Who Aunt Is Bad? ~ Part two.

ATTENZIONE!
Questo capitolo contiene un linguaggio esplicito sul sesso.
Se devi criticare e non ti piacciono le scene erotiche NON LEGGERE QUESTO CAPITOLO.

***

Un enorme struttura si innalzava circondata da rovi ed oscurità davanti a loro.
Kaia guardava la maestosa reggia come se già la conoscesse.
Qualcosa non tornava: sentiva un'aria familiare.

Il capitano diventò improvvisamente cupo e serio, forse nervoso, Kaia lo notò subito e decise di non proferire parola.
Si limitò a seguirlo lungo il sentiero che portava all'entrata del castello.
Attraversarono la cornice di rovi aggrovigliati attorno al cancello, lo aprirono e continuarono ad addentrarsi in quel giardino che ormai era morto da tempo.
Kaia osservava tutto attentamente.

Vi erano delle siepi ormai spoglie, foglie morte e secche cadute e mai rialzate.
Fiori appassiti da tempo - "dovevano essere delle bellissime rose" - pensò lei.
Notò dei fiori particolari nel laghetto, delle Nymphae ben curate e ancora perfettamente in vita.
Ma non disse nulla a lui, non voleva innervosirlo più di quanto non lo fosse già.

Non lo aveva mai visto così teso, John era sempre stato sulle sue, un po' arrogante e barbaro, ma le aveva permesso di stare sulla sua nave e ora si stavano aiutando a vicenda.
Stava forse mandando a rotoli i suoi piani? - "Kaia, devi vendicarti, pensa al tuo piano!" - pensò.
Ma allo stesso tempo sapeva che forse, non lo meritava.
- "È una battaglia conclusa, non è più la vostra battaglia... ma anche lui sta continuando a cercare il tuo popolo per vendicarsi, perché è li che è diretto." -

Tornò in se quando sentì John parlare. La sua voce rauca le fece salire i brividi; doveva restare concentrata.
« Tu non vieni! » sentenziò lui.
Lei restò esterrefatta per un momento, "Cosa?" « Non ho capito, che hai detto? » disse.
« Non ti farò rischiare la vita per una cosa che non ti riguarda, stanne fuori! » rispose John sempre più severo.
« Perché fino ad ora non l'ho mai fatto, giusto? » esclamò prontamente lei sorpassandolo com'era solita fare.
Lui non rispose, scosse il capo ma sapeva che non c'era modo di fermarla.
Era ostinata, lo aveva capito.

Ad accoglierli c'era proprio lei, la misteriosa donna che John aveva cercato per anni.
Ayda.

John rimase immobile nel vederla, somigliava a sua madre, ma con dei colori diversi.
Il padre aveva conservato un ritratto nel medaglione d'oro che John ancora portava al collo, fin dalla sua morte.
L'unica cosa che era sopravvissuta insieme a lui, nel mezzo del naufragio.
Aveva dei capelli ramati e gli occhi blu come l'oceano.
I suoi vestiti rispecchiavano il suo stato d'animo, era arrabbiata o forse stava soffrendo.
Si era preparato il discorso per una vita, aveva immaginato l'incontro con colei che aveva strappato la vita a sua madre, ma quando la vide non riuscì a pronunciare una parola.
Restò immobile.

Ayda, che da tempo voleva la morte del suo tanto odiato nipote, provó le stesse cose che stava provando lui.
Un colpo di scena per tutti loro, si aspettavano una grande battaglia, ma ciò che li univa era più forte.
La perdita di Merida aveva lacerato il cuore di entrambi.
Ayda sapeva che non era colpa sua, se l'era presa con la persona sbagliata e il senso di colpa l'aveva consumata per tutti questi anni, così come per John: consumato dall'odio per l'unica persona del suo stesso sangue ancora in vita.

Lui si avvicinò a lei, come avrebbe da sempre voluto fare con sua madre e senza pensarci due volte la abbracciò.
Lei a sua volta, ricambiò.
Tutto tornò normale: i colori grigi e neri tornarono a risplendere, i fiori rinsavirono. I rovi si ritraevano lentamente lasciando spazio ad una bellissima siepe ricoperta di gelsomini profumati.
Il cuore di Ayda si riscaldò e insieme al suo, tutto il resto. Si potevano udire anche gli uccellini cinguettare nuovamente.

Kaia restò ad osservarli da lontano, pensava fosse giusto lasciare loro lo spazio che meritavano.
Ma dopo un attimo Kaia nota una spilla luccicante a forma di Nymphaea sul vestito di Ayda, restò sbalordita.
Quella spilla la regaló Naida alla sorellastra di sua madre Lorelai.

