~•𝕃𝕖𝕠 𝕩 𝕋𝕤𝕦𝕜𝕒𝕤𝕒•~

•𝐑𝐈𝐂𝐇𝐈𝐄𝐒𝐓𝐀 𝐃𝐀: Tsuki_Shinykami

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«Uffa, sarà il sedicesimo modulo che compilo! Ma quando finirà questo strazio?»

Nonostante fosse un sabato, il povero Tsukasa non poteva fare altro che lavorare tutto il giorno per la sua unit. Essendo il leader degli Knights assieme a Leo Tsukinaga, il suo compito era redigere diversi documenti appartenenti all'agenzia New Dimension e alcuni che avrebbe dovuto successivamente consegnare a Eichi Tenshouin per l'Ensemble Square, ma essi sembravano non finire più. Si era svegliato all'alba quella mattina con l'unico scopo di concludere il più velocemente possibile il suo lavoro, ma, dopo dieci ore, vi era ancora un'altra pila di fogli da stilare.

«Mi serve una vacanza!» diceva tra sé e sé il rosso, nel mentre continuata a battere la testa con forza sulla sua scrivania dalla disperazione. In quel preciso istante stava dal profondo del cuore invidiando i suoi amici, visto che loro sicuramente si stavano godendo la splendida giornata soleggiata, a differenza sua. Avrebbe davvero voluto poter uscire a divertirsi come tutti gli altri suoi conoscenti, ma purtroppo il Fato aveva deciso che in quella giornata egli non avrebbe dovuto fare altro che sfacchinare, sfacchinare, e sfacchinare.

I suoi pensieri rassegnati erano stati bruscamente interrotti dalla suoneria del suo cellulare, e quando il ragazzo lo aveva afferrato aveva immediatamente risposto alla chiamata, non controllando nemmeno chi fosse l'emittente.
«Pronto, chi parla?»

«Tsukasa, che voce stanca che hai! Non mi dire che stai chiuso in casa a dormire proprio in una giornata così meravigliosa!» Appena Tsukasa aveva riconosciuto la voce di Leo, si era subito messo sull'attenti, come se in quel momento stesse parlando con un suo superiore.
«Ciao Leo. Chiedo scusa per le mie condizioni, ma mi hai chiamato proprio quando stavo finendo di lavorare.»

«Lavorare?! Stai scherzando, vero?»
Il più piccolo sapeva che avrebbe ricevuto una ramanzina dal suo senpai, ma cosa avrebbe dovuto fare in quell'istante? Lui era sempre stato un ragazzo responsabile e diligente, e sicuramente non sarebbe riuscito a rimandare un impegno così importante solo perché glielo aveva detto un suo amico. «Avanti, Leo. Tu sai benissimo che se io dovessi svolgere un incarico io lo farei seduta stante.»

«No, no, no! Oggi tu ti devi riposare e divertire con i tuoi migliori amici! Ascoltami: io, Izumi, Arashi e Ritsu ci troviamo adesso al parco a festeggiare l'Hanami. Vieni anche tu?»

A quella proposta, qualcosa nel cuore del rosso si era risvegliato, come un focolare che aveva ripreso vita dopo ad una forte burrasca.
«Vorrei tanto, Leo. Però...»
«Niente "però"! Farai i tuoi lavoretti un altro giorno, d'accordo? Noi ti aspettiamo!» E prima che Tsukasa potesse ribattere in qualsiasi maniera, il senpai aveva chiuso la chiamata subito dopo aver parlato, lasciando l'altro ancora sconcertato da tale invito.

Di norma se la sarebbe giustamente presa con l'arancione, ma non quel giorno. Anche lui, in fondo, riteneva che si dovesse meritare una pausa dopo tutto ciò che aveva fatto per la sua unit e la sua agenzia, e quel pomeriggio avrebbe dunque fatto come era stato richiesto dal secondo leader degli Knights. E così non ci aveva pensato due volte: aveva preso il cellulare, si era messo velocemente la giacca e subito dopo aver indossato le scarpe era uscito di corsa dalla sua abitazione, colmo di felicità al solo pensiero di poter finalmente godersi una giornata assieme ai suoi amici più cari.

