9.

Le mie lacrime continuarono a bagnare il cuscino per tutta la notte.

Non avevo molte possibilità di movimento, così cercai di girarmi di lato, e tirai le ginocchia al petto.

I miei polsi dolevano, legati alla testiera del letto.

I segni sul collo pulsavano e bruciavano ancora.

Nella stanza c'era talmente tanto silenzio che riuscivo quasi a sentire il battito del mio cuore ed il pulsare del sangue nelle mie vene.

Odiavo tutta quella situazione.

Odiavo dover passare il tempo praticamente al buio.

Odiavo i vampiri con tutto me stesso.

Volevo tornare a casa, tornare a tre anni prima quando per quanto fosse possibile, ero davvero felice.

Così felice, con mia madre che mi proteggeva da tutto e da tutti.

E mi mancava mia madre, Dio, l'avevo vista morire davanti ai miei occhi dopo avermi salvato la vita.

Era colpa mia se ora non c'era più.

Era tutta colpa mia.

Mia madre che era riuscita a rimanere forte nonostante la morte di mio padre a causa di uno stupidissimo e maledettissimo cancro al cervello, scoperto decisamente troppo tardi.

Mi mancava mio padre, nonostante ricordassi poco di lui, essendo morto quando avevo 5 anni.

Non potevo non pensare al fatto che ora ero solo.

Completamente solo.

Ero orfano di entrambi i genitori e non avevo più neanche Jungkook.

Nessuno mi avrebbe cercato.

Non sarei mancato a nessuno.

A casa non mi avrebbe aspettato nessuno.

Nessuno.

Pensavo a tutto questo, e riuscii a chiudere gli occhi ed addormentarmi solo quando credevo stesse per sorgere il sole.

Ma il mio riposo durò poco, perché venni svegliato da una sensazione non poco fastidiosa.

Avevo urgente bisogno di andare in bagno, ma ovviamente ero legato al letto, e non sapevo come fare.

Non volevo vedere Yoongi, ma fui costretto a chiamarlo per evitare di sentirmi male.

"Ho bisogno di andare in bagno" dissi quando lui entrò in stanza.

Mi osservò, per poi avvicinarsi a me e slegarmi i polsi.

Un sospiro uscì dalle mie labbra quando le mie mani furono finalmente libere dopo una nottata insonne.

Mi alzai lentamente, sentendo lo sguardo di Yoongi su di me, e mi avvicinai al bagno, accorgendomi solo dopo aver aperto la porta che lui era ancora dietro di me.

"Che cosa c'è?" chiesi con fare scocciato.

"Sbrigati a fare quello che devi fare" mi rispose lui.

"Oh, non lo farò di certo davanti a te" ribattei.

"Non mi muoverò da qui finché non avrai fatto" disse lui con tono piatto.

"Potrebbe volerci un po' allora, sai, mi metti soggezione, e non riuscirò a fare un bel niente..."

Lui restò immobile dov'era.

"Oh, andiamo, dove vuoi che scappi? Pensi che riuscirei ad entrare in una finestra di venti centimetri?! Oppure, giusto, potrei infilarmi nel water, perché no?" dissi guardandolo.

Yoongi alzò un sopracciglio, sbuffando sonoramente, poi chiuse la porta del bagno ed urlò un altro "Sbrigati"

Dio, non ci vuole tanto a fare un po' di pipì. Mi dissi.

Finalmente mi liberai. Mi guardai allo specchio, osservando il segno ancora fresco che aveva fatto poche ore prima.

Sospirai, ricacciando indietro le lacrime, ed uscii dal bagno.

"Fatto" dissi con sufficienza.

Lui scattò verso di me, spingendomi al muro. "La mia pazienza sta per finire, Jimin. Smettila di rispondermi in questo fottuto modo"

"Oppure? Cosa farai? Cosa c'è di peggio di tutto questo? Mi ucciderai? Oh no, non lo farai perché sono il tuo giocattolino, e perché devi capire per quale cazzo di motivo posso toccarti senza che tu bruci, giusto?" dissi in un'esplosione di rabbia.

Ma mi pentii subito di averlo fatto.

I capillari intorno ai suoi occhi si scurirono e questi ultimi divennero rosso sangue.

Strinse la mascella e corrugò la fronte.

Merda. L'avevo fatto incazzare.

