15. They could face such a touchy thing
Jimin credeva di amare il suono della campanella che segnava la fine delle lezioni, ma in realtà avrebbe sperato che quella mattinata non finisse mai.
Taehyung non era venuto a scuola suscitando una preoccupazione generale nei suoi compagni, sentimento che era stato spazzato via quando il ragazzo aveva chiamato per dire che andava tutto bene e Jin Eun si era anche svegliata.
Poi, Jimin aveva il fatidico appuntamento con Yoongi per tingersi i capelli, e non sapeva perché ma non voleva abbandonare il suo color cioccolato. E se il biondo non gli fosse stato bene?
Infine -riguardo alle vicende del giorno prima- Jimin aveva deciso di evitare Jungkook. Nonostante lui volesse portare avanti quella storia, si sentiva in imbarazzo anche solo per salutarlo. Il suo inconscio lo aveva spinto a ignorarlo per tutto il giorno, cambiare strada se lo vedeva nei corridoi, gli aveva detto di scappare. Aveva bisogno di prendersi un po' di tempo per riflettere su ciò che voleva davvero, e averlo intorno non faceva altro che offuscare il suo giudizio.
Jimin era davanti agli armadietti per posare i libri che era inutile riportare a casa, ma come al solito la sua porticina era difettosa, e nonostante stesse tirando con forza, non riusciva ad aprirla.
"Spingi, prima"
Il bruno si voltò e vide Jungkook poggiato con una spalla agli armadietti. Come al solito aveva una camicia bianca, che unita ai suoi occhi scuri e alle sue labbra socchiuse gli davano un aria paradisiaca.
Jimin deglutì, sorpreso di esserselo trovato così vicino all'improvviso.
"I-in che senso?" Rispose, non capendo quello che Jungkook intendesse con "spingi".
Il più piccolo diede una spinta dalla spalla e si staccò dalla fila di armadietti, poi si avvicinò alla porticina metallica di Jimin e premette prima sulla manopola col codice per poi girare e tirarla.
"Se giri e tiri non si apre mai, a meno che non lo fai così forte da romperla" spiegò, e Jimin si tolse lo zaino per prendere i libri.
"Ah, grazie. È diverso dal meccanismo di quelli nella mia vecchia scuola..."
Jimin prese i libri e li mise dentro all'armadietto, e quando lo chiuse e si voltò per andarsene Jungkook lo prese per il cappuccio della felpa e lo tirò verso di sé.
"Non così in fretta" disse, e quando Jimin si voltò vide Jungkook a braccia conserte e con gli occhi nervosi.
Jimin allora lasciò andare le braccia lungo i lati del suo corpo e le spalancò, poi chiese: "Cosa?"
"Mi stai evitando." Rispose con tono secco l'altro.
Jimin portò una di quelle mani aperte dietro la nuca: "beh sai, dopo ieri..."
Jungkook alzò le sopracciglia e dondolò la testa su e giù, come se stesse annuendo, poi spinse la lingua sul suo zigomo destro com'era solito fare quand'era nervoso. "Oh certo. Ho scopato con Jungkook, ora la caccia al nostro vecchio rapporto può anche finire. È questo che vuoi?"
Jimin spalancò labbra e occhi a quelle parole, non poté negare di esserne ferito: "cosa- no! Ti sei bevuto il cervello?"
"Non ti facevo cosi, sai Jimin?" Sibilò il più piccolo come se non l'avesse sentito, e si riappoggiò agli armadietti. "Adesso sei diventato quello che attira prede nella sua trappola e poi fa finta di nulla?"
Jimin corrugò la fronte e prese coraggio, spinto anche un po' dalla rabbia per via di quelle provocazioni "mi stai dando del tipo che illude e poi fa una notte e via? Perché ti sbagli di grosso"
"Dimmelo tu. Mi hai ignorato tutto il giorno, mentre le altre volte sembravi rispondere bene alle mie avances, come le avevi chiamate tu." Jungkook chiuse gli occhi e si appoggiò di schiena alla parete.
