19. You'll like what he wants to tell you
Jin si appoggiò meglio alla spalla di Namjoon e allungò una mano verso la ciotola di pop corn. Ne afferrò una manciata e li portò alle labbra, mangiandoli tutti insieme; ne andava davvero matto.
L'altro ridacchiò nel sentirlo sgranocchiare e si voltò per posargli un veloce bacio sulla fronte. Una coppia normale avrebbe magari trascorso il loro secondo anniversario ad un ristorante, in un hotel o in qualche posto lontano, ma a Namjoon e Seokjin bastava stare insieme sul divano, sotto una coperta e a guardare un film l'uno accoccolato all'altro.
"Mi serviva" mormoro ad un certo punto il più piccolo, mettendosi più comodo tra le coperte. Jin alzò appena la testa e aprì gli occhi.
"Di cosa parli?"
"Mi serviva tutto questo. Staccare la spina per un giorno, stare lontano da tutto e tutti, stare con te" Namjoon si voltò verso di lui e gli stampò un bacio sulla fronte.
Jin gli sorrise: "sei sempre quello che vuole dirigere tutti, cercando di mantenere il controllo della situazione. Eppure... ti stressa" il ragazzo allungò una mano e sfiorò con le sue dita affusolate le guance tonde di Namjoon, nelle quali spuntarono un paio di fossette sotto il suo tocco.
"Vorrei che andasse tutto bene per una volta-"
"Joonie. Va tutto bene. Tu ti preoccupi troppo per tutto, devi stare calmo..." Seokjin lo interruppe e strinse la presa sul suo viso. Vedendo il suo sguardo irrequieto e il modo in cui il più piccolo evitava i suoi occhi, Jin avvicinò il suo viso al proprio e gli posò un bacio sulle labbra.
Namjoon non rispose a quel gesto, semplicemente si lasciò trasportare dal momento e da quel bacio pieno d'amore e compassione. Ma se c'era una cosa che lui odiava, erano compassione e pietà.
Per Namjoon doveva essere sempre tutto in ordine e sotto controllo, e spesso e volentieri era lui che ristabiliva questa sottile linea tra il divertimento e la pace.
Ad un certo punto Namjoon voltò la testa di lato e mise fine a quel contatto; una parte di lui si sentiva in colpa, ma l'altra non ce la faceva a reggere.
Se fosse stato qualcun altro magari si sarebbe arrabbiato, ma dall'altra parte c'era Seokjin; nonostante gli fosse appena stato negato un bacio in modo brusco, egli sorrise e accarezzò le linee del viso del più piccolo.
Conosceva bene Namjoon, le sue forze e i suoi pregi ma anche i suoi difetti e debolezze, ma lo amava. Lo amava più di tutto se stesso e un semplice momento no come quello non significava nulla in confronto al resto.
"Joonie, non pensarci. È il nostro giorno..." gli disse con tono allusivo, poi si sporse in avanti con il viso un'altra volta, baciando il suo collo dorato anziché le sue labbra.
Namjoon sentì una serie di dolci baci che salivano dalla base del collo alla gola; rabbrividì quando Jin sfiorò con le sue labbra carnose il suo pomo d'adamo mentre le mani -che prima accarezzavano le guance- scendevano indisturbate lungo il petto scolpito e gli addominali segnati.
"Jinnie, io-"
"Shhh" Jin lo zittì con un sussurro nel suo orecchio, e in seguito gli morse il lobo. Namjoon chinò la testa verso l'esterno inducendolo a baciargli di nuovo la pelle e così lui fece.
Pian piano, il più grande uscì lentamente dalle coperte e le gettò a terra, facendo stendere Namjoon tra i cuscini. Gli lasciò un bacio all'angolo della bocca mentre si sistemava meglio a cavalcioni su di lui.
"A te serve solo una distrazione alla Kim Seokjin"
~
Jimin colpì con violenza il cuscino usando il sinistro, poi mollò anche un destro, un altro sinistro e questo cadde a terra. Lo riafferrò con forza e stava per rimetterlo tra le ante dell'armadio per colpirlo ancora, ma un lampo di rabbia gli accecò la vista e lo lanciò contro la porta.
Mise le mani tra i folti capelli biondi e li strinse tra le dita, e quando sentì la vena del collo scoppiare dalle pulsazioni e i denti fare male da quanto li stava stringendo, urlò con forza e si accasciò a terra contro l'armadio.
Dopo vari secondi di silenzio nei quali il ragazzo sembrò risentire l'eco del suo grido, egli respirava con affanno e aveva il viso gonfio e rosso.
"Fortuna che mamma non c'è" pensò, ricordandosi del biglietto che aveva trovato sul tavolo quando era rientrato a casa.
Aveva lasciato Nabi a scuola ed era corso via verso casa sua, non gli importava più se gli aveva offerto un passaggio.
L'aveva baciata. Ma come aveva potuto?
Solo il pensiero lo fece innervosire ancora, ma tanto era stanco che non voleva più rialzarsi.
