✧𝚙𝚛𝚘𝚕𝚘𝚐𝚘✧


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Ciao, benvenuti! Non so se la storia che ho da raccontarvi vi piacerà, se vi annoierà, o se ve la scorderete. Io, però, vorrei provare comunque a narrarvela.

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Mi presento, sono Veronica; abito a San Diego, in California, dove mi sono trasferita una decina di anni fa or sono. Infatti, sono qua, nel salotto del mio appartamento, davanti a una finestra che dà sulla città. L'aria calda di inizio autunno sembra penetrare attraverso i vetri, perché si avverte un clima quasi di malinconia; quella che si ha alla fine delle vacanze, quando si sta per ricominciare la scuola, e si vorrebbe ritornare indietro, rivivere quei pochi mesi di libertà; ma allo stesso tempo, c'è ancora qualche ricordo vivo tra le nuvole in cielo e i sassi per strada, tra le palme e gli edifici, e sembra quasi ancora estate. Specialmente qua a San Diego, dove è sempre caldo e soleggiato, e nell'aria si respira un'aria di svago e divertimento. Un'aria americana, direbbero coloro che non sono abituati a questo meraviglioso stato.
Il sole tramonta leggero all'orizzonte, lanciando raggi di colori caldi e confortevoli lungo le lunghe e brillanti finestre dei grattacieli. Tra poco arriverà la notte, con le sue mille luci, la musica per strada e i bar brulicanti di giovani in cerca di qualche falsa gioia. La notte risveglia molti ricordi in me, ricordi di quando anche io cercavo con speranza il senso della mia vita nei localetti americani. La cosa, però, è un po' diversa: mentre loro lo cercano ai banconi, frugando tra bicchieri e bottiglie di alcolici e dondolando sulle labbra di amici e sconosciuti, io preferivo stare in un'altra zona: il palco. Dio, quante volte sono salita lì sopra imbracciando la mia chitarra, sorridendo ai miei amici, aspettando il via dettato dalle bacchette del batterista e poi scatenandomi tra le corde del mio amato strumento, dando tutta me stessa. Che ingenua che ero.

Certo, ho continuato a coltivare questa passione. Di fatto, ce l'ho ancora adesso la mia chitarra, tra le mie braccia. Mi sto allenando per rilassarmi, far passare il tempo, sentirmi bene. Come sono arrivata qua?
Beh, avevo molte amiche che avevano il mio stesso sogno. Sì, anche amici, anche i miei compagni di band, certo. Ma mi ricordo con nostalgia di quelle mie amiche in particolare. Non le vedo né sento da davvero molto, e la cosa mi fa ancora male. Dopo che ho smesso di suonare, ho deciso di rimanere qua, a San Diego, città di cui sono sempre stata innamorata. La prima volta che venni qui, fu per una vacanza studio, per allenarmi con l'inglese e qualcosa di spagnolo, essendo più vicina al Messico e potendoci andare facilmente. Da allora, il mio cuore è rimasto qua. Affittai un appartamento, ben più piccolo e scomodo di questo, e iniziai a cercare lavoro. Poi mi imbattei in una piccola scuola della città. Cercavano un'insegnante per le scuole medie. Un'insegnante di musica. Senza dire altro, accettai di farlo. Tutt'ora insegno, essendo da qualche anno trentenne; ai ragazzi fa bene una figura vicina a loro, che li guidi per le note dei pentagrammi e le corde degli strumenti. Mi piace come lavoro, a dire la verità; però mi mancano le vibrazioni della musica attraverso il petto, il pubblico caotico infinito davanti ai miei occhi, correre per il palco suonando rapide note sulla mia chitarra e urlare senza sentire la mia voce, tanto il volume della musica e della mia vita era alto. Ma erano altri tempi, e si tira avanti, no?

Oddio, il campanello ha iniziato a squillare. Chi può essere? Il mio compagno, Victor, lavora fino a tardi in ospedale; mia sorella è in Italia, nella sua tranquilla baita in montagna, quella dei suoi sogni; i miei genitori sono a casa, a Verona, come sempre. E non ho nessun altro, a dir la verità. Sono poche le persone nella mia vita, ormai.
Mi alzo, appoggiando delicatamente il mio strumento sul divano grigiastro, e mi avvio verso la porta. La socchiudo, con la curiosità e l'ansia che salgono strisciando lungo il mio collo e la mia gola. Poi allungo l'occhio. No, no, no, non può essere davvero lei.

-Ni... Nikki? Sei... sei tu?-

La ragazza, che stava scorrendo gli occhi per il corridoio, li appoggia su di me. Sì, è lei. Ha i lunghi capelli scuri legati in una grossa treccia laterale, gli occhi curiosi, il viso delicato, e, beh, i suoi soliti vestiti di sempre. Nessuno andrebbe mai in giro con un reggiseno scuro, una giacca da moto molto larga e dei pantaloni a zampa dopo il 2030, ma che dico, anche solo dopo il 2000. Eppure lei sì, e le stanno pure d'incanto, non come a me che non stanno bene nemmeno gli abiti fatti su misura. E' certamente lei, la mia vecchia, cara Nikki di sempre.
Lei mi sorride raggiante, quasi incredula di vedermi, e mi corre incontro, stringendomi in un abbraccio. Per i primi istanti fatico a crederci, poi la stringo a mia volta.

