6

Ore 02.00

L'orologio a pendolo iniziò di nuovo a suonare, scandendo la seconda ora della notte di Natale.
Sasuke non udì il suono, addormentatosi profondamente con espressione cruciata sul volto, poco dopo che Itachi se ne era andato.
L'ultimo rintocco riecheggiò nella casa vuota, disperdendosi lentamente tra le mura.
La stanza dove il ragazzo dormiva era tornata buia e fredda di nuovo.
Gli ultimi tizzoni ardenti si vedevano appena, puntinando di arancione il fondo del caminetto.
Un cumulo di fuliggine cadde dal condotto, spegnendo gli ultimi rimasugli del fuoco.
L'Uchiha si rigirò nel letto, sospirando, mettendosi più comodo su un fianco.
Un'altro cumulo, più consistente, discese pesantemente, disseminandosi per l'impatto anche sul pavimento.

"Oh oh oh."

"Itachi!" Urlò Sasuke, mettendosi seduto di scatto, vagando con lo sguardo nel buio.
L'aveva sognato, aveva sognato quando da piccoli erano andati a far compere al centrocommerciale con la madre che lo aveva portato a far la foto con Babbo Natale.
L'uomo vestito di rosso lo aveva tenuto sulle gambe e gli aveva chiesto cosa desiderasse come regalo e, alla richiesta di Sasuke, di voler diventare come suo fratello, l'uomo aveva riso con il suo vocione, mentre Itachi, sorpreso, gli aveva detto che doveva superarlo e che, solo credendo in se stesso ed avendo una forte vocazione in ciò che faceva, ci sarebbe, un giorno, riuscito.
Non gli capitava da tempo di sognarlo, anzi, a dire il vero, solitamente erano gli incubi terribili sull'incidente che lo svegliavano bruscamente.
Si passò una mano tra i capelli lisci, spostandola poi su una tempia, massaggiandosela: il dolore si era attutito notevolmente, dandogli pace e modo di riposare più facilmente.
Sospirò, risdraiandosi a pancia in su, ancora con gli occhi spalancati, riflettendo su ciò che era successo.
Ancora non si capacitava di quello che stava accadendo nella sua vita, ma soprattutto il perchè.

"Oh oh oh."

Di nuovo quella risata richeggiò nella sua testa.
Richiuse gli occhi, cercando di riconcigliare il sonno, prima che ricominciasse ad avere altre apparizioni.
Non sapeva che ore fossero e non ci teneva nemmeno a controllare, prima la nottata sarebbe passata, meglio sarebbe stato per lui.
Sperava che lo spirito di Sakumo e di suo fratello fossero bastati per far capire, a chi li aveva mandati, che non aveva intenzione di cambiare.
Sasuke Uchiha non si faceva manipolare dalle persone vive, figuriamoci da quelle morte.
Un rumore sordo, proveniente da poco lontano da lui, lo fece ridestare dalla dormiveglia.
Rimase immobile, con gli occhi chiusi, cercando di captare ogni singolo suono.
Sperava che, se un'altro spirito fosse venuto a cercarlo, trovandolo così, come se fosse addormentato, non lo avrebbe scocciato.

"Oh oh oh"

La risata fastidiosa di Babbo Natale continuava a tormentarlo.
Agrottò le sopracciglia, quando sentì la testa ricominciare a pulsare ai lati.
Non sarebbe riuscito a rimanere immobile ancora lungo, doveva assolutamente massaggiarsi le tempie, cercando un po' di solievo.
Si lasciò sfuggire un ringhio, arricciando il labbro superiore in una smorfia di dolore.
Iniziò a contare, cercando di distrarsi, per mantenere il controllo dello stato vegetativo in cui doveva apparire.

