• 𝐑𝐈𝐂𝐇𝐈𝐄𝐒𝐓𝐀 𝐃𝐀: akixhkoxcutesxbakaz

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

«Uffaaa! Sora non ne poteva più di questa lezione!» aveva esclamato il giovane membro degli Switch dopo il suono della tanto attesa campanella.

Quel lunedì di marzo, che apparentemente assomigliava ad un giorno come altri, per egli era sembrato interminabile, proprio come se il tempo avesse smesso di muoversi all'improvviso. Non serve trascrivere in righe quanto era grande la gioia e il sollievo provato da Sora, che mai prima d'allora desiderava così ardentemente che una lezione finisse, e non appena l'insegnante aveva dato il permesso ai ragazzi di uscire dall'aula egli non se lo era fatto ripetere due volte e così, in men che non si dica, si era presto ritrovato davanti al proprio armadietto a sistemare i propri libri e recuperando i propri oggetti personali.

Ma proprio quando meno se lo aspettava, nell'esatto istante in cui stava per chiudere l'armadietto, ecco che, improvvisamente, qualcuno era andato a scontrarsi contro di lui, facendo cadere entrambi per terra. «Oh mio Dio! Scusa, scusa! Non era mia intenzione! Stai bene? Sei ferito?!» aveva domandato costui, in preda al panico. Sora, avendo riconosciuto la voce del ragazzo, subito aveva smesso di massaggiarsi la schiena addolorante e subito era scattato in piedi. «Mitsu! Che bello vederti!» Gli aveva invece risposto il biondo, abbracciandolo in preda alla felicità. «Non devi affatto preoccuparti, non hai fatto niente a Sora! Ma dimmi, dove stavi andando così di fretta? Hai qualche impegno imminente?» «Lascia perdere guarda, sono in guai grossi...» gli aveva detto Mitsuru, sospirando amaramente. «Domani devo recuperare una verifica di matematica che ho saltato, ma il fatto è che non ho capito nulla della spiegazione di quello scorbutico del professore! Stavo pensando di andare nel mio dormitorio prima del solito così che potessi passare tutta la sera a studiare, ma forse non ne vale la pena. Tanto non ci capirò mai niente...»

«Ehi, ehi! Aspetta, aspetta!» lo aveva interrotto il membro degli Switch, scuotendo in modo frenetico le mani. «Non essere triste! Sai, Sora è molto bravo in matematica, e guarda caso oggi è libero! E se Sora venisse da te così che possa aiutarti con lo studio?» Il castano, che fino a pochi istanti prima pareva sull'orlo della disperazione, ecco che una scintilla di speranza era apparsa nelle sue iridi e, con occhi sgranati, fissava l'altro incredulo alle parole appena pronunciate. «Dici sul serio? Lo... Lo faresti sul serio?!» aveva esclamato ancora scioccato dalla proposta appena fatta dall'amico. Alla sua domanda, egli non aveva potuto fare a meno di sorridere. «Ma certo! Sora è sempre pronto ad aiutare gli amici in difficoltà!»

«Grazie, grazie, grazie! Mi hai salvato!» lo aveva ringraziando Mitsuru, così in preda all'euforia che, nell'abbracciare Sora, lo stringeva talmente forte che, se non si fosse staccato, di sicuro lo avrebbe soffocato. «Allora io vado, ti aspetto da me!» «D'accordo! Sora adesso deve ancora fare qualche attività qui a scuola, ma sarà presto da te!» E dopo che i due si erano salutati, ecco che il membro dei Ra*bits si era allontanato dall'edificio scolastico, mentre l'altro ragazzo era rimasto ancora alcuni istanti così da poter finire di pulire l'aula assieme agli altri suoi compagni.

