I will remember before I forget

Aveva arricciato il naso in una smorfia di fastidio quando il tepore, che prima lo cullava, era svanito, facendolo rigirare alla ricerca di una posizione più comoda.
Si era tirato, con rapidità, adosso il lenzuolo che aveva cercato spostando la mano a casaccio nel letto.
La sua bocca si era schiusa lasciando visibili i due canini che luccicavano appena, colpiti dai raggi fiebili del sole che filtrava dalle tapparelle.
La sua espressione era tornata rilassata e le due lingue rosso fuoco sulle sue guance erano ben distese.
Il braccio gli penzolava giù dal letto, come metà del suo corpo che, pericolosamente, era in bilico tra il bordo e il vuoto che lo separava dal pavimento o meglio dal tappeto di vestiti e chissà quali altre cianfrusaglie che erano sparse in ogni angolo della sua stanza; Kiba Inuzuka non era di certo il massimo dell'ordine e della pulizia.
Il suo sonno venne disturbato dapprima da uno zampettio familiare, a cui però non aveva dato peso, e, successivamente, dalla lingua ruvida e umida di Akamaru che gli stava dando il buongiorno leccandogli la faccia, dopo aver cercato invano di svegliarlo strofinando il muso sotto la sua mano penzolante.
Il moro aveva mugugnato qualcosa di incomprensibile, aggrottando la fronte e girando la testa dall'altro lato, cercando di ignorare l'alito pesante e caldo del suo cane che si era sporto sul suo letto, appoggiandosi con le zampe anteriori, continuando a cercare di svegliarlo.
Quando poi la grande palla di pelo aveva iniziato ad abbaiare e a piagniucolare nel suo orecchio aveva dovuto per forza aprire un occhio; questo movimento gli costò molta più fatica di quanto avesse pensato.
La palpebra, che teneva oscurato l'occhio aveva resistito al sollevarsi, dando poi una sensazione fastidiosa al ragazzo che aveva dovuto sbatterla più volte per mettere a fuoco il muso dell'amico peloso e ad abituarsi alla luce, anche se lieve, che gli stava creando problemi.
"Mmmh... sono sveglio, sono sveglio." Aveva borbottato, facendo aggrottare il naso e scuotere la testa al cane sopra di lui.
"Che mal di testa..." Aveva constatato, mettendosi una mano sulla fronte e aprendo del tutto i due occhietti neri, che si sforzavano malamente di rimanere aperti.
Dopo quella frase il povero animale aveva emesso un gemito sgradevole ed era subito sceso dal letto, strofinandosi il muso offeso con una zampa.
Kiba aveva seguito i movimenti del cane, che teneva le distanze e lo guardava un po' schifato, schioccando più volte la lingua sul palato e cercando di deglutire la saliva inesistente all'interno della sua bocca.
Si era messo seduto, grattandosi dietro alla testa e sbadigliando rumorosamente portandosi una mano alla bocca, inarcando poi verso il basso le labbra dopo aver percepito l'odore sgradevole che ne era uscito e comprendendo finalmente l'ostilità dell'amico.

Si era poi alzato per andare in bagno, dove si era liberato di una grande quantità di acqua che gli riempiva i reni, dopo aver sbagliato la mira un paio di volte.
Era rimasto in piedi con gli occhi chiusi e il pene in mano per chissà quanti minuti dopo aver finito, riprendensi solo dopo che la sua testa si era piegata in avanti cedendo al suo peso.
Aveva quindi sgranato gli occhi ritrovando equilibrio e osservando il fondo del gabinetto tinto di un giallo accesso, scrollando un poco il membro appiccicaticcio, come il resto del suo corpo, e abbassando lo sguardo verso il basso alla ricerca delle mutande che non aveva addosso.
"Ma... che cazzo?" Borbottò, guardandosi meglio e rendendosi finalmente conto di essere totalmente nudo.
Alzò le spalle, non dando molto peso alla faccenda, allungando il braccio verso lo sciacquone che non venne raggiunto.
Il ragazzo si era infatti piegato verso la tazza e aveva vomitato chissà cosa, stringendo le dita affusolate sui bordi e imprecando mentalmente tra un conato e l'altro.
Finito di rigettare si era sentito lo stomaco rivoltato come un calzino e l'odore sgradevole che si sentiva addosso e impregnava la stanza lo faceva star ancora peggio.
Finalmente, dopo aver tirato l'acqua, si fiondò in doccia per togliersi di dosso ogni cattivo odore e cercare di fare chiarezza nella sua testa dolorante e annebbiata.
Era rimasto ad adorare il soffitto sotto il getto dell'acqua per venti minuti buoni, cercando di ricordare per quale motivo si fosse svegliato nudo, mezzo dolorante e senza memoria.
La risposta non arrivò fino a quando, dopo essersi asciugato e guardato davanti allo specchio che rifletteva il viso smunto, segnato da due grosse occhiaie e il collo e il petto segnato da alcuni segni rossastri, si era diretto in cucina per prendere qualcosa che lo facesse star meglio.
Non si ricordava niente, ma una cosa era certa: la notte prima si era fatto una gran scopata, peccato che non ricordasse ne con chi l'avesse fatta ne come fosse stato.
"Bella merda!" Pensò, digrignando i denti
Proprio un bel modo per perdere la verginità; non che gli importasse particolarmente farlo con una persona speciale, lui voleva solo ficcare, come il cane arrapato che era, solo avrebbe voluto ricordarsi il piacere carnale di quella nottata.