"Sasuke!" Si sentì chiamare, con tono rimproverativo, da una voce squillante.
Trattenne il respiro, imponendosi di rimanere fermo: di sicuro se ne sarebbe andato se non gli avesse risposto.
"Sasuke! Si può sapere cosa ci fai nel letto la notte di Natale? Dovresti essere a festeggiare!" Parlò di nuovo, urlando di più, la figura scura davanti al suo lettoche stava cercando di svegliarlo; Sasuke non gliel'avrebbe data vinta.
Quella voce era dannatamente fastidiosa, troppo acuta e invadente, proprio come quella di suo cugino.
Sasuke si trattenne nello sgranare gli occhi dopo l'osservazione che aveva appena fatto.
Se si fosse potuto muovere avrebbe scosso la testa, dandosi dello stupido; non poteva essere Obito, lui era vivo, l'aveva visto qualche ora prima.
I casi erano due: o Obito si era introdotto in casa sua, cosa molto inquietante, quanto improbabile, nonostante il suo stato mentale precario e imprevedibile oppure si trattava soltanto di una coincidenza se lo spirito aveva una voce simile a quella del cugino, cosa molto più plausibile, anche se si trattava di un fenomeno paranormale.
Il ragazzo si chiese se non stesse impazzendo nel farsi certe domande così stupide.
"Sasuke! Alzati dal letto che non abbiamo tempo da perdere." Tentò di nuovo, senza ottenere risultati lo spirito.
Sasuke rimase immobile, in silenzio, con gli occhi chiusi e il viso corruciato: quel tipo era davvero insistente, troppo, per i suoi gusti.
"Nemmeno a me va di starti dietro ragazzino, ma sono costretto, nonostante rischi grosso."
Questa volta la voce fu più bassa e calma, il tono impertinente con cui si era espresso lo spirito non piacque per nulla al ragazzo.
Nessuno si poteva permettere di dirgli cosa fare, soprattutto se si trattava di qualcosa di inutile, di cui non gli fregava nulla.
Cercò di trattenersi, ma l'insieme di dolore, di sonno mancato e di rabbia, iniziavano a farlo vacillare nel suo intento.

Il silenzio regnava nuovamente in casa Uchiha.
Lo spirito non aveva più parlato ne fatto rumore, forse il piano aveva funzionato.
Il corvino attese ancora qualche istante prima di fare qualsiasi movimento che poteva risultare compromettente.
"Ragioniamo, ragioniamo..."
Sasuke era convinto che se ne fosse andato, invece era ancora in casa sua.

Non riusciva a capire dove fosse, ogni volta che aveva parlato aveva percepito la sua voce provenire da punti differenti.
"Lo so cosa ha detto Madara, ma non ho intenzione di lasciar perdere." Boffonchiò, parlando a sé stesso, lo spirito, lasciandosi sfuggire un urlo isterico, che per poco non rese sordo il corvino che, appena sentito nominare il nome dell'avo, si tirò seduto.
"Obito?" Chiese, vagando con lo sguardo nel buio.
"Sasuke! Finalmente ti sei svegliato! Forza, non abbiamo molto tempo." Urlò di nuovo, frettolosamente, quello che sembrava essere davvero Obito.
"Obito sei davvero tu? Si può sapere cosa ci fai in casa mia a notte fonda? Come diamine sei entrato?" Disse, stupito che davvero il suo strambo cugino avesse avuto la malsana idea di introdursi in casa sua
Sasuke accese la luce della lampada e si guardò in torno, non trovando nessuno in camera sua.
Chiuse e riaprì piu volte gli occhi, mettendo maggiormente a fuoco ciò che lo circondava, ma non vedendo comunque nessuno.
"Obito? Ma dove sei?" Domandò, stranito.
Ormai non avrebbe più dovuto sorprendersi di nulla dopo tutto quello che aveva vissuto in quella notte eppure, per poco, non gli venne un infarto quando scoprì dove si trovava il cugino.
'

'Buon Natale Sasuke!" Disse lo strambo Uchiha sorridendo, prima di cadere dal soffitto, a testa in giù, trapassando Sasuke e il letto.
Sasuke si sentì congelare, aveva la pelle d'oca e gli era bloccata la respirazione per quel breve istante.
Subito uscì da sotto le lenzuola e, una volta in piedi, fece un respiro profondo, guardando con gli occhi spalancati il soffitto.
"Accidenti, non mi ci sono ancora abituato." Borbottò, spuntando dalla parete dietro il cugino che indietreggiò subito, cadendo a terra.
"Merda!" Imprecò, toccandosi la testa che aveva sbattuto contro il comò, aumentando il dolore che già pativa.
"Oh... ti chiedo scusa, Sasuke!
Sono proprio una frana!" Disse, portandosi una mano dietro alla testa con un sorriso tirato sulle labbra, Obito.
Riaperti gli occhi, Sasuke mise a fuoco la figura dinanzi a sè: era proprio Obito, non c'erano dubbi, però aveva qualcosa di diverso, oltre la consistenza corporea inesistente.
La parte del viso rovinata era di color bianco e l'occhio mutato, proprio come quello del fratello, mentre la sinistra era rimasta invariata.
Doveva esserci di sicuro una spiegazione: come era possibile che suo cugino, che era vivo, fosse uno spirito?
Sasuke non fece in tempo a domandarglielo, perchè l'uomo parlò per primo, agitandosi.
"Siamo in ritardo, accidenti! Presto, presto... dobbiamo andare!" Gli disse, dando uno sguardo all'orologio, mentre gli tendeva una mano per aiutarlo ad alzarsi.
Il corvino alzò un sopracciglio, sconcertato dal comportamento così bizzarro dell'altro che, ritrasse, dopo poco la mano, sbuffando rumorosamente.
"Dimenticavo... sono uno spirito, per esattezza sono lo spirito del Natale presente e, ora, ti mostrerò cosa ti stai perdendo."
Detto questo, in modo molto serio, sornione, Obito chiuse l'occhio non mutato e risucchiò Sasuke con l'altro.

