-Conoscete qualcuno che ci possa aiutare?- chiese infine Nikki, con voce quasi disperata.

Aveva paura. Paura dei paparazzi, paura di quello che avrebbero detto gli altri, paura di quello che le sarebbe successo, paura di perdere Ali.
Paura.
Era tanto che  non ne provava di così forte. Quasi poteva sentire il suo cuore battere, nonostante il suo battito non fosse più forte del solito. Le mani tremavano, le ciglia cacciavano indietro le lacrime.
Paura.
Quell'orribile sensazione che avresti potuto fare qualcosa in più per evitare tutto quello. Quel presentimento che non avresti dovuto essere lì, che hai sbagliato tutto nella tua vita. Quel sentimento che ti fa trasalire fino all'ultimo osso della spina dorsale, che ti rizza i capelli, che ti annoda la gola in modo fatale.

Silenzio. Fede compagno della paura, questo senza dubbio.
La ragazza pensò per un attimo di essere in una stanza vuota. Alzò gli occhi. A smentire quella sensazione, sei ragazze e un ragazzo erano sedute davanti a lei, anche loro ad altrettanto disagio. Tutti sembravano persi nei pensieri, con le labbra socchiuse, come se cercassero di spolverare i più remoti ricordi.

-Allora? Proprio nulla? Siamo rockstar, ci conoscono milioni di persone! Possibile che non conosciamo proprio nessuno, invece?-

Quella frase d'incoraggio, dettata dalla voce nervosa di Frazy, risultò molto più amara di quanto si potesse immaginare.
In molti si scambiarono occhiate. Sarah accarezzò la spalla di Stella, rassicurandola; Jok, Sele e Tess, sedute vicine, si mormorarono qualcosa con espressioni funebri. La tensione era alta come mai era successo in tutta la carriera dei The Hecklers.
Poi, gli occhi di Sarah si illuminarono.

-Credo di sapere a chi possiamo chiedere aiuto!- esclamò, inaspettatamente con un barlume di speranza negli occhi. Gli altri, invece, acquistarono un'espressione incuriosita.

-Irene! Ve la ricordate dal campo in cui ci siamo conosciute? Suonava la chitarra ritmica!-

Sui volti di alcuni si appisolò del dubbio, come se non capissero a chi si riferisse; altri, invece, sembrarono illuminarsi, quasi a esclamare un "Ma certo!" da tutti i pori.

-Ho una domanda, però.- disse allora Frazy.
-Come facciamo a contattarla? E' passato tanto tempo...-

-Dipende. Per quanto mi riguarda, non è passato così tanto tempo.- disse una voce alle spalle del gruppo. Tutti si voltarono, stupiti.

-Ali!- esclamarono allora in coro gli amici, increduli. In molti - per non dire tutti - le corsero incontro, assalendola di domande. Solo Nikki rimase esattamente dov'era, immobile, come pietrificata. L'altra ragazza, dopo aver salutato e abbracciato tutti, la vide, e corse verso di lei. La strinse a sé, e una sensazione di calore pervase il petto della bassista, che non riuscì a trattenere un sorriso spontaneo, mentre gli occhi le si bagnavano di gioia. Poi Ali si staccò dall'abbraccio, prese il suo viso tra le mani e la baciò come se fosse l'ultima cosa che avrebbe mai fatto. Nikki ricambiò, tra le lacrime, e la strinse a sé, mentre gli amici fischiavano, incredibilmente più felici di prima.

Pochi minuti dopo, anche Ali si era unita al gruppo, seduta - sotto obbligo degli altri - sulla poltrona più comoda, la flebo accanto.

-Non credo di avervene mai parlato bene, ma ho mantenuto buoni i rapporti con Irene. Non tanto tempo fa, sono andata ad una festa di una mia cara amica del liceo, dove l'ho incontrata di nuovo. Ci siamo scambiate quattro chiacchiere, e ci siamo date i numeri di telefono. L'ho trovata bene, si ricordava bene di noi.- disse con un sorriso amaro.
-Sono certa che ci aiuterà senza esitare. Probabilmente avrà visto i servizi di gossip in tv, avrà già un'idea di quello che ci è successo...-

-Perfetto! Per una volta, tutto sembra essere dalla nostra parte!- esclamò Tess, emozionata.

