13.

3rd person pov.

Qualche anno fa...

Quella enorme villa era silenziosa. Troppo silenziosa. Blitz si aggirava furtivamente tra le stanze, con la tranquillità di chi sa perfettamente quello che fa e non ha la minima preoccupazione di essere beccato.
Si mormorava che quella villa fosse totalmente vuota durante quella particolare settimana. Il sindaco era in viaggio di lavoro, e i suoi figli erano tutti già sposati e benestanti altrove da anni.

Tutti, eccetto uno.

Aprì una porta e si trovó davanti una lussuosa camera da letto tutta agghindata con stelle e un immensa libreria. In un angolo, un grazioso piccolo gufo se ne stava appollaiato su un trespolo.
Lo guardava con aria giudicante, ma era immobile.
Blitz lo ignoró, e inizió a far scorrere le sue mani lungo i cassetti, aprendoli uno ad uno, ma niente di quello che vi era all'interno sembrava abbastanza prezioso da valere il rischio.

"Cazzo.. tutta sta roba di lusso e manco un gioiello." borbottó scrutando la stanza e soffermandosi sull'enorme libreria.

Ma prima che potesse avvicinarcisi, sentì una risata leggera, quasi un sussurro, alle sue spalle.

Subito si irrigidì, pietrificandosi senza nemmeno girarsi. Nella sua testa, per un attimo , pensava fosse un fantasma.

Ma poi, una voce.
"Sai, di solito gli ospiti bussano prima di entrare."
Era una voce quasi vellutata, con quella punta di sarcasmo che ti taglia in due come un coltello.

Blitz si voltó di scatto, impugnando il suo coltello e puntandolo verso la figura , appoggiata allo stipite della porta, che lo scrutava, quasi divertito.

In vestaglia di seta con qualche piuma vicino al collo,  e con un calice di vino tra le dita, c'era lui.

Stolas.

Le curve sottili del corpo slanciato e parecchio più alto di lui, i capelli chiari perfettamente portati all'indietro seppur fosse in pigiama, e il viso illuminato da un espressione che ondeggiava tra la curiosità e il divertimento.

Blitz rimase in silenzio per qualche secondo, quel volto.. lo riconosceva, ma non tiusciva del tutto a comprendere in che momento della sua vita l'avesse già visto.

"Che caz.." mormoró confuso.

Stolas sollevó il calice come per brindare.
"Blitzo! Che sorpresa vederti. Che diavolo ti è successo alla faccia?"

"Hey stronzo la O è muta , chi cazzo s- Aspetta un secondo.. Tu.." Blitz lo indicó con la lama socchiudendo leggermente gli occhi mentre i ricordi gli riaffioravano.
"Cazzo, tu sei quel tizio strano che collezionava uccelli impagliati da piccolo?"

Stolas rise piano. "Preferisco il termine 'ornitologia' ,ma si, direi che hai una buona memoria."

Blitz annuì mentre ricordava piano piano ogni dettaglio del ragazzo che aveva davanti, abbassando lentamente il coltello.

Si erano conosciuti da piccoli, suo gestiva il circo nel quale Blitzo si esibiva, e un giorno il sindaco portó suo figlio a vedere lo spettacolo. E il piccolo Stolas provó subito una forte simpatia per il piccolo Blitzo, dunque suo padre decise di "comprare" Blitzo per un giorno, affinché facesse compagnia a Stolas nel giorno del suo compleanno.
E i due si ritrovarono praticamente costretti a giocare insieme.
Un piccolo randagio, già delinquente ai tempi a causa di un padre tanto assente quanto violento, e un piccolo elitario, sopraffatto dalla solitudine e dalla responsabilità del suo titolo nonchè anche lui, da un padre assente.

"Pensavo fossi sparito come tutti gli altri figli di quel riccone..Invece sei qui, in pigiama, a bere vino e a guardarmi mentre ti svaligio casa. Che cazzo di problema hai?"

Stolas serró la mascella per un attimo.
"Non chiamarmi "figlio di quel riccone" "

"Beh, ok , figlio di troia. Vuoi chiamare la polizia o posso finire il mio tour in pace?"

Stolas inclinó il capo, nel suo volto, un sorriso carico di ironia.

"E toglierti tutto il divertimento? Sarebbe scortese da parte mia.." Fece scorrere lentamente un dito sul bordo del calice e poi tornó a guardarlo, con un espressione più seria.
"Tuttavia.. potrei offrirti qualcosa di .. più interessante."

Blitz socchiuse gli occhi, diffidente.
"Parla."

Stolas si avvicinó di qualche passo, riducendo la distanza tra loro.
Poi con tono teatrale, quasi suadente, parló. "Sai com'è. Tutto solo in quest'enorme villa, mi annoio facilmente. Mi piacciono le persone che sanno.. ravvivare l'atmosfera."
Il suo sorriso si fece più tagliente mentre la distanza tra loro era sempre meno.

Blitz degluti, sentendo emozioni parecchio contrastanti. E non appena Stolas fu abbastanza vicino , Blitz
potè sentire l'aroma pungente di vino che emanava, e capì che probabilmente alla radice di quella sfacciataggine quasi inappropriata, c'era una punta di ubriachezza.

"E se rifiuto?" disse, scrutandolo.

Stolas si piegó alla sua altezza.
"Allora potrei mettermi a urlare."