Il giovane si trovò ancora a terra, tra la neve che aveva imbiancato ogni parte della città.
"Ti vuoi alzare si o no?" Gli domandò, sgarbatamente, quello che doveva essere Tobi, vista la serietà del suo volto.
Una volta alzatosi, Sasuke si guardò in torno riconoscendo il luogo in cui si trovavano: era l'entrata del palazzo in cui abitava Naruto.
Entrarono, trapassando il muro, ritrovandosi immediatamente nell'appartamento del biondo.
Era già stato a casa sua, eppure gli sembrò molto diversa da come la ricordava.
C'erano tante, troppe, luci e decorazioni natalizie sparse per il soggiorno che era diventato un vero e proprio negozio di addobbi per la festa.
"È bellissimo! Non trovi cugino?" Mormorò, tornato in sè, Obito che aveva gli occhi che brillavano quanto le luci intermittenti della casa che stavano iniziando a dare fastidio al più piccolo.
"È fastidioso e pacchiano." Ringhiò, strizzando gli occhi, mentre osservava gli invitati che stavano parlando tra di loro, sorridenti e vestito con degli orribili maglioni natalizi.
"E fuori moda." Aggiunse, aspro, cercando il proprietario di casa che ancora non si era visto.
"Certo che sei proprio un rompicazzo." Rispose stizzito Tobi, lanciandogli un'occhiata di astio che venne ricambiata immediatamente.
L'altro poi scoppiò a ridere fragorosamente per l'imbarazzo e la tensione, tornando poi in silenzio non appena Naruto fece l'entrata nella stanza, portando tutta l'attenzione degli ospiti su di lui.
"Naruto? Tutto bene?" Chiese, il ragazzo con il codino, vedendo che l'amico non aveva una bella espressione sul volto.
Naruto alzò gli occhi dal telefono che aveva tra le mani, elargendo uno dei suoi grandi sorrisi che mettevano sempre di buon umore tutti.
"Scusate ragazzi, credo di aver bruciato l'arrosto." Disse, grattandosi una tempia, mentre gli altri si guardavano sguardi complici e perplessi.
"Sei la solita testa quadra Naruto! Sempre tra le nuvole!" Inveì la bionda Ino, incrociando le braccia al petto.
"Come hai potuto bruciare l'arrosto! Che spreco di carne... mi sento quasi male." Sospirò, lasciandosi cadere sul divano, il ragazzo con un grande maglione rosso addosso che lo faceva sembrare ancora più robusto.
"Scusate, mi sono distratto giusto un minuto e-" Si interruppe, andando a controllare di nuovo il telefono che nel mentre aveva vibrato.
Il suo sguardo si era fatto subito serio e spento, non appena aveva acceso lo schermo che subito aveva oscurato, rimettendoselo in tasca.
"Naruto, rassegnati: non verrà." Parlò di nuovo Shikamaru, avvicinandosi per poggiargli una mano sulla spalla, consolandolo.
Il biondo rimase con lo sguardo puntato a terra, sui pacchi regali posti sotto l'albero.
Sembrava molto avvilito e deluso, ma non rassegnato, difatti guardò di nuovo il telefono quando ricevette un'altro messaggio.
"È Sakura... dice che ha avuto un imprevisto, ma che arriverà presto." Riferì ai compagni, tornando in sè.
"Mi stavo giusto chiedendo dove fosse finita! Manca solo lei, poi-" iniziò a dire Ino, che venne interrotta prima che potesse finire di parlare.
"E poi potremo iniziare a mangiare!" Concluse Choji, toccandosi lo stomaco, su cui era disegnata una renna deformata.
Tutti si misero a ridere, mentre il povero ragazzo veniva preso a pugni dall'amica, infuriata per essere stata interrotta.