Jimin sgranò gli occhi: "Avances? Quando l'ho detto?"
Jungkook ridacchiò. "Credi di essere l'unico che voleva fottermi, Jimin? Andiamo. Non dire che non ti eri accorto che ti avevo messo gli occhi addosso da quando hai messo piede a Seoul" guardò Jimin con fare ovvio, ma l'altro non poté fare altro che arrossire.
"E poi sarei io quello di cose da una sola notte?!" Il bruno colpì con un pugno gli armadietti, cercando di nascondere il leggero imbarazzo provocato dalle parole di Jungkook.
"Potevi anche venire a parlarmi, allora, invece di trattarmi come una misera scopata." Jungkook si staccò di nuovo dalla parete e guardò Jimin in modo duro: doveva essersela presa davvero tanto.
Jimin sentì gli occhi pungere per via delle lacrime che cacciava indietro: "e pensare che invece io-"
"Che tu?" Lo invogliò Jungkook a parlare quando Jimin si interruppe. La campanella suonò e il più grande lo superò senza guardarlo e urtandogli appositamente la spalla, ma si voltò di nuovo quando Jungkook gli afferrò il polso.
Allora Jimin sentì una lacrima cadere e non poté fermarla, tirò su col naso e strattonò il polso per liberarsi.
"Sei un egoista di merda, Jeon Jungkook. Ti facevo diverso e molto più altruista, ma non vedi altri che te stesso" sputò in tono acido Jimin prima di confondersi nella folla.
Com'era possibile che dopo la gioia e l'entusiasmo del giorno precedente fossero finiti a litigare così? Da dove era partito tutto? Era stato un fraintendimento generale, un reciproco arrampicarsi su provocazioni e commenti acidi messi sulla difensiva. Tutto perché non erano stati chiari e onesti con se stessi e con l'altro.
Jimin si diede mentalmente dello stupido, più e più volte: certo, anche Jungkook lo aveva provocato, ma tutto questo non sarebbe successo se lui non lo avesse inspiegabilmente evitato.
Una morsa nel suo stomaco lo fece deglutire, perché forse un motivo c'era e nel profondo del suo cuore lo sapeva. Sapeva che era così emozionato da quello che era successo la domenica precedente che avrebbe fatto una figura che preferiva evitare, e tutto questo perché la sua cotta per Jungkook cresceva giorno dopo giorno.
Appena uscito da scuola si passò i bordi delle maniche della felpa sugli occhi per asciugarli e si diresse dove Yoongi gli aveva dato appuntamento: lo aspettava già in auto, con un sorriso smagliante e la musica accesa.
Jimin entrò in macchina e salutò, e il più grande partì verso il suo parrucchiere di fiducia.
Mentre Jimin vedeva il paesaggio scorrere dal finestrino, continuava a rimpiangere il fatto che quella mattinata di scuola fosse finita. Avrebbe evitato volentieri quel finale.
~
"Quattro volte?!" Nabi sbarrò gli occhi sorpresa, e Jungkook -steso nel letto accanto a lei- rise a crepapelle.
"Ma che cazzo mi ridi, Jungkook? Ma ti pare normale?" Nabi afferrò il cuscino e glie lo sfilò da sotto la testa, per poi piantarglielo in pieno viso.
Si alzò e camminò verso il centro della stanza, mentre lui si tolse il cuscino dalla faccia e si alzò a sedere.
"E dai non fare così, sai che posso parlarne solo con te"
"Sì Kookie, ma finché vai a grandi linee mi va bene, scendere nei dettagli no!" Nabi alzò le braccia al cielo disperata, suscitando una risatina da parte del suo migliore amico.
"Lo sai che non voglio dirlo agli altri..."
"Ma che problema c'è? Io mi sono stancata di dover fingere con gli altri, far finta che non frequenti nessuno quando invece hai le tue compagnie"
Jungkook guardò in basso ed emise un sospiro, e allora Nabi gli si sedette accanto.
