh...” dissero all'unisono, guardandosi per un attimo, confusi e leggermente impauriti da quella didascalia.

“Credo che non ci sia più altro da vedere, possiamo pure uscire.” disse Gale e i due uscirono dalla stanza, dove gli altri tre erano rimasti fuori.

“Fermatevi, avete visto roba collegata a Elizabeth Williams, inclusi quelli collegati al centro che hanno come collegamento qualcosa di tragico o importante della sua vita.” disse Yuichi, e i due annuirono, quindi non erano state le sole a trovare qualcosa del genere, e non sapevano se esserne o meno sollevate.

Ma ancora restava da capire dove fosse Ryota. E perché lui non stesse tornado.

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Ryota entrò in quella stanza, dove l'unica cosa che faceva luce era uno schermo statico che faceva luce, Ryota esaminò ad occhio la stanza, cercando di trovare qualcosa che potesse anche farli uscire da lì.

Il destino degli altri è nelle tue mani, Ryota.

Devi solo trovare, anche una sola fessura a farli uscire da lì.

Istintivamente, Ryota trovò un giornale, e, per curiosità lo lesse, il contenuto gli fece sgranare gli occhi per lo shock per quanto aveva scoperto.

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Articolo del 29 Ottobre 2030

Nella sera tra il 26 Ottobre e il 27 Ottobre, 9 ragazzi tra i 15 e i 19 anni sono scomparsi nel pomeriggio del 26 Ottobre e non siano più tornati. I ragazzi scomparsi sono con riportate le immagini: Ryota Amano, Rei Tohyama, Yuichi Matsuda, Amanda Rivera, Leandro Rivera, Delilah Easterwood, Aignéis Kennedy, Mihkel Rebane e Abigail Dawnsey. Se li ritrovati contattate la polizia o le forze dell'ordine.

AGGIORNAMENTO DEL 30 OTTOBRE: Nella lista dei ragazzi scomparsi, quanto riportato dalle forze dell'ordine risultano i seguenti nomi e immagini, se li ritrovate contattate la polizia o le famiglie dei giovani: Dae Deli, Gwen Sprinklers, Venera Zhelayzkova, Remiel De La Fontaine Baker, Theory Macbeth, Loiza Arnaud, Jude Alberich Phillips, Clementina Honeycutts e Aoi Yoshinaga. In totale quindi i ragazzi scomparsi risultano 18, scatenando il panico tra le famiglie.

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Leggere quel giornate, lasciò Ryota a bocca aperta. La polizia li stava cercando? Fumie lo stava cercando?

Allora una speranza la avevano!

Forse potevano uscire sani e salvi da questo gioco, senza dover uccidere qualcuno!

Erano davvero finalmente liberi?

Tuttavia, prima che Ryota potesse risultare, vide una foto, e decise di esaminarla, la foto riprendeva una bambina dai lunghi capelli rossi con in mano un coppa, la sua espressione sembrava fiera del premio ottenuto, affianco a lei, c'era un uomo di mezza età con un sorriso stanco e vestito piuttosto elegante. Affianco una lettera.

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Cara Natalja.
So che sei arrabbiata con me per quello che ho ti fatto, ma non avevo altra alternativa. Lo faccio per la tua educazione e per il tuo bene.

Non voglio che tu commetta gli errori che avevo commesso io in passato, voglio, ora che ne hai l'opportunità di avere un futuro più rigoglioso e pieno di gioia. Cosa che io non sono riuscito a fare.

So che va contro i tuoi desideri, ma ormai sei grande e matura abbastanza da accettare la mia decisione, e che iscriverti a quella università è stato fatto per il tuo bene, voglio solo il meglio per te.

Ti prego, ovunque tu sei, torna a casa, la tua mancanza si sente, io e mamma sentiamo molto la tua mancanza, sai?

Mamma piange ogni sera, chiedendosi dove sei e perché non sei ancora tornata a casa.

Ti prego Natalja, vogliamo solo che tu torni, e risolvere insieme questo disguido, è questo che fa una famiglia?

Ti voglio bene e ci manchi.
Papà.

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“Non dovresti essere qui.”

Ryota si girò, e la prima cosa che vide fu la figura arrabbiata di Swan, e successivamente una pistola sulla sua fronte. Che lo spaventò a morte.

Stava... Per morire?

Era arrivata la sua fine?

Swan lo avrebbe ucciso qui?

“Chi ti ha autorizzato a entrare qui e farti i cazzi miei?! Vattene fuori, subito! Non farmi premere il grilletto, Ryota.” disse freddamente e furiosamente la rossa, mentre Ryota avanzò lentamente verso la porta, con Swan davanti a lui con la pistola puntata, in modo che non combinasse qualche casino.

E il biondo, seguito dalla rossa uscì da quella stanza.

“Sei tu... La ragazza della let-”
“Non sono affarracci tuoi, Ryota. Fuori da qui, ora!” rispose solamente la rosa, causando solo confusione, mentre piano piano Ryota, seguito dalla rossa uscì dalla stanza dei gioielli, a vederlo, e vedere la rossa armata, sgranarono gli occhi.

”Che vi serva da lezione, la stanza in fondo ai gioielli è severamente proibito entrarci. Il prossimo che lo becco dentro si becca un proiettile, tu preparati alla punizione, Ryota. Te la comunicherò quando l'avrò in mente.” comunicò freddamente e guardandoli male, Ryota provò a opporsi, ma Swan lo fulminò con lo sguardo, segno che il biondo avesse fatto abbastanza danni per adesso.

Quando uscirono dalla stanza, Ryota fece un piccolo sorriso, rivolgendosi al gruppo. “Ci stanno cercando! La polizia ci sta cercando!” annunciò, Amanda e Loiza spalancarono occhi e mascella, guardandosi poi con un grande sorriso in faccia, mentre Gale, Yuichi e Leandro erano al settimo cielo a sapere questa cosa. “Sei serio?! Giura!” disse Yuichi per primo, mentre Ryota annuì felice. “Allora possiamo davvero uscire di qui! È magnifico! Dobbiamo assolutamente dirlo agli altri!” disse Gale, unendo le mani con gli occhi speranzosi.

Potevano uscire da qui, tutti insieme.

Il regno di terrore di quei giorni stava per davvero giungere al termine?

Ryota voleva sperare che la polizia li avesse ritrovati prima o poi. E che potessero uscire da lì tutti insieme.

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ED ECCOCI ALL'INIZIO DI QUEST'ATTO

Again, sorratemi per aver cannato i vostri oc e buonanotte ci vediamo fr a marzo