8.

"Cazzo!"

Un rumore mi svegliò dal mio sonno.

Aprii di scatto gli occhi e mi alzai a sedere.

Diedi un'occhiata al letto, e allo spazio vuoto affianco a me e mi ricordai della serata precedente.

Scossi la testa come a cancellare il ricordo di quella notte, sentendomi ancora più sporco perché mi era piaciuto.

Continuavo a dare la colpa all'alcol, ma in fondo sapevo che era anche mia.

Mi alzai dal letto e mi vestii velocemente, ricoperto di brividi di freddo.

Dio, perché doveva fare così freddo?

Uscii dalla stanza e scesi le scale, continuando a sentire le urla di Yoongi, e dei tonfi a seguire.

Velocizzai il passo attraverso il corridoio buio.

Ormai conoscevo quella casa a memoria, per le tante volte che avevo fatto avanti e indietro a cercare Yoongi.

Mi affacciai lentamente alla cucina, e lo vidi.

Le vene del suo collo pulsavano e lui continuava ad urlare.

"Non è fottutamente possibile Namjoon! Cazzo no!"

Namjoon. Era arrabbiato con Namjoon? Il suo 'amico'?

"Yoongi tu non vuoi capire! Ha qualcosa che non va, è la seconda volta che capita e dobbiamo scoprire cosa succede prima che dia nell'occhio!" urlò Namjoon di parte sua.

"E se fosse pericoloso? Pericoloso per tutti noi? Se avesse qualche... Non lo so, qualche genere di anomalia che lo rende un'arma per noi vampiri?!" ribatté Yoongi.

"Allora spiegami per quale cazzo di motivo a te non fa nulla! Avanti Yoongi, spiegamelo!" urlò stavolta Namjoon.

"Questo non lo so! So solo che non posso metterlo in pericolo, okay? E con me, lì, lo sarebbe!" disse Yoongi con voce più pacata.

"No Yoongi, è qui che sbagli. Lui è in pericolo qui. A Bloodymoon Town. Lo è da quando l'hai preso con te, e da quando lui ha... Bruciato quei due"

Il sangue mi si gelò nelle vene.

Stavano parlando di me.

"Qui è costantemente in pericolo, e se non vuoi che lo sia, beh, allora dobbiamo andare a casa sua e scoprire di più su di lui e la sua famiglia!" obiettò il più alto dei due.

La mia famiglia.

Furono quelle parole a darmi il coraggio di entrare nella stanza per capire cosa stava succedendo.

"Cosa sta succedendo qui?" chiesi mettendomi di fronte a loro.

I loro occhi si spalancarono alla mia vista.

"Merda, Jimin!" fece Yoongi sbattendo un pugno al muro.

Sussultai alla sua reazione.

"Hai sentito tutto?" domandò Namjoon con più tranquillità.

"Non tutto...diciamo...gran parte..." dissi a bassa voce. "E voglio sapere che cosa volete dire"

"Jimin, vai di sopra e chiudi la porta. Io e Namjoon dobbiamo parlare" mi disse.

"Sentirei comunque, visto che il vostro parlare significa urlare come dei pazzi" replicai. "Devo sapere cosa succede, soprattutto perché è di me che si parla"

"No, devo sol-"

"Forse ha ragione lui. Dovrebbe sapere di cosa stiamo discutendo" mi appoggiò Namjoon.

Yoongi sospirò, poggiandosi sul bancone della cucina ed incrociando le braccia.

"Hai presente Taehyung? Il tizio che ha ammazzato tua madre?"

Un colpo al cuore.

"Wow, che delicatezza" feci ironico. "Comunque sì, la sua immagine è chiara nella mia mente" dissi sentendo gli occhi inumidirsi.

"Bene, io non ero ancora presente quando è successo, ma lui ha detto che lo hai bruciato, o una cosa de genere. Ho bisogno di sapere se è successa la stessa cosa ieri sera" disse guardandomi.

Le mie guance andarono a fuoco al solo pensiero della sera precedente.

"Dopo ciò che è successo in bagno" aggiunse poi.

"Sì. La stessa identica cosa, ma non ho... Avevo sempre altro a cui pensare e..." mi sentii confuso.

Avevo sicuramente qualcosa che non andava, ripensandoci.

"Bene, dobbiamo solo capire cosa sta succedendo, prima che si sparga la voce e ti metta in pericolo" continuò.

"Ma... Se è vero che appena Jimin tocca uno di noi, lui viene bruciato" iniziò Namjoon. "Allora perché se lo fa con te, non succede?" disse guardandomi pensieroso.

"Neanche con te succede" rispose subito Yoongi.