"Con gli altri non è che mi fido a dire con chi esco e con chi me la faccio" ammise a bassa voce. Con un gesto spontaneo appoggiò la testa sulla spalla di Nabi, che gli passò un braccio dietro la schiena e gli accarezzò una spalla.
"Secondo me ti sbagli... basta non scendere nei dettagli come hai appena fatto"
"Ma perché che c'è di male?"
Nabi arrossì: "Jungkook! Farlo è un conto, ma andare a dire spudoratamente ai tuoi amici che hai fatto sesso pesantemente con una persona a tal punto da farla venire quattro, e dico BEN QUATTRO VOLTE, è un altro!! Per di più specifichi: <due a letto e due nella doccia>" Spiegò lei, con tanto di gesti e imitazioni della voce, e Jungkook rise ancora.
"Non posso continuare a fingere che tu sia sempre l'angioletto che non esce con nessuno" continuò poi la ragazza, e gli rivolse uno sguardo triste.
"Tecnicamente non esco con nessuno. Erano anni però che non scopavo così con qualcuno"
"E ancora devi dirmi chi è!" Nabi si alzò di scatto, facendo cadere Jungkook sul letto.
"Non è importante, lo sai che non sono tipo da relazione."
"Invece sì, ma hai solo paura delle conseguenze" Disse Nabi, e Jungkook -completamente consapevole del fatto che avesse ragione- rimase in silenzio.
Nabi sapeva che Jungkook avrebbe voluto qualcuno da amare e che lo amasse: in cuor suo era un tipo romantico e sognatore, e credeva che tutti i ragazzi che se ne andavano in giro per la scuola a scopare con tre ragazze sì e una no erano davvero degli stupidi. Non che criticasse la loro filosofia di vita, era solo che lui si divertiva a fare l'inguaribile romantico.
La sua paura però era di non essere all'altezza, e inoltre era un tipo un po' timido: conoscere nuove persone per questo preciso scopo lo metteva a disagio. L'unica volta che si era fidanzato -a insaputa di tutti tranne che ovviamente di Nabi- quel ragazzo lo aveva mollato dopo nemmeno un mese perché aveva preso un po' per scherzo quella situazione. Vero era che avevano solo 15 anni, ma Jungkook provava qualcosa di davvero forte e ci era rimasto molto male.
La rossa sospirò: "comunque non va bene che continui a evitare l'argomento amore con gli altri. Prima o poi capiranno tutto e-"
"Non devono saperlo." disse Jungkook ad un certo punto, e abbracciò il cuscino.
"Ma perché? Anche Namjoon e Seokjin ce lo hanno detto, e infatti stanno insieme. Io sono stata con una ragazza due anni fa, e sapete che sono pansessuale... che problema c'è se confessi di essere gay?" Nabi si avvicinò a lui e gli si sedette accanto di nuovo.
Era da circa quattro anni che questa storia andava avanti, e tutto era cominciato quando Jungkook aveva confessato a Nabi di aver baciato un ragazzo che gli piaceva. Questo c'era stato e i due erano usciti insieme qualche volta, ma nulla di serio.
L'anno dopo Jungkook si fidanzò con questo ragazzo che gli spezzò il cuore e al quale aveva anche donato la sua prima volta, e da quel momento non ebbe più una relazione seria. Anzi, non ebbe più relazioni.
Capitava solo qualche volta che Jungkook avesse qualche avventura ma era davvero raro, e comunque ogni volta non se le andava cercando lui.
Erano tutti ragazzi della sua scuola: Jungkook faceva promettere che tutto sarebbe rimasto tra loro e lo facevano, e ogni volta il ragazzo si confidava solo ed esclusivamente con la sua migliore amica, l'unica con cui si trovasse davvero.
Era per questo che a scuola lui rifiutava tutte le ragazze che gli facevano la corte: lui le ragazze non piacevano proprio in quel senso, le trovava buone solo come amiche, nulla di più.
