Capitolo 9
L'isola Fatiscente
Quella mattinata era stupenda.
Il tempo per la navigazione era perfetto, il vento favorevole e le onde accondiscendi. Il sole alto nel cielo scaldava la pelle del timoniere assorto in chissà quale pensiero verso la meta del Cigno nero. Hope sulla coffa svolgeva come sempre egregiamente il suo compito da vedetta, controllando che nessun ostacolo o pericolo impedisse alla ciurma di arrivare a destinazione. Nam incapace di starsene con le mani in mano, dirigeva l'equipaggio nello svolgere piccoli lavoretti mentre Jungkook e Rebeca erano scomparsi da ore, ma il sorriso a trentadue denti della ragazza in quei giorni, era bastato a Taehyung per fargli capire che finalmente le cose si stavano aggiustando tra i due, non che fossero messe tanto male, si amavano quasi disperatamente e mai aveva visto JK così preso da qualcuno, ma era perfettamente normale che si creassero battibecchi tra una coppia in un periodo così frustrante.
Taehyung sospirò e ruotò dolcemente il timone, un'altra coppia scoppiettante si era formata in quei giorni ma non affiatata come Beca e JK, quei due non si amavano proprio, anzi perlopiù l'odio reciproco era la miccia che ogni giorno faceva discutere Jimin e la dottoressa che avevano preso a bordo. Non si era mai impicciato troppo Taehyung, già sopportarli per più di cinque minuti era devastante e si era occupato dei due seguendo il consiglio di Jin, che a conti fatti, si rivelò più una sadica soluzione.
«Perché non fai condividere loro la cabina? La dottoressa merita una stanza e questo potrebbe far iniziare Jimin e Erika ad andare d'accordo» aveva proposto il cuoco del Cigno Nero.
Mai decisione più stupida.
Avevano rimediato una brandina alla ragazza per non farla dormire nello stesso letto di Jimin e offrirle la minima privacy, ma ogni giorno erano costretti a dividerli per placare le loro litigate. Spesso la ragazza minacciava di trapiantare gli organi del loro contrabbandiere e la cattiveria di Jimin aveva superato molte volte il limite. Una di queste l'aveva addirittura segregata nella camera per non sentirla più, Erika aveva a dir poco sfasciato l'intera stanza. Taehyung cacciò via quei brutti pensieri dalla testa e tornò alla guida. Vide Jimin appisolato e sdraiato in equilibrio sul cornicione della balaustra in posizione supina che si stava godendo i raggi del sole come un gatto in cerca di calore, aveva uno stecchino in bocca, le gambe accavallate e le braccia dietro la testa. Nessuna lite, nemmeno un urlo sulla nave..si, oggi era proprio una bella giornata.
Taehyung s'inebriò i polmoni di salsedine e aria fresca, giusto il tempo necessario per la figura di una donna di finire nel suo campo visivo. I capelli rosso fuoco di Erika brillarono sotto il sole, il suo passo adirato e svelto, ormai diventato inconfondibile, non diede tempo al capitano di elaborare a cosa stesse puntando.
«ASPETTA!» Urlò, non appena vide la dottoressa fondarsi su Jimin per spingerlo al disotto della balaustra. Il contrabbandiere preso alla sprovvista cadde in mare come una palla di piombo, finendo tra le onde sotto gli occhi increduli di tutti i presenti. «Uomo in mare!» Urlò Hope da sopra la coffa, trattenendo le risa nella voce. Tae si spalmò una mano in faccia e sospirò, rimpianse ancora una volta l'assenza di Karen e quella stupida posizione che gli era stata data, saltò giù dalla sua postazione con aria stanca, la pace era durata ben poco.
«Dottoressa non puoi gettare i miei compagni in mare!» La rimproverò, ammettendo però di aver trovato quella scenetta alquanto divertente, se la dottoressa si era spinta a tanto significava che Jimin doveva veramente averla fatta grossa. Erika si voltò verso di lui, non l'aveva mai vista così furiosa da quando aveva messo piede sulla loro nave. Gli occhi verdi e brillanti erano fuoco per la rabbia.
«Non provare a riprendermi, se lo è meritato!» ringhiò puntandogli il dito contro, già pronta a combattere per il suo orgoglio.