Io li fissai. "No. Non ho mai toccato Namjoon" dissi ricordandomi.

Yoongi mi fissò, confuso.

"Ma sei sicuro? Lo hai già visto varie volte"

"Si, visto. Non mi sono mai avvicinato a lui più di tanto però" risposi pensieroso.

"Beh, allora proviamo" esclamò Namjoon.

Io lo guardai stupito. "Potrei bruciarti, Namjoon..." dissi dubbiosamente.

"Come se ti dispiacesse fare del male ad uno di noi" sbuffò sonoramente, e in fretta si avvicinò a me, stringendomi il braccio.

Chiusi gli occhi per non vedere il dolore nei suoi, ma dopo vari istanti di silenzio, né aprii uno, osservando la sua mano, completamente intatta.

"Oh. Questo è strano" affermai.

Yoongi rimase a guardare la mano di Namjoon per vari istanti, prima di parlare.

"Beh...almeno sappiamo che non sono l'unico" disse, con un filo di ironia nella voce.

"Idiota, questo complica le cose. Se siamo in due, dobbiamo scoprirne di più. Assolutamente" affermò il più alto.

"Allora c'è solo un modo per scoprirlo" fece Yoongi. Riprese fiato per continuare a parlare, ma io lo interruppi prima che potesse farlo.

"Tornare a casa mia" dissi sprofondando in me stesso, quando i loro sguardi si posarono su di me confermando ciò che avevo detto.





Yoongi era ancora al piano di sotto con Namjoon, quando decisi di scappare.

Pensai fosse una buona idea perché non avrebbero sentito.

Sarei tornato a casa e l'avrei protetta prima che qualcuno, come loro due, la distruggesse in cerca di qualcosa che probabilmente non avrebbe mai trovato.

Non sapevo neanch'io quali strane cose fossi in grado fare, e volevo essere il primo a scoprirlo.

Facendo il più piano possibile, mi infilai le scarpe, ed aprii lentamente la finestra, essendo cosciente che ogni minimo rumore sarebbe stato sentito da entrambi.

Ma poco importava ormai, cosa poteva esserci di peggio? Mi dissi per convincermi.

Uscii dalla finestra e mi guardai intorno.

Non c'era nulla a cui mi potevo aggrappare, niente.

Quindi, con non so quale coraggio, saltai giù, provocando un tonfo a me poco rumoroso.

Imprecai, osservando il mio ginocchio sbucciato.

Poi sentii delle voci.

"Cos'è stato?" disse Yoongi, la sua voce sempre più vicina alla finestra.

Mi rannicchiai vicino al muro e trattenni il respiro, stringendo gli occhi.

"Sarà stato un uccello" suggerì Namjoon.

Yoongi mugugnò qualcosa e lo sentii allontanarsi.

Ripresi a respirare, e gattonai fino al muretto che separava la sua casa dalla strada.

Lo scavalcai, non senza difficoltà, e fui fuori.

Per strada non c'era nessuno, fortunatamente.

Non avevo idea di che ora fosse, ma dedussi che era quasi ora di pranzo.

Quella città era sempre magicamente nuvolosa, come fosse stata creata apposta per i vampiri, ma riuscivo a capire che il sole, dietro quelle maledettissime nubi, era alto in cielo.

O forse mi stavo solamente autoconvincendo che fosse così, per darmi la forza e il coraggio di continuare ad allontanarmi.

Me ne stavo davvero andando? Stavo davvero scappando via da Yoongi?

Sì, era così. O almeno, lo era fino a quando non mi ritrovai davanti a venti vampiri.

Il mio corpo sembrò bloccarsi per vari istanti, mentre sentivo i loro sguardi su di me.

"Oh merda" imprecai.

Tentai di scappare, ma loro erano troppi, e troppi veloci per me.

Ma in un lampo, almeno la metà di loro, fu a terra con il collo spezzato.

Yoongi.

Yoongi mi aveva già trovato.

Ero scappato da neanche un'ora e lui mi aveva trovato.

In quell'attimo di distrazione, nel quale lui l'ottava contro gli altri, mi allontanai, ma nuovamente, mi raggiunse.

"Se vuoi continuare a vivere, invece di continuare a scappare, reggiti forte a me" mi disse Yoongi.

Io lo guardai titubante, consapevole che mi stavo salvando da loro, ma non da lui.

"Porca puttana Jimin, non fare il bambino e reggiti a me, cazzo!" Urlò, per poi trascinarmi con sé.


Appena fummo dentro casa, mi spinse al muro con violenza.

Neanche quella mattina lo avevo visto così arrabbiato come era ora.

Era accecato dalla rabbia, i suoi occhi erano rossi e credetti di morire a quella vista.

