°•Capitolo 14•°
L'ansia non è andata via, anzi; sono molto preoccupata.
È già buio, all'entrata della reggia ci siamo io, Hak, Cheka e il Master Bastet.
La Dea ha un volto preoccupato e non fa altro che aggiustare il colletto della giaccia di pelle di Hak.
Il viso di pel di carota è serio, mai vista espressione più neutra.
Bisbigliano e Agami Bastet mi ricorda una giovane mamma preoccupata per il suo amato figlio che sta partendo per la guerra.
Noi però non andiamo in guerra...giusto?
"Fate attenzione" riescono a sentire le mie orecchie dalle labbra del master.
È una missione abbastanza pericolosa a quanto pare.
Agami è sul punto di piangere, capisco la sua sensibilità, ma sta un po' esagerando.
Hakares si allontana dal Master; a capo basso e mani in tasca mi sorpassa e se ne va con tutta la sua armeria sulle spalle.
Si ferma proprio appena fuori dalla reggia.
"Lacrima" le parole della Dea sono un soffio nella tempesta, le trema il labbro inferiore.
"Tesoro vieni qui" apre le braccia ed io a passo cauto mi avvicino a lei, nel momento in cui sento il suo respiro addosso lei mi stringe a sé.
Un tocco inaspettato che mi lascia perplessa e senza fiato. Mi stritola così forte le braccia che non riesco a muoverle.
"Fa attenzione, tesoro. Stai sempre vicino ad Hakares" trattiene un singhiozzo.
"A-agami, cosa le prende? Che ha ora?" Le sue parole mi stanno portando in confusione.
Perché tutto ad un tratto si sta mettendo a piangere.
"Tornate presto a casa. Noi siamo qui che vi aspettiamo" mi stringe a sé ancora più forte, sento la mia spalla destra inumidirsi delle lacrime della Dea.
Senza pensarci due volte, d'istinto...apro le braccia e ricambio il suo abbraccio.
Sento il mio cuore scoppiare a mille e toccare con mano un'altra persona mi fa tremare come una foglia.
Guardo Hak che ha lo sguardo perso nel mio.
Ci distacchiamo dal l'abbraccio.
"Mettiti questa" sulle spalle mi appoggia una giacca di pelle e cuoio.
È fatta molto bene; è della mia misura e mi calza a pennello una volta infilate le braccia nelle maniche.
"Fa freddo fuori e questa ti terrà al caldo" si alliscia le mani sulla pelle della giaccia.
"Ricorda che sei in ottime mani, Lacrima" mi sorride premurosa; tira su col naso.
"Grazie Agami Bastet. Per l'alba noi saremo già di ritorno" sorrido appena per rassicurarla.
"Certo" dice seria trattenendo un singhiozzo.
Mi allontano da lei e mi avvicino a Cheka che mi sorride premuroso da questa mattina.
"Hak. Vieni un attimo qui" dice il Master.
Hakares's P.O.V.
"Ti prego fa molta attenzione" scoppia un'altra volta in lacrime.
Non smette più di frignare da quando ho accettato l'incarico.
Lei è sempre stata contraria, ma prima o poi qualcuno doveva farlo.
"Master mi ascolti" la prendo per i polsi, non smette di muovere quelle mani.
Ho tutta la sua attenzione.
"Noi torneremo-"
"Ti prego non lasciarla mai da sola; è giovane, molto giovane. Proteggila!" Dice a denti stretti.
"Master sta esagerando. Non reagisca così la prego" cerco di farla ragionare.
"Hak siete ancora in tempo per ripensarci" inizia a singhiozzare e a colpire il mio petto a pugni.
"Ti prego è così giovane e inesperta" dice a tono alto ed io sono costretto a tapparle la bocca con un palmo.
"Mi stia a sentire" dico guardandola nei suoi occhi da gatta.
"Noi torneremo" tolgo la mano dalla sua bocca e mi allontano fino a raggiungere Lacrima e Cheka.
"Andiamo"
Lacrima's P.O.V.
Nevicano piume in città e c'è diversa gente in giro per il centro.
Io e gli altri siamo imbavagliati dalla testa ai piedi; abbiamo un fascia nera che ci copre bocca e naso.
La Dea non scherzava quando parlava del freddo della notte.
Rispetto ad Hakares e Cheka sono a molti passi indietro.
D'improvviso, nel silenzio il mio orecchino di piuma inizia a tentennare.
Non è buon segno. Mi giro dal lato destro della città: in una strada vicina, nella penombra dei lampioni passano delle persone coperte da una tunica bordò, tutti indossano una maschera; raffigurano i volti di animali comuni.
Sono in fila per tre e quattro del gruppo portano in mano degli incensi rinchiuse in ampolle d'oro e appese a tre catene.
Cantano, bisbigliano nella notte.
Si sono accorti della mia presenza e una delle maschere si volta verso di me.
