Capitolo 10

Il senza cuore

Taehyung stava camminando da ore ormai. 
Il tramonto iniziava ad oscurargli la vista, ma non si sentiva per nulla stanco se non frustrato. Aveva perso Jimin e Erika in un lasso di tempo a dir poco ridicolo, per non parlare del fatto che quello ad avere la bussola fosse proprio il trafficante. Alzò gli occhi al cielo e sospirò, sperava di ritrovarli presto, ma ogni sua ricerca fu vana e non fece altro che fargli sprecare tempo prezioso e rischiare soprattutto di perdere l'orientamento. Dopo aver abbandonato l'idea di ricongiungersi presto ai suoi accompagnatori, Taehyung afferrò il primo ramo che gli capitò davanti e lo spezzò. Frugò nelle tasche del suo giaccone lungo, finché non vi tirò fuori una benda logora e una piccola borraccetta di rum «E io che speravo di berlo..» Disse, imbevendo la stoffa della garza con il liquido ambrato. A lavoro finito attorcigliò lo straccetto zuppo attorno al bastone che aveva recuperato poco prima e con l'aiuto di un vecchio acciarino arrugginito accese una scintilla facendo divampare una fiamma grazie all'alcol. Ben presto la sua vista si abituò alla luce calda della torcia improvvisata, che servì nella penombra del tramonto ancor più oscurato dalle fronde degli alberi fitti. Ricominciò a camminare, evitando di far scontrare le fiamme arancioni con il fogliame basso. «Ci manca solo che prenda fuoco..»borbottò ridendo tra sé e sé, affettando con la scimitarra una povera sempreverde che gli sbarrava la strada. Quando ritirò la lama si rese conto di aver aperto un passaggio ben diverso da quelli precedenti. Davanti ai suoi occhi si aprì una piccola radura, circondata dalle piante ma al cui centro sorgeva un piccolo stagno cristallino. La luce del sole sopra la sua testa lo aiutò a vedere meglio, e non appena vide quel piccolo angolo paradisiaco incastrò la torcia tra due rocce a terra per prendersi una pausa. Aveva camminato così tanto che si era dimenticato di quanto fosse bello starsene fermo a riprendere fiato. Aveva la schiena zuppa e una goccia gelida di sudore gli colò lungo la schiena. Quel piccolo angolo disperso era stupendo. Tae trovò rilassante il silenzio contaminato solo dal piacevole richiamo degli animali notturni che uscivano dalle loro tane e placidamente si beò dal gracidare delle rane appollaiate sulle ninfee. Alcuni fiori bianchi e rosa dalla grande corolla galleggiavano sul filo dell'acqua priva di correnti, ed erano costellati da piccole lucciole che con l'imbrunire diventavano sempre più visibili. Era uno spettacolo magnifico tanto che con il sorriso sulle labbra, il pirata si sfilò il pesante giaccone che lo aveva accaldato insieme all'umidità di quel posto. Lo ripose su un ramo poco distante e fece qualche passo verso la riva per sedersi a terra. «Se solo tu fossi qui..scommetto che ti piacerebbe parecchio» Non riconobbe il suo stesso tono malinconico, che lo costrinse a stringere tra le dita un ciuffo d'erba attaccato al terreno. Patetico. Si sentì patetico e inerme e soffocato dall'incapacità di fare effettivamente qualcosa di giusto. Salvare Karen era ciò che più desiderava al mondo, e si stava impegnando anche parecchio nel farlo, ma anche una semplice svista, un secondo di distrazione, era bastato per fargli perdere tempo, e lui non aveva tempo da perdere. 

«Cosa faresti se io fossi qui?» 

Taehyung lo lasciò che le sue ansie scivolassero via  quando si rese conto di star parlando da solo e..di aver ben sentito in testa la voce di Karen rispondere alle sue parole. 

Stava diventando matto. 

Sospirò per l'ennesima volta prima di tirar fuori dal suo borsetto di pelle attaccato alla cinta un involucro di stoffa. Era sicuramente la fame a fargli sentire le voci nel nulla più assoluto. Strappò con i denti un pezzo di carne essiccata e la mandò giù con dell'acqua che aveva riposto in una borraccia di pelle. «Sapevo di aver bisogno di quel rum, adesso sento anche le voci» Ironizzò, ingoiando il suo pasto, che rimase ovviamente a metà via tra l'esofago e lo stomaco quando la il tono di Karen si fece più vivido nelle sue orecchie. 

«Pensavo di trovarti cambiato.. e invece sei sempre lo stesso» 

Un pezzo di carne gli cadde di bocca e il pirata si voltò verso la persona che aveva parlato alle sue spalle. Avrebbe riconosciuto quella voce anche a distanza di secoli, anni o addirittura da morto, e la sorpresa lo costrinse comunque ad alzarsi di scatto per lo spavento. «Ma..cosa?» Tae si umettò le labbra e la bocca si era fatta secca nonostante avesse appena bevuto. Fece qualche passo indietro, e tacco del suo stivale si bagnò con l'acqua dello stagno. Il cuore di Taehyung prese a battere come un dannato, tanto che in quel posto così silenzioso si sentì a orecchio. Davanti al suo naso, illuminata dalla torcia che aveva abbandonato lui poco prima, c'era proprio lei.

