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Erano passate ormai due ore da quando Kakashi se ne era andato, lasciando il ragazzo da solo, per permettergli di lavorare, nonostante avesse tentato di persuaderlo di smettere e fare altro.
Gli occhi di Sasuke incominciavano a farsi pesanti e la vista gli si stava annebbiando; la luce fredda e artificiale del computer, così fitta e pungente, poteva solo accompagnare il suo forte mal di testa.
Si toccò l'attaccatura del naso, prendendosi una pausa dal lavoro, per massaggiarsela.
Era sempre stato vulnerabile alle luci forti, tanto che, spesso, i suoi occhi neri si arrossavano in maniera spropositata facendogli un gran male.
Il suo lavoro d'ufficio, di certo, non era il massimo per la sua debole vista.
Sbuffò, abbandonandosi nella poltrona, dandosi una leggera spinta con i piedi quanto bastava per girare da un lato all'altro, cullandosi.
E

strasse il telefono dalla tasca, accendendo lo schermo notò fin troppe notifiche di chiamate e messaggi.
Lo sbloccò, per poi andare a controllare se si fosse perso qualcosa di importante.

Subito si convinse che la maggior parte di quei messaggi erano di auguri da parte di colleghi e conoscenti.
Li eliminò tutti, senza nemmeno leggerli: non aveva voglia di perdere tempo a ricambiare, soprattutto se non gliene importava nulla di quegli inconvenevoli.
Fece scorrere, poi, quello che rimaneva, emettendo un'altro sospiro scocciato.

5 chiamate perse da Sakura Haruno.
Quella seccatura di Sakura doveva sempre essere in mezzo.

2 chiamate perse da Ino Yamanaka.
Un'altra che doveva sempre mettersi in mezzo alla sua vita.

1 chiamata persa da Kakashi Hatake Sensei.
Perchè lo aveva chiamato se poco prima si erano visti per parlare? Di sicuro per tentare di convincerlo di uscire di nuovo.

10 chiamate perse da Naruro Uzumaki (Dobe).
Quell'idiota di Naruto si doveva sempre distinguere dagli altri esagerando, era fin troppo insistente.

Aprì Whatsapp, ritrovandosi altrettanti messaggi inutili, insieme a quelli degli amici che gli avevano continuato a mandare ininterrottamente, avevano persino creato un gruppo per ritrovarsi e festeggiare.

+600 messaggi non letti da "Naruto è Babbo (Natale)🎅👱‍♂️"
Possibile che alla loro età fossero così infantili?
Non aprì il gruppo, si limitò a guardare gli ultimi messaggi dall'anteprima, facendoli scorrere velocemente.
Shikamaru Nara: Allora ci troviamo tutti a casa di Naruto alle nove?
Kiba Inuzuka: È un problema Naruto se porto anche Akamaru? Non vorrei lasciarlo da solo proprio la Vigilia di Natale!😭🐶
Shino Aburame: Non voglio il tuo cane puzzolente addosso mentre si mangia, ci sei già tu che basti e avanzi.
Kiba Inuzuka: Stai zitto Shino! Riempiti la bocca con i tuoi fottuti insetti e strozzati!
Akamaru non puzza!
Shino Aburame: Ma tu si.
Choji Akimichi: HAHAHAHAHA, mi sta andando di traverso il pandoro.
Ino Yamanaka: Ragazzi basta fare gli idioti!
Dobbiamo metterci d'accordo.
Shikamaru Nara: Credo che tutti abbiano già dato conferma, dobbiamo solo aspettare che Naruto ci dica quando dobbiamo trovarci.
Choji Akimichi:Quindi in quanti siamo? Così mi regolo sui dolci da portare.
Shikamaru Nara: Dovremmo essere in 11, se non erro.
Neji non è in città e sappiamo benissimo che nemmeno Sasuke verrà.
Hinata Hyuga: Neji alla fine viene.
Arriveremo un po' in ritardo.
Scusate.😶
Shikamaru Nara: Non credo ci siano problemi, Hinata.
Quindi siamo in 12.
Choji Akimichi: Vada per 12 allora.👨‍🍳🍡
Shikamaru Nara: Non esagerare come tuo solito.
Sakura Haruno: Teniamolo contato lo stesso Sasuke, magari riesce a liberarsi dal lavoro...
Shikamaru Nara: Sakura non ci credi nemmeno tu a quello che stai dicendo.
Kiba Inuzuka: Tutti gli anni è sempre la solita storia, è inutile continuare a sperarci ed a invitarlo.
Ino Yamanaka: ...
Sakura Haruno: Farò lo stesso un tentativo a chiamarlo; non mi costa niente provarci!
Shikamaru Nara: Ti continui ad illudere per nulla.
Ma contenta tu...
Naruto Uzumaki (Dobe): Ragazzi, Sasuke fa sempre parte del gruppo, non possiamo non invitarlo!