La maschera di un topo bianco e scarnito.
Mi dice di seguirlo, lo leggo nelle sue orbite oculari vuote.
Devo seguirlo.
Cambio strada a passi lenti e felpati.
Si dirigono verso la zona più scura della strada.
Una mano calda mi afferra per le spalla. Il mio cuore perde un battito e d'improvviso riesco a risentire tutti i suoni e i rumori della città.
"Dove stavi andando?" Hakares mi cinge le spalle con il suo braccio e mi riporta sulla strada giusta da percorrere.
Lo guardo prima di riguardare quella strada nascosta dalle case.
"Ma...c'erano delle persone lì" indico la strada accanto ma quella processione di persone non c'è più, non sento neanche più l'odore di incenso e i loro canti in quella lingua irriconoscibile.
"Non c'è nessuno da quella parte, Lacrima. Il tuo posto è qui con noi" dice Cheka.
L'ermafrodite mi affianca e sono bloccata tra i due maghi.
"Mi state leggermente soffocando! Non ho bisogno del vostro aiuto!" Dico stizzita.
"E tu levami la mano dalla spalla" guardo male Hak.
"Che ti piaccia o no, la mia mano rimare qui. Queste strade sono belle quanto pericolose" dice arrabbiato.
Non posso vedere bene la sua mimica facciale, ma so per certa che non è una delle migliori.
"Ti odio Hak" sbuffo e guardo dritta davanti a noi.
**
"La casa è questa" dice Hak.
"Alla faccia della casa" commento a bocca aperta: tre piani di casa dipinti in bianco e rifiniture in oro.
Davanti alla porta in legno c'è un uomo che la sorveglia, un uomo in uniforme e fucile a canna.
"Al cambio della guardia noi dobbiamo intrufolarci dentro, la serratura la forzerà Cheka e ci farà da sentinella nel caso qualcuno del distretto di sorveglianza notturna dovesse notare qualcosa" spiega accuratamente Hak.
"Non ti facevo così intelligente" lo guardo di sottecchi.
"Lacrima con tua grandissima fortuna tu verrai con me a fare irruzione in casa" abbassa la fascia solo per mostrarmi il suo sorriso compiaciuto.
"Rimettiti la maschera prima che ti faccia saltare tutti i denti con un calcio" dico in tono minaccioso.
"Ricorda...devi stare sempre vicina a me" spiega il rosso con serietà.
"Hak! Dobbiamo solo ricavare delle informazioni non dobbiamo uccidere nessuno" roteo gli occhi al cielo.
Quanto la fanno tragica, ricaviamo le informazioni e poi andiamo via.
Torniamo a casa, cioè in Gilda.
"Abbiamo due minuti prima del cambio di guardia e sessanta minuti per l'interrogatorio" spiega Hak.
Tutto qui? Un gioco da ragazzi, cosa sono venuta a fare io?
"Mi dici cosa sono venuta a fare se io non devo fare nulla?" Dico con fare annoiato.
"Te lo spiegherò dopo, Lacrima" risponde Hak.
"Io voglio saperlo subito, Hak!" Alzo il tono della voce.
"Non urlare! Altrimenti ci scopriranno e saranno guai seri!" Mi ringhia contro.
Sbuffo sonoramente, so bene che devo picchiarlo un giorno o l'altro.
"Shh! Siamo appena entrati in gioco" dice Cheka.
Infatti è così: l'uomo in divisa si appresta ad allontanarsi dalla casa per cedere il posto all'altra guardia.
Nel momento in cui è di spalle ed è abbastanza lontano dall'ingresso io, Hak e Cheka ci apprestiamo a correre, ci incolliamo alla porta come polipi pronti a fare eruzione in casa.
"Se vedrò qualcosa di strano vi darò un segnale, buon lavoro ragazzi" Cheka una volta aperta la porta ci spinge dentro l'enorme casa e richiude immediatamente la porta.
L'ingresso è immerso in una luce gialla che fa molto antiquariato. Ci sono mobili antichi e tappeti persiani giganteschi.
Sentiamo un vociare nella stanza accanto sulla nostra destra.
Il tintinnio di piatti e posate mi fa subito pensare ad una sala da pranzo.
Hak con passo felpato -grazie ai tappeti lussuosi fatti a mano- raggiunge la sala da pranzo.
Ha in mano una rivoltella e solo adesso me ne sono accorta.
Io sono alle sue spalle e non so come fermarlo.
Davanti a noi ci accoglie una famiglia intenta a finire la loro cena: due ragazzi, una donna e un uomo a capotavola.
L'uomo incrocia lo sguardo di Hakares e sembra parecchio sorpreso.
"Non fiatate stronzi!" Dice in tono minaccioso il rosso.
"Hak che stai combinando? Cosa cazzo ci facciamo qui?" Vado nel panico i due ragazzi seduti a tavola sono parecchio spaventati e ne ho tanta anch'io.
