Brain Washing (terzo Oc)

Eccolo quiー mi sento una cantilena a ripetere sempre le stesse cose ma ovviamente se qualcosa non va
prego sono disponibile ^^
-lacuin
_fuinur_

Nome: Ercole.
Ercole non è altro che il nome di un mito, anche piuttosto famoso, il nome derivando da quello dell'eroe, ha infatti il significato di: "eroe famoso" oppure ha quello di: "forza". Diciamo che era anche piuttosto prevedibile. È un nome ben diffuso in Grecia, anche abbastanza comune.

Cognome: Fotia.
Fotia, derivante da "Fotius" prende il significato di "luce" o di "Fuoco". Si dice anche che la famiglia Fotia sia stata una nobile famiglia nell'età Greca Bizantina.

Età: 32 anni.
14 Novembre, sotto il segno dello Scorpione, infatti, anzi, stranamente ne riporta quasi tutte le caratteristiche.

Nazionalità: Greco.

Aspetto:




Per definire il suo aspetto con una sola parola basterebbe dire: "cattivo" oppure "criminale". Posso affermare che Ercole ha sempre avuto un gusto ben preciso e non si sarebbe mai fatto influenzare da quello degli altri. Ma partiamo dalla base, ha un fisico atletico, tonico, non al punto da farlo sembrare un armadio rimane pur sempre alto un metro e ottantatre. Un'altra caratteristica che risalta subito all'occhio sono i suoi tatuaggi, principalmente quelli sugli avambracci, le mani e le dita. Principalmente raffigurano cerchi, con delle linee spezzate o croci uncinate che escono da essi, mentre sulle dita ha scritte due parole, anzi una parola dovrei dire siccome è ripetuta su entrambe le mani. "Death", ovvero morte, scelta particolare, no?
Se mai ti capitasse la fortuna di ammirarlo senza la maglietta è possibile notare altri tatuaggi. Sulle spalle ci sono disegnate delle linee che si ricongiungono in due cuori, sul petto, e metà dell'addome vi è presente un altro di questi cuori, più grande, ma nel punto in cui le due parti curve dovrebbero incontrarsi vi è una faccina sorridente. Sulla schiena si può vedere la stessa "faccina" sorridente, con delle regolari linee uscire da essa, creando tante T collegate al cerchio di base. Ha la carnagione olivastra, più che altro abbronzata avendo vissuto in un posto sul mare, così come ci si aspetterebbe ha anche i capelli neri, molto corti e spettinati, tanto non gli darebbero fastidio. Le sue sopracciglia sono molto fine, come i suoi occhi, dalle iridi chiare, così chiare da chiamarli color argento. Su entrambe le orecchie porta dei piercing, classici anellini d'oro, come un pirata. Infine, cura parecchio la sua barba, tagliandola e facendosela quotidianamente. Lascia che crescano le basette ed un pizzetto appena sotto il mento. Lo sguardo 'assassino', arrabbiato e brusco ed in un secondo Ercole prende il volto di un criminale.