Jimin comparso nuovamente sulla prua, dopo esser riuscito a risalire grazie alla corda gettata dai mozzi, si ripresentò completamente fradicio dalla testa ai piedi, i capelli grondanti di acqua salata e la furia omicida negli occhi.
«Brutta stronza! non sai che ci sono gli squali in questa zona!?» ringhiò scrollandosi l'acqua di dosso come un gatto.
«Lo so benissimo, speravo solamente che fossero più veloci dei mozzi!» Rispose la ragazza incrociando le braccia al petto. Jimin rimase di stucco, solitamente erano loro i pirati che davano le vittime in pasto agli squali e non viceversa, quella ragazza doveva avere qualche rotella fuori posto.
«Sei urticante roscia, come l'ortica nel culo! Ti comporti così solo perché sai che non posso strozzarti, ma fanculo il piano! Io la faccio sparire dalla circolazione!» gli urlò contro venendo però placcato da Nam
«Andiamo Jimin, la dottoressa ci serve viva e integra».
«Non me ne fotte un cazzo! Ce la caveremo senza questa strega!»
Erika la prese sul personale «Ma si riportami sulla mia nave, ah no scusa non puoi, perché dopo avermi rapito l'avete fatta saltare in aria!» Ironizzò, facendogli perdere ancor di più le staffe.
«E' per questo che ce l'hai ancora con lui? sono io ad aver dato quell'ordine» S'intromise Taehyung tornato al timone.
«No, ce l'ho con lui perché ha ben pensato di gettare in mare i libri di botanica che ho trovato nella libreria di Yoongi!» Jimin, quando Taehyung lo guardò per ricevere risposte, spostò lo sguardo altrove, beccato con le mani nel sacco. «Una persona non può nemmeno andare in bagno che si ritrova con la sua roba presa in prestito a fondo dell'oceano!» continuò Erika furiosa.
«Quella robaccia da medico appesantiva la nave, mi hai invaso la cabina di libri e di chincaglierie inutili e poi è roba nostra non tua, quindi posso farci ciò che voglio!» Rispose Jimin pensando di stare nella ragione.
«Mi serve per i miei studi razza di troglodita! E poi ti ho salvato proprio grazie a quella roba da medico!»
«Troglodita, troglodita!» La voce gracchiante del pappagallino spaventò Erika così come la presenza improvvisa di Kookie sopra alla sua spalla, aveva una fobia tremenda per i topi, tanto quanto per quelli volanti. La ragazza urlò per la paura e balzò via facendo ridere sotto i baffi l'intera ciurma, Kookie offeso planò e volò fino alla spalla di Taehyung dove si appollaio guardandola male. Fortunatamente servì a spezzare la tensione del momento e un eventuale massacro.
«Jimin dovresti smetterla di torturate la dottoressa con i tuoi scherzetti, ci serve sana di mente, anzi ci servite e entrambi e sarebbe un bene che iniziaste ad andare d'accordo, cazzo è un mese che vi conoscete» Li rimproverò Tae carezzando la testa del pappagallino «Perché non te la prendi tu nella tua cabina allora?» Sputò acido il moretto, facendogli alzare gli occhi al cielo. Taehyung prese ancora un abbondante boccata d'aria e cercò di mantenere la calma, quell'interminabile battibecco non sarebbe terminato così in fretta come credeva. Quanto avrebbe ancora resistito prima di disertare egli stesso?
«TERRA!»
La voce di Hope creò un caos temendo, adesso si che poteva ritenersi una bella giornata. Suga e Jin corsero da sotto coperta al suono della campanella, Kookie volò via dalla spalla di Tae per raggiungere prima della nave stessa la fitta foresta di cocchi che proliferava sull'isola a qualche miglia di distanza e di cui non si erano minimamente accorti. Rebeca fece capolino insieme a JK, vide Jimin grondante d'acqua e Erika ancora rossa in viso per la rabbia, ma non fece domande, troppo felice di aver raggiunto la loro meta inesplorata. Taehyung girò il timone, seguendo la corrente che li spingeva contro l'isola, gli parve strano ma non se ne curò, anche se solitamente le correnti tendevano a portare al largo e non nell'epicentro della terra ferma. Il Cigno Nero scivolò sull'acqua man a mano sempre meno blu e più cristallina lì dove diventava più bassa. La sabbia si quel luogo bianca e fine, non aveva nulla di differente dalle precedenti isole dei Caraibi già visitate, gli scogli erano irti e massicci, gli alberi verdi e brulicanti di natura e uccelli gracchiavano tra le fronde in cerca dei propri compagni.