Erano passati diversi minuti dalla sua partenza, ma finalmente la lunga attesa era stata ricompensata: all'arrivo del ragazzo al parco, egli aveva notato all'istante la straordinaria magnificezza degli alberi di ciliegio in fiore, così belli che potevano solo essi rappresentare la primavera e tutti i suoi meravigliosi colori. Alla vista di quella splendida fioritura, il rosso non era riuscito al non commuoversi nel mentre rammentava le sue memorie. Quando era giunto per la prima volta all'Ensemble Square era inizio maggio e, proprio come in quel dì, i petali dei fiori di ciliegio sbocciavano e ricadevano sul terreno essendo trascinati dal vento. E proprio come in quel momento egli era rimasto colpito da quel dipinto, così straordinario da sembrare astratto.

Siccome il giovane era immerso nei suoi pensieri, non si era accorto di avere alle sue spalle una figura appartenente ad una persona da lui conosciuta moltissimo, più delle sue stesse tasche. Benché non si era accorto della sua presenza, Leo lo aveva abbracciato da dietro con lo scopo di attirare la sua attenzione, e a quell'improvviso contatto Tsukasa non era riuscito a non sobbalzare. La sua angoscia, tuttavia, era scomparsa non appena aveva sentito il più grande ridacchiare visto che era riuscito a riconoscerne la voce.

«Leo, mi hai spaventato! Cretino!» aveva esclamato nel mentre si era voltato per abbracciarlo e guardarlo in volto con le guanciotte gonfie.
«Finalmente sei arrivato, ti stavamo aspettando da una vita!» Il kohai aveva ricambiato timidamente il sorriso dell'altro subito dopo codesta sua frase, e in un istante dopo gli altri tre ragazzi avevano con calma raggiunto i due giovani, i quali non erano intenzionati di lasciare andare la presa della loro stretta.

«Tsukasa, ci hai raggiunto! Pensavo che eri troppo impegnato a lavorare e che quindi non saresti mai venuto» gli aveva dichiarato Arashi nel frattempo che gli aveva afferrato con affetto entrambe le mani.
«Io pensavo che ti fossi addormentato sui documenti» aveva invece confessato Ritsu, sbadigliando subito dopo.

«Che diffidenti che siete! L'importante è che Tsukasa sia qua con noi» si era messo in mezzo alla discussione Izumi, intanto si pregustava dei dango acquistati alle bancarelle presenti nel parco. «Ma tu mangi adesso? Dacceli un po' anche a noi!» «Scordatelo, Leo! Questi dango li ho comprati con i miei soldi!»

Vedendo i giovani idol litigare, gli altri membri degli Knights erano scoppiati a ridere in una fragorosa risata. Tuttavia, un attimo dopo, i due ragazzi avevano improvvisamente smesso di bisticciare e il rosso aveva notato il leader fare un occhiolino al grigio, come se gli stesse comunicando qualcosa in un linguaggio che apparentemente solo loro conoscevano. A quel punto, il silenzio era stato interrotto da questi, che con allegria aveva detto:
«Dai ragazzi, non dobbiamo perdere tempo a litigare. Godiamoci questa magnifica giornata, finché possiamo!»

Tutti avevano approvato alle parole pronunciate da Izumi, ma proprio quando avevano iniziato ad incamminarsi, Tsukasa era stato bloccato da Leo, che nel frattempo lo guardava con fare serio.
«Tsukasa, ti dispiacerebbe venire un attimo con me? C'è una cosa che ti dovrei far vedere.»

Quella proposta aveva lasciato attonito il più piccolo, ma ancor di più era rimasto sorpreso dalla serietà improvvisa dell'altro. Se il giovane aveva assunto con lui un tono così grave, voleva dire che si trattava senza alcun dubbio di una faccenda importante.
«Ehm...va bene, Leo. Andiamo pure.»

L'arancione aveva appena accennato un sorriso al suo kohai e successivamente si era avviato con lui verso una strada differente da quella che avrebbero dovuto prendere, nel mentre lo teneva saldamente per mano. Il rosso era davvero curioso di sapere ciò che stava progettando il più grande in quel momento, e proprio per questa motivazione sperava che arrivassero il più veloce possibile al luogo dove si sarebbero dovuti recare.

Infatti, dopo pochi momenti, i due idol si erano ritrovati sotto un albero di ciliegio molto più alto degli altri visti da loro in precedenza ed intorno a quell'area vi erano poche persone, semmai delle coppie innamorate che si godevano lo splendido pomeriggio in totale relax. Inizialmente Tsukasa non aveva compreso per quale ragione Leo lo avesse condotto proprio lì, ma la risposta gliela aveva data costui non appena erano giunti nel luogo designato.

