Capitolo 29

Sera di Capodanno – ore 20:00

Y/N'S POV:

Lisa alzò lo sguardo dalla grande ciotola in cui stava versando una bottiglia di Ouzo.

«Quand'è stata l'ultima volta che sei andata in Grecia?», chiesi.

«Con te, stupidotta», rispose lei. «Ricordi? Per festeggiare il mio divorzio. Vivevamo di questa roba».

«Ma sarà stato quasi dieci anni fa».

«Già».

«Non avrà un cattivo sapore?»

«Probabile. Ma altrimenti come ti liberi delle schifezze disgustose che hai portato a casa dalle vacanze? Ho anche del Limoncello da aggiungerci. Lo renderà più buono».

«Penso che mi limiterò a bere vino», commentai con una smorfia.

«È il caso di bere? Non vorrai essere sbronza quando verrà a parlarti?»

«Quando verrà chi?», chiese Jungkook, avvicinandosi e immergendo un bicchiere di plastica nel cocktail letale di Lisa.

«Yoongi», rispose Lisa, allungando la mano verso il ginger ale.

Jungkook si fermò a metà sorso. «Il tizio di cui ti sei portata a letto il migliore amico?», chiese allibito. «È incredibile anche solo che ti rivolga ancora la parola».

«Ancora non l'ha fatto», dissi.

«Ma l'hai invitato questa sera?», insistette lui.

«Non esattamente», risposi, distogliendo lo sguardo imbarazzata.

Jungkook finì il suo bicchiere di plastica, fece un colpo di tosse e poi afferrò il bordo del bancone della cucina come per sorreggersi.

«Allora dimmi, Cara Y/n, come fa a sapere dove venire se non gliel'hai esattamente chiesto?», domandò.

«Gli ho scritto una lettera».

«E l'hai invitato, nella lettera?».

Presi un bicchiere, lo immersi nel punch, lo scolai in un'unica sorsata e poi afferrai il bancone come per sorreggermi a mia volta.

«No, ho solo accennato alla cosa». Fissai Jungkook con aria di sfida.

«Gliel'hai accennato?»

«Già».

«Mi faresti la cortesia di dirmi come si può accennare l'invito a una festa di Capodanno?», chiese lui, spostando confuso lo sguardo da me a Lisa.

«Gli ho detto che volevo vivere felice e contenta come nel film Harry, ti presento Sally».

«E in quale modo questo equivarrebbe a richiedere la sua compagnia alla festa di stasera?», domandò Jungkook, alzando di scatto le sopracciglia.

«Oh, Jungkook, santo cielo, non hai proprio un briciolo di romanticismo?», lo interruppe Lisa frustrata. «Lo sanno tutti che Harry e Sally si mettono insieme durante la festa di Capodanno».

Jungkook la fissò per qualche istante con la fronte profondamente corrugata.

«Non ci arriverà», disse infine. «È uno di quegli strani trucchi che voi donne escogitate per avere quello che volete, e poi vi incazzate quando non funzionano. Lui è un uomo. Non lo capirà».

«Hai ragione», dissi in tono sommesso. «È un uomo. È un uomo che si è preso il disturbo di restituirmi la speranza ricreando gli anni della mia adolescenza. Ha fatto appendere una palla da discoteca, trasmettere una canzone di Rick Astley e ha bevuto del Cinzano allungato», dissi, ormai quasi piangendo. «Se vuole capirlo, capirà», dissi, prima di impadronirmi di un bicchiere di punch e andare verso la porta del giardino per calmarmi.

Ore 21:00

Facevo un enorme sforzo per non alzare lo sguardo ogni singola volta che suonavano alla porta. Ma era impossibile. Non appena Rudolf, la Renna dal Naso Rosso, trillava allegro dal campanello natalizio di Jungkook, il cuore mi balzava in gola. Ma ogni volta tornavo a sprofondare nelle mie scintillanti scarpe d'argento con il cinturino quando l'ennesima infornata di parenti, amici e colleghi di Lisa e Jungkook sfilava in casa.