Dopo che avevano concluso, Sora si era affrettato ad uscire dalla Yumenosaki così da raggiungere il dormitorio dell'amico. Una volta essersi trovato davanti alla sua porta, il biondo aveva bussato entusiasta, e in men che non si dica il castano lo aveva raggiunto, totalmente sorridente e spruzzante di energia da tutti i pori. «Finalmente sei qui! Entra pure!» lo aveva gentilmente invitato, spalancandogli la porta come un vero cavaliere. Il giovane, dopo aver varcato la soglia, non poteva fare a meno di saltellare sul posto al solo pensiero di quanto sarebbe stato felice di passare l'intero pomeriggio assieme al suo caro amico, anche se loro dovevano fare una materia tanto pesante e delle volte noiosa come matematica.

«Oggi i miei compagni di stanza non ci sono fino a stasera, almeno possiamo studiare in santa pace» aveva detto Mitsuru, nel frattempo che sistemava la scrivania. «Ho messo accanto alla scrivania la sedia di Aoba per te, tanto figurati se si offende se gliela usi tu. Ho preso anche qualche snack e bibita nel caso dovesse venirci un attacco di fame. Dopotutto, bisogna sempre essere sempre pronti ad ogni evenienza!» Alla sua bizzarra affermazione, Sora non aveva potuto ridacchiare intenerito. «L'importante però è non distrarsi troppo, altrimenti non imparerai mai niente» aveva voluto ricordargli questi, fingendo di fare una voce autorevole e, in questo modo, facendo scatenare diverse risate da parte di entrambi. «Ma bando alle ciance, iniziamo subito!» «Agli ordini, capitano Sora!» aveva detto il castano, facendogli il saluto militare.

E così, i due ragazzi si erano messi a studiare con perseveranza fino a quando Mitsuru, grazie alla pazienza e alla bravura del biondo, non aveva finalmente compreso l'argomento. La verifica del giorno seguente era andata bene, ma per egli la matematica restava sempre e comunque una materia impossibile, e perciò, almeno una volta a settimana, essi si ritrovavano a studiare insieme, delle volte in camera dell'uno o dell'altro. Diversi mesi erano passati dall'inizio dei loro incontri, e loro non potevano fare a meno di notare come la loro amicizia si era evoluta. Se già prima andavano d'accordo, allora sembravano come se fossero fratelli, se non qualcosa di più ancora. I due giovani non ne erano ancora consapevoli, ma dentro di essi, con una lentezza assai imperscrutabile, un dolcissimo sentimento stava nascendo, facendo sì che loro, anche solo quando incrociavano il loro sguardo per puro caso, non potevano fare a meno di arrossire.

Quando il biondo aveva notato il repentino cambiamento del suo stato d'animo quando si trovava con Mitsuru, subito aveva chiesto consiglio ai suoi compagni di unit Natsume e Tsumugi. Loro, addolciti dalla confusione totale che provava il più giovane, gli avevano con calma spiegato come a volte, durante il corso della nostra vita, possa capitare di scontrarsi contro un certo Eros che, quando gli fa più comodo, decide di scoccare la freccia dell'amore nel cuore di due persone, facendo, perciò, innamorare questi l'uno dell'altro. E Sora, ammagliato come mai prima d'ora, non riusciva a nascondere quanto fosse felice di aver capito di amare il castano, e si sentiva terribilmente stupido a non averlo mai notato in precedenza. Ma lui si sentiva completamente pronto a rimediare a suo errore, ecco perché, nel momento che avrebbe considerato più opportuno, gli avrebbe dichiarato il suo amore.

Un altro giovedì - giorno in cui loro erano soliti a fare ripetizioni - era giunto, e mentre i due stavano studiando come a loro solito, entrambi non potevano fare a meno di notare della loro vicinanza: entrambi avevano i corpi l'uno vicino all'altro, con così poca distanza tra di loro che quasi le loro teste si potevano sfiorare, mentre le loro mani, che parevano cercarsi reciprocamente, tremavano al solo pensiero di potersi avvicinare tra loro. Ambedue erano paonazzi dall'imbarazzo, eppure nessuno dei due voleva prendere le distanze. A loro piaceva da matti stare vicini perché la sicurezza dell'altro era ciò che più di tutto li faceva sentire protetti, fuori dal pericolo, a casa propria. Se avessero potuto, si sarebbero stretti in un abbraccio eterno, che neppure la morte sarebbe riuscita a dividerli, talmente il loro amore era ardente. Oh, quanto avrebbero desiderato che ciò accadesse.