«Siamo sicuri sia questa l'isola fatiscente?» Domandò Taehyung a Yoongi, che con la mappa sotto il naso sembrò anche più titubante di lui. «Si..» Rispose il cartografo, guardandosi attorno ancora una volta. «Abbastanza deludente» alzò le spalle il platino.
«Non importa, il nostro obbiettivo non cambia» Ammainate le vele e gettata l'ancora, Taehyung bloccò il timone e fece qualche passo in avanti sulla poppa. Dalla fitta foresta di cocchi, Kookie tornò diretto come un razzo sulla nave e si fiondo su Rebeca.
«Ehi Kookie che ti succede? stai tremando..» La ragazza lo accarezzò, accoccolandoselo addosso in modo di far abbassare le penne irte al pappagallo
«Terribile, terribile!» Gracchiò in risposta il pennuto, scotendo la coda rossa in agitazione, nulla che rincuorò gli animi della ciurma.
«Questa storia mi puzza come il pesce andato a male da una settima, non so perché ma quest'isola non mi fa sentire a proprio agio» Jin guardò fisso un punto indecifrabile nella foresta, come se questa da un momento all'altro potesse dargli le risposte che cercavano, ma solo il sospiro del tenue vento si fece sentire. «Hai letto il libro che Sellen ti ha dato?»Domandò Taehyung a Jimin, primo incaricato di prendere in prestito il volume dalla sua amata nonnina. Jimin si grattò il mento, il solo pensiero che sua nonna gli avesse fatto pagare quel tomo fior di quattrini quando poteva semplicemente darglielo in prestito gli fece venire l'orticaria.
«Devo essere sincero?» Rispose il contrabbandiere. Taehyung rischiò veramente di dare di matto, era un importante libro che parlava dell'isola dell'illusione, quello che Suga aveva in parte utilizzato per trovare le coordinate del posto sulla mappa navale, nonostante ciò né il cartografo né il diretto interessato sembravano aver avuto l'accortezza di leggerlo fino in fondo in modo da avere un analisi approfondita di quell'isola.
«Parli del libricino che Jimin ha lasciato a prendere polvere sul suo comò?» Erika aprì la tracolla in pelle che pendeva dalla sua spalla e tirò fuori l'oggetto fonte di discussione. «Volevo buttarlo per fare uno screzio a Jimin visto che si è liberato dei libri di botanica, ma dopo aver letto due o tre pagine di questa roba fantasy per accertarmi cosa fosse, ci ho ripensato. Devo ammettere che mi ha preso a tal punto da finirlo in mezz'ora» Disse lasciando di stucco la ciurma. Erano si e no cento pagine, quindi non erano sorpresi della velocità con cui l'aveva letto, ma piuttosto rimasero stupiti dal fatto che si fosse interessata a qualcosa che per lei era puramente becera ciarlataneria.
«Fantastico, adesso siamo costretti a farci accompagnare nell'esplorazione da Erika!» Ironizzò Taehyung, che aveva saggiamente pensato di lasciare la ragazza al sicuro sulla nave «Jimin dovevamo andare io e te! Perché cazzo non l'hai letto?!» Continuò infilando la sciabola affilata nel passante del cinturone.
«Perché non lo hai letto tu invece? Sei solo capace di dare la colpa a me!» Rispose indispettito Jimin, sostituendo la sua pistola con una dalle polveri asciutte gentilmente offerta da Nam, il ragazzo la nascose sotto la giacca e si strizzò i capelli ancora bagnati.
«Perché sai che mi fa schifo leggere e non so farlo correttamente!» Si difese Tae dalle sue accuse, con una motivazione a dir poco ridicola, ma vera. Taehyung era furbo, impeccabile negli scontri e quel poco fuori di testa che bastasse per far parte di una ciurma di pirati, ma era cresciuto in orfanotrofio su un isola di criminali e fin da piccolo nessuno gli aveva insegnato a leggere a dovere, per questo quando i testi diventavano più intricati faticava a comprenderne il significato, si era accontentato di quello che Isabella gli aveva insegnato nel tempo e anche se le sue lezioni erano bastate a non renderlo un totale dislessico, non aveva approfondito quell'attività che riteneva inutile a differenza di saper manovrare un timone o sparare con una pistola, almeno, fino ad ora.