Aveva baciato Jungkook. Aveva scopato con Jungkook. Aveva litigato con Jungkook.
E poi aveva baciato la sua migliore amica.
Bravo Jimin. Premio Oscar. 10 e lode. Anzi no, 30 e lode con mano del rettore.
Il biondo passò di nuovo le sue piccole dita tra i capelli, sentiva i suoi pensieri impazzire. Sapeva che quel bacio non contava nulla, per lui contava solo Jungkook. E allora perché lo aveva fatto?
Aveva messo nei guai anche Nabi; proprio ora che aveva capito che non era male come lui pensava, lui le aveva dato un ottimo motivo per farsi odiare. E la rossa aveva una brutta influenza su Jungkook... il che era davvero un problema.
Doveva assolutamente parlargli prima che lo facesse la ragazza, ma se lo avesse chiamato lui di sicuro non gli avrebbe risposto. Se invece gli avesse mandato un messaggio sarebbe sembrato squallido, inutile, come se in realtà non glie ne fregasse.
"Cosa dovrei fare? Presentarmi a casa sua?" Disse ad alta voce, affondando la testa tra le ginocchia.
Una vocina nella sua testa urlava a squarciagola "SÌ" e dopotutto era il modo migliore per scusarsi. Doveva assolutamente chiarire con Jungkook che lui non voleva evitarlo appositamente.
Solo... l'aveva fatto.
E doveva anche inventare una scusa buona, che reggesse il "volevo fare il figo e provarci con te, ma ti amo e quindi mi è salita la vergogna in corpo".
Jimin alzò la testa di scatto e poggiò le mani a terra per non cadere. I suoi occhi fissavano il vuoto, persi tra i suoi pensieri, e ripensando alle proprie parole le sue guance si tinsero di rosso.
"Ti amo e mi è salita la vergogna"
Ti amo.
"Io ti amo... Jungkook..." sussurrò a bassa voce, e poi sorrise come un ebete nel pensare a quanto suonassero bene quelle parole uscite dalle sue labbra. E a quanto potesse suonare bene una risposta uguale dalle labbra di Jungkook.
Anche quell'ennesimo pensiero gli diede la conferma che si era davvero innamorato, e doveva correre da lui al più presto.
~
Nabi aveva chiamato sua madre dicendole che il suo amico aveva avuto un contrattempo e che era corso via, e che lei invece sarebbe tornata piano piano a piedi.
In realtà Nabi era salita su un autobus, e come faceva sempre quando era nervosa, si era lasciata andare su uno degli ultimi posti in fondo e guardava fuori dal finestrino con le cuffie nelle orecchie, e sarebbe rimasta così immobile tutto il viaggio.
Sapeva solo che quel pullman girava in lungo e in largo per Seoul, quindi non doveva avere paura che capitasse chissà dove. Quando ne avrebbe avuto voglia, sarebbe scesa e avrebbe fatto il resto della strada a piedi.
Nabi stava odiando se stessa. Stava odiando quella parte di sé che provava qualcosa per Jimin.
Da un lato si odiava perché si stava prendendo una cotta per l'amore del suo migliore amico, un ragazzo che ama da quando era solo un ragazzino.
Dall'altro si stava odiando proprio perché era Jimin, proprio perché stava prendendo una cotta per un ragazzo che nonostante avesse avuto un rapporto con una persona, ne aveva baciato un'altra, prendendosi gioco di entrambe, e lei non riusciva ad odiarlo.
Riusciva solo a pensare che voleva un altro bacio, e poi un altro e un altro ancora, e si sentiva uno schifo.
Nabi prese il cellulare per cambiare canzone, e quando lo fece notò un messaggio da Jungkook.
<come sono andate le lezioni? Hai parlato con Jimin? Che ha detto?>
Ecco. Ci mancava solo lui adesso.
Nabi si morse il labbro e pensò ad una risposta possibile.
Intanto non aveva ancora cambiato canzone, e le note di "Human" proseguivano ininterrotte.
But I'm only Human
And I bleed when I fall down
I'm only Human
And I crash and I break down
Chi era lei per continuare ad odiarsi? Jimin aveva sbagliato e lei ne era solo vittima, lei era solo una semplice umana. Non poteva continuare ad incolparsi per tutto ciò che le accadeva, che fosse stato quel bacio, o la famosa scena in discoteca di qualche settimana prima.
Words in my head
Knives in my heart
You build me up but then I fall apart
'Cause I'm only human
<tutto bene. Con Jimin parlaci tu>
<perché? Che ti ha detto?>
La risposta di Jungkook arrivò quasi subito, nonostamte il suo messaggio precedente fosse di 30 minuti prima.
<non ci ho parlato, è dovuto scappare via. Ma fidati: se parlerà, ti piacerà quello che vuole dirti>
~
Ti piacerà quello che vuole dirti
Jungkook fissò lo schermo per un paio di minuti buoni cercando di capire cosa intendesse dire la sua migliore amica con quelle parole.
Con il cellulare in mano cominciò ad andare avanti e indietro per tutta la sua stanza, imprecando contro sua madre che aveva deciso proprio il giorno sbagliato per starsene a casa.