Mai in vita mia avevo provato così tanta paura come in quel momento.

"Si può sapere che cosa è saltato in quella cazzo di mente? Sei per caso impazzito? Scappare? Ma davvero, Jimin? Scappare. Io...io non posso crederci" mi urlò contro.

Avevo appena firmato la mia condanna a morte.

Lo sapevo.

Che stupido.

Che ingenuo a pensare che non mi avrebbe trovato.

Si passò la mano sul viso.

"Cosa cazzo non hai capito del fatto che questa è una città di vampiri? Ti prego, dimmelo, così posso fottutamente spiegartelo meglio!"

"Mi dispiace...io..." mormorai.

"Ti dispiace? Questo è quello che hai da dire? Quante volte ti ho detto che solo con me sei al sicuro?! Quante, Jimin, rispondimi" disse puntandomi il dito contro.

Lo supplicai con lo sguardo di smetterla, senza successo.

"Non ti sei comportato affatto bene. Questo lo sai vero?" bisbigliò al mio orecchio.

Sentii gli occhi pizzicare ed iniziare a riempirsi di lacrime.

"Ti avevo fottutamente avvertito che non saresti dovuto scappare. Ma tu, come sempre, non hai voluto ascoltarmi, e ora, mi dispiace, ma ne pagherai le conseguenze" disse buttandomi a terra con violenza.

"Ti prego..." supplicai. "Io...ho paura, Yoongi. Di tutto ciò che mi circonda...ti prego" dissi in un sussurro, quasi affogando tra le mie lacrime.

"No, piccolo, avresti dovuto ascoltarmi. E questa è la punizione per farti capire che dovrai farlo, da ora in poi" scosse la testa, per poi prendere un coltello tra le sue mani.

Il sangue mi si gelò nelle vene.

"Cosa..." sussurrai terrorizzato.

"Oh Jiminie, devi ancora imparare molto..." fece mettendosi a cavalcioni su di me. "Prima di tutto: mi arrabbio molto facilmente" disse avvicinandosi al mio volto.

"Secondo: mantengo sempre le mie promesse"

E così, la punta del coltello affondò nella carne del mio collo tracciando una linea retta.

Il dolore invase il mio corpo.

Urlai e scalciai, cercando di spostare Yoongi da me, inutilmente.

La sua forza sovrastava di gran lunga la mia.

"Stai fermo, cazzo" disse lui portando una mano sopra la mia bocca per non farmi urlare.

I singhiozzi si fermarono quando sentii il coltello allontanarsi dalla mia pelle.

Percepii il sangue colare, e automaticamente gli occhi di Yoongi diventare rossi, e la paura prese nuovamente possesso di me.

"Con queste, tutti sapranno che sei mio, se proverai a scappare di nuovo" sussurrò subito prima di assaporare nuovamente il mio sangue.

La sua lingua si appiattì contro il mio collo, e leccò via il sangue.

Si allontanò con un'espressione di piacere sul volto.

Mi sentii mancare quando capii cosa aveva fatto.

Mi aveva marchiato.

C'erano le sue iniziali sul mio collo.

Non feci in tempo a pensare ad altro, che lui mi prese in braccio, portandomi fino alla mia stanza, lasciandosi dietro una scia del mio sangue.

Mi buttò sul letto, e capii che stava per fare ciò che faceva ogni dannato giorno.

Mi sbagliai.

Tirò fuori dal cassetto una corda e mi prese le mani, avvicinandole alla ringhiera del letto.

"No...ti prego non..." dissi in prenda ad un pianto isterico.

"Stai zitto o oltre a legarti, ti tappo la bocca, intesi?" disse facendo un nodo alla corda.

Quest'ultima era troppo stretta, non riuscivo a fare nulla, ma avrei dovuto sopportare.

"Devo dire che..." iniziò posizionandosi sopra di me. "L'idea di te legato ed inerme sotto di me, mi fa eccitare anche troppo"

Avvicinò la sua bocca al mio collo, che ancora sanguinava e doleva.

"Ma...non posso rischiare che piaccia anche a te. Così non sarebbe una punizione, no?" sussurrò, per poi mordere esattamente il punto in cui il coltello era penetrato poco prima.

Mi trattenni dall'urlare, ma per farlo tirai la corda, facendomi male ai polsi.

Poi lasciò un rude bacio sulle mie labbra.

"Mi spiace, bimbo. Fai sogni d'oro" disse con un sorriso perverso che si formava sul suo volto.

E mi lasciò lì da solo. A piangere, piangere, e piangere.





Allora che ne pensate della storia fino ad oraaaa?
Fatemi sapere😇♥️

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