Si era guardato in giro, mentre beveva direttamente dalla bottiglia l'acqua, a parer suo la migliore che avesse bevuto, deglutendo la prima pastiglia che aveva trovato nell'armadietto sopra i fornelli.
Akamaru emise un mugugno, guardandolo dal basso con la lingua a penzoloni.
"Amico, tu sai che è successo?" Gli domandò, pretendendo una risposta, mentre gli poggiava una mano sulla testa e gli faceva qualche grattino.
Il cane di tutta risposta si allontanò, voltandosi dopo qualche passo facendo cenno di seguirlo.
L'inuzuka obbedì, portandosi le braccia sui fianchi asciutti e dirigendosi verso quello che era il salotto di casa sua.
"Oh merda!" Aveva sbraitato, dandosi uno schiaffo per accertarsi fosse tutto reale, mentre i suoi occhi vagavano da un lato all'altro della stanza che sembrava più un cassonetto dell'immondizia.
I cuscini, che dovevano comporre i divani, erano sparsi a terra insieme a bottiglie vuote, pacchetti di patatine e chissa quale altre schifezze confezionate che si erano riversate a terra formando piccoli cumoli di cibo/spazzatura.
Il tavolino che doveva essere al centro della sala era finito contro il muro capovolto insieme ad alcune sedie del tavolo da pranzo che erano a loro volta messe sottosopra.
"S-si può sapere cosa cavolo è successo?!" Si chiese, passandosi una mano nei capelli umidi e sospirando, iniziando a raccogliere il grosso per fare pulizia.
Il fedele cane lo seguiva a ruota trascinando con il muso un sacco nero in cui venivano gettate tutti i resti di una serata che doveva essere stata piuttosto movimentata.
"Menomale che la mamma non è a casa..." Aveva detto, sospirando, mentre afferrava una coperta da terra e la sollevava per ripiegarla.
Ciò che trovò al di sotto fu una bella(?) sorpresa.
"Rock Lee?!" Disse, lanciando la coperta sul divano sfatto e abbassandosi verso il giovane che dormiva ancora beatamente abbracciato ad un cestino da cui proveniva un odorino non molto piacevole.
"Oi! Amico svegliati!" Lo aveva scrollato, tirandolo un po' su e costatando che il pavimento al di sotto del ragazzo era pieno della sua bava.
"Rock Lee? Ci sei?!" Lo aveva chiamato di nuovo, dandogli un paio di schiaffi leggeri sulle guance paonazze e accaldate.
Okay, le cose diventavano sempre più strane e la sua memoria non accennava a tornare: la cosa lo faceva innervosire maggiormente.
Sistemò uno dei due divani, facendoci sdraiare poi su il corvino che non si era minimamente smosso dal suo stato comatoso.
Dopo aver tirato su il resto da terra, affidando il compito di portare fuori il sacco ad Akamaru, aveva messo in lavatrice la coperta e si era vestito prima di finire di sistemare le ultime cose.
Per fortuna non c'era nulla di rotto e non c'erano tracce di vomito in giro per casa, se non le chiazze che aveva trovato vicino a Rock Lee.
Si sedette su uno sgabello della cucina, tenendosi la testa nei palmi delle mani; le sue guance erano schiacciate e la fronte era corruciata in un'espressione pensierosa.
Proprio non si ricordava cosa fosse accaduto; aveva dei vaghi ricordi: voci, risate, bottiglie che giravano, ma niente di più.
Di nuovo il cane richiamò la sua attenzione, strofinando il muso contro il frigorifero che si trovava dalla parte opposta in cui era lui.
Alzò lo sguardo che era fisso sul pavimento verso il mobile, risalendolo e guardando i vari foglietti attaccataci sopra con le calamite.
Uno più grande, di cui non ricordava nulla aveva attirato la sua attenzione.
Si alzò, facendo il giro della penisola e andò a staccare l'oggetto, portandoselo a mezzo centimetro dalla faccia per leggerne il contenuto.
Riconosceva la scrittura, nonostante fosse stato scritto di fretta e con poca cura.

"Alle 16.00 al parco giochi vicino all'accademia.

Shino"

Con fatica aveva decifrato il contenuto del messaggio, non sapendo se essere sollevato di sapere che c'era stato anche Shino la sera prima o aver paura di quell'appuntamento.
Restava il fatto che quel bastardo del suo compagno di team avrebbe potuto anche rimanere ad aiutarlo a pulire, invece di svignarsela e lasciarlo insieme ad un Rock Lee in coma etilico.
Accartocciato il foglietto in una pallina che poi venne lanciata con rabbia nel cestino, era tornato in salone sperando di riuscire finalmente a svegliare Mr. Sopracciglia per chiedergli spiegazioni o quantomeno portarlo a casa.
Dopo un altro tentativo vano di svegliarlo con le buone, lo aveva scrollato per le spalle violentamente, facendo roteare all'indietro le grandi pupille scure all'altro che per poco non gli aveva vomitato addosso.
"Oh... ti senti bene?" Domandò, dandogli qualche colpetto sulla schiena con la mano libera, mentre l'altra tappava il naso per non percepire di nuovo quell'odore disgustoso proveniente dal wc.
"S-si, anche se credo che la mia giovinezza sia svanita..." Aveva risposto, prima di rigettare di nuovo, Rock Lee.
Kiba chiuse gli occhi e voltò il viso dall'altra parte: ne aveva abbastanza di vomito, ne aveva visto fin troppo quel giorno.
Dopo che il ragazzo si era ricomposto un minimo, lo aveva accompagnato al suo appartamento, domandandogli di tanto in tanto se lui sapesse dirgli che cosa avevano combinato la notte scorsa.
Ma anche il ragazzo con il caschetto e la tuta verde chiazzata di vomito non aveva molti ricordi lucidi.
"Abbiamo festeggiato il mio compleanno, questo è tutto ciò che so dirti." Gli aveva detto, mentre gli occhi gli faticavano a stare aperti.
Giusto, il compleanno di Rock Lee, ora iniziava a ricordare qualcosa.