Compose sul cellulare il numero di Nabi per ben due volte, ma la ragazza ogni volta rifiutava la chiamata. Jungkook cominciò a preoccuparsi e le scrisse un messaggio, ma lei rispose che era stanca e voleva dormire.
"Sarà per i corsi" pensò, e si lasciò andare a peso morto sul letto.
Per fortuna aveva finito i compiti che aveva, altrimenti non si sarebbe concentrato più neanche un po' dopo quella situazione.
Perché Jimin lo evitava? Quella mattina non lo aveva neanche guardato in faccia, nonostante si fossero visti a mensa. Avevano mangiato allo stesso tavolo senza che il biondo alzasse gli occhi un attimo, o senza che gli chiedesse "hey, mi passi l'acqua?" o una cosa simile.
Jungkook voleva sapere. Era impossibile che Jimin volesse davvero solo una cosa da una notte. Lo conosceva da anni e... gli sembrava semplicemente impossibile.
E poi, quelle parole di Nabi continuavano a sviluppare numerosi film nella sua mente contorta.
Ti piacerà quello che vuole dirti
Jungkook mise le mani tra i capelli e urlò con rabbia, poi lanciò le braccia in aria e le lasciò cadere sul letto. Non ci capiva più niente.
Il suono del cellulare lo risvegliò dai suoi pensieri, e il ragazzo non perse tempo ad alzarsi a sedere per afferrare il telefono rispondere.
"Nabi? Dove sei? Stai bene? Perchè non mi rispondevi?"
"...Jungkook sono Namjoon"
La voce all'altro capo lo fece ricadere con la testa sul cuscino.
"Aish... Hyung, scusa"
"Che succede a Nabi?"
Jungkook si morse il labbro.
"Nulla. Semplicemente non risponde" disse, cercando di non destare sospetti.
"Non farmi preoccupare... oggi aveva i corsi con Jimin, ricordi? Magari ora ha altro da fare" disse l'altro e Jungkook annuì.
"Senti, volevo dirti che Rajan ha invitato me e Seokjin al suo compleanno. Dato che non sa chi invitare ha detto che posso invitare qualcuno, e allora ho pensato a te e Jimin. Yoongi mi ha detto che ha da fare questo sabato e Nabi neanche io l'ho ancora sentita..."
"Hobi e V?" Chiese Jungkook, sentendo che non parlava più.
"Vorrei lasciar stare Tae per un po' in realtà... e Hobi, beh non saprei. Non gli sta molto simpatico Rajan"
Jungkook ci pensò un attimo su.
Rajan era in compagno di corsi di Namjoon e Hoseok, e doveva compiere diciannove anni a breve. Era di origini indiane ma viveva in Corea sin dalla nascita, ed era molto conosciuto a scuola da ragazzi -e specie da ragazze- perché uno dei migliori giocatori della squadra di Basket.
Quindi Jungkook poteva già immaginare che festa avrebbe potuto organizzare.
Droga. Alcool. Sesso.
Mh. Passare questa festa con Jimin non sarebbe male-
Jungkook si prese mentalmente a schiaffi perché, gira e rigira, si ritrovava sempre a pensare a quel ragazzo.
"Kookie? Ci sei?" Lo richiamò Namjoon, e Jungkook scosse la testa per risvegliarsi.
"Ehm... ok. Quindi è questo sabato?" Rispose senza pensare ulteriormente, sperando dal profondo del suo cuore di non pentirsi.
"Sì. Passo a prendervi io alle 21.30, perché tanto conoscendovi so che dovrò fare l'autista sobrio" disse prontamente il più grande, facendo ridere Jungkook.
"Va bene... ma- devo portargli qualcosa, secondo te?" Jungkook allungò i piedi e li poggiò al muro come faceva spesso, per poi farli dondolare lungo la parete.
"Probabilmente non si renderà nemmeno conto dei regali, Kook. A lui importerà avere fino alla fine dell'anno la sensazione di aver fatto la festa del secolo" il tono disgustato di Namjoon fece intuire al più piccolo che non sarebbe stata una bevuta tranquilla con pochi intimi.
"Ok, allora a domani Hyung. E grazie"
"Figurati. Ciao Kookie~"
Jungkook lasciò cadere le gambe sul letto e aprì le chat, notando che però Nabi ancora non gli aveva scritto.
Andiamo, Nabi Chan...
Lasciò cadere il telefono a terra e affondò il viso nel cuscino, e avvolto in miluoni di pensieri che vorticavano in testa, Jungkook si sentì cosi stanco e pesante che si addormentò.
-
Nota Autrice
Perdonatemi per i milioni di salti temporali e per il capitolo un po' statico e corto. Mi dispiace davvero tanto di aver scritto queste parole di cui non sono neanche convinta al 100%, ma in qualche modo la devo tirare avanti per arrivare dove voglio arrivare, altrimenti sarebbe solo una mensola disordinata di eventi XD
Alla prossima~
~로사 ♡
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