"Zitta! E soffia questi nell'aria" Hak mi passa due flaconcini in vetro; contengono una strana polvere gialla che brilla sotto la luce dello sfarzoso lampadario.
Mi tremano le mani e non so se obbedire o meno. Non mi aspettavo questo suo comportamento inaudito davanti a una famiglia innocente.
"APRI QUEI CAZZO DI FLACONI, LACRIMA!" Mi urla Hakares.
Mi muovo in fretta a svuotare i flaconi sul mio palmo della mano e soffiare i brillantini nella stanza.
La polvere si dissolve nell'aria e d'improvviso gli animi agitati della famiglia si placano.
Sono diventate statue, non si muovono, sorridono e stanno in silenzio.
"Cos'è questa roba, Hak?" Butto a terra spaventata i due flaconi; vanno in mille pezzi e sento le mie scarpe calpestarne i cocci.
"Stronzo! Pezzo di merda!" Hakares si avvicina con fare minaccioso all'uomo seduto a capotavola.
"Figlio di puttana!" Lancia a terra la rivoltella e gli mette le mani al collo.
"HAK NO!" Mi avvicino a lui per staccarlo da quell'uomo che è appena caduto dalla sedia e non riesce nemmeno a muoversi.
"Sta ferma, lì!" Mi ordina, i suoi occhi sono iniettati di sangue, la sua rabbia è così forte che sento mi stia spogliando dall'interno.
"Chi è lui, Hak?" Dico nel panico. Il corpo trema, vibra come una corda di violino e il mio arco è Hak.
"Lui, questa famiglia del cazzo sono solo dei sicari che ammazzano bambini come me, te e Cheka per sterminare l'era dei metamortali; gettano in camere ardenti i loro corpi bruciati oppure gli danno impasto agli animali" si toglie la fascia dal viso e si mette a cavalcioni su quell'uomo ancora rimasto bloccato sulla sedia rovesciata a terra.
"Guarda questa faccia stronzo! Sarà l'unica che vedrai prima di morire!" Lo prendo per il colletto della camicia.
Io non posso credere a ciò che ha detto. Esiste ancora gente devota agli Dèi che ammazza bambini? Mi sale il ribrezzo.
"Le vostre sette politeiste verranno sterminate, bastardo! E sarò io a farlo!" Hak inizia a colpirlo con un gancio destro e poi sinistro.
La sua faccia sta sputando sangue, gli ha appena rotto il naso e quell'uomo non si è mosso di un millimetro per controbattere.
Cos'è quella polvere?
"Hak basta smettila!" Mi avvicino a lui per spostarlo da lì.
"No! Lui deve morire come tutti i suoi compagni di setta, come anche gli Dèi! DEVONO TUTTI MORIRE!" Urla come un pazzo.
Mi fa male vedere una persona che non può reagire stare ferma e non cacciare nemmeno una lacrima dagli occhi.
Sua moglie e i due ragazzi sono lì che guardano il vuoto con un sorriso falso stampato sul volto, ma so che dentro di loro stanno cercando dì ribellarsi.
"Che c'è, stronzo? Vuoi uccidere anche me, ora?" Con una mossa studiata, Hak prende dalla fodera che porta attaccata alla schiena una sciabola dalla lama spessa e molto larga.
"NO HAK! FERMATI!" Urlo andandogli incontro.
"HAK NON LO FARE! NON SEI COME QUESTE PERSONE!" Urlo tra le lacrime, ma quando ho visto la sua lama affondare nel cranio dell'uomo ho capito che era ormai troppo tardi.
Gli ha aperto in due la testa e il sangue sta uscendo fuori a schizzi.
Le mie lacrime si mischiano con le gocce di sangue che ho sulla faccia.
"SEI UN PAZZO! UN BASTARDO! COME HAI POTUTO?" Urlo contro Hak tra le lacrime.
Non riesco a camminare, le gambe cedono al suolo e scoppio in un pianto isterico.
"Ti prego fermati!" Dico tra i singhiozzi.
Sento Hak alzarsi in piedi e venire nella mia direzione, mi abbasso al suolo con la testa e la copro con le braccia; ho seriamente paura che possa far male anche a me.
Si ferma davanti a me infilza la lama accanto alle mie braccia.
"Lacrima. Lui era venuto per uccidere quelli come me e te. Queste persone hanno l'incarico di uccidere i maghi che hanno più di un singolo potere" riesco a sentire le sue mani sulla mia testa, mi sposta le braccia e prende il mio volto tra le mani.
"Era da un po' che ci osservavano, Lacrima. Stavano aspettando il momento giusto per ucciderci entrambi" mi regge con due dita sotto il mento. Ho gli occhi chiusi, non mi capacito ad aprirli per vedere i suoi occhi, gli occhi di un mago assassino.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top