Carattere: Iconico, è molto iconico, ed è facile da comprendere dal suo aspetto. Una testa calda bella e pronta. Quanti ci avrebbero scommesso? Ercole non è il tipo da seguire spesso le indicazioni, ma neanche si spreca a cercare di essere civile. Si infastidisce davvero facilmente, la sua pazienza è corta quanto il suo pizzetto. Gli viene molto facile allontanare gli altri oppure essere reputato un sempliciotto. Dopotutto cosa puoi immaginare da qualcuno che perde le staffe rapidamente? Bisogna anche ammettere che in quanta fretta si arrabbia si calma anche, se possiamo considerare il suo stare calmo borbottare a se stesso le frasi più stupide o piccoli insulti per chiunque abbia davanti. Principalmente è quindi un bipolare, anche se no, non cambia umore così in fretta tantomeno resta con il broncio tutto il giorno se è scazzato. Va a calmarsi rapidamente, fino a tornare al suo stadio di normalità, dove ha un volto piuttosto svogliato finché si trova da solo. Ha sempre avuto un senso dell'umorismo tagliente, quindi forse, anzi probabilmente è per questo che nessuno ha mai voluto isolarlo così tanto. Come vuoi allontanare qualcuno che ti fa ridere? Tende a peccare di crudeltà, quando prende di mira qualcuno il suo sottile e tagliente senso dell'umorismo lacera in un secondo di cattiveria la persona che vuole ferire. Un altro suo difetto è quello di faticare delle volte a mostrare effettivamente l'attaccamento ad una persona, continuando a battutine e piccoli insulti, anche i più banali e rapidi. Potrei dire quindi che forse ha paura di avvicinarsi a qualcuno per non ferire quella persona troppo, del tutto normale e comprensibile, no? Infondo è di cosa un po' tutti abbiamo paura, perdere chi amiamo. Ercole non è altro che quello scazzato ma simpatico. Quello semplice, quando forse è l'ultimo aggettivo che gli si addice. Non è semplice e mai lo sarà semplicemente non vuole esplorarsi, finché sta bene con se stesso non ci sono problemi. Potrebbe quasi sembrare un genitore delle volte, quel padre di famiglia con la pazienza già allo zero dal lavoro che gli tocca fare, ed appena uno dei suoi figli urla o comincia ad infastidirlo lui si lancia a sgridarlo finché non impara a starsene zitto. Diciamo che usa quasi sempre il pugno di ferro, per restare un minimo chiuso in sé, per non essere infastidito, anche per dire a qualcuno di non fare qualcosa, è severo e rissoso considerando anche che non alza le mani, o almeno non più.



Curiosità:

- Tende ad aprire spesso le porte senza bussare. Un brutto vizio che si porta dietro da quando era un bambino.

- Porta gli occhiali, anche se li usa il meno possibile per una questione di estetica, quindi li limita all'uso di essi stando per tante ore di fila al computer oppure mentre legge.

- Ha un debole per i dolci e le caramelle in generale.

- Si porta sempre dietro un paio di guanti usa e getta.