"Sembrano simpatici i tuoi amici!" Commentò Obito, girovagando per la stanza tra di loro.
Sasuke lo guardò soffermarsi ad osservare Naruto che sembrava avergli suscitato un certo interesse.
Sul suo volto apparve un sorriso amareggiato, mentre gli trapassava il viso con la mano.
"Perchè è così triste?" Chiese, ritornandogli di fianco, continuando a guardarlo da lontano.
"Non è triste, sta ridendo, non vedi?" Sbuffò Sasuke, mantenendosi calmo.
"Ciò non vuol dire che sia felice e poi, ti vorrei ricordare, che poco fa aveva lo sguardo più vuoto e freddo di ora." Lo riprese, indicandolo.
Sasuke lo sapeva bene il motivo per cui Naruto aveva quell'aria accorata, lo conosceva bene, non si sarebbe mai rattristato così tanto per nient'altro, se non per lui.
"Giuro Naruto che se non metti via quel dannato telefono... lo do in pasto ad Akamaru!" I denti appuntiti del ragazzo si sporsero dalla sua bocca in un ringhio, mentre sbatteva le mani sul tavolo, facendo notare il comportamento irritante all'amico.
L'altro subito lo ritirò, sorridendogli, cercando di difendersi come meglio poteva.
"Calmati Kiba, solo che sto aspettando la chiamata di Sakura.
Sono preoccupato, magari le è successo qualcosa." Disse, poggiando il telefono.
"Non prendermi per il culo, Naruto! Lo sappiamo tutti che non è quello il motivo per cui fissi quello schermo da ore!" Lo riprese, adirandosi di più.
Le parole del biondo non avevano convinto ne lui ne gli altri che lo stavano guardando in silenzio, rattristati per il suo stato d'animo.
"Lo sappiamo Naruto che tu e Sakura ci tenete molto alla sua presenza, però non è la prima e non sarà nemmeno l'ultima volta che non si presenterà." Intervenne, una ragazza dai capelli mori, raccolti in due chignon laterali, cercando di far accettare la realtà al ragazzo.
"Tenten, è inutile continuare a dirglielo... tanto continuerà ad aspettare a vuoto, fino a quando finalmente non si stancherà, resosi conto di quanto Sasuke sia una persona di merda... quel fighettino emo." Tornò di nuovo all'attacco il castano, alzando le braccia al cielo, sempre con espressione cagnesca in volto.

Il labbro di superiore di Sasuke si sollevò leggermente e la vena sul suo collo iniziò a gonfiarsi, diventando evidente.
Aveva sempre avuto un'antipatia incondizionata verso quel ragazzo, che si credeva tanto migliore di lui, quando in realtà non valeva nemmeno un suo capello.
Kiba era sempre stato arrogante e scontroso con lui, intromettendosi tra lui e Naruto ogni qual volta litigassero o semplicemente parlassero.
Non aveva nemmeno un lavoro vero: faceva l'addestratore di cani a tempo perso, non essendo ancora riuscito a superare gli esami dell'università per diventare un veterinario.
"Dovresti vedere la tua faccia! Sembra che tu stia per esplodere da un momento all'altro, Sasuke." Lo schernì Obito, indicandolo, mentre cercava di trattenere le risate, senza troppi risultati.
"Ce la fai a non essere fastidioso e infantile?" Sbottò, il ragazzo, che si era trattenuto sin troppo quel giorno, urlandogli addosso senza ritegno.
Le risate dell'altro diminuirono sino a svanire e l'espressione sul suo viso si fece triste e rassegnata, colpevole.
Sasuke si morse nell'immediato la lingua, pentendosi di ciò che aveva detto, sapendo quando fosse stato crudele con il cugino e ricordandosi che il suo comportamento poteva essere imprevedibile.
"Scusa Obito... non ce l'ho con te, è solo che tutto quello che mi sta accadendo... mi sta dando alla testa. Non so ancora se crederci o meno." Cercò di rimediare, voltandosi verso l'altro che continuava a rimanere mogio.

