26.

Quel giorno Yoongi era strano.

Si comportava in maniera insolita, sembrava come tornato a quando mi trattava decisamente male.

Notavo che fosse particolarmente nervoso e suscettibile, non stava un attimo fermo, faceva avanti e indietro per tutta la casa.

Erano già diverse ore che si comportava in quel modo, e cominciavo a preoccuparmi, non potevo di certo fare finta di nulla.

Così mi alzai dal letto e scesi al piano di sotto.

Come previsto, lo trovai in piedi, che camminava nervosamente davanti alla libreria.

"Yoongi" lo chiamai avvicinandomi a lui.

Non rispose, così toccai la sua spalla con un dito. "Yoon.."

"Che diavolo vuoi?" chiese scontroso, ed io mi ritirai leggermente, notando che i suoi occhi stessero diventando rossi.

"Che...che succede..?" domandai allontanandomi da lui.

"Non torneremo insieme a Bloodymoon Town" disse con voce ferma.

"C-cosa? E... perché?" lo guardai confuso e leggermente ferito da quella frase.

Perché non voleva portarmi più con lui?

Dovevamo parlare con Namjoon, mi aveva promesso che sarebbe rimasto al mio fianco in questa sottospecie di missione per salvare quelli come lui, ed ora mi diceva che non saremmo tornati insieme a Bloodymoon Town?

"Non possiamo, stanotte me ne andrò, e non mi seguirai, né cercherai di convincermi" utilizzò un tono estremamente freddo, che mi fece ancora più male.

"Cosa stai dicendo Yoongi, perché mi stai-"

"Ho detto che non torneremo insieme, chiaro? Resterai qui, porca puttana, non è difficile da capire!" mi urlò contro, avvicinandosi minaccioso, gli occhi ormai completamente rossi.

Abbassai la testa, cercando di non tenere conto degli occhi che mi pizzicavano a causa delle lacrime.

"Ho fatto qualcosa di sbagliato?" sussurrai mordendomi il labbro.

Percepii un sospiro uscire dalle sue labbra e le sue dita gelide afferrarmi il mento e farmi alzare il volto.

"Scusami piccolo, non piangere per favore" disse a bassa voce, addolcendo il suo sguardo.

"Non riesco a capire perché vuoi lasciarmi qui" risposi con lo stesso tono di voce, osservandolo.

I suoi occhi erano ancora completamente rossi, eppure riuscivano a tranquillizzarmi.

"Non hai fatto nulla di male, non tu" disse accarezzandomi la guancia. "Sono uno stupido, Jimin, un completo idiota"

"Che succede?" domandai confuso.

"Domani notte ci sarà la luna di sangue, Jimin, non posso stare qui, sarebbe troppo rischioso per te" mi guardò dritto negli occhi.

"Cosa...che significa?" deglutii, non sembrava affatto un nome carino.

"La luna di sangue è un fenomeno che avviene ogni 250 anni, la luna si tinge di un colore rosso sangue e diventa per noi vampiri come la luna piena per i lupi mannari..secondo te perché sono così agitato, Jimin? È l'influenza della luna che si sta preparando a domani sera, ci rende molto più violenti, e domani notte la nostra città impazzirà, si dirigeranno tutti nella cittadina più grande, quindi Seoul, immagino, e faranno una carneficina, sarà molto, molto peggio di ciò che hai vissuto, è per questo che devo scappare di qui, questo paese non verrà neanche calcolato, è troppo piccolo, preferiscono più gente, e tu sarai al sicuro, ma non con me qui" mi disse senza distogliere lo sguardo dal mio.

"Funziona anche per...per voi? Cioè voi che siete diversi, intendo, vi succede la stessa cosa?"

"Purtroppo sì, Jimin, la luna di sangue ci richiama e ci fa scordare ciò che siamo, l'ho vissuto sulla mia pelle e posso assicurarti che ti ammazzerei senza neanche dubitare un istante" scosse la testa e mi prese la mano, stringendola tra le proprie.

"Non...non voglio che mi lasci" mormorai chiudendo gli occhi.

"È necessario, non voglio ucciderti, né tanto meno farti del male" mi disse accarezzando il dorso della mia mano.

"Come farò io...come faccio a..." respirai a fatica e mi allontanai da lui, portandomi una mano al viso. "Non puoi lasciarmi solo"

"Jimin, devo farlo, è così, non posso farci niente" disse avvicinandosi a me, ma io mi scostai ancora.

"Mi avevi...avevi promesso, avevi promesso che saresti rimasto al mio fianco in tutto questo e ora vuoi andartene?!" esclamai sentendo le lacrime fuoriuscire dai miei occhi, e cercai subito di asciugarle.

"Calmati Jimin, devi calmarti ora" disse serio.

"Come faccio? Come faccio a calmarmi se l'unica certezza, l'unica persona che mi restava ora vuole scappare via?!" urlai. "Non resisterò un minuto senza di te Yoongi, cazzo, non puoi davvero pensare di lasciarmi così, abbiamo un lavoro da svolgere insieme, siamo uniti da qualcosa di troppo potente, non puoi lasciarmi"

"Jimin, devi ascoltarmi, lo faccio per te, lo faccio perché ti ho già fatto soffrire abbastanza, e farlo ancora non è mia intenzione! Non è difficile, porca puttana, perché stai facendo il bambino?!" urlò lui di rimando, gli occhi sempre più rossi.