È sempre molto occupato, ma di certo quest'anno si libererà, me l'ha promesso!
Kiba Inuzuka: Bha! Io rimango della mia: non gliene frega proprio nulla di noi, scommetto che non leggerà nemmeno questi messaggi.
Potremmo benissimo iniziare ad insultarlo che non lo saprebbe mai.
Naruto Uzumaki: Qui non si insulta proprio nessuno!
Adesso basta, ci penseremo io e Sakura a Sas'ke.
Confermo per le 21.30 a casa mia!

Scosse la testa in segno di disapprovazione: quando mai aveva promesso al Dobe di esserci?
E quell'Inuzuka lo avrebbe volentieri preso a pugni, lui e il suo cane pulcioso.
Continuò a scorrere le altre chat, tenendo il telefono con le sue lunghi dita pallide.

5 messaggi non letti da Sakura Haruno.
Sasuke, verrai alla festa stasera?
È a casa di Naruto dalle 21.30.
Vieni quando ti è più comodo, ma ti prego, vieni.
Ci teniamo molto alla tua presenza, soprattutto io, è da tanto che non ti vedo...
Sasuke, per favore, non voglio passare un altro Natale senza di te.

20 messaggi non letti da Naruto Uzumaki (Dobe).
TEMEEEE
Verrai sta sera alla festa, vero?
Ci divertitemo tantissimo, ci siamo tutti!
Dai Sas'ke, rispondimi.
Giuro che continuerò a mandarti messaggi fino a quando non mi risponderai!
Teme
Teme
Teme
...
Sas'ke, avevi promesso che saresti venuto...
Perchè fai così.
So che sei impegnato ma è la Vigilia di Natale...
Sas'ke...
Spero tu venga.

2 messaggi non letti da Kakashi Hatake Sensei.
Sasuke, c'era fuori Karin che ti aspettava, potevi almeno avvisarla che non saresti uscito con lei.
Mi sono sorbito le sue lamentele al posto tuo e l'ho convinta a non tornare su a disturbarti; mi devi un favore.
Ho incontrato Sakura mentre tornavo a casa, mi ha chiesto di te, sembrava molto triste.
Le ho detto che eri ancora a lavoro, ma forse riuscivi a liberarti per passare a fare gli auguri.
Pensaci bene Sasuke, potrebbe essere la tua ultima opportunità di mantenere i rapporti con i tuoi amici.
Non fare il mio stesso errore.

Archiviò le chat, senza aspettare altro tempo.
Non gliene importava proprio nulla di festeggiare Natale con loro, doveva sfruttare ogni minuto libero che aveva per occuparsi dell'azienda, farla fruttare, guadagnare: doveva far riscattare il nome Uchiha rovinato da suo fratello.
Non servivano a niente gli amici, non c'era nessun legame che li univa, erano solo una distrazione alle sue ambizioni.
Il labbro superiore si inarcò leggermente, mentre le notifiche dei messaggi diminuivano.

1 messaggio non letto da Karin.
Sasuke per questa volta ti perdono, anche se in realtà non dovrei, dopo che mi hai fatto aspettare a vuoto.
Ma a Natale siamo tutti più buoni... quindi ti do un'altra possibilità.
Quando finisci vieni da me, ci divertiremo.🥂🔞

Karin, la sua stagista, nonchè compagna di corso all'università, aveva sempre avuto una cotta per lui, perdendo ogni briciolo di dignità che aveva facendo tutto ciò che desiderasse credendo di aggrazziarselo.
Scoparsela, dandole il contentino, non era stata una buona idea: da quella volta aveva creduto che ci fosse qualcosa di più fra loro.
Ignorò anche il suo messaggio.

1 messaggio non letto da Orochimaru Sennin.
Sasuke, hai saltato la visita.
Lo sai che è importante per la tua salute.
Non vorrai mica che la situazione degeneri?