«Non c'è alcun problema, porteremo Erika con noi, Sellen mi ha avvertito che lo stregone di questo posto non ama molto parlare con troppa gente e saremmo dovuti andare solo noi due, ma penso che con una donna non faccia molta differenza» Tagliò corto Jimin stufo della conversazione.
«Aspettate come? Assolutamente no! Io non ci vengo su quell'isola!» Rispose Erika scioccata. «Che c'è, hai paura di quella roba immaginaria e fittizia? Pensavo non ci credessi» la sfidò Jimin toccando i nervi giusti.
«Scommetti che verrò solo se mi chiederai scusa?» Rispose la donna, incrociando le braccia al petto. Jimin alzò un sopracciglio, lo inarcò talmente tanto da farlo arrivare quasi a metà fronte. «Come prego?»
«Jimin chiedile scusa» rispose Taehyung, cercando di concludere quella trattativa in fretta, non aspettò oltre e si lanciò letteralmente giù dalla nave, atterrando nell'acqua bassa con gli stivali.
«Dai avanti, sto aspettando» lo incoraggiò Erika battendo un piede a terra indispettita.
«Prima verrai con noi, poi vedrò cosa fare» Erika stava per ribattere ma Jimin afferrò una cima e la travolse come un tornado portandola disotto con sé. L'urlo della ragazza si diradò in tutta la foresta e alcuni uccelli si alzarono in volo spaventati dalla quiete appena interrotta. Erika prese a pugni le spalle del ragazzo che se la rise quando la lasciò a mezz'aria facendola cadere nell'acqua salata. Erika si tirò su, scostandosi rabbiosamente un ciuffo rosso appiccicato sulla faccia, era la seconda volta che quel pirata la lasciava cadere in acqua.
«Scusa» la prese in giro atterrando a poche falcate da lei.
«Jimiiiinnn» Ringhiò tra i denti.
Il pirata s'incamminò dietro Taehyung ed entrambi attraversarono la spiaggia bianca, Erika per non rimanere indietro si tirò su e li seguì non proprio entusiasta della cosa.
«Buona fortuna!» Gli gridò da sopra la nave Rebeca salutandola come se stesse per intraprendere un lungo e angusto viaggio. In effetti buttarsi nell'avventura in compagnia del capitano e di Jimin non era proprio al pari di un'allegra scampagnata amichevole. Erika rispose al saluto della ragazza e lasciò che la foresta di cocchi la inglobasse, il sole scomparve sotto le fronde e non picchiò più sulla pelle e un acre odore di vegetazione e mangrovie sostituì immediatamente quello del mare. Taehyung, che aveva almeno avuto l'accortezza di aspettarla, cacciò fuori la sciabola affilata per farsi strada tra i rampicanti. «Non perderci di vista e stai al passo» l'avvertì guardandosi attorno con fare sospetto, Erika trovò assurdo tutto quel riguardo del ragazzo, quando il loro nemico non era altri che un mucchio di erbacce.
•••
Camminarono per almeno una mezzora senza meta se non il cuore centrale della foresta, seguendo una linea dritta che dava verso il nord della bussola che Jimin stringeva tra le dita, la loro nave era rimasta a sud, quindi tralasciando eventuali incidenti, non doveva esser poi così difficile ritrovare la strada per il ritorno «Non mi piace questo posto» Si lamentò il trafficante, stropicciando una fogliolina verde con le dita.
«Sa di morte» aggiunse.
Rumori agghiaccianti continuavano a provenire da ogni direzione, versi di animali esotici di cui Erika non conosceva neppure il nome, rompevano il silenzio della giungla, eppure lei non provava il minimo disagio. Sapeva che quello che aveva letto nel libricino di Sellen fossero solo fantasie di qualche scrittore dalla fervida e macabra immaginazione: piante carnivore dalle mucose corrosive e tossiche, uccelli che divoravano gli occhi degli uomini e ricreavano le loro grida come richiamo per le prede, serpenti di cui morso poteva creare vivide allucinazioni, Erika non aveva mai letto nulla di così stupido in tutta la sua vita.