«Karen...» Disse, non credendo alle sue stesse parole. Oh un'allucinazione, doveva per forza trattarsi di uno scherzo malsano che la  testa aveva voglia di farli provare. Prima i sogni, poi l'emanazione in carne ed ossa della persona che più bramava di vedere da mesi. Fu impossibile per Tae trattenere un sorrisetto diabolico e divertito, perché quello che aveva davanti era proprio il suo capitano. Aveva i suoi capelli, la carnagione abbronzata e quei lineamenti aspri ma bellissimi. Il naso dritto e perfetto, i tatuaggi tribali sulla pelle scoperta che si aggrovigliavano lungo i muscoli sotto pelle delle braccia femminili ma allenate. Taehyung inconsapevolmente si umettò le labbra secche nel momento stesso in cui incrociò quelle di Karen piene e delicate come le ricordava. Nel riflesso dei suoi occhi scuri danzava la lingua di fuoco della torcia e a stento riuscì a trattenere l'impulso di correrle incontro e abbracciarla con tutto sé stesso. Lo stivale di Tae strepitò sul terreno polveroso, mentre il cervello consapevole imponeva ai muscoli di non agire in alcun modo. 

«Mi sei mancato, Tae»

Dio quanto amava la sua voce, non pensava nemmeno di adorarla fino a quel momento, dopo che per tutto quel tempo erano stati separati. Vedendolo titubante e ancora sotto shock Karen fece qualche passo verso di lui, sembrò delusa di non aver scaturito in lui la minima reazione.

«Scusami se affretto le cose, ma devo parlarti e non c'è molto tempo!» La voce di Karen sembrò diventare irrequieta. 

«Che significa tutto questo?» Domandò il pirata senza mai rilassare i muscoli tesi in tutto il corpo. Il cuore ringhiava in petto, vorace e famelico, ma la consapevolezza che tutto ciò non fosse assolutamente possibile lo frenava dal fare qualsiasi cazzata stesse concependo.

Karen alzò le mani davanti a sé. «Ascoltami io non sono qui, intendo non con il mio corpo fisico almeno..al castello dove mi anno portato, la Gemma bianca, ho trovato questo mago di corte..o meglio stregone che ha la capacità di farmi parlare con qualcuno per poco tempo e insomma sono riuscita a portarlo dalla mia parte e farmi aiutare» Spiegò in tutta fretta. «E come saresti riuscita a convincerlo?» Domandò ancora titubante il pirata.

«Non è questo che importa adesso, sono qui perché devo dirti una cosa» Lo interruppe lei, avanzando ancora di qualche passo. Taehyung era ancora così sorpreso che il suo corpo rasentò la paralisi. Karen era così persuasiva che non si sarebbe meravigliato se avesse portato dalla sua parte un nemico. «Cioè volevo accertarmi che fossi vivo...»Ammise lei. Le guance di Karen si imporporarono di rosso, una reazione alquanto strana ma comprensibile. Aveva la possibilità di parlare solo una persona e per poco tempo e guarda caso era finita proprio a parlare con lui.

«Beh come puoi vedere sono in forma smagliante, ma perché sei venuta a parlare proprio con me?» Rispose Taehyung alzando gli angoli delle labbra in un sorriso.

«Davvero me lo stai chiedendo?» Taehyung non seppe spiegare bene a sé stesso cosa esattamente ruppe la sua barriera, quelle parole forse, o il tono imbarazzato di lei, le sue guance arrossate o gli occhi così colmi di gioia che quasi lo uccisero per quanto belli, fatto sta che non resistette più un altro secondo. Lasciò cadere a terra il suo orgoglio e le finì addosso stringendola in un abbraccio che era più che tangibile. Sentì il calore di lei inondargli il petto e superare gli abiti, la sentì più vicina di quanto in realtà non fosse.
«Anche tu cazzo! Mi sei mancata da morire!» Ammise senza alcuna paura, stringendola in quella morsa soffocante «Ma ti prometto che ti porterò via di lì fosse l'ultima cosa che faccio!» Karen si staccò poco da lui solo per poterlo guardare negli occhi, o meglio nell'unico occhio cristallino ben visibile da quella distanza. «Faresti tutto questo per me?» Domandò avvicinando il volto a quello del pirata. «Saresti disposto anche a morire per me, Tae?» Continuò sfiorandogli le labbra screpolate con le sue. La mano di Karen finì proprio sul cuore di lui ancora palpitante e graffiò con le unghie laccate di nero la maglia stropicciata del pirata «Questo lo donerai a me?»