-Non gufarla.- la frenò Stella, pur sorridendo a trentadue denti.

Ali prese il cellulare, ma, essendo ancora un po' debole e avendo un forte mal di testa, lo affidò a Nikki e Frazy, che cercarono la vecchia amica nei contatti. Poco dopo, la stavano già chiamando.
La prima volta, non rispose. Il telefono continuò ad emettere quell'irritante suono per molto tempo, a vuoto. Ostinate le ragazze la chiamarono una seconda volta, e una terza.
Nessuna risposta.

Tutti sembrarono improvvisamente delusi, come se avessero realizzato di aver creduto fino all'ultimo ad un'illusione.
Ali mormorò un "Ma com'è possibile...", mentre tutti scuotevano la testa. La sala d'attesa dell'ospedale di riempì di nuovo di silenzio.

-Vorrei aiutare...- iniziò a dire Rick, dopo essersi schiarito la voce.
-Ma tutte le mie conoscenze sono in ambito del commercio musicale, e credetemi, non so chi sia più corrotto tra di loro. Ci tradirebbero senza esitare, solo per un po' di soldi. Per quanto riguarda trovare una casa discografica che vi promuoverebbe così come siete, non dovrebbe essere un problema; ma ora siete sulla cresta dell'onda, e avete tutti i media contro di voi. Ho dato un'occhiata a quello che dicono su di voi, e ci sono teorie così assurde da essere surreali: che Nikki abbia avvelenato Ali fingendo di amarla per una carriera da solista, che gli altri membri abbiano sabotato il concerto per liberarsi di voi due, che in realtà sia tutta una messa in scena per guadagnare più soldi...-

Tutti si guardarono silenziosamente, quasi sgranando gli occhi.

-Solo noi sappiamo la verità. E dobbiamo farci sentire, inventare qualcosa di più forte di queste voci... avete milioni di fan in tutto il mondo, dovete solo approcciarli nel modo giusto.- concluse poi, passandosi una mano tra le morbide ciocche corvine, che ricaddero sul viso con delicatezza.

-Ma come? E' una follia, senza aiuti è impensabile riuscire a farcela!- esclamò Nikki, con tono disperato. Avrebbe voluto avere la forza di salvare la situazione, di realizzare quello che diceva Rick e salvare i The Hecklers dal fallimento... ma non trovava il coraggio di farcela. Guardò Ali. Nonostante il suo splendido sorriso e la sua incredibile bellezza anche in quel momento, era ancora debole; non ce l'avrebbe fatta a resistere nemmeno a una prova in studio, figurarsi un concerto.
Guardò allora Stella, accoccolata a Sarah. In quel momento, sembravano entrambe così vulnerabili e dolci, come se rimanere in quell'abbraccio fosse tutto quello che volevano dalla vita, niente lotte o piani complicati.
Passò poi a Tess. La sua piccola sorellina, così dolce e innocente, che aveva sempre cercato di aiutarla. Un sorriso debole affiorò sulle sue labbra, nel vederla finalmente lì, con lei. Accanto a lei, invece, Sele tossicchiò, stringendo a sé la coperta che la teneva al caldo in quel freddo posto.

-Forse... forse potrei aiutarvi. Insomma, non sono famosa come voi, ma ho comunque qualche fan in Italia. Potremmo andare là, chiedere aiuto anche alle mie conoscenze e ripartire daccapo. Come dire, far sparire i The Hecklers dai fari per un po', così che si calmino le acque. Poi registrare un nuovo album, farlo uscire e organizzare un tour tutto incentrato su questioni che non avete mai toccato nelle vostre canzoni e nella vostra carriera - come una rivendicazione della libertà che vi è stata tolta.-

Tutti sembrarono concordare con quel piano, felici di poter tornare nel loro paese d'origine dopo così tanto tempo.

-Ho solo una domanda: come faccio con la casa discografica?- disse Jok poco dopo.

