肆 (yon)
"Sei tu, vero? Blood Queen."
Touya ha le sopracciglia aggrottate, come se non volesse credere alle proprie parole. Deve avere di me ancora l'immagine di quella bambina indifesa che si intrufolava in casa Todoroki per sfuggire al mondo crudele che la circondava.
Peccato però che quella bambina ormai non esiste più.
"Si, sono io" rispondo semplicemente.
Non ho idea di quello che accadrà, so solo che la mia gamba rotta riuscirà a sostenere nuovamente il peso del mio corpo tra una giornata.
Sono in trappola.
Lo vedo trattenere il respiro.
"Perché?"
Cerco nuovamente di alzarmi, invano. La mia gola produce un gemito irritato, odio non poter contare sul mio corpo.
Touya si avvicina cautamente e si accovaccia di fronte a me, il calore delle fiamme mi fa rabbrividire.
Sostengo il suo sguardo senza battere ciglio, nonostante il senso di soggezione che si fa strada nel mio petto. Non so perché, ma quel ragazzo mi ha sempre mandato sensazioni contrastanti: è senza ombra di dubbio una persona gentile, però è anche imprevedibile. Cosa che mi manda fuori fase, in quanto non sono brava a gestire tutto ciò su cui non ho un completo controllo.
"Perché non ne potevo più."
Stringo le dita a pugno, graffiando l'asfalto con le unghia.
"Non è assurdo come si possa realmente sentire il dolore nel proprio petto e nel proprio stomaco quando qualcosa ferisce profondamente i tuoi sentimenti? È una sensazione che conosco bene."
Faccio un sorriso amaro.
"Ho passato la mia infanzia a sentirmi ripetere che ero un mostro, che un quirk come il mio non avrebbe nemmeno dovuto esistere. Ogni volta che qualcuno si avvicinava a me, speravo... speravo che mi avrebbe accettata per quella che ero, ma soprattutto mi fidavo. Ho perso il conto delle volte in cui mi hanno spezzato il cuore, in cui mi sono sentita sbagliata. Il dolore quasi mi toglieva il respiro, come se i miei polmoni si stessero comprimendo nella gabbia toracica per soffocarmi."
Sobbalzo, la mano forte di Touya è stretta sulla mia spalla sinistra.
"Lo provi anche ora, quel dolore?"
Mi porto una mano al petto, laddove percepisco il mio cuore battere.
"Si, ogni fottutissimo giorno."
La luce intensa delle fiamme illumina ogni centimetro quadrato del suo viso, senza lasciare nemmeno uno spazio in ombra. I piercing sulle sue guance - posizionati nel punto in cui ci sarebbero state le fossette - brillano come piccole stelle.
"So che non puoi comprendere le mie ragioni, sei un Hero dopotutto. Vedi sempre il buono in tutto, ma a volte il buono semplicemente non c'è."
Scuote la testa. "Infatti, non ti capisco. Perché diventare la villain che tutti credevano saresti stata? Perché non fargli capire che si sbagliavano sul tuo conto?"
Sollevo lentamente una mano per sfiorargli il mento con due dita, lo sento irrigidirsi sotto il mio tocco.
"Perché la maggior parte delle volte le persone imparano soltanto vivendo le cose sulla propria pelle, non si può sempre proteggerle e nasconderle dai pericoli di questo mondo. Se una cosa non la vivi, se non provi la paura o la sofferenza, non riesci a capire fino in fondo cosa essa significhi."
È quello che sto facendo: uccido i paladini di questa società per far capire ai cittadini che questi non sono ineluttabili, che non sempre riescono a proteggerli.
Proprio come hanno fatto con me, quando mi hanno abbandonata a causa del mio potere.
"In poche parole, cerchi vendetta."
Rimango interdetta. "Tutto il mio discorso non è servito a niente?"
"Puoi rigirarla come vuoi, ma la verità è che ti sei comportata da codarda." Sussulto alle sue parole, non mi aspettavo una risposta del genere. "Avresti potuto lottare per far cambiare idea alle persone, invece hai scelto la strada più semplice perché avevi paura di fallire. Hai scelto la strada del terrore, della paura, quella che impone alla gente di cambiare idea. Ma è quello che vuoi veramente?"
Mi afferra il polso e si porta le dita alle labbra, sento il suo respiro caldo sulla pelle.
"So che è stato difficile, so che hai sofferto più di quanto posso immaginare. Però il tuo potere è straordinario, lo penso davvero. Potresti fare più bene di quello che pensi, e allora la gente ti guarderebbe con ammirazione."
"Lo pensi davvero?" Ritiro la mano. "Pensi davvero che il mio quirk non sia spaventoso?"
Le sue fiamme azzurre mi circondano come una bolla di zaffiro, improvvisamente non mi sembrano più così infernali.
"(Nome)... il tuo quirk ti permette di potenziare ogni caratteristica di un essere umano e in più ti fa copiare i poteri degli altri, niente di più."
Mi posa una mano sulla testa, non sembra ostile nei miei confronti.
"Molte volte la gente è spaventata da ciò che non conosce e ci costruisce attorno convinzioni che magari non sono vere, solo per avere la parvenza di poter controllare quella cosa."
Abbasso lo sguardo. "Anche se fosse davvero così, hanno avuto anni per farsi perdonare, ma nessuno si è mai fatto avanti."
"Questo potere ti permetterebbe di usare i quirk più potenti di questo pianeta, potresti sconfiggere tutti i villain in circolazione, se soltanto lo volessi. E so che la cosa più difficile da fare è perdonare qualcuno che ci ha feriti nel profondo, ma è il primo passo da fare per riuscire a superare il passato."
Mi passo entrambe le mani sul viso, non posso dire che le sue parole non mi abbiano fatto un certo effetto.
"È facile parlare per te..." Lo indico con un gesto del braccio. "Sei il figlio del N°1 Hero-"
Lo sento ridacchiare.
"Io ti sembro un Eroe per caso?"
Inspiro velocemente, bloccando qualsiasi cosa stesse per uscire dalle mie labbra: ha appena dato voce a ciò che ho pensato quando avevo visto la sua figura sbucare nel vicolo.
Faccio scorrere lo sguardo sul costume scuro, fino ai piercing metallici e alle fiamme azzurre.
"In effetti no, non lo sembri."
"Posso carbonizzare qualsiasi cosa tocco, sarei un perfetto villain."
Come dimostrazione, fa guizzare del fuoco celeste contro un bidone della spazzatura poco distante, riducendolo in cenete in pochi istanti.
"La verità è che il tutto sta in cosa scegliamo di essere."
Gli poso una mano sulla spalla, per poi risalire fino alla base della nuca, i capelli candidi mi solleticano dolcemente le nocche.
"Lo credo anche io... peccato che la mia scelta l'ho già fatta."
I canini penetrano nella sua carne con una facilità sorprendente, lo sento sussultare, il suo corpo premuto contro il mio.
'Touya Todoroki, è stato un piacere rivederti.'
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