«Non ti facevo così paranoico» Disse strappandogli la fogliolina dalle mani. L'analizzò per odore e tatto, quella pianta ma non sembrava aver nulla a che vedere con l'odore di cui parlava il pirata « E' una Aristolochiacea, nulla di pericoloso» constatò la donna innescando uno sguardo di disappunto in Jimin «Perché non ti fidi mai delle mie parole? ti comporti sempre in modo così..così»
«Ragionevole?» continuò Erika per lui. Jimin strinse i denti e sputò a terra «Odio questo tuo modo di fare, ti credi chissà chi e invece sei la persona più ottusa che io abbia mai conosciuto!» alzò la voce il ragazzo puntandole il dito contro. Erika la prese seriamente sul personale, nessuno poteva darle dell'ottusa quando aveva passato una vita intera sui libri proprio per differenziarsi dalla gentaglia ignorante. «Tu dai dell'ottusa a me? Un bamboccio che gioca a fare il pirata e crede ancora nelle leggende e nelle favole?! Ma fammi il piacere Jimin e datti una svegliata!»
«Io non sto giocando a fare il pirata» contrariamente alle sue aspettative la risposta di Jimin non la soddisfò, in realtà le causò un improvviso tremore per la serietà con cui aveva pronunciato quelle parole, era stato strano..per la prima volta Jimin le aveva infuso una leggera paura. «Non ho mai scherzato su ciò che riguarda la mia vita. Tu giudichi troppo le persone alla prima apparenza Erika, se non vuoi a tua volta essere sempre giudicata devi imparare ad avere un minimo di riguardo» La donna si sorprese nell'esser chiamata per nome per la prima volta e tentennò, temeva che se avesse continuato a lungo quella conversazione si sarebbe ritrovata con la gola tagliata da un momento all'altro, ma non si lasciò scoraggiare e si voltò per dargli le spalle e per non guardarlo ancora in faccia, non voleva essere così dura con lui, ma quel tipo era capace di tirar fuori tutto il veleno che aveva dentro. Troncò lì la conversazione e cercò appoggio nell'unica persona che poteva portarla fuori da quella situazione.
«Taehyung puoi..» ci rimase male quando si accorse di non star parlando con nessuno, solo piante e arbusti erano rimasti lì fino a dove poco fa la figura del capitano stava facendo a fette una mangrovia «Dove è finito?» domandò.
Jimin si guardò attorno, anch'egli scosso dall'assenza del compagno e in poche falcate percorse parte della boscaglia osservando attentamente fin dove gli era consentito.
«Pirata, dove cavolo sei?!» Lo richiamò Erika senza però ottenere risposta, se non da suo eco che si disperse tra le fronde delle palme verdeggianti. «TAEHY-»
«Shh» La zittì Jimin serrandole la bocca con in palmo della mano. «C'è qualcuno che ci sta osservando, fai silenzio» L'odore della pelle del pirata le entrò involontariamente nel naso a quel gesto e per sua sorpresa si trovò talmente in imbarazzo per quel calore sprigionato che dovette sfuggire alla sua presa velocemente. «Certo che c'è qualcuno, sarà sicuramente Taehyung! E tieni a posto quelle manacce!» le guancie della ragazza s'imporporarono di un tenue rosso, un colore molto simile ai suoi capelli ramati, dettaglio che non sfuggì allo sguardo di Jimin. «E' così che funziona? Tu puoi toccarmi a tuo piacimento quando sono febbricitante in un letto e io non posso nemmeno zittirti?» Domandò il ragazzo.
«Io sono stata costretta a farlo, ne valeva la mia salvezza!» Perché era così acida? Nemmeno lei concepiva come potesse assumere un tale comportamento infantile nei confronti di qualcuno, ma si convinse fosse a causa della spiacevole sensazione di nervosismo al solo pensiero di star da sola con un ragazzo come Jimin, nel bel mezzo di una foresta sconosciuta e dispersiva. «Beh allora non devi preoccuparti..» rispose infastidito lui «Perché dopo averti conosciuta, non ti scoperei nemmeno se fossi l'ultima donna sulla terra!»
