°•Capitolo 16•°

Abbiamo fatto parecchia strada durante la notte. Non ci siamo fermati un attimo nemmeno per riposare le gambe.

Anzi! Credo di aver incitato proprio io ad allungare il passo. Non volevo altri problemi lungo il tragitto.

Avrò anche i piedi consumati dalle scarpe, ma adesso è l'unica cosa che mi importa meno.

"Hak! Da che parte dobbiamo andare?" Gli domando mentre osservo le colline illuminate dalla luce dell'alba.

Le nuvole hanno preso colore di un rosa pesco brillante. Sono in netto contrasto con il cielo ancora immerso nel blu della notte.

"Ad Ovest" risponde secco.

Sono davvero sicura di continuare per questo percorso?

Tutto questo verde mi ha abbagliato, sento gia il profumo dei fiori, ma d'altro canto cosa ho da perdere?

Ho continuato fino ad ora ed è banale fermarsi proprio qui.

"Abbiamo altri due giorni di cammino cara Lacrima" interviene con fare seccente Cheka.

"Ci siete già stati?" li guardo sorpresa.

"È la terra natale di Hak, giusto pidocchio?" Cheka lo provoca dandogli qualche gomitata.

"Piantala o mangio te per colazione, gattaccio!" gli ringhia contro la testa rossa.

"Allora sarà una città altrettanto pessima" borbotto anch'io nella speranza di farlo incazzare.

Cheka scoppia a ridere sotto gli occhi infuocati di Hak.

"Lacrima vuoi essere cotta al vapore o ben cotta?" ha un esoressione omicida in volto. A me fa solo ridere questo zuccone.

"Ti piacciono le donne a tal punto di mangiarle, eh?" lo stuzzica Cheka.

"Cheka" richiamo l'attenzione dei due avvicinandomi a loro. "Hak in questo momento è solo nervoso perché non ha dormito questa notte" mi atteggio da saputella. "E ora ha anche fame"

"Smettila di fare la saputella e vieni a caccia con me" mi guarda dall'alto in basso con fare superiore.

"Cacciare? Oh no io vi aspetto qui. Sono troppo stanco per correre dietro alle prede" Cheka si sdraia sull'erba e fa per chiudere gli occhi.

"Verrò con te" sbuffo.

"Tanto non riuscirai a cacciare neanche un coniglio" sogghigna Hak.

"Credimi sarà più facile di quanto pensi per me" mi appresto a reggiungere una zona boschiva.

"Non iniziare senza di me!" mi raggiunge lui.

Il bosco si fa sempre più fitto tanto che la luce penetra dalla flora con difficoltà.

"Ehi guarda lì" mi blocca Hak parandosi con un braccio davanti a me. "Una lepre!"

"Ti accontenti di così poco? Allora prendila! È tutta tua!" mi appoggio al tronco di un albero aspettando che lui faccia il passo falso.

Hak balza da un albero all'altro per atterrare direttamente sulla preda. Quest'ultima non ha il tempo di scappare che viene presa per le orecchie dal giovane mago.

"Astuto" faccio un sorriso beffardo.

"Vediamo se sai fare di meglio"

Afferro il brandistocco e lo squarcio dalla fodera. "Posso uccidere con questo anche un cervo a tre teste"

"Stupiscimi" si burla di me.

La terra inizia a tremare all'improvviso.

"Che sta succedendo?" sembra che stia per arrivare una mandria di buoi.

Non molto lontano da noi la terra inizia a sgretolarsi e a spargersi nell'aria.

Dal polverone si intravedono delle zampe gigantesce.

"Che razza di bestia è quella?" Rimango sbigottita quando vedo un grosso verme con le zampe venire nella nostra direzione.

"Spostati Lacrima, lascia fare a me" Hak corre incontro alla creatura con in mano una katana già sfoderata.

Il verme sembra in preda all'ira, sbaita ed emette un verso cosi sgradevole che quello di un leone non è nulla a confronto.

Le sue squame marroni riflettono la luce del sole, e i litri di bava che vengono sputati fuori sono vomitevoli.

"Aspettami Hak!" lo raggiungo brandendo il brandistocco.

"STANNE FUORI! NON È UNA COMUNE BESTIA DI VALLE!" urla il ragazzo mentre schiva i colpi di coda della bestia.

"E allora cos'è?" gli domando mentre arreco di qualche passo.

"È un sottoposto del Dio Ade. Viene direttamente dal tartaro!" Hak riesce a conficcare la spada nel collo della preda e a reciderla, un liquido melmoso e viola fuoriesce dalla ferita e l'odore acre mi contorce lo stomaco.

Mi copro il muso del viso con un bandana nero.

La bestia si dimena e si contorce in versi acuti di dolore.