Storia: Nasce a Calcide il 14 di Novembre, come già detto in precedenza, Ercole abitava in uno dei quartieri più affollati della sua città, di conseguenza anche uno con il maggior numero di criminali e teppisti vari, tanto che non ci volle molto prima che si unisse alla combriccola allegra. All'età di quattro anni smise di vedere il padre, lasciò la casa, quasi senza un motivo valido. Da allora la madre fu obbligata a lavorare tutto il giorno, un po' in casa un po' in ufficio per assicurarsi che al figlio non mancasse nulla. Ed ogni volta che lui si avvicinava, quando la vedeva a casa, per avere un minimo di affetto in un secondo lo allontanava. <<Non ora Ercole, la mamma è impegnata>>. Ormai sapeva a memoria questa frase, pronunciata con dolcezza e forse un po' di fastidio. Pian piano, smise anche di provarci e si abbandonò totalmente al semplice passare il tempo. Tornava da scuola, faceva velocemente anche un po' a caso i compiti, andava a giocare fuori a pallone con i primi raggazzini che vedeva. Non aveva mai avuto un obbiettivo preciso per la sua vita, non sapeva che cosa fare nel dettaglio, non ne aveva idea. Lui si era sempre limitato a godersi le sue giornate, e tutfo ciò che gli capitava lasciava che gli passasse addosso come acqua per poi continuare con la sua vita. Come se avesse maturato fin da piccolo che il mondo era infame. Non ci volle molto che i ragazzini con i quale giocava divennero adolescenti, così come crebbe lui. La madre ancora convinta che dandogli ciò che voleva stesse facendo il meglio per lui, invece andò solo lentamente a fargli mancare  una figura, che non ebbe mai, considerando l'età in cui il padre lo abbandonò. Così andò avanti, seguendo quei ragazzini con il quale si divertiva, fino ad arrivare a fare i bulletti del quartiere. E da sole parole passarono a piccole risse e da esse a piccoli furti. C'era un ragazzo nel loro quartiere, un ragazzo in sovrappeso, era un pervertito della loro stessa età, senza considerare che andava anche bene a scuola. Un po' la vittima perfetta. Lo incrociarono per strada un giorno di primavera, lo presero e lo trascinarono con loro, un po' prendendolo in giro un po' insultandolo. Lo invitarono a giocare a calcio con loro, e la situazione cominciò a scappare di mano, ogni pallonata era diretta a lui, ogni volta che avevano occasione gli si faceva lo sgambetto. Arrivarono a legarlo ad un palo della porta, tirandogli ogni cosa, prima la palla, poi i sassi. Tutto degenerava. Legato poi alle biciclette pedalavano veloci, facendolo strusciare sul terreno di quelle stradine deserte di quel quartiere abitato. E pedala più veloce, e fermati. Una volta arrivati alla residenza di un vecchio pastore che teneva ancora legato il suo cane, un cane famelico, sempre aggressivo. Lanciarono il ragazzo al cane, e dopo un paio di morsi lo ripresero riportandolo al parco per poterli lasciar andare. Ma fu nel tragitto che accadde il peggio. Non lo stavano più trascinando, anzi uno di loro gli diede la sua bicicletta arrampicandosi dietro la vittima. Era ancora cosciente e mentre gli guidava la strada, quel ragazzo fece il peggio, girò per un vicolo e continuò a pedalare ignorando i pugni occasionali e gli insulti del bullo. Svoltò nel vicolo, sbucando su una delle strade principali, le auto correvano e quel folle grassone, definito così dal gruppo di teppisti, correva tra le auto. Ercole gli correva dietro, allungando un braccio per cercare di tirare via l'amico. Frenò, Ercole frenò mentre stavano attraversando un incrocio, mentre la bicicletta con i due andò avanti a schiantarsi contro il cofano di un camion. Restò fermo, sorpreso più che mani, spaesato, cosa era successo di preciso?
Ci furono due morti. Non che gli ci volle un genio per capire chi fossero. Gli atti riservati al grasso maniaco non vennero chiesti, erano tutti spaesati, loro cercavano di divertirsi in quel giorno. Solo nel modo sbagliato. Mise una pietra ben presto sulla faccenda, quella fu forse la prime volta che ricevette un abbraccio dalla madre, o almeno la prima da quando aveva memoria. Doveva fermarsi un attimo. Aveva 17 anni quando accadde tutto ciò, era confuso e non capiva, cosa sarebbe accaduto poi. Ci fu il funerale e nient'altro. Quindi tirava sbadigli annoiati, cercandi di continuare la sua vita come sempre, anche se quella volta l'acqua che gli cadde addosso era bollente. I tatuaggi con le dita se li fece qualche settimana dopo, così come quel volto sorridente sulla schiena e sul petto, era un logo presente sulla maglietta del suo amico, successivamente fece aggiungere gli altri, come a voler nascondere il significato di prima pur tendoli in vista. Si limitò a seguire la massa, infatti non capì mai come arrivò a fare il medico. Seguendo la massa di persone e scegliendo gli studi, dopotutto non era mica stupido, era capace di gestire quel tipo di informazioni. Neanche ricorda come sia arrivato a lavorare nel centro, ci è arrivato e basta, forse intraprese quella strada solo per non infastidire la madre che deve lavorare, oppure per non recare problemi a qualcuno. Ma ora che senso aveva rimuginare sul come? Ci era finito, tanto vale andare avanti, no?



Oggetto scelto: Un orologio nero da polso, portsto ovviamente a sinistra, così è sicuro di averlo sempre vicino.

Paziente scelto: L'iperattivo. Come tutti ben sanno, l'iperattività è uno dei disturbi più fastidiosi per chi circonda una persona afflitta da quest'ultima. Ammettiamolo, non vorresti picchiare o urlare indietro ad un ragazzino che si muove troppo, urla e non riesce a stare fermo? Allora perché qualcuno con una pazienza pari a zero? Per Ercole è stata una scelta difficile infatti, ma potrebbe farcela, basta che non alzi le mani, cosa che comunque non fa da parecchio tempo. Ha più probabilità di restare calmo con un ragazzino che si muove ovunque che con qualcuno con un altro disturbo. Diciamo che così può alzare la voce e forse con il pugno di ferro avrebbe più risultati, considerando anche che non vuole farsi odiare ed essendo stato anche lui leggermente iperattivo nella sua infanzia, come tutti i ragazzini di dodici anni, forse poteva aiutarlo su ciò.

Orientamento sessuale: Eterosessuale.

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