Ricollegò tutto: le Nymphae nel laghetto, la spilla.
Lei adorava quei fiori.
"È uno scherzo..." pensò Kaia.
Felice di rivedere colei che era la sua zia acquisita ma subito capì che la sua copertura sarebbe saltata.
"Perderei tutto, perderei John..." continuò i suoi pensieri.

Ma Ayda aveva anch'essa un buon occhio.
« Sei in compagnia, non mi presenti... » si bloccò quando la riconobbe l'anello sul suo dito che splendeva « Kaia» esclamò.
« Kaia? » si intromise John «No, lei è... » ma venne bloccato da Kaia che rispose senza neanche prestare attenzione a John.
« Ayda... » disse con voce debole.
« Dov'è la tua coda? E Lorelai, come stanno lei ed Aslan? »
Iniziò a fare domande a raffica, in tutti quegli anni, non aveva più avuto notizie della sua vecchia famiglia.
Era rimasta sola per punirsi di ciò che aveva fatto, anche se molti credevano che lei stesse solo aspettando John per ucciderlo e vendicarsi.
« Kaia? ma di cosa sta parlando? Lei si chiama Jane! » disse John.
« Aslan e Lorelai sono i nomi del Re e la Regina di Poseidonia. Hanno causato loro il naufragio! » continuò.
« Naufragio? Tuo padre è morto? » esclamò Ayda.
Kaia decise di farsi avanti e di liberarsi da quell'enorme peso « Sono morti, mia madre è stata avvelenata dai coralli per proteggermi e mio padre è stato trafitto con una spada dal suo... » poi guardò John e continuò « Si, hanno causato loro il naufragio, tuo padre ed il mio erano in guerra fin da bambini e...» lui la interruppe « Mi hai mentito per tutto questo tempo? »
Ayda decise di farsi da parte, non aveva pensato di provocare un tale danno salutando la ragazza.
John non la guardò neanche in faccia e senza pensarci due se ne andò lasciandola da sola con Ayda.

« John! Aspetta... » provó ad urlare lei.
Lui non si voltò.
« Devi perdonarmi, non volevo... » cercò di scusarsi Ayda.
« No, non è colpa tua. Sono stata io, gli ho mentito per tutto questo tempo, volevo sabotare il suo piano di attaccare Poseidonia ma... » disse Kaia bloccandosi.
« Ma ti sei innamorata? » continuò Ayda.
« Oh no, è un bravo Capitano. Fa il duro, ma rispetto ad altri pirati non è cattivo come vuole far credere. »
« È come sua madre e, Kaia, mi dispiace per entrambi. » disse lei.
« Sono contenta che vi siate ritrovati senza lottare! L'intento era quello di ucciderti, ma non l'avrei permesso. » la informò la ragazza.
« Ne sono certa » rispose Ayda. Non aveva mai avuto un sorriso raggiante come quello che sfoggiava in quel momento « vieni, ti preparo una camera, avete bisogno di riposare » iniziò ad avviarsi ma notò che Kaia continuava a fissare l'uscita.
« Vedrai che tornerà, lascia che si calmi! » esclamò lei convincendola a seguirla.
E così fece la ragazza.

***

Kaia era sistemata in una stanza dell'enorme castello, era sera ormai e di John non vi era traccia.
Ebbe il tempo di farsi un bagno caldo e di mettersi, finalmente dei vestiti puliti.
Lei ed Ayda cenarono assieme accanto al camino e le raccontò tutto: riguardo ai genitori, al suo piano e a quello che aveva passato con John. Le aveva detto anche che John aspettava un presunto figlio da una cameriera e che era solito ad andare con molte ragazze, specialmente delle taverne.
Aveva ben fatto intendere che non aveva intenzione di impegnarsi con un rubacuori del genere.
Erano comunque, discorsi da "donne".

Dopo qualche ora, Kaia si ritirò nel suo alloggio dando la buonanotte ad Ayda.
Entrò in camera e si slegò i lunghi capelli lasciandoli cadere lungo la schiena.
Mentre si spogliava sentì una porta chiudersi violentemente.
Era tornato.
Si infilò una camicetta e si attaccò con l'orecchio alla porta.

Dylan si intrattenne con la zia e cercò di capire come potesse conoscere Kaia e la sua famiglia, voleva sapere.
Lei gli raccontò tutta la storia e restarono a parlare per un po' di quello che riguardava sua madre e del perché la odiasse tanto.
Gli raccontò tutto quello che doveva sapere.
Provarono finalmente a ricominciare.
Lui invece, le raccontò di Kendra, di come lo aveva salvato e di Kaia, di come lo aveva ingannato.
Ayda cercò di cambiare argomento chiedendogli del bambino, ma John si infuriò ancora di più.
Kaia restò ad origliare finché non sentì dei passi addentrarsi nel corridoio, facendo finta di niente si andò a sedere vicino alla finestra e mentre fingeva di guardare fuori John spalancò la porta per richiuderla immediatamente alle sue spalle.