La notte ormai era calata inevitabilmente su quell'abbraccio intimo e sincero fino a pochi secondi prima, almeno da parte del pirata. Taehyung schiuse la bocca e le morse delicatamente il labbro inferiore non resistendo all'impulso di avere quella donna lì alla sua mercé.

«No»

La risposta secca e spietata prese alla sprovvista la donna che si scostò da quel bacio velenoso. Veloce come una scheggia e deciso, Taehyung estrasse l'arma dal cinturone e anche se, sentiva dentro di sé un forte odio per sé stesso in petto le piantò un pugnale nel fianco. Karen urlò e si allontanò da lui, reggendosi con le mani la ferita aperta sotto i vestiti. Dalle costole della donna iniziò a sgorgare del sangue bluastro, come quello dei rettili «Perché?!» Urlò furibonda. Nella rabbia la donna cambiò aspetto, i suoi capelli si allungarono in sottili e lisci fili bianchi, la sua carnagione si scurì in una più grigiastra e inumana, come quella dei cadaveri morti da mesi, le orecchie si appuntirono e gli occhi divennero perle rosse iniettate di sangue «Come lo hai capito?!» Gridò guardandolo con odio. Taehyung scattò all'indietro e tirò fuori una pistola, i lineamenti sul viso del pirata mutarono in una sadica e furba espressione di vittoria. «Per prima cosa hai palesemente detto di non essere qui con il tuo corpo eppure quell'abbraccio era già bastato a farmi sorgere dei dubbi» disse sparandole ad una gamba, il terribile suono delle ossa rotte a causa del proiettile e dei muscoli recisi, riecheggiò nella piccola radura. La creatura urlò ancora e gli mostrò i denti aguzzi, Tae fece in tempo ad evitare il suo attacco disperato, schivandola su un fianco per finirle alle spalle, cacciò fuori l'altra pistola e le sparò alla caviglia della gamba ancora buona. «Seconda cosa e forse la più importante, Karen non mi avrebbe mai e poi mai chiesto di morire per lei» Il tono di Tae era fermo, ma anche furioso con quella spaventosa donna che aveva giocato con i suoi sentimenti e con quelli del suo capitano. «Tu schifoso, piccolo e insignificante straccione! Dovevi farti mangiare il cuore e invece sei solo un codardo!» Ringhiò lei. Tae le finì davanti, per nulla offeso dai suoi insulti e la guardò. «E' così che funzioni tu? ti prendi i cuori delle persone che lo offrono a qualcun altro? Sei molto disperata» si piegò sulle ginocchia per osservarla meglio. «No stupido inetto, io me ne nutro e fino ad ora c'ero sempre riuscita con ogni sciocco che si è perduto in questo acquitrino! Sapessi quanta disperazione ho letto nei loro visi prima di strappargli via ciò che li teneva in vita e quanta noia ho provato nel dover leggere i ricordi smielati dei loro patetici amori. Ma il cuore, oh quello ha un sapore ancor più intenso quando avvolto da tanta sofferenza e il tuo..» Disse indicando con l'indice quello che batteva nel petto del pirata «Il tuo è talmente intriso d'odio, amore e dolore che deve essere considerato una prelibatezza per la mia specie» Il sorriso raggelante che mostrò, fece rabbrividire l'intera colonna vertebrale di Taehyung. Era sicuro di aver sentito le voci disperate degli uomini che aveva fatto a pezzi in passato attraverso il suo alito. Il timoniere sorrise e guardò il manto stellato che si era palesato in cielo. «Il tuo piano però ha una falla bella e buona..voi donne siete sempre così, convinte di potervi prendere un uomo anche se impegnato già nella sua testa» Disse tornando con gli occhi in quelli rossi della creatura e la punta della canna della sua pistola finì appoggiata sulla fronte di lei. La creatura schise le labbra a cuore ma rimase zitta. «Hai frugato nei miei ricordi, nella mia mente malata per prenderti gioco dei miei sentimenti, eppure non hai capito..» Prese un bel respiro, tirò indietro il cane dell'arma con il pollice e diede qualche secondo alla creatura per comprendere il suo errore. Tae con la mano libera si indicò il petto «Il mio povero cuore è già stato divorato anni fa da una donna e, non mi appartiene più» 
E nel silenzio della notte, alcuni uccelli notturni si alzarono in volo a causa del colpo che partì dalla pistola del pirata.

•••

🌊Angolo della ciurma:

Capitolo corto ma essenziale. Dovevate capire e comprendere quanto possa essere pericolosa l'isola fatiscente. O forse pericoloso è solamente un pirata innamorato e arrabbiato con sé stesso? Spero che vi sia comunque piaciuto il capitolo, un po' per il momento, un po' per i sentimenti di Tae venuti a nudo con un mostro. L'isola delle illusioni dove tutto ciò che sembra in realtà non è.
Alla prossima 🏴‍☠️
-ChZzz 🖤

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