«Tsukasa, immagino che tu non abbia idea dove ci troviamo adesso, ma è comprensibile, dopotutto, è passato molto tempo. Sai è proprio qui che ci siamo incontrati per la prima volta. Ricordi?» gli aveva riferito nel frattempo che si era seduto sulla panchina e aveva invitato il rosso a fare lo stesso.

Il giovane si era accomodato sulla panca accanto a lui e, in quel momento, lo continuava a fissare incredulo. Inizialmente, egli non aveva compreso come il leader degli Knights fosse riuscito a riconoscere il posto, ma in seguito, dopo aver scrutato le altre piante lì presenti, si era accorto di un'importante differenza: in quell'istante, essi si trovavano sotto all'albero più grande di quel parco e così Tsukasa si era ricordato del significato simbolico di esso.

Infatti, quando si erano conosciuti per la prima volta, era accaduto durante una tremenda giornata di pioggia e il più piccolo, trovatosi nella riserva, si era affrettato a trovare un rifugio e lo aveva trovato sotto a quel grande albero di ciliegio. Dopo essersi recato sotto ad esso, tuttavia, si era accorto che vi era un'altra persona lì con lui: in quel momento Leo si era perso a guardare la pioggia ascoltando la musica con le sue amate cuffie appoggiato al tronco della pianta e il più piccolo, siccome era stato abbagliato dal fascino del ragazzo, aveva deciso di prendere parola con lui, sebbene timido e molto diffidente. Dopo diverse ore i due ragazzi erano diventati grandi amici, e adesso si erano ritrovati di nuovo lì, dopo anni passati nell'Ensemble Square insieme.

«Leo, tutto ciò è stupendo» gli aveva confessato il rosso, appoggiando la testa sulla spalla dell'altro. Egli aveva risposto al suo gesto accarezzandogli la guancia, e questo suo gesto aveva lasciato crescere un calore nel petto di Tsukasa sempre di più, come una fiammella che, da piccola, diventa un incendio.
«Hai ragione, tutto questo è meraviglioso. Ma ci tengo tu sappia che tu sei ancora più meraviglioso» gli aveva detto l'arancione, nel mentre si era voltato per guardarlo dritto dritto negli occhi.

Il kohai, che non era riuscito a non ricambiare lo sguardo, si era perso nelle sue magnifiche iridi color verde chiaro, così luminose che potevano racchiudere tutti i raggi del Sole stesso, se solo avessero voluto farlo. Dal canto suo, Leo non poteva a non rimanere stupito ogni volta che si immergeva nei suoi occhi così vispi quanto profondi, come se essi potessero guidarlo all'interno di una galassia parallela alla propria. I due potevano smettere di smarrirsi uno nella bellezza dell'altro, ma essi non erano intenzionati a farlo e mai avrebbero voluto che ciò accadesse.

Nessuno in quel momento sapeva cosa dire, ma forse avevano fatto bene a non parlare. Perché farlo quando potevano lasciarsi andare ai loro sentimenti, soprattutto quello dell'amore?

Come guidati da una forza invisibile, i due innamorati si erano lentamente avvicinati uno al viso dell'altro fino ad unire le loro labbra in un candido bacio. Improvvisamente, tutto intorno a loro era scomparso in una velocità disumana, come se nel mondo, anzi, nell'universo, esistessero solamente loro e nessun altro. E proprio come tutto era sparito in un secondo, tutto era ritornato subito dopo che i giovani si erano separati.

Ma loro non volevano separarsi, anzi. Essi volevamo solamente rimanere l'uno accanto all'altro, in quell'istante e per tutta la loro esistenza. E così, Leo e Tsukasa si erano baciati nuovamente sotto all'albero di ciliegio, e i petali che venivano trasportati dal vento volavano con velocità sulle teste dei due amanti.

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ℚ𝕦𝕖𝕤𝕥𝕒 𝕆𝕟𝕖 𝕊𝕙𝕠𝕥 𝕖̀ 𝕘𝕚𝕦𝕟𝕥𝕒 𝕒𝕝𝕝𝕒 𝕤𝕦𝕒 𝕗𝕚𝕟𝕖! 𝕊𝕡𝕖𝕣𝕠 𝕥𝕚 𝕤𝕚𝕒 𝕡𝕚𝕒𝕔𝕚𝕦𝕥𝕒 Tsuki_Shinykami! :𝔻

𝙿𝚎𝚛 𝚒𝚕 𝚖𝚘𝚖𝚎𝚗𝚝𝚘 𝚎̀ 𝚝𝚞𝚝𝚝𝚘, 𝚌𝚒𝚊𝚞! <3

★𝑺𝒆𝒓𝒚★

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