Erika boccheggiò, turbata da quelle parole ma soprattutto dalla franchezza con cui le erano state sbattute in faccia. Se nemmeno un don Giovanni come Jimin provava attrazione per lei, allora poteva anche ritenersi zitella a vita, non che fossero queste le sue priorità, però...
Offesa ma senza darlo a vedere girò i tacchi e alzò il mento «Bene allora con permesso, io vado a cercare Taehyung» Disse con acidità in voce, incamminandosi verso una meta sconosciuta. Non aveva con se una bussola, tantomeno un arma che avrebbe potuto proteggerla dagli animali selvatici, tuttavia avrebbe preferito di esser sbranata viva che passare un secondo di più in compagnia di Jimin.
Il pirata maledì la sua stessa linguaccia e si morse l'interno guancia con nervosismo, forse stavolta aveva davvero esagerato con le parole.
«Aspetta dove vai?!»
Le urlò dietro, indeciso sul raggiungerla o meno. Erika sembrava veramente arrabbiata, ma non voleva concederle il lusso di chiederle scusa, anche se sapeva di aver sbagliato e di aver dato fiato alla bocca ancor prima di rendersene conto. Erika non lo ascoltò, spostò con rabbia alcuni arbusti con le mani, finendo per procedere a tastoni in quella giungla fitta.
«Lontano da te, non voglio passare un secondo di più in tua presenzaAAA!!» Gridò quando un piede le andò a vuoto facendola sporgere e cadere in avanti. Erika portò le braccia a pararsi il viso e cadde in avanti, si accorse di esser precipitata in un dirupo solo quando riaprì gli occhi. «ROSCIA!» Quando riprese coscienza vide sopra di te la testa del pirata fare capolino e guardarla solo per accertarsi che fosse ancora tutta integra, Jimin trattenne una risata quando la vide ancora viva e vegeta ma ricoperta di fogliame e terriccio. Erika lo maledì ancora e si guardò le mani sporche di fango e le braccia ferite da piccoli tagli, nulla di grave se non per la caviglia dolorante e completamente incastrata sotto ad una radice sporgente. Tirò appena in modo da castrarsi da lì e ci sarebbe anche riuscita se solo la radice non si fosse mossa attorcigliandosi lungo la sua gamba.
«Ma che..» Le parole le morirono in gola quando sentì improvvisamente una dolorosa puntura al polpaccio che bruciò talmente tanto da farle lacrimare gli occhi per il dolore, quando mise meglio a fuoco la situazione in cui si era caccia, perse più di un battito: la radice divenne verde e i legno ruvido, squamoso e umido, capì di aver preso forse una bella botta in testa quando si rese conto di aver confuso una pezzo di legno con una..
«V-vipera!!» Urlò.
«Stai bene?!» le domandò dall'alto Jimin, mentre cercava una qualche sporgenza per calarsi di sotto. No, non stava bene, per niente, era stata appena morsa da un serpente che ora se ne stava bello e attorcigliato lungo la sua gamba e non sapeva se continuare ad urlare e cacciarlo via le avrebbe risolto la situazione, era sicura che dopo aver ricevuto un morso forse velenoso e capace di stenderla in una manciata di secondi, doveva rimanere immobile per la sua incolumità.
«V-vi-ip-er-ra..» balbettò ancora stavolta con il tono più basso, giustamente spaventata a morte. Respirò a fondo, non doveva agitarsi lo sapeva bene, l'aumento dei battiti cardiaci e di conseguenza del flusso sanguineo avrebbe accelerato la diffusione di un presunto veleno. Il rettile la fissò con i suoi occhietti vitrei e neri, tirò fuori la lingua biforcuta per captare il suo odore e le si attorcigliò fin sopra al ginocchio, era il serpente più strano che avesse visto in vita sua, giurò che quelle piccole protuberanze che aveva tra le squame fossero spine e piccoli boccioli di fiori non ancora schiusi. L'animale spalancò la bocca mostrandole gli affilati denti bianchi imbevuti di veleno e solo allora Erika chiuse gli occhi e rimase paralizzata e incapace di reagire, in attesa di un secondo morso che però non arrivò mai. Li riaprì quando un pugnale tagliente sferzò l'aria e si conficcò nella testa dell'animale, il sangue blu le macchiò le guancie e il serpente lasciò andare lentamente la presa delle sue spire cadendo a terra stecchito. La ragazza ancora scossa, allontanò immediatamente la gamba dal rettile e cercò di tirarsi su.
