Senza Fuga 『Secondo Oc』

@TheQueenOfRainbow ed ecco la seconda~

Nome: Aaron.
L'etimologia di questo nome è un totale mistero, si pensi derivi dall'ebraico e significhi: "illuminato", letteralmente il primo nome in ogni elenco, seguendo l'alfabeto. I genitori erano indecisi su che nome dargli, non avevano minimamente pensato a questa possibile variante, quindi aprirono un elenco di nomi ed il primo che videro fu proprio questo. Si guardarono per poi concordare, piaceva ad entrambi, e sicuramente sarebbe piaciuto anche al figlio.

Cognome: Khan.
Dal turco: "signore", venivano spesso indicate persone come re indipendenti con questo termine. Uomini autonomi e di potere, che vennero spesso amati dal loro popolo. Uno dei cognomi più diffusi al mondo, Aaron lo ha ereditato dal padre, nato e cresciuto nella Londra aristocratica, è riuscito a deludere chiunque si aspettasse la sua entrata in scena – una volta raggiunta l'età – nello stesso lavoro del padre. La sua famiglia piccola e modesta, composta solo da lui ed i genitori, lo crebbero quindi dandogli il più possibile, giocattoli, una buona formazione e corsi di studio, tempo da passare con lui, eppure non sembrava reagire quasi per niente.

Età: 17 anni.
Il sette di Gennaio, nel pieno dell'inverno, sotto il segno di Capricorno. Infatti, Aaron è estremamente introverso e riflessivo. Non è mai stato il tipo da amare le feste di compleanno, tanto meno è quello pronto a vantarsene che sia il suo "giorno speciale". È un giorno come l'altro, non lo vede così speciale e formodabile.

Aspetto: La sua pelle è pallida ed il suo corpo secco. È slanciato e magro, misura circa centottantadue centimetri e sembra ancora più alto per il suo fisico asciutto. Le spalle leggermente larghe, perfettamente giuste, ed i fianchi fini e sottili, come i suoi avambracci. Non gli è mai interessato lo sport, tanto meno allenare il corpo, mentre gli altri bambini giicavano a palla nelle piazze e nei parchi, lui si sedeva sotto un albero a fissarli se non con un libro. Stranamente però ha una buona resistenza fisica, la sua corsa riesce a durare parecchio ed ha fiato da vendere, che sia solamente una predisposizione? La carnagione, come già accennato, pallida e chiara descrive perfettamente la sua provenienza nordica. Del paese dove il cielo è cupo e grigio, sette giorni su sette. Il suo viso sembra fatto di porcellana, come quello delle bambole, la pelle liscia e così candida, ha il naso leggermente appuntito, non troppo all'insù, tanto meno al contrario. Il volto allungato, con il mento smussato un poco. I suoi occhi né troppo grandi né troppo piccoli, con le iridi dorate, gialloniole, quando è tutto un solo grande riflesso dei suoi occhi castani, che prendendo quella luce solare o artificiale diventano color oro. Ma per quanto i suoi occhi possano essere colorati, non vi è emozione in essi, sono vuoti, almeno per la maggior parte del tempo. Le poche emozioni che si sono mai viste nel suo sguardo, sono sempre state di rabbia, oppure frustrazione. Ha le labbra sottili, ed i capelli castani, rasati sulla nuca ed il retro della testa, fino alle orecchie. Dopodiché, crescono normali per un ragazzo della sua età, lisci lasciandogli ricadere ai lati del suo volto e poi sul naso, oscurando leggermente i suoi occhi. Essendo di buona famiglia, è sempre stato educato alle buone maniere, di fatto nessuno lo ha mai visto indossare una semplice maglietta. Ha sempre portato pantaloni eleganti e camice, se non proprio vestiti.