Si erano trovati tutti al BBQ, per una festa al maschile tra carne alla griglia, risate e "questioni da uomini".
La serata non stava procedendo male: si rideva, scherzava e si mangiava a più non posso perchè, tanto, avrebbe pagaro il Maestro Gai che, nonostante centrasse poco nulla con loro giovani, aveva organizzato la festicciola.
Cosa non avrebbe fatto quell'uomo per il suo pupillo!
Rock Lee era un tipo molto esuberante e pieno di energie, sempre pronto alle sfide, combattivo, ma mai pericoloso, o almeno fino a quando non toccava l'alcol.
Una sola goccia di quel liquido zuccherino e avrebbe dato di matto, distruggendo qualsiasi cosa gli capitava a tiro.
La serata sarebbe degenerata molto in fretta se Mr. Sopracciglia avesse per sbaglio bevuto il Sakè del maestro che, ormai ubriaco, non faceva altro che parlare a vanvera.
Per fortuna l'uomo venne poi trascinato via da altri Jonin, che avevano salvato i ragazzi dai suoi strazianti discorsi sulla giovinezza, che solo Rock Lee ascoltava commosso.
"Finalmente se ne è andato!" Aveva sghignazzato Kiba, passandosi un dito sotto al naso, lanciando un'occhiata complice all'amico grassottello che si stava infilando in bocca l'ennesima fettina di carne grigliata.
"Che cosa hai in mente, Inuzuka?" Aveva parlato Neji, assottigliando lo sguardo verso di lui mentre giocherellava con il bicchiere vuoto.
Il ragazzo, di risposta, lo aveva guardato male: non gli stava particolarmente simpatico quel Neji, con la sua aria superiore e sfacciata.
Per fortuna che durante la serata non aveva mai aperto troppe volte la bocca, troppo concentrato a fare da balia al suo Maestro e a evitare che Rock Lee bevesse.
"È una sorpresa per Rock Lee, dobbiamo festeggiare come si deve." Rispose con un ghigno sul volto, dando una pacca sulla spalla al suddetto, che non si scompose minimamente al colpo e sgranò gli occhi alla notizia, entusiasta dell'idea.
Lo Hyuga non sembrava essere della stessa idea e cercava di capire se fosse l'unico a non sapere nulla di quella storia.
"Se ti stai chiedendo che cosa ha in mente Kiba, ti posso dire solo che non ti piacerà." Gli aveva detto Shino che, di fianco a lui, aveva percepito la sua preoccupazione, precedendo una sua possibile domanda.
Neji aveva continuato a guardare l'Akimichi e il moro bisbigliare tra di loro, mentre il compagno di squadra dai capelli a caschetto continuava a domandare quale fosse la sorpresa.

Finalmente i ricordi iniziavano a riaffiorare confusionatamente, ma comunque era già un inizio.
Kiba camminava per Konoha, affiancato da Akamaru, aspettando che arrivasse l'orario stabilito da Shino per incontrarlo.
A rigor di logica, dopo aver cenato, dovevano essere andati a casa sua ed essersi ubriacati.
Aveva alzato lo sguardo al cielo, guardando le nuvole bianche muoversi lentamente nello spazio azzurro.
Il suo amico peloso poi aveva abbaiato e si era messo a correre, facendo tornare alla realtà il suo padrone che lo aveva seguito con lo sguardo per poi raggiungerlo.
"Hinata!" Aveva urlato, andando in contro alla giovane che era sobbalzata e aveva smesso di accarezzare il cane sorridendogli di risposta.
"Che ci fai in giro?" Le domandò, sorridendo e mettendosi le mani in tasca, sfoderando uno dei suoi sguardi accattivanti o almeno era quello che credeva lui.
"S-stavo andando da Ino a compare dei fiori." Rispose, portandosi le mani al petto la timida ragazza.
"Piuttosto cosa ci fai in giro tu? Non sei stanco dopo ieri sera?"
La domanda di Hinata lo fece tornare serio.
Si portò una mano sotto al mento, guardandola un istante prima di rispondere.
"Perchè me lo chiedi?" Rispose con un'altra domanda, accennando un sorriso furbo.
Non ricordava di averla incontrata o invitata a casa sua, però se fosse stato così... bhe, sarebbe stato un fottuto peccato non ricordarsi cosa fosse successo!
Quante volte aveva avuto pensieri poco casti su Hinata e quante volte aveva sperato di avere una possibilità con lei; peccato che la bella Hyuga avesse occhi solo per quello scemo di Naruto, che erano ormai quasi tre anni che non si vedeva a Konoha, senza degnare nessun altro dei suoi pensieri.
"Te lo chiedo perchè Neji è tornato stamattina stravolto, non si reggeva quasi in piedi e infatti non ci siamo allenati." Si era spiegata, abbassando un poco lo sguardo ripensando alla faccia avvilita e smunta del cugino.
L'Inuzuka aveva emesso un sonoro sbuffo, incrociando le braccia al petto e ghignando.
Okay, la ragazza con cui aveva fatto sesso non era Hinata, ma, ehi, suo cugino ne era uscito a pezzi!
Alla faccia del grande Neji Hyuga so tutto io!
"Tsk... tuo cugino è proprio una mezza sega!
Io ho ripulito da solo lo schifo di casa mia e riportato a casa Rock Lee...
Sono stati proprio degli stronzi a lasciarmi fare tutto da solo." Si era sfogato, voltando la testa verso la via principale del Villaggio.
"Mi dispiace Kiba-kun..." Aveva detto la corvina, con aria davvero dispiaciuta.
"Ma... si può sapere cosa avete fatto?" Chiese, poi, curiosa, sbattendo più volte le palpebre e guardando l'amico.
Lui si era passato una mano tra i capelli, lanciando un'occhiata ad Akamaru prima di sorriderle nervosamente.
"Uhm... bhe, ecco... cose da uomini!" Aveva risposto, tentennando un poco, non sapendo nemmeno lui che cosa avessero fatto esattamente.
La ragazza aveva annuito, anche se non molto soddisfatta della risposta, non volendo essere troppo fastidiosa.
"Bhe, io ora devo andare Hinata.
Ci vediamo!" L'aveva poi salutata, ricordandosi che l'ora dell'incontro con Shino si stava avvicinando.