Blitz lo guardó, poi con un sorrisetto disse: " Sei molto più inquietante di quanto ricordassi."

Stolas rise di gusto. "E tu sei molto più interessante di quanto sperassi, Blitzy."

Blitz rimise il coltello in tasca e gli rivolse un sorriso impertinente.
"Okay stronzo, sai che ti dico? Fanculo, versami un pó di quel vino pregiato."

Stolas fece un verso di entusiasmo e alzó il calice , uscendo dalla stanza e incitandolo a seguirlo.
"Benvenuto nel mio nido."

Un anno dopo

La pioggia batteva incessantemente nelle vetrate della camera di Stolas, sembrava rispecchiare esattamente il clima che c'era dentro quella stanza. Una tempesta.

Blitz era appoggiato al muro , guardava Stolas con espressione fredda.
"Allora, hai intenzione di continuare a tenere il broncio? Cosa ti aspettavi? Che ti guardassi con gli occhi a cuoricino mentre tu mi parli di.. sentimenti?" disse quest'ultima parola con una punta di disgusto.

Stolas era seduto a bordo del letto, sospiró, stremato.
"Non è questo il punto Blitz. Non posso neanche parlarti che tu riduci tutto a una stramaledetta provocazione sessuale."

Blitz fece una risata amara. "Oh scusa se non riesco a prendere sul serio le dolci parole del fottuto figlio del sindaco. Sul serio Stolas, pensi davvero che io possa credere che tu voglia qualcosa di più da me? Insomma, guarda chi sei tu e chi sono io."

Il tono della voce di Stolas si incrinó leggermente. "Pensi davvero che quando ti guardo.. vedo solo un ladro? Un fallito? Un delinquente? Perché non riesci a pensare che forse potrei.. amarti davvero?"

Blitz sbattè una mano pesantemente contro il muro, e poi urló: "Perché non è cosi! La gente come te non guarda quelli come me, se non per divertirsi una notte.. o due. E io.. Io sono bravo in questo ok? A scopare e basta."

Stolas lo guardava con occhi lucidi, poi esplose. "Ma perché continui a ridurre tutto a questo? Non ti sopporto quando non fai altro che ridurre ogni mia frase ad un invito sessuale, mettitelo in testa io NON VOGLIO SOLO QUESTO DA TE."

"E cos'altro vuoi? Vuoi parlare d'amore o dei figli che non avremo davanti a un camino e una tazza di tè? Non le faccio queste cose da gay, Stolas."

Stolas si alzó, andando verso di lui e affrrrandolo per il colletto della giacca, tenendo i loro volti a pochi centimetri l'uno dall'altro.

"Non voglio che tu sia un'altra persona. Io voglio te, maledizione, voglio TE! Con tutti i tuoi cazzo di difetti, con le tue paure che ti ostini a nascondere dietro questo dannato muro che hai costruito tra di noi."

Blitz lo guardava con un espressione indecifrabile, come se fosse in bilico tra le sue emozioni.

"Ma se non prorpio non riesci a capire, e nemmeno ad accettare che io.." Stolas sospiró, staccandosi da lui e facendo qualche passo indietro. "Che io ti amo.. Allora forse sto solo perdendo tempo."

Il silenzio dopo quelle parole, divenne assordante, rotto solo dal ticchettare della pioggia contro la finestra.

Stolas gli rivolse un ultimo sguardo, prima di voltarsi e avviarsi verso la porta.

Blitz lo guardó, per un attimo pensó che forse sarebbe stato meglio se l'avesse lasciato andare, come aveva sempre fatto.

Ma non quella volta. Qualcosa dentro di lui si era spezzato.

"Stolas aspetta." disse velocemente.

Stolas si fermó, rigido, senza voltarsi.

"Non andartene.. Non.. Non lasciarmi." disse, quasi sussurrando, come se ogni parola richiedesse uno sforzo immenso.

Stolas si voltó lentamente per guardarlo, quasi incredulo.

Blitz alzó lo sguardo per incrociare il suo.
Si passó una mano dietro la nuca, nervoso.
"Io.. Non so come cazzo si fa ok? Non so come si fa ad amare e nemmeno a farsi amare. E cristo, io sono bravo solo a rovinare le cose, a farle marcire e ad allontanare chiunque provi ad avvicinarsi a me."

Fece un passo verso di lui.
"Ma tu.. sei ancora qui nonostante tutto. E io non voglio che te ne vada."

Stolas rimase immobile, con la bocca semi spalancata, incredulo, e incapace di dire qualcosa.

"Non ti prometto niente. Non so se riesco a cambiare. Ma se tu te ne vai adesso , giuro che non reggo." si morse il labbro e abbassó lo sguardo.

Stolas si avvicinó lentamente.
"Blitz.. Io non voglio che cambi.. A me piaci per quello che sei."

Blitz non aggiunse nient'altro, solo un gesto.
Appena Stolas fu abbastanza vicino a lui, lo abbracció, affondando il volto nel suo petto.
Stolas rimase rigido per un istante, poi lo avvolse, ricambiando quel grezzo abbraccio, e lasciandosi andare a un sospiro seguito da un impercettibile sorriso, perché per la primissima volta, Blitz si concesse di crollare.

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un pó di stolitz reinterpretata a modo mio ci voleva.
e niente guardate che fan art carine

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