Qualcosa si ruppe nell'impatto con il pavimento, frantumandosi in mille pezzi ai piedi degli ospiti.
Naruto aveva fatto cadere una bottiglia di vino nell'afferrare per il colletto Kiba che, sorpreso quanto gli altri da tale reazione, si era lasciato afferrare senza rendersene conto.
"Adesso basta! Non voglio più sentire parlare male di Sasuke, chiaro?
Non nominarlo mai più attribuendo il suo nome con tali aggettivi o giuro che con me hai chiuso!
E questo vale per tutti quanti!" Urlò, stringendo saldamente il pugno, mentre fissava negli occhi l'altro che aveva notato una strana energia impossessarsi del biondo.
"Naruto mettilo giù, lascialo perdere, lo sai che è un attaccabrighe...
E non è il caso di rovinarsi la festa per colpa di qualcuno che non è nemmeno presente.
Pensiamo a divertirci ed a passare una buona serata." Riportò la tranquillità Shikamaru, convincendo Naruto a lasciar andare Kiba che si toccò il collo più volte, allontanandosi con lo sguardo basso da Naruto che aveva stretto i denti e chiuso gli occhi, parlando di nuovo.
"Voi non potete capire... non capirete mai cosa significa per me la sua presenza.
Voi potrete anche passare un buon Natale senza di lui... nonostante tutto, non posso biasimarvi, non lo conoscete come lo conosco io, non comprendete il perchè io tengo così tanto che lui faccia parte del mio Natale." Concluse il biondo, afferrando una bottiglia dal tavolo, prima di andarsene dalla stanza, lasciando da soli i suoi ospiti a guardarsi tra di loro, senza più sapere cosa fare.

"Naruto..." sussurrò l'Uchiha, rimasto colpito dalle parole del suddetto che, a differenza degli altri, aveva compreso appieno.
Proprio come quando lo aveva visto tanto arrabbiato e deluso dal comportamento delle due bambine nei suoi confronti, in quel momento avrebbe voluto essere davvero presente fisicamente per dargli conforto.
Quel ragazzo era stato l'unico ad avvicinarsi tanto a lui da riuscire a conoscerlo e a farsi apprezzare, nonostante tutte le bariere e gli ostacoli di cui si era munito l'Uchiha per evitare ogni rapporto con gli altri.
"È davvero un buon amico... dovresti essergli grato per come ti ha difeso, nonostante l'altro non avesse tutti i torti." Lo ridestò dai sui pensieri il cugino, giratosi verso di lui.
Sasuke si stava torturando i lembi della maglia, proprio come faceva da piccolo, quando si trovava in situazioni nuove, sconosciute, che gli incutevano paura e non sapeva come affrontare e gestire.
"Perchè non ti sei presentato? I tuoi amici sarebbero felici e sorpresi di vederti." Continuò, sospirando, rimasto forse più colpito di Sasuke da quella scena.
"Perchè io non li reputo miei amici e non ho bisogno di loro, sono solo una distrazione dalle mie ambizioni  e una perdita di tempo che potrei occupare per fare cose più fruttuose." Rispose, senza pensarci, talmente abituato a quel tipo di domande che ormai non si fermava nemmeno a pensare a cosa dire, rispondendo in automatico.
La risposta non piacque affatto all'uomo che mutò l'espressione del viso in una smorfia irata, arricciando ancora di più le piaghe sulla parte destra del viso.
"Non avere ambizioni nella vita non le da un senso, ma vivere nella solitudine e nel disprezzo degli altri è ancora peggio: non può definirsi vivere, è limitarsi a esistere.
Le persone come te sono quelle che sopporto di meno... così arroganti e saccenti, che credono che il mondo ce l'abbia solo con loro solo perchè hanno sofferto in passato, non rendendosi conto che potrebbero alleviare il loro dolore, anche di poco, insieme alle poche persone di cui sono riuscite a circondarsi.
Permettimi di dirti una cosa: sei solo un vigliacco se pensi che la dedizione al lavoro e l'isolamento ti possano permettere di non affezzionarti, minimamente, a nessuno, perchè ci sarà sempre qualcuno che riuscirà a entrare nel cuore anche più freddo.
Sta a te, poi, lasciare che lo riscaldi o spegnere anche l'ultimo tizzone rimasto."
Ogni parola detta dal cugino, che aveva sempre ritenuto poco maturo e beota, erano cariche di sentimento.
Sasuke ebbe l'impressione che avessero colpito più lui, che le aveva dette.
Obito aveva continuato a mantenere lo sguardo duro nonostante gli occhi tristi e vuoti, proprio come quelli di Naruto.
Lui e Naruto non erano poi così differenti, così come non lo erano Kakashi e Sasuke: entrambe le amicizie erano state compromesse per gli stessi motivi.
Obito avrebbe fatto il possibile per evitare al cugino di prendere la strada che Kakashi aveva deciso di intraprendere: una vita di solitudine, tristezza e di rimpianti.

[2060 parole] - 26 Dicembre 2017

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top