Capitolo 2: il ragazzo dai capelli dorati
L'arkho è un cristallo la cui provenienza è sconosciuta, 65 milioni di anni fa' tre specie entrarono a contatto con esso e grazie a ciò, divennero tre razze dominanti di questo pianeta. Gli individui, presto si ritrovano a possedere e padroneggiare un'abilità paranormale; iniziarono a manifestare la loro energia vitale in forma fisica, e usarla come legittima difesa, per comunicare con qualsiasi specie e donare a a qualsiasi rettile libertà di pensiero, quell'energia prese il Nome di Physis e Grazie ad essa i tre individui detti ALPHA instituirono un regime monarchico creando tre veri e propri regni di cui loro ne costituirono i sovrani, tramandando così da generazione in generazione, le abilità senza le quali noi non saremmo qui. Un giorno però... una catastrofe si abbatté sulla nostra stirpe: un enorme meteorite si stava avvicinando sempre di più al pianeta e Nonostante ognuno di loro avesse tentato varie volte di intaccare il corpo celeste, non ci fu alcuna speranza, esso entrò in collisione sterminando e spazzando via la maggior parte di noi, fu così che iniziò, quello che fu forse il periodo più buio nella storia della nostra specie.
Fu proprio in quel buio periodo di estrema debolezza che arrivaste voi, che vi impossessaste dell'Arkho ,voi che lo utilizzaste con puro egoismo, per velocizzare il vostro processo evolutivo,voi che ci rubaste ciò che era nostro di diritto.
i vostri antenati, nel loro infame reato, sembravano non aver tralasciato nulla... eppure ci fu un dettaglio, un minuscolo dettaglio che se pur sottile, avrebbe determinato la vostra sconfitta: noi non ci eravamo ancora estinti.
-L'anima dell'ultimo possessore rimarrà imbrigliata nell'arkho fino a quando essa, riaquisita abbastanza energia, si rencarnerà nel corpo di un nascituro della nuova specie dominante, questo tuttavia potrà accadere solo una volta Ogni due generazioni- queste furono le parole di Ruiuss Teropp che legarono la sua famiglia all'arkho per l'eternità.
-io non sono come voi sporchi umani- sbottò il ragazzo dai capelli dorati mentre affondava lentamente un ramo della sua Physis nel collo di un povero malcapitato, il sangue sgorgava a fiotti dalla gola e dalla bocca dell'uomo di mezza età. I due si trovavano lungo uno vicolo poco illuminato dalla luce del sole, il silenzio circostante era spezzato soltanto dal cinguettio dei fringuelli e dai gemiti di dolore dell'uomo che faticava anche ad emettere fiato, avendo un affilata lama nera infilata nel collo, il nulla, per un momento il ragazzo rimase a tacere per dare all'uomo una tranquilla morte, estraendo dunque, dalla gola del baffuto signore, lentamente, il ramo di Physis che nel mentre perdeva la sua corporeità diventano quasi liquido, pareva ora quasi un corvino verme quello che prima assumeva le sembianze di una scura lama, aveva anche le stesse muovenze del viscido invertebrato a cui l'ho paragonato, dopo qualche secondo di strani, fulminei e involontari movimenti, esso scomparve, assorbito nuovamente dal corpo del ragazzo. il givane abbassò la testa concedendo all'uomo di ascoltare i fischi del vento e le voci degli uccelli in tranquillità per l'ultima volta, e così sarebbe stato se nell'aria non si fosse levata una voce, tuttavia, non fu il giovane dai Verdi Occhi a rompere la precaria quiete, ne l'uomo morente che anche volendo con la trachea perforata non avrebbe potuto, infatti la voce proveniva dall'entrata dello stretto, cupo, e ora raccapricciante vicolo.
in qualche modo le parole levate all'aria era riuscita ad attirare lo sguardo del ragazzo a se , in modo particolare.
- Trax! finalmente ti ho cercato d'appertutto- disse l'ingenua ragazza che si sporgeva dalla strada di sbocco pietrata, ancor'prima di rendersi conto, della scena a cui stava assistendo, le ci volle qualche secondo ma non'appena riuscì ad elaborare ciò che il suo sguardo mirava, scattò quasi d'istinto, avvicinandosi al coetaneo tirandogli un pugno e scaraventando lo a terra -maledetto idiota!, Ti sembra il momento di combattere gli umani?!- disse lei, seccata da quello che le pareva uno stupido gesto infantile.
Trax attraverso la mano poggiata sul dolorante viso, riuscì a vedere una ragazzina di 16 anni come lui, aveva lunghi capelli castani, mossi come le onde del mare e sopracciglia folte e dritte che rendevano ancora più intensi, i suoi occhi, esagonali e neri come la pece in cui sprofondava lentamente ogni sguardo che provava a mirarla, aveva un definito volto scolpito dai suoi perfetti zigomi, che facevano risaltare il suo piccolo naso rotondo, e scure labbra che facevano da fiamma nella quasi congelata e liscia pelle chiara che veniva accostata ad una maglietta nera e dei jeans corti che non le arrivavano nemmeno alle ginocchia, alle quali invece arrivavano gli stivali in pelle calzati dai sui suoi piccoli piedi, che quasi le scolpivano ancora di più le lisce gambe e le grandi cosce, che si curvavano dolcemente lungo i suoi larghi fianchi. Non era ne troppo magra, na troppo grassa la ragazza tuttavia dalla forma che la sua stretta seppur non esile vita assumeva, dalle sue robuste braccia e dalle sue spalle da cui partivano due rotondi se pur non accentuati seni, si poteva evincere una sviluppata muscolatura di lei. n-N-nessie?- si limitò a domandarle dopo aver riconosciuto l'anima e l'aspetto della ragazza anche in diverse spoglie.
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