-Dio, Nikki, che ci fai qui? Pensavo fossi via, insomma, o a Los Angeles. E poi, non avevi il tour? E hai trovato un lavoro stabile, alla fine?- dico, ridendo. Lei si stacca da me, tenendo tirato il suo solito sorriso. In realtà, era molto che non la vedevo così allegra. Da quando... sì, beh, è una storia fin troppo lunga per stare qua a raccontarvela, e di sicuro vi annoiereste.

-Vix, che domande fai? Mi sei mancata, Dio, e quanto! E tu mi accogli assalendomi di domande?-

Ridiamo, ancora quasi senza credere davvero che quest'incontro sia reale. Mi piace quando mi chiamava così, "Vix". E' il soprannome che usavo quando suonavo, e con cui mi chiamavano gli altri della band.

-Sì, giusto, scusami. Entra, ti preparo qualcosa.- rimedio, invitandola a prendere posto nel salotto ampio, e avvicinandomi alla cucina.

-Hai qualcosa di forte?- mi chiede lei dal divano, facendomi ridere.

-Jack Daniels?- propongo, tirandone fuori una bottiglia da uno scaffale e appoggiandola al tavolino.

-Perfetto!- esclama lei, alzandosi e avvicinandosi a me. Le riempio un bicchierino, poi glielo metto davanti. Appoggio la bottiglia lì accanto, mentre mi metto della limonata in un altro, e bevendone un sorso.

-Non bevi?- scuoto la testa. Ho smesso da quando, dopo un tour, non ricordavo praticamente nemmeno di averlo fatto. Dovetti operarmi al fegato, per questo. Se bevo un goccio, non smetto fino a stare male sul serio. Ormai sono cinque anni che non tocco un bicchiere di alcolico, Vic mi ha aiutato molto in questo.

-Ah, comunque, Vix, sono qua anche per un altro motivo.- inizia lei, appoggiando il bicchierino di Jack Daniels e inspirando. Io annuisco, invitandola a continuare. Lei sorride, ripensando a cosa dire.

-Beh, vedi, è una storia piuttosto lunga...- prosegue, guardandomi fissa negli occhi.

-E riguarda Ali.-

A quelle parole, quasi mi strozzo con la limonata. Non ho avuto nemmeno io il coraggio di dire quel nome, non mi sarei mai aspettata che sarebbe stata lei a farlo, e con così tanta naturalezza. Tossicchio per mandare giù la bevanda, poi torno a guardarla.

-Non fare quella faccia, non sono venuta qua con il cuore infranto come quella volta, anzi.-

Sorrido, sollevata da quell'affermazione.

-E' una storia a buon fine, questa volta, Vi'.- mi sorride, e anche io non posso farne a meno. Quando era tornata quella sera, distrutta dal litigio con Ali, c'era mancato pochissimo perché si suicidasse. Se non fossi stata lì, su quel ponte, in quel momento, la mia migliore amica, nonché una delle persone a cui sono mai stata davvero affezionata, non mi starebbe di fronte ora, e il solo pensiero mi mette un nodo alla gola. Mai, mai più sarebbe ricapitata una cosa del genere. Infatti, lei è l'unica delle mie vecchie amiche con cui mi sono sentita più recentemente, anche se solo per messaggi e chiamate. La mia vita non sarebbe stata la stessa senza quella splendida bassista fattona che mi aveva fatto credere nei miei sogni sin dal primo giorno in cui ci siamo parlate.

-Raccontami, allora.- le dico, incalzandola. Lei mi sorride enigmatica, poi sorseggia il Jack Daniels, e inizia a narrare.



🕳️🚴‍♀️Angolo autrice🕳️🚴‍♀️

Buongiorno amicheh

Mi avete dato voi l'idea per questa ff queendi non lamentatevi.
Mi sento ispirata e la sto facendo.

Come vi è sembrata?

Insomma, spero decente, visto che é, attenzione...



LA PRIMA ALINIKKI A LIVELLO MONDIALE mai esistita nella storia.



Epicità a palate-

Comunque, anche se finora ci siamo solo io e Nikki, a breve si aggiungeranno moooolti personaggi (aka voi lmao).
Non arrabbiatevi per cose che vi succedono heheh
Ah e Ali e Nikki, anche perché avete litigato-
Non spoilero ma non sono una veggente (e lo spero, da quel che ho scritto, onestamente) (tranne che per San Diego) e non penso sia tecnicamente possibile che voi due litighiate, queendi tranquille :D

Detto ciò, ciao a tutteh e al prossimo capitolo :)))

P.S.: zia Stella, a che punto è la cottula del cane pel cena?

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