Carattere: Aaron è un ragazzo schivo, un mistero anche a se stesso. Se può evitare un dialogo, determinate volte lo fa, anzi non ci pensa due volte prima di fingersi sordo o altro. È quindi incredibilmente introverso, quasi vuoto, lui ha sempre avuto tutto dalla vita eppure non gli andava mai bene niente. Se gli chiedessero di descriversi alzarebbe le spalle. Perché lui, non si conosce per niente. È la sua stessa ombra. Ci sono poche situazioni in cui cerca il dialogo, quella più comune è quando vuole confrontarsi, per ampliare le sue conoscenze. Un'altra è quando vuole semplicemente umiliare chi si trova di fronte, gli bastano le parole per mettere in risalto la propria superiorità. Le sue parole sanno essere incredibilmente taglienti ma anche oggettive. Lui è semplicemente intelligente, ha un quoziente intellettivo sopra la media e questo, più che farlo sentire speciale o superiore, lo fa sentire insignificante, perché si rende conto di quante persone ci siano intorno a lui, che però non capiscono qualcosa che lui capisce. Non sa nemmeno lui che cosa vuole, tanto che limita a saziare le sue conoscenze ovunque vada, si limita a ragionare e pensare, si limita a fare il possibile per non essere la sua ombra. <<Voglio avere anch'io una ragione per cui vivere, voglio avere anch'io quelle emozioni che tu hai>>. Un suo tratto unico, è quanto possa essere apatico, non sente nulla, non un sentimento, non un emozione. Lui è davvero perso nel suo mondo, un mondo che prova a comprendere e che sta comprendendo lentamente, ma non riesce ancora a capire chi lui in realtà sia.

Curiosità:
– Fuma circa un pacchetto di sigarette al giorno, fregandosene altamente se si trova al chiuso o all'aperto, dice che lo aiuta a pensare.
– Nonostante odi ogni sport o l'attività fisica in generale, sa comunque alcune basi del corpo a corpo, riuscendo a sfuggire a situazioni scomode.
– Nonostante sia inglese parla l'italiano molto fluentemente, non sembra nemmeno straniero. Conosce piuttosto bene anche le lingue dei paesi che ha attraversato per arrivare in Italia.
– È un fanatico dello studio, in qualunque materia conosce almeno le basi, ogni forma d'arte lo incuriosisce e lo attrae.
– Sa guidare nonostante non abbia la patente.

Da quanto è nel hotel: Alloggia da almeno un mese. Sfrutta questo hotel per studiare Roma e capire che tipologie di persona ci sono, mentre continua il suo viaggio.

Perché è scappato di casa: Aaron ha semplicemente lasciato l'Inghilterra. I suoi genitori sono stati uccisi mentre stavano tornando a casa, per quanto potessero cominciare ricerche e denunce al possibile colpevole il figlio non batteva ciglio. Aveva tredici anni quando morirono, e non comprendeva perché erano tutti tristi, nella casa piena di domestiche e maggiordomi licenziò tutti, senza neanche chiedersi chi fossero stati ad assassinare i suoi genitori. Restò solo, e dopo qualche giorno, sparì dalla circolazione, nessuno aveva motivo di cercarlo, infatti tutti, smisero dopo poco. Sono anni ormai che continuava a studiare, girando per il mondo, ha solo visto un'occasione. L'occasione di trovare una ragione per vivere, nessuno si sarebbe mai aspettato la fuga del giovane. Che di giorno in giorno si fermava in alcuni posti, aiutando i più bisognosi con piccoli lavori manuali, per ottenere una paga e poi ripartire per chissà dove. Giunse in Italia, con pochi spicci in tasca, e cominciò da Milano, scendendo lentamente fino ad arrivare alla capitale. Sono circa dieci mesi che si trova in questo stato, è passato molto tempo da quando ha sentito del calore umano stargli vicino, eppure non ne sente la mancanza, non ne percepisce la nostalgia e la profondità. L'unica profondità che dovrebbe esserci, tutto quello che dovrebbe provare, è solo un qualcosa che non gli è mai stato spiegato. Lui non capisce le emozioni umane, eppure si sente più umano degli altri, e sarebbe anche pronto a sacrificarsi, pur di caoire che cosa cerca e cosa aspetta. Pur di trivare una ragione per vivere.

Orientamento sessuale: Asessuale aromantico. Bisogna aspettarselo, con lui bisogna perdere le speranze, l'amore non lo comprende e non ne vuole sapere nulla anche. Si limita semplicemente a stare per le sue senza alcun problema, l'argomento neanche lo preme o mette ansia.

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