Orochimaru era il suo dottore, se così si poteva chiamare; era un esperto nel campo delle malattie degenerative che si era interessato molto al suo caso particolare.
Più che altro era uno scienziato a cui piaceva fare esperimenti sulle vite dei suoi pazienti.
L'Uchiha aveva accettato di sottoporsi a una sua consulenza, nonostante molti glielo avessero sconsigliato, pur di provare a guarire dalla sua malattia degenerativa agli occhi.
Adesso però non aveva affatto voglia di mettersi a parlare con lui.

Ore 22.45

Sasuke si rimise il telefono in tasca, chiudendo un istante gli occhi che continuavano a pulsargli ininterrottamente come se gli stessero per uscire dalle cavità.
Rimase così per un po', abbandonato sulla poltrona, nel silenzio del suo ufficio.
Gli era sempre piaciuto il silenzio e la tranquillità di quel posto che rimaneva insonorizzato dai rumori provenienti dal resto del palazzo.
Solo ogni tanto si potevano udire appena, vista l'altezza a cui si trovava, i suoni esterni: la città di Tokyo, nonostante fosse caotica, rimaneva la sua città Natale, non poteva che esserci legato.
I suoi pensieri vennero interrotti da una suon fastidioso, fin troppo per l'Uchiha.
Spalancò gli occhi irritato: possibile che le canzoni Natalizie fossero udibili fino al suo rifugio?
Si alzò di scatto, dopo aver spento il computer, mettendosi la giacca e afferrando il sacchetto dell'Hatake.
Anche volendo non sarebbe più riuscito a continuare a lavorare, era meglio tornare a casa a riposare, dissociandosi da tutto.

Una volta fuori dal palazzo, venne investito da mille suoni e colori che allestivano la città.
La gente si spostava caoticamente più che mai, tra negozi e bancarelle.
L'odore dello smog era coperto da quello dei dolci e del vischio, l'unico punto a favore che Sasuke dava a quella festività.
Si dovette massaggiare di nuovo gli occhi prima di abituarsi a tutte quelle luci accecanti, cercando di muoversi il più velocemente possibile ad arrivare alla macchina.
La testa gli stava per scoppiare, tutto quel rimbombare di canti e suoni, insieme al suo insistente dolore, era un mix letale.

Allungò il passo, schivando con fatica le persone che arrivavano da ogni direzione, troppo distratte da tutto quel frastuono per stare attente a dove mettevano i piedi.
L'ennesimo uomo travestito da Babbo Natale lo urtò, facendogli quasi perdere l'equilibrio, già precario.
"Mi scusi signore!" Si affrettò a dire, con voce squillante, alzandosi il cappello troppo grande per la sua testa, dal volto.
"Sta attento, razza di idiota." Fu la risposta, poco carina, che Sasuke ringhiò infastidito.
"Sasuke?" Disse il povero malcapitato, aguzzando lo sguardo verso di lui, mentre si metteva a posto la barba bianca.
Il giovane si maledì di aver parlato, avrebbe dovuto ignorare le sue scuse e andarsene via subito.
Ci mancava solo suo cugino Obito a rovinargli la giornata.
"Da quanto tempo! Come stai Sasuke?" Lo abbracciò, scuotendolo convulsamente, il cugino, mentre il cappello gli ricadeva di nuovo sugli occhi.
L'altro rimase immobile, cercando di non respirare i peli della folta barba che gli stavano entrando nelle narici.
Quando finalmente l'altro si staccò, potè vedere il volto del ragazzo con la sua solita espressione ebete.
"Potrebbe andare meglio." Rispose, atono, con un'espressione fredda; era meglio liquidarlo in fretta, non sopportava per niente quel suo strambo parente.

