•capitolo 2•

Le mani le tremarono quando si agganciarono al palo.

Nikita Adley la stava guardando.

Nikita Adley era lì.

Si sollevò con la sola forza delle braccia e avvolse le gambe attorno al metallo freddo.

Staccò le dita e inarcò la schiena, fino a che non vide il pubblico a testa in giù. Tutti la stavano ancora acclamando.

Le loro urla le fecero girare la testa.

I bassi della canzone le rimbombavano nella cassa toracica e facevano vibrare il palo.

Era a meno di metà del balletto, ma le sue gambe sembravano essersi tramutate in gelatina.

Solitamente non andava in ansia per un'esibizione, e quella volta non sarebbe stata da meno, se non fosse per il fatto che il boss mafioso che teneva la sua città al guinzaglio da anni non la stesse fissando a qualche metro di distanza.

Un misto di emozioni contrastanti le bruciava nel petto.

Ansia, rabbia, paura, orgoglio...

La sua mente continuava a vagare confusamente, mentre il suo corpo eseguiva meccanicamente il balletto che aveva coreografato meno di due settimane prima.

Quando la musica sfumò, lei atterrò dolcemente sulle punte e guardò il pubblico, il sorriso sempre stampato sulle labbra dipinte di rosso.

Si inchinò lievemente, godendosi gli scrosci di applausi e fischi che la seguirono finchè non si chiuse la porta dello spogliatoio alle spalle.

Appoggiò la schiena contro il legno della porta e scivolò giù, tentando di regolarizzare il respiro, e si accorse che le mani le stavano tremando.

'Okay, calma Sheryl, è andato tutto bene, non è successo niente di grave, nessuno oggi ti farà fuori'

Una vocina nella sua testa tentò di tranquillizzarla, con ben poco successo.

Andò ad uno dei lavandini e iniziò a lavarsi via il trucco dal viso, strofinando con forza.

Recuperò a tentoni il suo asciugamano e si tamponò per togliersi tutta l'acqua di dosso.

Le sue mani tremavano.

Afferrò la sua borsa e prese a risistemarla con lentezza, tentando di riordinare i pensieri che le affollavano la mente.

Chiuse la zip e si buttò il borsone in spalla, aprendo la porta del camerino e uscendo in fretta.

Mentre si faceva strada tra la folla, sgomitando per passare, notò che il tavolo precendentemente occupato dalla Adley e dalle sue quattro guardie del corpo era ormai vuoto.

La ragazza deglutì.

Quando riuscì a sgusciare fuori dalla porta, il venticello frizzante della sera le riempì i polmoni.

Dopo l'aria consumata del club, appensantita dal puzzo di fumo, alcol e persone decisamente poco dedite all'igiene, stare all'aria aperta la fece sentire meglio.

Salutò con la mano il buttafuori, che le rispose con un cenno del capo, continuando ad osservare la lunga coda che si era formata lungo il perimetro del club, arrivando a scomparire dietro l'angolo.
C'erano persone disposte a fare di tutto pur di riuscire ad entrare in quel night, e più volte Sheryl aveva assistito ad alcuni di quei tentativi.

Non tutti erano andati a finire bene.

Lei scosse le spalle, stringendosi nel cappotto, e si avviò verso casa sua.













non aggiorno da un'era geologica, lo so :(

tra le lezioni, i compiti e la mancanza di idee, ho quasi completamente dimenticato anche solo di scrivere qualcosa di nuovo.

prometto (solennemente) che tornerò ad aggiornare.

intanto questo è un capitolo di passaggio(?), giusto per riprendere in mano questa storia.

enjoy :3

•mad skull

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