-Non dovrebbe essere un problema,- rispose tranquillamente Frazy, seduta accanto al ragazzo che la guardò con tono sorpreso.
-Appena denunceremo il nostro ex manager, perderà sicuramente il suo ruolo. La gestione quindi passerà al suo legittimo erede, no? E abbiamo l'incredibile fortuna di averlo dalla nostra parte.- aggiunse poi, stringendo la mano che teneva in quella di Rick. Lui, di tutta risposta, la guardò ancora più confuso, come se avesse realizzato quella cosa solo in quel momento. Il suo viso si illuminò di una nuova speranza, che brillò negli occhi celesti.

-Hai ragione! Sei la migliore!- esclamò, lasciando un bacio timido sulla guancia della ragazza che, nascondendolo, sorrise automaticamente.

-Potete certamente contare su di me, quindi. Vi accompagnerò volentieri in Italia, e vi prometto che mi impegnerò a imparare perfino un po' di italiano, se necessario.- disse, sollevando qualche risatina tra le amiche. Sorridendo, guardò Nikki che, stupita dalla gioia che brillava in quegli occhi così spensierati, fece un cenno, abbozzando anche lei un sorriso. Il ragazzo mormorò un "Grazie", per poi fare scuotere leggermente il capo e tornare a parlare con Sele, che gli aveva chiesto qualcosa riguardante il commercio musicale e i tour.

Nikki, allora, si girò verso Ali, e si accorse solo allora che la ragazza aveva continuato a guardarla. Arrossendo, si alzò e si avvicinò a lei, prendendole la mano.

-Ce la faremo, te lo prometto.- sussurrò, persa in quegli occhi color caramello che le stavano dicendo molto più di quanto le parole potrebbero mai esprimere.

***

-Ora ci rimane solo una cosa, molto più pratica, da decidere.- concluse Stella, dopo una lunga discussione sul "piano di battaglia".
-Come cacchio ci andiamo in Italia senza essere beccati dai paparazzi?- aggiunse, con voce cinica.

Tutti si guardarono, sperando che uno di loro avrebbe tirato fuori l'idea del secolo.
Infatti, nessuno parlò.

Ad interrompere quel silenzio imbarazzante, ci pensò lo squillo di un telefono. Tutti si voltarono contemporaneamente verso un tavolino, su cui era rimasto appoggiato il telefono di Ali.
Subito, Frazy, Tess e Nikki scattarono per prenderlo.
"Fa che sia Irene, fa che sia Irene, fa che sia Irene..." fu tutto ciò che la bassista riuscì a pensare in quel momento, credendo in quelle parole fino all'ultimo.
Era un numero sconosciuto. Pensando che fosse l'amica con un altro telefono, le amiche risposero.
Per un attimo ci fu silenzio. Poi...

-Ali? Ali, sei tu? Stai bene?-

"Non ci posso credere..." stava per esclamare Nikki, ma si trattenne.

-Ali? Come va? Sei in ospedale? Cosa ti è successo? Ali, rispondimi, ti prego!-

-JAIM!- esclamò Rick, balzando in piedi.

-Come osi chiamare dopo tutto quello che hai fatto?!- aggiunse allora Sarah, con rancore nella voce.

-Lascia in pace Ali!- disse allora Nikki, rivolta verso il telefono in vivavoce ancora stretto tra le mani tremanti di Tess.

-Ra-ragazzi? Che... dov'è Ali? Che le avete fatto?! Giuro che vi denuncio se non sento la sua voce! Voi e i vostri maledetti pensieri sul vero amore!  Mi avete tolto tutto, tutto!- esclamò il ragazzo in chiamata con voce rotta e disperata. Più che sembrare sincero e dispiaciuto, però, sembrava più arrabbiato e pieno di odio.

Stella avvicinò il telefono prendendolo dalle mani di Tess, e li accosto alle labbra.

-Una cosa, Jaim, è una la cosa che devi sapere.- disse con voce calma, quasi allegra.
-Vaffanculo!- aggiunse, mettendo giù.