Mentre esaminavo gli invitati sempre più numerosi mi ero anche resa conto che, in qualche modo, nell'ultimo anno avevo varcato una soglia. L'anno precedente, la festa di Capodanno a cui avevo partecipato era stata un affare strettamente tra adulti. Cravatte nere, orchestra ed eleganti palloncini neri e argentati. Quell'anno mi sembrava di essere finita nell'area bambini di un parco divertimenti a tema Capodanno. Bambinetti che facevano del loro meglio per farmi inciampare inseguendo in giro per il soggiorno palloncini di Bob Aggiustatutto. Genitori che affrontavano le sbronze dei figli adolescenti ubriacandosi. Mentre tornavo dal bagno del piano di sopra, avevo beccato un ragazzino e una ragazzina che giocavano a nascondino sotto i cappotti sul letto di Lisa. Mi sembrava ieri che c'ero io su quel letto a una festa, a farmi palpeggiare da qualche ragazzo ubriaco. Com'ero finita lì?, mi chiesi. Tutto d'un tratto, l'unica donna single a una festa per famiglie la sera di Capodanno. La zitella. In fretta scesi a prendere un altro drink e mi sedetti fuori dalla porta in attesa di Yoongi.

Ore 22:00

«Non verrà», strillai.

«Che cosa?», rispose Lisa sopra il frastuono di qualche canzone irriconoscibile che avevano messo gli adolescenti presenti alla festa.

«Ho detto che non verrà», ripetei disperata.

Lisa si voltò e mi afferrò per le spalle sull'orlo dell'isteria.

«Verrà», disse in tono sincero.

«Il principe Harry non è ancora arrivato?», urlò Jungkook sopra la sua spalla.

«Le stavo giusto dicendo che arriverà», disse lei. «Diglielo tu, Jungkook. Verrà, non è vero? Non ti disturbi a fare tutto quello che ha fatto lui per poi non darle una possibilità».

«Non verrà», disse Jungkook. «Comincia a entrare già nell'ottica».

«Che cosa farò?», gemetti, nascondendo la testa contro la spalla di Lisa. «Ho rovinato tutto».

«Tanto per cominciare, ignora mio marito», disse Lisa con un'occhiataccia a Jungkook.

«Le sto solo dicendo la dura verità, tesoro», ribatté lui. «Y/n crede nella dura verità, no?».

Risposi con un gemito.

«Quell'uomo è un vero romantico, Jeon Jungkook», disse Lisa. «E verrà. E quando lo farà prendi appunti, perché potresti imparare un paio di cose».

«Se viene, è un rammollito di merda», disse lui sottovoce.

«Jungkook», esplose Lisa. «Non tollero che tu dica parolacce davanti ai bambini. E adesso smettila di fare tanto lo stronzo».

«Non verrà», urlò lui.

«Invece sì», urlò lei.

«No!», urlò lui.

«Sì!», strillò Lisa.

«No», ripeté Jungkook.

«Sei un coglione», dichiarò Lisa.

«E tu sei una stupida stronza», rispose Jungkook, proprio mentre la canzone finiva e nella stanza calava il silenzio.

La turba di bambini si voltò a fissare la coppia di litiganti, ed io scappai a prendere un altro drink e a calmarmi in giardino.

Ore 23:00

«Verrà», strillai, battendo furiosamente sulla spalla di Lisa.

«Cosa, dove?», rispose lei, liberando le labbra dal bacio appassionato che stava dando al marito in mezzo alla pista da ballo improvvisata nel soggiorno.

«Verrà», ripetei con un gran sorriso, abbracciando sia Lisa sia Jungkook in uno slancio di entusiasmo lievemente alcolico. «Ma non arriverà prima di mezzanotte, no? Proprio come Harry. Harry si presenta a mezzanotte. Sono una scema. È tutta la sera che guardo la porta ma in realtà lui farà come nel film. Si presenterà allo scoccare della mezzanotte».

«Certo che sì», disse Lisa sorridendo. «Certo che sì, vero, Jungkook?».

Jungkook ricambiò il sorriso, il sorriso di un uomo molto ubriaco tra le braccia dell'amata.

«Certo che sì», ripeté, prima di tirare a sé la moglie e consumarla con le labbra.

Poco dopo mezzanotte, la sera di Capodanno

Fissai lo sguardo nella notte finché non riuscii più a vedere. Quando gli occhi mi si offuscarono e mi accorse di avere appannato il doppio vetro con le lacrime.