"Oh Dio..." sussurrai a me stesso.

Lui avvicinò il suo viso al mio.

"Credi davvero di essere nelle condizioni di minacciarmi? Perché se è così, sei solamente un povero illuso" bisbigliò, gli occhi rossi di rabbia.

"Cosa credi, che io sia un tuo fottutissimo amico al quale puoi dire ogni cosa? Oh no, Jimin. Sei fuori strada. Completamente fuori strada. Qui, si fa ciò che dico io, e qui, io dico che tu non devi azzardarti a rispondermi. Tutto ciò che devi fare è obbedirmi, dolcezza, sono stato chiaro? O devo ripetertelo per la milionesima volta?"

Disse ad un centimetro dal mio viso.

Sospirai, e sostenni il suo sguardo, non rivolgendogli parola.

"Dammi una cazzo di risposta!" Urlò poi.

Sussultai, e feci come disse.

"Mi pareva di aver capito che non dovevo rispondere, o sbaglio?"

L'espressione che aveva sul suo volto divenne indecifrabile.

Probabilmente si stava trattenendo dall'ammazzarmi.

Mi spinse verso il letto e mi ci fece cadere di schiena, mettendosi velocemente sopra di me.

Cristo, perché non riuscivo mai a tenere la bocca chiusa?!

Ero sempre stato così, non riuscivo a trattenermi dal rispondere e dal provocare la gente.

Ma beh, provocare un vampiro era sicuramente peggio.

"Non so davvero se il fatto che mi tieni testa mi faccia più eccitare o incazzare, sai?" ringhiò ad un centimetro dal mio viso.

"O forse entrambe, e ora che ci penso mi è quasi venuta voglia di scoparti" aggiunse poi, abbassando con un solo movimento i miei pantaloni.

"No..." sussurrai.

"No cosa? Te la sei cercata, Jimin" e così facendo riuscì nuovamente a farmi suo.

Per l'ennesima volta.

Cercai di mantenere lo sguardo fermo, ed evitare di piangere.

Strinsi la mascella e guardai verso la stanza vuota.

Non ce la facevo più, volevo scappare, morire, qualunque cosa era migliore di quella situazione.

"Non dare la colpa a me, Jimin. Non provarci nemmeno" disse a denti stretti. "Sai benissimo quanto non sopporti che tu mi risponda male, eppure continui a farlo" diceva mentre le sue spinte si facevano più violente, facendomi male.

Terribilmente male.

"Ora, non so se è perché alla fine sei realmente amante del dolore, o perché proprio non puoi farne a meno, fatto sta che la colpa è tua. Quindi non lamentarti" ringhiò a pochi centimetri dal mio viso, sempre stando attento a non avvicinarsi alle mie labbra.

Sapevo che aveva ragione.

Lo avevo provocato, e lui aveva risposto.

Era colpa mia, era tutta colpa mia, della mia curiosità, del mio essere esuberante e non riuscirmi a tenere le cose dentro.

Se solo fossi rimasto a casa quel giorno, tutto questo forse non sarebbe successo.

"Soddisfatto? Di ciò che hai causato tu stesso?" fece alzandosi.

A quel punto sentii gli occhi farsi lucidi, e due parole uscire inevitabilmente dalla mia bocca, guardandolo intensamente dritto negli occhi, come mai avevo fatto.

"Ti odio" mormorai, per poi sentire un'unica, delicata lacrima, scivolare sul mio viso.

Lui mi guardò, con uno sguardo che non riuscii bene a decifrare, poi si alzò.

"Pensi che me ne freghi qualcosa? Pensi di riuscire a farmi provare pietà per te dicendomi questo? Beh non è così. Non me ne fotte niente di ciò che provi, hai capito?!" Bisbigliò, e se ne andò dalla camera, sbattendo la porta alle sue spalle.

Io restai immobile per qualche minuto, le lacrime che scendevano da sole, senza farmi emettere neanche un singhiozzo, poi mi girai di lato, e finalmente chiusi gli occhi, cadendo in un sonno profondo.

Hola! Come state? Spero bene!
E spero anche che vi stia piacendo la storia, giuro GIURO che cambierete idea su Yoongi prima o poi, anche se ora sembra abbastanza difficile, lo è anche per me ewe
Btw vi voglio bene
All the love xx
Clau

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