"Non sto facendo il bambino, sono terrorizzato Yoongi, non voglio che mi lasci, hai capito? Non me ne frega niente che potresti ammazzarmi, non voglio separarmi da te, c'è qualcosa che me lo impedisce" feci con disperazione, sbattendo un pugno sul tavolo.

"A me frega invece, fottuto idiota, preferisco separarmi da te per un po' piuttosto che vederti morire a causa mia e rimpiangere la mia metà per il resto della mia dannata, schifosissima esistenza! Non puoi essere talmente stupido da non arrivarci Jimin!" esclamò agitando le mani.

"Ti prego..." sussurrai in preda ad un pianto disperato. "Ti prego non andartene.."

"Perché?! Perché vuoi impedirmelo? Perché vuoi un mostro del genere al tuo fianco?! Ti ho fatto soffrire per settimane, cazzo, ti sto dando la possibilità di vivere una vita normale, una vita vera, dopo mesi di reclusione in una fottuta casa al buio totale, a subire violenze a causa mia, ma perché diavolo non vuoi lasciarmi andare?!" chiese ancora lui.

"Perché ti amo" urlai, sentendo le lacrime iniziare a fluire con più prepotenza lungo il mio viso.

Fu nell'istante immediatamente successivo che mi resi conto di ciò che avevo appena detto, e mi portai le mani alla bocca, stupito delle mie parole.

"Cosa...che hai detto?" mormorò Yoongi, un'espressione incredula sul suo volto.

Abbassai lo sguardo, ormai piangendo silenziosamente, e scossi la testa, non volendo ripetere ciò che avevo detto, e non avendo neanche le forze per farlo.

Lo pensavo davvero?

Forse sì, anzi, sicuramente, ma non me ne ero mai reso conto.

O meglio, me ne ero reso conto, ma il mio cervello rifiutava un pensiero del genere, talmente assurdo ed impossibile.

"Ripeti ciò che hai detto, Jimin" fece con voce ferma, prendendomi il viso con una mano.

Chiusi gli occhi per non guardarlo, ma lui insistette.

"Ho detto: ripetilo"

"Io...credo di...credo di amarti, Yoongi" dissi sentendo il mio viso andare a fuoco.

Yoongi scosse la testa e mi guardò quasi con tenerezza. "Come puoi amarmi? Come può il tuo cuore angelico innamorarsi di un mostro come me?" mormorò sfiorandomi le guance con i pollici.

"Non lo so" bisbigliai, completamente distrutto.

"Forse la sindrome di Stoccolma ha preso il sopravvento in te?"

"No" dissi con convinzione. "Non sono malato, siamo legati, noi due, e sappiamo da giorni che non sono solamente i ciondoli che ci legano, ma qualcos altro, ed io ora ti sto dicendo che ti amo"

"Quindi pensi che sia questo? Pensi che sia l'amore a legarci?" domandò allora Yoongi.

"Io..non ne sono sicuro, non so se debba essere corrisposto ma avrebbe sicuramente più senso..." deglutii. "Tu..tu mi ami?"

"Io...Jimin.."

"Va bene se non mi ami, Yoongi, volevo solo esserne sicuro" abbassai la testa, stringendo gli occhi per non tornare a piangere.

Cosa mi aspettavo?

"Fammi finire, per Dio, sai da quanto tempo sono un vampiro, e sai anche che a differenza di un vampiro normale provo dei sentimenti. Che io li abbia repressi per centinaia di anni, non vuol dire che non provi niente, e credo di avertene dato prova in questi ultimi giorni. Non so come si fa ad amare, non l'ho mai fatto in vita mia, non mi sono mai innamorato di nessuno neanche quando ero in vita, è uno di quei sentimenti che a me sono sconosciuti, ma Jimin, tu sei così bello, e così buono e dolce, io...io credo proprio di amarti, insomma, sono abbastanza sicuro che se fossi vivo ora, il mio cuore starebbe esplodendo" sbottò, lasciandomi a bocca aperta, incapace di dire una qualsiasi cosa.

"Jimin...Jimin, io non voglio lasciarti, non ora che so cosa provi per me, e ora che te l'ho detto anch'io, ma non vedo una soluzione al problema, se non..."

"Mi ami?" lasciai stare la sua ultima frase.

"Sì, credo di sì, ma stavo-"

Scossi la testa e sprofondai tra le sue braccia, affondando il viso contro il suo petto, e sentendolo cominciare ad accarezzarmi la schiena.

"Jimin, aspetta un secondo, ho trovato una soluzione, puoi ascoltarmi?"

Annuii e mi sciolsi dall'abbraccio, guardandolo.

"Non è proprio un'idea piacevole, ma credo possa funzionare" disse scostandomi i capelli dalla fronte.

"Ovvero?"

"Potresti incatenarmi a quella sedia e farmi fare un bagno di otto ore nell'acqua santa, oppure indebolirmi iniettandone un po' nelle vene" fece spallucce. "Sono disposto a soffrire per rimanere qui"

Lo guardai, decisamente scioccato.

Okay, Yoongi era impazzito.

Dopo ventisei capitoli era pure ora che qualcuno sbottasse con un "ti amo" non credete? E boh, niente ho pianto perché sono emotiva ok.
Passate a leggere la storia che ho scritto con imjungshoo_k e amatela ugh, si chiama "Heart of gold" e sta sul mio profilo uwu
All the love xx
Clau

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