Proseguì il suo giro, fermandosi di tanto in tanto a far marcare il territorio al cagnolone.
Più si sforzava a ricordare meno gli veniva in mente qualcosa.
Era molto curioso di incontrare l'Aburame, lui doveva saperne più di tutti.
Sicuramente non aveva toccato un goccio di alcol, quel perfettino!
Però se persino Neji si era spaccato, magari anche lui si era lasciato andare.
Sbuffò, scompigliandosi i capelli con le mani, indispettito di non riuscir a ricordar niente.
Le sue orecchie poi captarono una voce che pronunciava una frase familiare, così si voltò e tornò indietro verso il piccolo supermercato che aveva appena sorpassato.
"Ehi! Shikamaru!" Lo chiamò, dopo averlo sentito sbuffare un "che seccatura" mentre usciva dal negozio.
Il ragazzo sembrò gelarsi sul posto, smettendo di far sballonzolare le buste che teneva tra le mani.
"Ah... Kiba, ciao." Lo aveva salutato, a sguardo basso, grattandosi uno zigomo.
"Amico, ti prego: dimmi che tu ti ricordi qualcosa di ieri sera!" Lo aveva subito stordito, afferrandolo per le spalle.
L'altro rimase a guardare il contenuto delle buste, senza dire niente.
"Bhe? Cosa c'è? Non ti senti bene nemmeno tu?
Ho dovuto portar a casa Rock Lee, dopo che ha sboccato l'anima e poi Hinata mi ha detto che Neji non si reggeva in piedi! Ti rendi conto?" Aveva detto d'un fiato, mettendosi a ridere mentre diceva l'ultima parte della frase.
Il ragazzo con il codino aveva alzato lo sguardo, ridacchiando anche lui nervosamente, prima di prendere distanze dall'Inuzuka.
"Ah, davvero? C-che seccatura, eh?" Rispose Shikamaru, annuendo senza troppa convinzione.
"Bhe... adesso io devo andare da Choji, anche lui non è stato per nulla bene dopo ieri sera e devo portargli da mangiare.
Non sai quanto è dimagrito!" Continuò, facendo qualche passo indietro, mostrandogli i sacchetti pieni di patatine.
"Ehi! Aspetta! Non mi hai detto se ti ricordi qualcosa! Tu mi sembri piuttosto messo bene!" Avevra urlato, puntando i piedi a terra e mostrando un canino.
"Bhe, credo che Shino ti abbia lasciato un biglietto no? Ci penserà lui a dirti tutto! Ci vediamo!"
Il Nara se ne era scappato via, alzando una mano in segno di saluto, lasciando Kiba da solo con i suoi pensieri.
Adesso il ragazzo iniziava a preoccuparsi seriamente: Shikamaru sembrava turbato e l'ultima frase che gli aveva detto non faceva intendere nulla di buono.
"Oh! Fanculo!" Sbottò, ritornando a camminare a passo spedito verso il parco giochi; più si avvicinava più sentiva l'ansia assalirlo.
Fino all'incontro con l'ultimo non aveva pensato che la serata fosse andata tanto male; insomma, si era preso una sbronza colossale, aveva scopato e non si ricordava nulla, ma non pensava fosse accaduto il finimondo!
Una domanda gli venne spontanea: era davvero sicuro di voler sapere che cosa fosse accaduto?

Aveva raggiunto destinazione e aveva intravisto la figura incapucciata di Shino seduta su un altalena guardare il cielo senza muoversi.
"Yo Shino." Lo salutò, fermandosi davanti a lui guardandolo con le mani in tasca.
Il ragazzo aveva abbassato la testa un poco, incontrando lo sguardo preoccupato ma curioso del moro che aspettava una risposta.
"Kiba." Rispose, stoico come sempre, senza sbilanciarsi.
"Bhe? Si può sapere che cazzo è successo ieri?" Domandò per l'ennesima volta, siedendosi a fiando del compagno e dandosi appena una spinta con i piedi, guardandolo di lato.
"Apparte il fatto che siete stati dei bastardi a lasciarmi da solo a pulire tutta quella merda, non pensavo l'avreste presa tanto male! Che cazzo... per una ubriacatura!" Continuò, prima che l'altro potesse aprire bocca, guardando Akamaru sdraiato sotto un albero a godersi un po' di ombra.
Finalmente l'Aburame, dopo un lungo silenzio, si voltò verso l'Inuzuka che si dondolava velocemente avanti ed indietro.
"Kiba, è stato affidato a me il compito di dirtelo, anche se non ne sono entusiasta.
Non te la prendere con me se la cosa ti sconvolgerà." Con tranquillità, Shino aveva fatto la sua premessa, facendo deglutire l'altro, che si era fermato e aveva annuito.
"Oh, se vuoi dirmi che ho scopato lo so già e la cosa non mi sconvolge per nulla!" Aveva ribattuto, facendogli l'occhiolino e dandogli una leggera gomitata.
L'Aburame aveva sospirato, afferrando le catene dell'altalena per non sbilanciarsi.
"Ce la fai a stare zitto e farmi parlare?" Chiese, un poco irritato, lanciandogli un'occhiataccia secca.
Di nuovo l'ansia assalì l'Inuzuka, facendogli svanire di nuovo il sorriso dalle labbra.
Fece sì con la testa, decidendo di tacere e di lasciar parlare il ragazzo che non sembrava nemmeno lui molto felice e tranquillo di quello che doveva dirgli.

La reazione di Kiba alle parole di Shino fu più che lecita.
Il moro si era alzato immediatamente in piedi e lo aveva afferrato per il collo della giacca, con il viso paonazzo dalla rabbia e dalla vergogna, domandandogli più volte se lo stesse prendendo in giro.
Ma no, per sua sfortunata, l'amico non gli aveva fatto uno scherzo, non era proprio il tipo.
Si era dunque schiaffato una mano sulla faccia, strofinandosi gli occhi con le dita, scuotendo più volte la testa e domandansi come fosse stato possibile una cosa del genere.
"Ovviamente non tutti erano d'accordo di dirtelo.
Sapevamo che sicuramente avresti ricordato poco nulla, visto che sei stato quello che ha bevuto di più, però non farlo non sarebbe stato giusto.
Avresti comunque domandato e di inventarci menzogne non ci sembrava il caso."