"HAK ATTENTO!" quel colpo al collo non ha fatto altro che far dimenare  ancora di più il verme. Mentre il mago è intento a tagliare una delle due zampe del mostro quest'ultimo si è contorto su se stesso nella speranza di mangiarlo.

Scatto in una corsa furiosa verso di lui. Un balzo da terra e con un colpo secco decido di infilzare e sdradicare via uno dei suoi occhi.

Il verme stremato dal dolore inizia a colpire qualsiasi cosa con la coda.

Ma questa è la volta buona, il mio orecchino tentenna ed è il momento per dargli il colpo di grazia.

Balzo sulla sua nuca per finire di recidere il suo collo.

"La tua testa è ormai sul mio piatto d'argento" prendo la mira con la spada e-

"LACRIMA!" distratta dal richiamo di Hakares vengo colpita in pieno dalla coda della bestia.

Cado al suolo di schiena sentendomi paralizzata dal dolore.

"Merda!" impreco dal dolore.

Il colpo finale glielo infligge Hak con destrezza e velocità.

Il suo livello di combattimento è straordinario. Non si fa scrupoli ed è scaltro nell'assestare i colpi.

Gli taglia la testa e il verme smette di muoversi all'istante.

"Mai sentito odore più schifoso di questo. Devi essere un demone d basso rango" Hak pulisce la spada con il fuoco e lentamente il sangue grumoso cola verso terra.

Nel frattempo provo a rialzarmi nella speranza di non essere paralizzata dal dolore.

Impreco una volta alzata sui miei gomiti.

"Ti aiuto io" si avvicina Hak.

"Faccio da sola" dico presa dall'ira e dalla vergogna. Mi sono distratta ed è finita in questo modo. Ho silenziato tutto quello che c'era attorno a me e mi sono concentrata su un'unica cosa, uccidere.

"Smettila di essere femminista e fatti aiutare" si piega sulle ginocchia per farsi guardare negli occhi.

"Stronzo sessista" mi alzo in piedi facendo un grosso sforzo.

"Non riuscirai a camminare a lungo ridotta così" mi guarda dalla testa ai piedi.

"Smettila di essere così-" un colpo seccco sul retro delle ginocchia e finisco sulla schiena di Hak.

Le sue grandi mani afferrano le mie cosce e tiene la presa ben salda su di me.

"Fammi scendere!"

"No e sta ferma!"

"Non ti ho chiesto di aiutarmi!" provo a dimanermi ma i miei muscoli fanno ancora tanto male.

"Non puoi non fidarti di me. È su di me che devi contare" alza il tono di voce. "Se hai bisogno di aiuto io sono qui per tenderti una mano e non un coltello alla gola"

"Hmm" non so come esprimere il mio disappunto, ma del resto non mi ha ancora uccisa.

Non è un buon motivo per fidarsi di una persona conosciuta da poco.

**

"Ma era commestibile quella sotto specie di verme?" domanda con noncuranza Cheka. Sta letteralmente divorando quella cosca d'anatra.

"Lacrima ha rischiato di essere uccisa e tu pensi al cibo?!" L'espressione stranita di Hak mi sconvolge.

Si è veramente preoccupato per me?

Ma perché uno zuccone come lui pensa?!

Stento a crederci...

"Andiamo Hak! Sappiamo bene entrambi che potevi ucciderlo in meno di un minuto" lo sguardo perverso dell'ermafrodite mi fa dubitare.

"Piantala Cheka" Sbuffa con aria irritata il mago.

"Perché non lo spieghi anche a me?" mi siedo anch'io attorno al fuoco.

"Perché non lo hai fatto subito?" inarco un sopracciglio.

"Ero stanco, affamato e non ne ho voglia di parlarne" sbotta nervoso Hak.

Questa storia non mi piace. Se fosse stato uno scherzo lo avrei capito subito, ma qui le cose non tornano.

"Vuoi che io mi fidi di te, no? Allora dimostramelo" rispondo seccata mentre lo guardo negli occhi.

Cheka assiste alla scena con fare curioso, ma non esce dalla sua confort.

I suoi occhi color ambra vengono illuminati dal fuoco che divampa tra di noi.

Ha uno sguardo perso, non nel vuoto ma nei suoi ricordi.

La sua pelle è dorata sotto questa fiamma e mi attrae.

"Vado a riposare" si alza e lo vedo scomparire nell'ombra della notte.

Per un momento sono rimasta incantata come se non avessi mai visto un umano.

Nel frattempo Cheka aveva ripreso le sembianze di un gatto.

Stava già esplorando il mondo dei sogni.

Mi stringo in questa vecchia coperta per trovare calore.

Rimuginando su questa missione ho capito che non posso scappare via. È stata una mia decisione di entrare a far parte di una gilda e devo rispettarla e poi non l'ho ancora portata a termine.




















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