Il tempo passava, e loro non sembravano smuoversi da quella posizione. Nonostante il leggero disagio che provava, il biondo, stando a contatto con l'amato, sentiva lentamente crescere dentro di sé il coraggio che gli mancava per potersi confessare, per poter rivelare del suo amore al proprio amico. Non avrebbe mai perso quell'occasione, proprio ora che si sentiva pronto come più che mai.

«Ehm...Mitsu?» lo aveva chiamato con un filo di voce. L'interpellato subito si era voltato verso di lui, sorpreso dal suo tono pensieroso. «Qualcosa non va?» aveva domandato preoccupato. «Ho forse sbagliato un esercizio?» «Ecco... in verità ci sarebbe una cosa molto importante che Sora vorrebbe dirti» gli aveva risposto il giovane, prendendo entrambe le mani all'amico. Costui, non comprendendo il motivo per quel gesto, non poteva fare a meno di fissarlo dritto negli occhi con preoccupazione.

«Ehm... dimmi pure, Sora» aveva trovato il coraggio di parlare il castano, non staccando, però, gli occhi dall'altro. I due, entrambi in preda all'agitazione, non riuscivano a spiccare una singola parola e avevano passato diversi secondi in silenzio. Ma poi il biondo, dopo aver preso un respiro profondo, aveva ricominciato a parlare.

«Inizialmente Sora non riusciva a capire come mai, stando accanto a te, il suo cuore iniziava a battere all'impazzata, ma poi, dopo aver chiesto aiuto ai miei compagni, loro... loro hanno detto che è stata opera di Eros, che ha scoccato una freccia nel cuore di Sora. Sora... Sora pensa di essere innamorato di te.» Ben non sapeva come avesse trovato il coraggio di dire quest'ultima frase, ma dopo averla pronunciata aveva sentito il suo petto sgonfiarsi, come se si fosse tolto un peso. Mitsuru, dopo aver ascoltato parola per parola, non riusciva ancora a credere alle sue orecchie e tutto pareva come se fosse in un sogno, come se non fosse reale.

Ma dopo aver finalmente realizzato la verità, egli aveva portato una mano sulla guancia del membro degli Switch, mostrandogli il sorriso più dolce che mai potesse fare. «Anch'io sono innamorato di te, Sora. Non sai da quanto tempo ho aspettato per potertelo dire, ma vedo che tu mi hai superato.»

Appena Sora aveva udito dei suoi sentimenti ricambiati non riusciva a nascondere la felicità. Era così contento che aveva stretto l'amato in un grande, grandissimo abbraccio, gesto che per lui era come se potesse donargli tutto l'amore del suo cuore. I due, sebbene con timidezza, si erano anche scambiati un candido bacio sulle reciproche labbra, per poi poggiare le loro teste nelle spalle dell'altro, lasciandosi cullare dal loro tenero abbraccio.

E due, dimenticandosi completamente dei compiti che dovevano finire, non potevano fare a meno di godersi l'uno dell'altro, entrambi gioiosi che Eros abbia scoccato la freccia proprio nei loro cuori.

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

ℚ𝕦𝕖𝕤𝕥𝕒 𝕆𝕟𝕖 𝕊𝕙𝕠𝕥 𝕖̀ 𝕘𝕚𝕦𝕟𝕥𝕒 𝕒𝕝𝕝𝕒 𝕤𝕦𝕒 𝕗𝕚𝕟𝕖! 𝕊𝕡𝕖𝕣𝕠 𝕥𝕚 𝕤𝕚𝕒 𝕡𝕚𝕒𝕔𝕚𝕦𝕥𝕒 akixhkoxcutesxbakaz! :𝔻

𝙿𝚎𝚛 𝚒𝚕 𝚖𝚘𝚖𝚎𝚗𝚝𝚘 𝚎̀ 𝚝𝚞𝚝𝚝𝚘, 𝚌𝚒𝚊𝚞! <3

★𝑺𝒆𝒓𝒚★