Shino si era sistemato il collo della giacca, infilandosi poi le mani nella tasche, rimanendo a guardare il compagno struggersi.
"Perchè non mi avete fermato!?" Urlò, stringendo la mano a pugno e digrignando i denti.
"Perchè nessuno era in grado di capire cosa stesse succedendo.
Ce ne siamo accorti la mattina, te l'ho detto." Rispose, con scioltezza, sistemandosi gli occhiali contro gli occhi.
"I-io devo andare." Balbettò, iniziando a incamminarsi verso l'uscita, facendo un fischio al cane che si alzò subito per raggiungerlo.
"Non credo ti convenga fare quello che penso tu voglia fare: peggioreresti le cose."
Kiba non diede retta alla voce lontana del compagno, si limitò a camminare a testa bassa, stortando il naso schifato di tanto in tanto, mentre le immagini ormai gli scorrevano chiare davanti agli occhi.

"Si può sapere che cosa avete architettato voi due?" Chiese, arrivati a casa di Kiba, Shikamaru, a cui non scappava mai nulla, accortosi anche lui degli strani atteggiamenti degli amici.
A quanto pareva lui e Neji erano gli unici a non essere stati messi al corrente della sorpresa per Rock Lee.
Scambiatisi un ultimo sguardo con il complice, il padrone di casa si portò le braccia al petto e prese fiato.
"Ragazzi, questa sera diventeremo uomini." Esordì con aria fiera.
Tutti rimasero in silenzio, aspettando una spiegazione sensata alla frase appena detta con tanta enfasi.
"Tu continuerai a rimanere un cane." Lo schernì l'Aburame, impassibile con le mani nelle tasche.
L'altro non perse la sua euforia, si limitò a lanciargli uno sguardo gelido, per poi schiarirsi la voce, facendo segno a Choji di andare a prendere qualcosa.
"Rock Lee: questo compleanno te lo ricorderai per il resto della vita, perchè sarà il tuo prima da uomo!" Continuò puntando il dito verso il suddetto che sgranò gli occhi annuendo incuriosito.
I due esclusi si lanciarono un'occhiata preoccupata e interrogativa, non sapendo cosa aspettarsi esattamente.
"Parla chiaro Kiba, smettila di girarci in torno." Lo incitò il ragazzo con il codino, sbuffando annoiato.
L'Inuzuka ringhiò, indispettito da tutte quelle interruzioni.
Non servirono altre spiegazioni, perchè il suo complice tornò con una busta piena di alcolici.
Subito lo Hyuga si irrigidì: la cosa che temeva di più stava per accadere.
Il problema era che non poteva dire a Rock Lee di quello che sarebbe accaduto se avesse bevuto, lo aveva promesso al maestro, l'unico modo per evitare che la casa dell'Inuzuka andasse a pezzi (non che gli dispiacesse infondo) era convincere gli altri che non fosse una buona idea.
"Si può sapere come te lo sei procurato? Sei ancora minorenne." Aveva chiesto il Nara, avvicinandosi alle bottiglie che avevano disposto sul tavolino della sala, scrutandole.
"Mph, segreto." Ridacchiò lui, mettendosi le mani sui fianchi.
"Non credo che sia una buona idea." Parlò finalmente Neji, che era rimasto in silenzio fino ad ora.
"Cosa c'è Hyuga? Hai paura di perdere la tua compostezza con un po' di Sakè? Scommetto che non reggi nemmeno un bicchiere." Lo prese in giro il moro, piegandosi in avanti verso di lui.
Il ragazzo non rispose alla presa in giro.
Non gli era mai andato a genio quel cane, con il suo tono presuntuoso e superiore, ma doveva cercare di stare calmo e non rispondere alle sue provocazioni.
"Nemmeno io credo sia una buona idea." Si aggiunse Shino, alle spalle del ragazzo con gli occhi di ghiaccio.
La faccia di Kiba si corruciò, mentre i canini iniziavano a sporgersi dalle labbra sottili.
"Avanti ragazzi! Siamo giovani e forti, questa sarà la prova finale da superare per diventare degli uomini.
Il potere della giovinezza ci aiuterà a reggere l'acol." Si mise in mezzo Rock Lee, esordendo con un discorso di incoraggiamento.
"Avanti, fatelo per Rock Lee, è il suo compleanno." Disse Choji, cercando di convincerli.
Shikamaru, Shino e Neji, si guardarono tra di loro; erano gli unici ad essere contrari, essendo quelli più maturi e rigidi.