«Non è venuto», borbottai più volte tra me. Guardai i due bicchieri che avevo riempito con cura di champagne e messo in equilibrio sul davanzale per prepararmi ai festeggiamenti e mi resi conto di quanto fossi stata stupida. Certo che non era venuto. Non aveva mai avuto intenzione di farlo. Lo avevo deluso. Deluso davvero, e mi aspettavo che gli passasse come se nulla fosse. Mi aspettavo che capisse che avevo commesso un errore e che doveva perdonarmi. Avevo passato settimane a ripetere alle mie lettrici di non perdonare ma punire, e punire con forza. Come potevo aspettarmi che Yoongi non facesse lo stesso con me? Come potevo sognare che non solo mi perdonasse, ma che potemmo vivere entrambi felici e contenti? Ero stupida, e mi meritavo di ritrovarmi sola proprio nel momento dell'anno in cui faceva più male.

Alla fine decisi che dovevo distogliere lo sguardo dal vialetto, ma non pensavo di poter affrontare quanto stava accadendo alle mie spalle. Mi aspettavo di trovarmi davanti un mare di coppie innamorate che festeggiavano il nuovo anno piene di passione, mosse dalla speranza per l'anno venturo e da troppi bicchieri del punch di Lisa.

Lentamente mi voltai e provai un curioso senso di sollievo nel notare gli unici altri occupanti del salotto. Riunita al buio, una piccola turba di bambini stava guardando Cartoon Network alla TV. I personaggi iperattivi, iperallegri e ipercolorati si riflettevano sui loro volti esausti.

Di colpo, sentii il cuore librarmi a velocità spaventosa. Forse il mio orologio andava male.

Forse non era mezzanotte, dopotutto.

Certo che no. Non avevo ancora sentito neanche un accordo del Valzer delle candele. Mi guardai intorno alla ricerca disperata di un orologio che confermasse quel sospetto, ma non ne trovai nessuno. Mi chinai, strappai il telecomando dalla mano di un bambino mezzo addormentato e iniziai a fare zapping tra i canali. Dovevo solo vedere Lee Ru-ma, poi ogni cosa sarebbe andata a posto. Avrei saputo che ore erano.

Proprio mentre lo schermo si riempiva di celebrità armate di champagne e avvolte nei festoni, sentii un forte dolore alla caviglia sinistra e lanciai un grido acutissimo. Un bambino di circa sette anni mi si parò di fronte.

«Ridammelo o le dico di morderti l'altra», ordinò, indicando con il mento la graziosa bimbetta vestita da renna con i dentini affilati.

Lasciai cadere il telecomando e, impietrita, zoppicai in cucina. Le cose non stavano andando secondo i piani. In effetti, dovevano essere proprio fuori controllo se il tuo primo contatto fisico del nuovo anno era con una bambina che ti affondava i denti nella gamba.

Mi guardai intorno alla ricerca disperata di Lisa. Avevo bisogno di vedere almeno una persona che mi volesse bene. Qualcuno che mi facesse sentire un po' meglio di come mi sentivo in quel momento. In cucina non c'era, così andai di sopra pensando che fosse impegnata a mettere finalmente a letto uno dei pargoli. Le stanze dei bambini erano vuote, ma alla fine trovai Lisa insieme a Jungkook, mezzi svestiti sotto la montagna di cappotti sul loro letto.

Quando la porta si aprì, Lisa tirò su la testa da sotto una malconcia giacca di montone.

«È venuto?», strillò. «È venuto?».

In un lampo, Jungkook apparve accanto a lei con le guance arrossate e lanciò uno sguardo al viso dalla mia espressione scoraggiata.

«Certo che non è venuto», disse. «Ora, se qui c'è qualcuno che deve venire sono proprio io, quindi possiamo lasciare perdere queste scemenze romantiche e darci dentro?», chiese a Lisa, tirandola di nuovo giù.

Sentii che il labbro inferiore iniziava a tremare. Afferrai di scatto il mio cappotto di lana rossa, mi voltai e scappai via, con Lisa che mi urlava di tornare indietro. Non respirai finché non mi trovai fuori e mi fui sbattuta la porta alle spalle. Poi piansi. Piansi e mi lasciai cadere a terra sulla soglia di casa di Lisa e Jungkook esattamente undici minuti dopo la mezzanotte di Capodanno.

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