«Non muoverti» L'ammonì Jimin atterrando al suo fianco grazie all'aiuto di una vera radice «Sei stata morsa, devi rimanere immobile fino a quando non avrò tirato fuori tutto il veleno» Le disse, recuperando il coltello che si premunì di pulire sulla manica della giacca.
«Aspetta che intenzioni hai? Non sappiamo se sia velenoso..» Jimin le squarciò i pantaloni con la lama fino al ginocchio, e sembrò talmente concentro in quell'operazione che Erika stentò a riconoscerlo per un secondo.
«Le vipere dalle pigmentazioni accese sono quasi sempre velenose eccetto alcuni casi rari, meglio non rischiare» rispose, scoprendole il polpaccio e i due buchi pulsanti e rossi che le foravano la carne.
Quando Jimin le sfiorò la pelle con le dita, Erika provò una strana sensazione, i calli del pirata erano bollenti, troppo, quindi ipotizzò che la sua stessa temperatura corporea si stesse abbassando e da lì a poco sarebbe diventata un cubetto di ghiaccio, ne sarebbe susseguita febbre, nausea, e nel peggiore dei casi un attacco epilettico. Continuava sentire i primi giramenti di capo, quello più forte che le fece vorticare la testa all'impazzata arrivò quando Jimin appoggiò dolcemente la bocca sul suo polpaccio e chiuse le labbra. Erika ritirò la gamba, scossa da quella sensazione, ma il pirata strinse la presa e non le permise di muoversi oltre. «Sta ferma, o giuro su dio che ti lascio agonizzante tra questi cespugli» le ordinò in un rauco sussurro ma senza vera cattiveria nella voce. Quando Jimin iniziò a succhiare via il veleno, aiutando la stimolazione e la fuoriuscita del liquido con un movimento lento dei polpastrelli a premere sui lati dei fori, Erika annullò per qualche secondo il contatto con la realtà. Si sentì andare a fuoco e la lingua di Jimin divenne il cherosene che le avrebbe causato la morte per autocombustione. In realtà, il suo cervello avrebbe dovuto pensare solo ed esclusivamente al pericolo, aveva paura e non sapeva se il repentino intervento del pirata avesse funzionato, ma il banale cliché degli eventi l'aveva portata a diventare una donzella da salvare e non solo dal morso di una vipera, ma anche dal contesto che si era creato a causa della ruvida appendice di un mascalzone. Quando Jimin si scosto da lei per sputare a terra pensò fosse tutto finito, ma una nuova scossa di adrenalina la pervase non appena il ragazzo tornò ad ultimare con parsimonia il suo lavoro. Jimin strinse più forte e succhiò avidamente ogni stilla di sangue infetto che poteva, senza volerlo la lasciò priva di respiro quando alzò gli occhi su di lei per analizzare ogni sua più piccola reazione.
"Bastardo" Pensò Erika, percependo il ghigno di lui sulla pelle. Forse il veleno le era arrivato al cervello o forse iniziava ad avere le allucinazioni, ma dovette ammettere e con molto rammarico, che Jimin ci sapeva fin troppo fare con la lingua.
•••
Angolo della ciurma:
Allora gente!! Vi è piaciuto questo capitolo, un po' comico un po' hot? Ditemi, cosa ne pensate di questa nuova coppia? Vi aspettavate un Jimin così.. così scoppiettante? E...oddio non voglio pensare a cosa succederà nel prossimo 😩
Ma ditemi, vi sta piacendo? Come trovate Erika? Non si farà di certo mettere i piedi in testa dal nostro trafficante! Ma magari pretenderà altro chissà 😏
Povero Tae, costretto nelle sue vesti da comandante a badare a queste pesti, spero che Karen torni e riprenda il suo posto perché altrimenti si licenzierà in tronco 🤣
Detto questo ci vediamo alla prossima e mi raccomando lasciate un commento e una sorellina se la storia è di vostro gradimento ✨
Alla prossima 🌊
-ChZzz 🖤
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