"Tsk... hanno paura di non reggere, sono dei vigliacchi." Di nuovo Kiba cercò di convincerli insultandoli; sapeva che colpire l'orgoglio a volte poteva servire a dare la spinta giusta.
"Vorrà dire che ci sarà più Sakè per noi!" Continuò prendendo una bottiglia e stappandola, incoraggiando gli altri due a fare lo stesso.
"Qui non si tratta di paura, ma di buon senso.
Se torno a casa ubriaco mia madre mi uccide e lo stesso credo valga per voi." Lo fermò Shikamaru, prima che il più grosso potesse bere.
"Amico, vi ho invitato qui apposta. Rilassati e godiamoci questa serata come si deve.
Vi prego ragazzi, non rovinateci la festa."
Ribadì lui, facendo la faccia supplicante, con voce piagniucolante, insieme agli altri due che si erano schierati dalla sua.
Il Nara sospirò, sapendo che, con o senza di loro avrebbero combinato qualcosa, tanto valeva rimanere ed essere partecipe, infondo erano in casa, al sicuro, tra amici, bastava non esagerare.
"Che seccatura... però cerchiamo di non esagerare." Sbuffò, per l'appunto, il Nara.
I tre esultarono, mettendogli tra le mani una bottiglia.
"Ora mancate solo voi due frigidi." Sghignazzò Kiba, allungando anche verso di loro gli alcolici.
"Come mi hai chiamato razza di cane?" Si alterò Neji, socchiudendo gli occhi e andandogi a muso.
Sì, Kiba aveva proprio intaccato il suo orgoglio.
"Bhe? Ce le hai le palle o i capelli lunghi non sono l'unica cosa femminile che hai?" Rincarò la dose, portandosi la bottiglia a lato della faccia e scuotendola appena.
"Tsk, io non ti reggerò la testa quando annegherai nel tuo vomito, Inuzuka." Rispose il cadetto, afferrando la bottiglia di vetro e lanciandola nelle mani del ragazzo con il cappuccio, che annusò il contenuto con scetticotà, prendendone poi una per sè.
"Finalmente possiamo brindare! Avanti! Un brindisi a Rock Lee!" Rise Kiba, alzando la bottiglia in alto, seguito dagli altri, prima di dar inizio al vero e proprio delirio.

La situazione era degenerata in poco tempo.
I sei ragazzi si erano scolati quasi tutto l'alcol che avevano tra le mani, tra un gioco, una sfida e una minaccia.
Il liquido scendeva ormai come se nulla fosse nei loro stomachi vergini, ubriacandoli in poco tempo.
All'inizio avevano faticato a bere, storcendo il naso per il sapore forte e pungente e il calore che divampava nella loro gola ad ogni sorso, ma pian piano si erano abituati, iniziando a bearsi degli effetti che dava la sua assunzione.
Ognuno aveva reagito a suo modo all'ebrezza, facendo uscire lati del loro carattere nascosti.
Per fortuna Rock Lee non aveva dato di matto, anzi, dopo aver singhiozzato per mezz'ora, facendo scoppiare a ridere tutti, si era seduto contro il muro a sonnecchiare e ogni tanto, uscendosene con qualche domanda idiota, ma a parer suo filosofica, sulla vita.
Choji, aveva iniziato ad autocommiserarsi, stravaccato sul divano, piagniucolando sul suo peso e alternando i singhiozzi alle patatine rubate dalla cucina alle sorsate di Sakè.
Shikamaru gli aveva dato retta per un po', cercando di confortarlo, almeno fino a quando non si era scocciato e ci aveva dato dentro pure lui, perdendo lucidità e finendo a guardare il soffitto, sognante, alzando il braccio per afferare le nuvole immaginarie che vedeva, scoppiando a ridere senza un motivo apparente, rischiando di strozzarsi con la sua stessa saliva.
S

hino e Neji si erano lanciati sguardi preoccupati, soccorrendo ogni tanto i poveretti che pian piano iniziavano a dare i primi segni di malessere.

Kiba, quello messo peggio di tutti, che si era tolto la maglia e continuava a saltellare, urlando, da un lato all'altra della sala, li aveva presi in giro di continuo, facendo perdere pure a loro la buona volontà di rimanere sobri.
C

osì, esasperati dal ragazzo e stanchi di star dietro agli altri, avevano alzato anche loro il gomito.
"

Ragazzi non vi sentite benissimo?" Aveva sbiascicato, buttandosi sul divano, tra Choji che si strizzava i rotolini di grasso e Shino che invece era impegnato ad intrecciare i capelli di uno Shikamaru seduto a terra a tentare di leggere un libro con pochi risultati.
"Hai avuto una buona idea...  S-sì, lo devo ammettere, anche se è una scosciatura... scioccatura... quella roba lì." Aveva risposto, con la stessa fatica a pronunciare le parole Shikamaru, inarcardo la testa all'indietro, poggiandola sul divano, per provare a mettere a fuoco la faccia dell'amico.
Un tonfo sordo lì aveva fatti girare di scatto verso destra, dove avevano trovato Neji con un braccio alzato che sorreggeva la bottiglia, sdraiato a terra.
"Sto bene!" Aveva detto, tirandosi su, aiutatandosi con il bracciolo del divano.
Si era alzato poi in piedi e aveva appoggiato le labbra sulla bottiglia che, però, era vuota essendosi rovesciato il contenuto addosso.

Kiba lo aveva guardato un attimo con gli occhi semichiusi, ridacchiando tra sè, prima di mollare il suo drink nelle mani di Choji e fiondandarsi, sbattendo su ogni parete, in bagno, per dare inizio a una lunga serie di rigetti.
Dopo essersi liberato della cena, si era rialzato con fatica imprecando, avvicinandosi al lavandino per darsi una sciacquata, trovando sulla mensola la bottiglia che aveva perso qualche tempo prima quando era andato a fare una delle tante pisciate che aveva fatto.
Uscito dal bagno aveva voltato l'angolo per andare in salone, ma al suo ritorno, aveva trovato tutti collassati; a quanto pareva era stato più di quanto immaginasse al bagno.
Non aveva nemmeno tentato di svegliarli, aveva fatto dietrofront e si era diretto verso camera sua, borbottando e bevendo ancora qualche sorso di Sakè dalla bottiglia trovata in bagno.
"Che cazzo fai nel mio letto tu?" Sbiascicò, avvicinandosi al letto, rischiando di inciampare nelle cianfrusaglie che c'erano a terra più volte.
Con un salto scoordinato aveva raggiunto il letto, poggiando il mento sul materasso e punzecchiando con un dito la spalla dell'intruso che si girò verso di lui mugugnando, a mezzo centimetro dal suo naso.
Neji gli puntò gli occhi addosso, ipnotizzandolo con quelle due lune splendenti in cui si riusciva quasi a specchiare.
"Cazzo sei quasi più carino di Hinata!" Esordì Kiba, poggiando la bottiglia sul comodino e sbattendo più volte le palpebre per focalizzarsi meglio sul viso dello Hyuga che era scoppiato a ridere genuinamente, mentre delle ciocche di capelli mori gli ricadevano sul viso.
"Ehi! Sono serio!" Ringhiò, alzandosi e buttandosi anche lui sul letto, girandosi di lato per guardarlo di nuovo negli occhi.
"Inuzuka... sei finocchio?" Lo schernì, con voce distorta, soffiando per spostarsi i capelli dal viso che gli solleticavano il naso.
Di risposta lui gli diede una spinta, facendolo quasi cadere; Neji si salvò per un pelo aggrappandosi al braccio dell'altro che cambiò idea e lo aiutò a risalire, afferrandolo per la vita con l'altra mano.
"Ma sei deficente?!" Inveì il cadetto, aggrappandosi saldamente al ragazzo che mostrò i canini e ricambiò lo sguardo penetrante.
Poi entrambi stettero zitti a fissarsi, senza staccarsi l'uno dalla presa dell'altro, anzi azzerarono ancora di più le distanze fino a far scontrare i loro nasi.
Kiba gli scostò quella maledetta ciocca dagli occhi con il pollice, spostandola dietro all'orecchio.
"E tu? Sei finocchio Hyuga?" Ribattè, a bassa voce, abbassando gli occhi verso le loro labbra piuttosto vicine.
L'altro tirò le labbra in un sorriso leggero, prima di allungare il collo verso di lui e baciarlo.