Ed era proprio per questo che i suoi amici guardavano con occhi strani Jungkook: possibile che in una scuola intera, piena di ragazze che gli sbavavano dietro, nessuna gli andasse a genio?
"Ho paura che poi inizino a fare i cretini..." Jungkook chiuse gli occhi e strinse ancora più forte il cuscino che aveva in grembo. Nabi lo vide e lo spostò, stendendosi di traverso e posando la testa al posto dell'oggetto, sul suo addome.
"Ma è normale, sono i tuoi amici. Di certo non lo fanno con cattiveria"
"Però potrebbero toccare un argomento delicato."
Nabi corrugò la fronte a quelle parole, non capendo a cosa si riferisse il suo amico. Voltò la testa verso la sua e lo trovò con le mani dietro la nuca per guardarla, e negli occhi aveva un velo di angoscia.
"In che senso? C'entra con il lui con cui l'hai fatto?"
Jungkook sospirò: aveva cominciato, e le cose non si dicono a metà.
"Se gli dicessi questa cosa, capirebbero alcuni dei miei comportamenti con certe persone e inizierebbero a fare battutine o cose simili. E se questa persona si accorge poi di quello che sto facendo prima del tempo... no Nabi, non voglio pensarci" Jungkook mise le mani sul viso e lasciò andare a peso morto la testa tra le coperte.
La rossa si girò di nuovo a guardare il soffitto, pensierosa. "E chi sarebbe questo qualcuno?" chiese esasperata.
"Nessuno di importante. Te l'ho detto." rispose lui dopo aver indugiato per qualche secondo.
"E allora perché ti preoccupi tanto? Non capisco"
"Forse quello che provo per lui è una cosa seria."
Nabi si alzò di scatto, le sue labbra mimarono una O perfetta: "E ALLORA LO VEDI CHE È IMPORTANTE?"
"Eccola che inizia-"
"E come biasimarmi? Sono la tua migliore amica e non mi dici più queste cose! Che vai al letto col ragazzo che ti piace senza che lui lo sappia!?" La ragazza afferrò il cuscino e glie lo lanciò contro.
"Tecnicamente questo te l'ho detto-"
"Oh, stai zitto." Gli diede un colpo scherzoso sul braccio, facendolo ridacchiare.
"E dai smettila. E che non ne ero sicuro fino a qualche giorno fa-"
"Quindi è anche una cosa che va avanti da tanto?!" Nabi era in un misto di rabbia, stupore e gioia. Jungkook ridacchiò ancora di più alla sua voce stridula e il suo modo di preoccuparsi gli scaldò il cuore.
La ragazza cacciò un grido, ormai era nella fase gioia. Si sporse in avanti per abbracciare il suo amico, ma la foga era così forte che cadde stesa su di lui, sul letto.
Senza farsi scrupoli si posizionò meglio su di lui, si sollevò sui palmi e sulle ginocchia e lo guardò dall'alto: "da quanto va avanti? Giorni? Settimane? Mesi??"
"..anni..." mormoro il ragazzo. Mise le mani sui fianchi della rossa e la spinse all'indietro, facendo alzare lei e poi lui.
Nabi si passò una mano sulla testa per portarsi i capelli all'indietro. "Ma come anni? E chi è?"
Cominciò a guardarsi intorno e increspò le labbra pensierosa. Quando però incontrò gli occhi di Jungkook che la guardavano con fare ovvio, e le sue labbra inarcate in un sorriso perso, la ragazza capì e lasciò cadere la mandibola, spalancando la bocca.
"...no..."
"Sì, Nabi. Sono innamorato di Jimin da quando eravamo piccoli, e ieri l'abbiamo fatto."
~
~
Nota Autrice
#Q: da quanto stannate i BTS?
#A: oggi, 18/09/2018, è esattamente un anno che stanno i BTS, nonostante li conosca dalla mia seconda media, cioè da più di 3 anni.
~로사 ♡
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