« E così sarei un "rubacuori"? » iniziò ad urlarle contro.
Lei si voltò di scatto e si alzò in piedi mentre lui le si avvicinava sempre di più.
Non lo aveva mai visto così arrabbiato e forse lo aveva sottovalutato.
John però, quando incrociò il suo sguardo non riuscì a continuare il suo discorso nello stesso tono con cui lo aveva iniziato.
« e si entra così nella stanza di una signora?! » rispose prontamente Kaia.
« Jane... Anzi, Kaia. Come devo chiamarti, chi sei tu?! » disse lui avanzando verso di lei.
Non c'era rabbia nella sua voce roca e cupa, ma solo delusione.
Era cosi vicino che poteva sentire il sapore dell'alcol sulla punta della lingua e assaporarlo. Le batteva così forte il cuore che la sua mente iniziò a vagare e ad immaginare scene di loro due, insieme. Ispirò e alle narici le arrivò anche un altro odore: un profumo di donna.
La rabbia divampò in lei e soppiantò le fantasie.
« Hai bevuto? » lo interrogò.
« Rispondi alla mia domanda! » rispose lui alzando il tono e facendola indietreggiare.
Lei si ritrovò con la schiena al muro, non poteva fare più nulla, ma non aveva paura di lui.
« Sono sempre io... » rispose con un tono di voce delicato.
A quelle parole lui si sciolse, poggiò le mani al muro circondandola.
Sembrava esausto, sembrava sperasse proprio in quella risposta.
Con troppo alcol in corpo ma abbastanza lucido per farlo, Dylan avvicinò delicatamente le sue labbra a quella di Kaia, ma lei lo fermò.
« Pensi che non mi sia accorta della condizione dei tuoi vestiti? » si allontanò da lui e gli disse « e comunque, l'alcool non copre il profumo di una donna, ne i suoi morsi » indicò il collo dove c'era il morso della donna con cui effettivamente stava per andare a letto.
« Io non sono una delle tue... »
Lui la tirò per il braccio e senza darle molta scelta la baciò.
Aspettava da così tanto tempo quel momento che non gli importava di cosa potesse pensare o di chi fosse in realtà.
Il capitano si era forse innamorato?
Non riuscì a respingerlo, lo baciò con dolcezza a sua volta.
« Non ho fatto nulla stasera... Non ti nascondo che ci mancava poco, ma non l'ho fatto, sono venuto da te. » disse lui con un filo di voce.

Lei lo zittì baciandolo nuovamente.
Lui la accompagnò sul letto e le chiese di restare accanto a lei quella notte.
Lei annuì e si infilarono sotto le coperte insieme.
John le accarezzava i capelli e lei lo guardava studiando ogni sua espressione.
Piano piano iniziò a spogliarla e lei lo lasciò fare aiutandolo a sua volta a liberarsi dai vestiti.
Non aveva mai visto un uomo chiedere di poter restare nel letto di una donna.
Non aveva mai ricevuto così tante attenzioni, non aveva mai conosciuto tanta gentilezza e passione unite assieme.
Il suo stomaco era completamente in subbuglio.
Non aveva mai fatto sesso ed era spaventata, ma con lui sembrava che il suo corpo sapesse già quello che doveva fare.
Continuò a baciarlo, non voleva più smettere.
Quando finalmente furono entrambi nudi i loro corpi diventarono tutt'uno.

Quello non era sesso, era amore.
Ma non lo avevano capito, non fino a quel momento.

Lui non aveva mai provato delle sensazioni simili, ogni donna con cui era stato, non era riuscita a provocargli quel vuoto allo stomaco.
I baci di Kaia, erano in grado di farlo sentire inesperto, era tornato un adolescente alle prime armi.

Lei sfiorava lui, lui sfiorava lei.
Stavano scoprendo nuove emozioni e lo stavano facendo insieme.
Quando lei lo toccava, sentiva i brividi ripercorrergli la schiena.
Ad ogni movimento, Kaia ansimava e si protraeva verso di lui.
Non voleva staccare nemmeno un centimetro del suo corpo da quello di John.

Quando finirono di consumare il loro primo rapporto, si addormentarono vicini l'un l'altro, con i loro corpi ancora nudi che si scaldavano a vicenda, sotto una coperta di seta bianca.

CONTINUA...

Salve a tutti, ho fatto questo capitolo un po' più lungo cercando di spiazzarvi un po'.
Sono curiosa delle reazioni che avrete.
Ho cercato si scrivere questo capitolo nel modo più spontaneo e meno volgare possibile, spero di esserci riuscita.

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