-Tutto dimenticato, quel deficiente compreso.- disse poi, con noncuranza, mentre porgeva il cellulare alla proprietaria. Tutti la guardarono sbalorditi, come se non avessero realizzato quello che era appena successo.

-Allora? Dobbiamo trovare un modo per andare in Italia sotto copertura o sbaglio?- chiese, rivolta agli amici con voce seccata.

Poco dopo, tutti si erano già messi all'opera con appunti, contatti e aneddoti che pensavano avrebbero aiutato a trovare una soluzione valida per riuscire a scappare. Intanto, Nikki e Ali rimanevano in silenzio, mano nella mano. Preferivano lasciar lavorare gli altri, non per pigrizia, ma perché non avevano altre idee e non volevano intralciare il lavoro.
Nikki, accarezzando il dorso della mano dell'amata con il pollice, cominciò a pensare a cosa effettivamente avrebbero potuto fare. I giornalisti e i paparazzi erano ovunque, e le avrebbero trovate di sicuro. Dovevano poter contare su qualcuno, qualcuno che le avrebbe aiutate e che avesse contatti con l'Italia. Al momento non le veniva in mente nessuno, mentre passava in rassegna i nomi di tutte le persone che conosceva nel paese d'origine, ma dopo essersi trasferita a Los Angeles aveva abbastanza perso i contatti. D'altronde, nemmeno in America si era messa in simpatia a molte persone, per via del suo modo di fare - lo stesso modo che l'aveva cacciata da tutte le band della città degli angeli e oltre.

Sospirò, un po' delusa dal fatto di essere di così poco aiuto, e guardò gli amici che si grattavano la testa e mordicchiavano le penne, in cerca di una soluzione.

-Travestirsi e truccarsi non è fattibile, dobbiamo comunque mostrare i documenti ed essere riconoscibili.- stava dicendo Jok in quel momento, mentre giocherellava con il tappo di una penna.

-Lo so, ma non mi viene in mente nient'altro. Non conosciamo nessuno all'aeroporto, nessuno che non ci tradirebbe, almeno.- rispose allora Sarah.

-Voi che dite?- chiese Sele, rivolta a Nikki ed Ali, che sembrarono ritornare improvvisamente alla realtà.

-Se solo Irene rispondesse...- pensò ad alta voce la più piccola, con tono pensieroso.

-Beh, non so se abbia ancora contatti affidabili in Italia, ma Vix è qua in California! Sarebbe una bella occasione per rivedersi, potrebbe venire con noi, no?- esclamò invece Nikki. Le amiche annuirono, mormorando degli "E' vero!".

-Ali, scusami la domanda... ma sai qualcosa di Irene? Che so, che lavoro faccia, dove abiti adesso...?- chiese Frazy con voce gentile.

-Sì, beh...- farfugliò Ali, massaggiandosi un poco la testa per un evidente dolore.
-So che anche lei si trova qua in California per un po' di tempo, non so che piani abbia per il futuro. Dovrebbe essere per una qualche sorta di riconoscimento specifico dopo anni di studio di chitarra ritmica, credo...- continuò. Si interruppe, però, per una fitta di dolore, e subito Nikki, allarmata, cercò di aiutarla.

-Ma cavolo, un modo ci sarà, no?- disse Stella, con tono stanco.

E, proprio quando nessuno ci sperava più...
Il telefono di Ali squillò un'altra volta.

🦖🧍 Spazio autrice 🧍🦖

Comunque questa storia mi sa un po' da cringe ma okay. Fingiamo che sia decente.
Tanto l'ho scritta a caso, per cui-

Cooomunque come va?

Io sono abbastanza on holiday thanks la mia compagna positiva, per cui si vedrà, ecco.
Comunque penso che questo sia il terzultimo o il penultimo capitolo.
Più probabilmente terzultimo, queendi probabilmente potete capire qualche cosetta ormai.

So che tredici capitoli sono pochi, ma ognuno di essi ha almeno almeno 2000 parole e qualcosa, per cui non sono brevissimissimi.
Poi ci sarà il prequel e, probabilmente, il sequel, se vi interessa.

Statemi beneh :D

Sciau bellishimeh