Le loro labbra subito si schiusero per far uscire le lingue disidratate, che si cercarono fameliche, intrecciandosi l'una intorno all'altra.
Kiba prese un grosso respiro, avvicinando ancora di più il giovane dai capelli lunghi che si lasciò andare e schiacciare dal peso del primo che si era posizionato su di lui.
"Cazzo... credo di essere eccitato." Constatò il più piccolo, staccandosi a prendere aria e gemendo appena sentendosi oppresso nel bassoventre.
"Tu sei sempre eccitato perchè sei un cane bastardo." Sogghignò, tagliente, Neji, cercando di riprendere a salivare; rimase a bocca spalancata e asciutta, perchè il suo membro venne afferrato da sopra il tessuto dei pantaloni dall'altro che lo guardava con aria superiore.
"Senti chi parla." Mormorò lascivo Kiba, muovendosi un poco e facendo scontrare i due pezzi di carne turgida che non aspettavano altro che uscire dai tessuti che li opprimevano.
Neji emise un gemito roco, prima di riattirare a sè, afferrandolo per la testa, il cagnaccio, che si lasciò prendere e baciare di nuovo con trasporto.
"Non sono gay." Soffiò l'Inuzuka, sul collo bianco e liscio del maggiore, prima di affondarci dentro il viso ed iniziare a torturarlo.
"Nemmeno io." Rispose l'altro, sospirando e passando una mano sulla schiena in tensione di Kiba che si tese maggiormente al suo tocco.
Il collo di Neji presto divenne tempestato da una scia di baci infuocati e talvolta di morsi feroci.
I dentini appuntiti dell'Inuzuka facevano strage, lasciando veri e propri buchini al loro passaggio.
Le sue mani poi si introfularono sotto la sua maglia bianca e leggera che venne lanciata in fondo alla stanza finendo su un mucchio di altri vestiti li da chissà quanto.
Mancavano solo i pantaloni, la parte più fastidiosa e ingombrante in quel momento.
Kiba fece leva sulle braccia, andando a baciare e mordicchiare anche l'addome pallido, per poi scendere verso il cavallo, svestendo finalmente l'eccitato Hyuga che lo guardava con gli occhi languidi, pregando che il ragazzo facesse qualcosa.
E, poi, Kiba, come il cane che era, iniziò a leccare la sommità del suo membro con la sua lingua calda e umida, lubrificando appena il resto del pene che impugnò saldamente con la mano iniziando a muoverla ritmicamente su e giù.
"Succhiamelo e non fare tante storie." Aveva detto, cercando di spingergli giù la testa, l'impaziente Hyuga.
L'Inuzuka aveva alzato lo sguardo, mettendo ben in mostra i denti.
"Provaci e te lo stacco a morsi, coglione."
A quella risposta il maggiore subito aveva tolto la mano dai suoi capelli mossi, lasciando che fosse lui a decidere cosa fare, prima di rischiare di essere mutilato.
Il ragazzo alla fine obbedì, da bravo, succhiando solo una parte del membro pulsanete, mentre continuava ad aiutarsi con la mano.
Neji si lasciò sfuggire dei gemiti acuti, stringendo le lenzuola sotto di sè.
Sarà stato l'alcol, ma quel mezzopompino gli stava piacendo e anche tanto; sentiva la lingua girare attorno alla circonferenza, soffermarsi su ogni vena, mentre la mano più gentile di quanto avesse pensato era coordinata a quella fogna di bocca che, però, non faceva poi tanto schifo.