Obito si mise a ridere come avrebbe fatto Babbo Natale, toccandosi la finta pancia al di sotto del tessuto rosso del suo abito vistoso.
Sasuke non lo conosceva molto bene, sapeva solo che lavorava per l'ALBA, l'azienda di cui era socio da molti anni, dopo aver abbandonato quella di famiglia.
Uno dei motivi per cui Sasuke non lo sopportava era perchè anche lui aveva contribuito a mandare quasi in fallimento l'Uchiha Corporation.
Obito, o Tobi, era molto, fin troppo, particolare, eppure era riuscito a far carriera nonostante il deficit mentale dovuto ad un trauma subito da bambino, che oltre ad alcuni problemi mentali, gli aveva lasciato anche handicap fisici.
Obito era più grande di Sasuke di circa una decina di anni, essendo coetaneo con Kakashi, che lo conosceva bene e con cui era stato amico, prima che i rapporti si rovinassero.
Era abbastanza alto e magro, con occhi neri color pece e i capelli corti del medesimo colore portati spettinati in un taglio corto.
Il tratto che lo distingueva era la piaga lasciatagli, sulla parte destra del viso, dall'incidente in cui aveva anche perso un braccio, oltre alla sanità mentale.
Il corvino, che sin da piccolo, non era mai stato pacato e intelligente, dopo l'incidente era rimasto ingenuo e scalmanato.
Aveva iniziato a soffrire di personalità multipla, per questo motivo lo chiamavano con due nomi differenti.
Obito era la parte più infantile e fanatica, mentre Tobi era la sua parte più seria e matura, che gli aveva permesso di diventare qualcuno nella vita tanto che, sembrava che l'incidente fosse stata una fortuna per lui.
Purtroppo però c'era anche una terza parte di lui, meno presente, ma molto influente sulle sue scelte, come se fosse esterna al suo corpo.
Si chiamava Madara, come il loro antenato, colui che aveva dato origine alla stirpe Uchiha.
Obito credeva che lo spirito dell'uomo vivesse in lui e che gli dicesse cosa fare, chi essere e come comportarsi.
Era la sua parte più oscura e manipolatrice, proprio come il vero Madara.
Per questi motivi, l'Uchiha, veniva spesso allontanato per paura che potesse compiere gesti pericolosi dettati dal suo stato mentale.
Nonostante tutto, però, sembrava non perdere mai il sorriso, continuando a vivere sereno.

"Stai andando a festeggiare?" Gli chiese poi il maggiore, dopo aver dato una caramella ad un bambino passatogli a fianco.
"No. Odio il Natale." Ringhiò, lui, guardando la busta che teneva nella mano.
La reazione di Obito fu alquanto drammatica: sgranò gli occhi, mettendosi la mano sul fianco e si avvicinò, piegandi in avanti il busto, al viso del più piccolo.
Sasuke indietreggiò appena, leggermente scosso da quell'atteggiamento: sapeva che Obito era imprevedibile, avrebbe dovuto mordersi la lingua prima di parlare così esplicitamente con lui.
"Come puoi odiare il Natale?! È una festa così bella!
Le luci, i colori, i regali, gli amici... L'atmosfera natalizia non può non averti contagiato!" Gli urlò, a mezzo centimetro dalla faccia, indicandolo con un bastoncino di zucchero.
"Ho di meglio da fare." Rispose, fissandolo dritto negli occhi, non facendosi intimorire dal maggiore.
"Ad esempio? Lavorare? Passerai il resto della tua vita a lavorare, goditi le vacanze!" Lo incoraggiò, dandogli una pacca sulla spalla, seguita da un 'Oh oh oh'.
Sasuke si morse la lingua prima di dire qualcosa di troppo cattivo che avrebbe potuto ferire o far arrabbiare Obito.
Conosceva cosa era successo con Kakashi, i motivi per cui avevano litigato erano inerenti alla dedizione allo studio e al lavoro che aveva portato il secondo, già solitario e autonomo, a distaccarsi ancora di più da lui e la loro amica Rin, che aveva perso la vita qualche anno dopo l'incidente dell'Uchiha, per colpa del suo sensei.
Da lì, Obito aveva iniziato a nutrire un'odio nei confronti dell'amico, escludendolo dalla sua vita una volta per tutte, nonostante l'altro fosse cambiato dopo quella tragica sventura.
Sasuke stava quasi per parlare facendo un paragone con l'Hatake, ma si fermò in tempo, cercando di sbrigarsela velocemente.
"Scusa Obito, ma ora devo andare." Lo liquidò, spostandoselo di dosso.
"Va bene Sasuke! Buon Natale e non affaticarti troppo o te ne pentirai!" Gli urlò di nuovo, salutandolo con la mano buona, mentre con passo svelto e sostenuto Sasuke si era già allontanato da lui.
Sospirò, liberatorio, sperando di non incontrare altri imprevisti lungo la strada di casa.
Oggi, tutti, sembravano continuare a insistere sul non voler farlo lavorare.
I primi fiocchi di neve, intanto, iniziavano a scendere dal cielo, posandosi leggeri sui capelli scuri di Sasuke.

[2310 parole] - 23 Dicembre 2017

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