La saliva di Kiba gli stava colando lungo lo scroto, scendendo anche verso la sua apertura che presto venne violata.
Neji si irrigidì per l'inaspettata intrusione.
"Ah! C-che cazzo fai, bastardo?" Chiese, come se non lo avesse intuito da sè, mentre il dito affusolato si muoveva piano avanti e indietro; quel ragazzo era proprio bravo a mantenere il ritmo.
Non ottenne risposta, solo un'occhiata ammiccante che lo convinse a stendersi e rilassarsi di nuovo.
L'intrusione presto non gli diede più fastidio, almeno fino a quando Kiba non inserì un altro dito, facendogli riprovare la stessa sensazione spiacevole di poco prima.
Le sue membra iniziarono a cedere e il respiro gli divenne affannoso.
Purtroppo Kiba sembrava non voler rendergli la cosa tanto semplice, infatti smise di spompinarlo e si tirò su, aprendo la zip dei pantaloni per poi denudarsi a sua volta.
Con un sorriso distorto e un rivolo di bava al lato della bocca, Kiba lo guardava dall'alto.
Gli afferrò le gambe magre, portandosele sulle spalle, afferrando poi il proprio membro e posizionandolo sull'entrata del ragazzo sotto di lui.
"Ti scoperò come una troia, Hyuga!" Ringhiò, penetrandolo con una spinta secca che fece guaire il passivo Neji, il quale si sentì mancare l'aria.
"Sei un fottuto stronzo, giuro che-uhn..." non riuscì a finire di parlare perchè l'Inuzuka iniziò a muoversi in lui, mentre con la mano libera lo masturbava alla stessa velocità, facendolo tornare a provare piacere.
"Porco cane, s-sei strettissimo." Annaspò Kiba, stringendo gli occhi e inarcando la testa all'indietro, mentre le pareti dell'antro di Neji si stringevano intorno a lui.
"Ah! Lì Kiba! Lì!" Lo pregò Neji, in un flebile gemito roco, inarcando la schiena per provare di più, cercando di tramutare il dolore in piacere.
L'altro fece come detto, andando a colpire ripetutamente il fatidico punto, iniziando a rallentare ed essere scostante con gli affondi.
"Oh... merda!" Strinse i dentì, investito dagli spasmi, mentre riempiva per bene il cadetto degli Hyuga che era venuto a sua volta nelle sue mani, bagnandosi lo stomaco del suo stesso seme.
Kiba poi uscì, buttandosi sopra l'altro corpo stanco, incollandosi a lui tramite lo sperma appiccicoso.
"Mi stai sul cazzo Hyuga." Sibilò nel suo orecchio, prima di dargli un morso giocoso.
"Sei tu quello che mi sta sul cazzo." Ribattè lo Hyuga, spingedolo da un lato, in modo da poter respirare più facilmente.
Si guardarono e scoppiarono a ridere entrambi, fissandosi negli occhi ancora annebbiati dall'alcol.
Poi Kiba, come un cane, si rannicchiò poggiando la testa nell'incavo del collo di Neji.
Gli cinse la vita con un braccio e mormorò qualcosa prima di addormentarsi, seguito dall'altro che crollò poco dopo di lui, stretto tra le sue braccia.

"Che schifo, cazzo!" Borbottò, mentre camminava a passo spedito verso villa Hyuga.
Per quale motivo però? Non aveva nulla da dire a Neji, di sicuro pure lui non voleva vederlo dopo l'accaduto, anzi probabilmente si sarebbero odiati ancora di più da quella sera.
Una parte di lui però era quasi soddisfatta di aver sottomesso il moro, mostrandogli che il suo cognome non gli dava il diritto di fare lo spesso.
Le sue labbra si tirarono in un sorrisino beffardo.
No, no, no.
Scosse la testa, non doveva essere felice di aver scopato con un uomo!
Solo il pensiero lo faceva rabbrividire.
"Merda, no!" Aveva sentito imprecare, poco distante da lui.
Kiba aveva riconosciuto subito la voce dell'ex compagno di avventure poco etero.
Si era girato di scatto vedendo per l'appunto Neji svignarsela a passo spedito dietro un angolo.
Come quella mattina se ne era sgattaiolato via, sperando di non vederlo mai più.
Quando si era svegliato e si era girato nel letto, trovandosi abbracciato mezzo nudo al cane bastardo che tanto odiava, con il culo dolorante e pieno di sperma, ci aveva messo poco a fare i conti e a optare per la soluzione migliore: andarsene sperando di non essere visto.
"Ehi! Aspetta!" Lo chiamò, inseguendolo e fermandolo per una spalla.
Neji non si era girato, non sapendo nemmeno se sarebbe riuscito a sostenere il suo sguardo.
"Senti... ehm... io, non so come dire..." Aveva balbettato, tirando via la mano e passandole tra i capelli.
"Non dire niente. Fai finta di niente e basta." Gli aveva suggerito Neji, decidendo alla fine di girarsi e affrontarlo a testa alta.
Quando però si erano trovati faccia a faccia non era stato poi tanto semplice far finta di nulla; infatti, entrambi, si erano tinti di rosso in viso e avevano abbassato lo sguardo.
"Speravo che almeno tu non ricordassi, tsk." Si decise a spezzare il silenzio il più grande, facendo per un istante alzare il viso a Kiba.
"Non dovevano raccontartelo... chissà adesso cosa ti sarai montato in testa.
Dio... è così umiliante." Continuò, scuotendo il capo e passandosi una mano in viso.
A Kiba quasi gli dispiace di vedere il ragazzo così; Neji era molto più scosso di lui che l'aveva presa alquanto male.
"Se si dovesse venire a sapere-"
"Non lo verrà a sapere nessuno; nessuno dirà nulla." Lo bloccò Kiba, agitando la mano in aria.
"È umiliante anche per me e gli altri non farebbero mai una cosa simile a dei loro amici; soprattutto se sanno che gli possiamo spaccare la faccia in mezzo secondo!" Sbottò, stringendo il pugno è digrignando i denti con tono serio.
Neji incrociò le braccia la petto, guardandolo scettico.
"Sarà.
Sta di fatto che continui a non piacermi, Inuzuka." Sbuffò, dandogli una spallata prima di andarsene nella direzione opposta alla sua.
"Teh! Nemmeno tu mi piaci, Hyuga!" Ribattè, voltandosi e alzando la testa con superiorità.
L'altro continuò a camminare, tirando le labbra in un ghigno di sghembro.
"Ah! Aveva ragione Hinata a dire che non ti reggi in piedi! Te l'ho proprio spaccato il culo, eh!" Constatò Kiba, mettendosi a ridere sonoramente, osservando l'andatura scomposta del cadetto che strinse i pugni e chiuse gli occhi, ripetendosi di stare calmo e di non tornare indietro per spaccarglielo lui, questa volta, il culo.

[6592 parole] - 10 marzo 2018

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